Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 10/8/2013 13:34:00
Calvero ha scritto:

Citazione:
.. quel che non si comprende è che la divinità è solo un territorio nascosto e mistificato. Il resto sono speculazioni. Non va innalzata, fa parte di QUESTA vita .. la questione è che il DIVINO che io riconosco insieme alla MAGIA è assolutamente scientifico, solo non accettabile dal metodo deficiente ora vigente che fa il paio con la famosa educazione. In sostanza: lavaggio del cervello.


Vorrei riprendere questo punto per sviscerare quello che ho potuto comprendere fino ad ora.

Cos'è divino?

Divino è ciò che non possiamo ancora comprendere.

L'aspetto "magico" del cose, es. i miracoli, è dovuto al fatto che appaiono ai nostri sensi come inspiegabili. Se non riusciamo a vedere il "trucco", pensiamo che sia divino.

Oggi possiamo affermare che essendo la realtà in cui viviamo un ologramma, possiamo anche spegarci molti fenomeni che in passato sembravano miracoli.

Un esempio banale è quello del racconto di P. K. Dick che ho citato in un post precedente, The skull, il protagonista è un profeta che risorge dalla sua condanna a morte, dei testimoni lo confermeranno, in realtà lui aveva solo viaggiato nel tempo e si era "manifestato" a livello temporale qualche tempo dopo la sua morte.

In sostanza la resurrezione non sarebbe un miracolo ma solo un viaggio nel tempo oltre il giorno del proprio decesso.

Come questi potrei fare molti altri esempi che partono tutti da un livello di CO-SCIENZA nuovo.

Quello che definiamo come divino, secondo me, non è tale, ma semplicemente ancora non comprensibile.

Sicuramente il primo passo per comprendere meglio è usare la CO-SCIENZA e non solo la scienza.

Che vuol dire CO-SCIENZA?

Vuol dire essere capaci di unire creatività e pensiero logico, intuizione e raziocinio. I due aspetti dell'intelligenza non sono da contrapporre, ma da usare all'unisono. A questo punto la "divinità" non appare più tale perchè, se si guarda da un orizzonte più ampio, ci si rende conto che in effetti molte cose possono essere spiegate.

I miracoli, sarebbero solo delle esperienze più o meno consapevoli di interazione con i codici che strutturano l'ologramma. Le "formule magiche" sarebbero delle password di accesso ai "comadi" che ri-programmano elementi e processi. Le malattie verrebbero guarite perché si sarebbe capaci di accedere alle frequenze sane di riequilibrio del flusso vivente. I miracoli sarebbero il risultato del dominio delle leggi fisiche tramite la conoscenza della creazione, cioè la struttura olografica.

L'amore non sarebbe una cosa divina, ma una FREQUENZA-CHIAVE che permetterebbe di accedere a una conoscenza/coscienza/comprensione più ampia.

Il vero 2012 consiste nella capacità che abbiamo di unire tutti i punti che ci troviamo davanti, ma per farlo abbiamo bisogno di una mente nuova.

Com'è questa mente?

Questa mente "collabora" con un livello di comprensione più ampio dato dal lato emotivo.

Fino ad oggi l'umanità si è orientata verso una religiosità fanatica o verso un materialismo becero.

Forse oggi possiamo viaggiare guardando contemporaneamente da due punti di vista, da due prospettive, L'indivi-duo è composto di organi doppi, lo scopo di questi doppi è dovuto forse a un principio di divisione su due differenti approcci sensoriali all'esistenza. Provate a toccare un oggetto con le due differenti mani e vedrete che il tatto dei due arti è differente, perchè differente è l' "entità cosciente" che sperimenta il tocco.

Gli occhi osservano in modi differenti, chi ha perso l'uso di un occhio per un periodo può testimoniare che l'angolazione e il fuoco cambiano in base all'occhio di riferimento.
Il problema sorge quando usiamo solo un lato del nostro corpo, credendo l'altro inutile. Tutta la società in cui viviamo lascia che domini solo una parte del corpo: quella delle mente razionale.

Per capire bisogna lasciar collaborare i due lati di noi, che metaforicamente si traduce nella capacità che abbiamo di espandere la comprensione che abbiamo della realtà madiente l'uso equilibrato di ragione e cuore.

Mi piacerebbe pensare a uno studioso dell'anima, a un ricercatore di analogie piuttosto che di formule.

Lo scienziato che sta chino sulle sue illusioni matematiche senza provare l'ebrezza di un tuffo in mare o una pennellata sulla tela, non è un uomo completo. Se non si vive tra questi due mondi, la sapienza conseguita sarà monca e folle.

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