Re: Eyes Wide Shut

Inviato da  nike il 21/2/2007 17:06:59
Scrive Kenneth Anger..............

in Hollywood Babilonia
(Milano 1996, p. 6) che in alcuni appunti del 1916 di Aleister Crowley i cinematografari americani sono descritti “come una banda di maniaci sessuali pazzi di droga”.

Per la cronaca, il noto mago occultista Aleister Crowley, che amava firmarsi come La Grande Bestia, millantando un improbabile credito, era stato definito come l’uomo più perverso di questa terra.

Che per le scene di magia sessuale Kubrick abbia tratto ispirazione da lui e non dai cinematografari di Hollywood ci sembra pertanto rassicurante.


Lo spirito che aleggia in queste scene di [i]Eyes Wide Shut
è appunto quello di Magick, un libro sulla magia di Aleister Crowley, che ha voluto rimarcare in modo simbolico l’argomento da lui trattato aggiungendo alla normale ortografia di Magic una k, undicesima lettera dell’alfabeto. L’undici è infatti un simbolo di magia e come tale compare in Eyes Wide Shut per ben tre volte.

Oltre a Magick, un’altra chiave di lettura per comprendere il film è costituita dal Fidelio di Beethoven, che è la sola opera lirica che egli abbia mai musicato in tutta la sua vita. Fidelio è come abbiamo visto la parola convenzionale che dà l’accesso alla villa dei Misteri.

Ma il Fidelio è stata anche un’opera invisa ai potenti, in quanto, col pretesto di parlare della fedeltà coniugale, allude ad un potere di natura dispotica che incarcera gli innocenti. Se si tratti poi del potere dispotico di Napoleone o di quello dell’imperatore d’Austria non lo si è mai capito.

Quel che si può congetturare nel caso di Kubrick è che il cattivo Demiurgo della nostra epoca risiede inequivocabilmente in America ed è il potere occulto delle tre K, un potere occulto di gradi 33 (11+11+11).*

Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut - di Gianfranco Massetti

* All’interno del cerchio magico disegnato sul pavimento da un faro, il gerofante si muove con passi precisi, eseguendo una circumambulazione rituale intorno alla circonferenza su cui stanno 11 donne anch’esse mascherate.

Dopo che per tre volte picchia la bacchetta magica a terra, queste si prostrano ai suoi piedi e si rialzano, togliendo i mantelli che nascondono le loro nudità. Un quarto ed un quinto colpo sono il segnale perché entrino nel cerchio magico e s’ inginocchino al suo cospetto.

Dopo che si sono reciprocamente baciate, il mago si accosta alla ragazza che sta alla destra di una donna con piume corvine e batte un colpo davanti a lei, che si allontana dal cerchio. La stessa cosa fa con la sua compagna a sinistra della donna corvina.

Poi di nuovo con l’altra ragazza a destra e l’altra ancora a sinistra, per un totale di dieci colpi. L’undicesimo colpo (il numero 11 si ripete per la seconda volta) batte davanti alla donna piumata, che esce con noi di scena, mentre la cerimonia prosegue.

E’ un rito di magia simpatica. Le donne devono congiungersi coi presenti per trasmettere loro l’energia che hanno accumulato all’interno del cerchio. Ciascuna di loro si sceglie un compagno. La donna piumata si allontana con Bill, ma quando sono nel corridoio lo avverte: “Cosa crede di fare? Lei qui non c’entra per niente …se ne deve andare subito … è in grave pericolo e deve allontanarsi da qui finché è in tempo.”

Intanto, sopraggiunge un’altra maschera che allontana con una scusa la donna piumata da Bill. Rimasto solo, questi percorre le stanze e i corridoi della villa, dove assiste a dei rapporti sessuali che superano ogni sua fantasia erotica.

Infine, viene di nuovo raggiunto dalla donna piumata, che nel frattempo l’ha cercato ovunque.
Ancora una volta lo avverte che deve andarsene e che la sua vita è in pericolo. Poi si allontana, mentre arriva di corsa un maggiordomo, che chiede a Bill se il taxi che attende all’ingresso della villa sia suo, in quanto l’autista ha chiesto urgentemente di parlare col passeggero.

Seguendo il maggiordomo che gli fa strada, Bill si ritrova nel salone d’ingresso. Con sua meraviglia, vede che tutti i convenuti sono lì ad attenderlo. Tutti attorno al cerchio magico, al centro del quale domina la figura del gerofante, che è seduto su di uno scranno pontificale sormontato da una tiara sorretta da un’aquila bicipite.

Dalla soggettiva che fotografa nello sguardo di Bill il mago in procinto di celebrare il suo rito a quella che lo ritrae sul trono, sono trascorsi esattamente undici minuti (il numero 11 si ripete per la terza volta). Tanto tempo è durata appunto l’ “iniziazione” di Bill.


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