Re: Con la scusa dell’ Ambientalismo. Progetti di sterminio.

Inviato da  orkid il 27/3/2007 22:00:46
Tornando un pò più in Topic (progetti di sterminio) vorrei proporre uno stralcio di un libro che sto leggendo che mi ha fatto saltare sulla sedia.

Il libro è "Impronte degli Dei" di Graham Hancock in cui si parla dei suoi viaggi in Sudamerica alla ricerca delle testimonianze di civiltà perdute.

Citazione:
"Stavo fissando l'Altare dei Sacrifici dei Bambini. Era opera degli olmechi, la cosidetta "cultura madre" dell'America Centrale, e aveva più di tremila anni. Costituito da un blocco di solido granito spesso circa un metro e venti centimetri, aveva i lati scolpiti con bassorilievi raffiguranti quattro uomini dagli strani copricapi. Ognuno teneva in braccio un vispo, tozzo bambino che si dimenava, visibilmente in preda a una paura disperata. Il fondo dell'altare non era decorato, mentre sul davanti era ritratta un'altra figura che teneva in braccio a mo' di offerta, il corpo afflosciato di un bambino morto.
Quella degli Olmechi fu la prima alta civiltà dell'antico Messico, e nel suo seno il sacrificio umano era una pratica diffusa. Duemilacinquecento anni dopo, al tempo della conquista degli spagnoli, gli aztechi furono l'ultimo popolo (ma non per questo meno accanito) di questa religione a continuare una tradizione antichissima e fortemente radicata.
Lo facevano con zelo fanatico.
Si riporta, per esempio che Ahuitzotl, l'ottavo e più potente imperatore della dinastia azteca "celebrò la consacrazione del tempio di Huitzilopochtli a Tenochitlàn facendo condurre quattro file di prigionieri accanto a squadre di sacerdoti, le quali impiegarono quattro giorni per ucciderli. Quella volta, nel corso di un unico rito, furono trucidati in ben ottantamila". (Joyce Milton, Robert A. Orsi e Norman Harrison, The Featured Serpent and the Cross: The Pre-Colombian God-Kings and the Papal States, Cassell, London, 1980, p. 64)
Agli Aztechi piaceva vestirsi con le pelli scuoiate delle vittime sacrificali. Bernardino de Sahagùn, un missionario spagnolo, assistè a una cerimonia del genere poco dopo la conquista:

Gli officianti scuoiarono e smembrarono i prigionieri; quindi unsero i propri corpi con grasso e si infilarono le pelli... Lasciandosi dietro una scia di sangue e di grasso, quegli uomini dall'abbigliamento raccapricciante corsero per la città, terrorizzando così coloro che li precedevano... I riti del secondo giorno contemplavano anche un banchetto cannibalico per la famiglia di ciascun guerriero. (Riportato in: Aztecs: Reign of Blood and Splendour, Time-Life Books, Alexandria, Virginia, 1992, p. 105).

Il cronista spagnolo Diego de Duran assistè a un altro sacrificio di massa. In questo caso le vittime erano talmente numerose che quando i fiumi di sangue, scorrendo giù per i gradini del tempio "arrivarono in fondo e si raffreddarono, formarono grossi coaguli, sufficienti a terrorizzare chiunque". E' stato calcolato che all'inizio del sedicesimo secolo il numero delle vittime sacrificali in tutto l'impero azteco doveva essere complessivamente di circa duecentocinquantamila l'anno. (Joyce Milton, Robert A. Orsi e Norman Harrison, The Featured Serpent and the Cross: The Pre-Colombian God-Kings and the Papal States, Cassell, London, 1980, p. 55)

Qual'era il motivo di questa maniacale distruzione di vite umane? A detta degli stessi aztechi, era un modo per ritardare la fine del mondo. (Mary Miller e Karl Taube, The Gods and Symbols of Ancient Mexico and the Maya, Thames & Hudson, London, 1993, p. 96)


Quindi gli Atzechi pensavano che per salvare il mondo e ritardare la sua fine fosse necessario compiere questi riti sacrificali, così come per gli ispiratori delle Georgia Guidestones, che affermano il principio e l'obiettivo di mantenere la popolazione mondiale sotto i 500.000.000 di individui.

Chiaramente gli Atzechi compivano tali atti a beneficio degli Dei, con la speranza di non attrarsi la loro ira, mentre i maltusiani lo vorrebbero attuare a beneficio della Terra, con la speranza di non attrarre l'ira del pianeta sovrappopolato... Sempre di religioni pagane si tratta.

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