Re: Piegare il ferro:un esempio pratico.

Inviato da  franco8 il 20/9/2006 15:13:26
capitanpodCitazione:
Devo ammettere che il mio post nasce anche dall'irritazione di aver trovato in rete corbellerie a bizzeffe....


Mi pare chiarissimo capitanpod...

L'irritazione è condivisa e generalizzata, credo.

Soprattutto perché le corbellerie si trovano in tutti i campi e non solo in rete, ma soprattutto in tv e sui giornali (poi dicono che uno "denigra" la categoria dei giornalisti!)

Questo, secondo me è il puntocruciale: perché se ne scrivono così tante di corbellerie?

Io comincio a darmi delle risposte.
Ad esempio: è diventanto importante prima di tutto (per certa informazione) l' effetto che questa informazione deve avere (si vuole che abbia) sulla gente.

E quindi, ad esempio, di una articolo sul giornale è importante più come si dice una cosa piuttosto del contenuto... o diventa più importante il titolo del contenuto...
o, in una "inchiesta" giornalistica si sà già in anticipo quello che si deve scoprire (non so se è chiaro...)

A proposito delle reazioni dell'acciao negli incendi, avevo trovato in rete questo:

http://www.presider.it/news.php?id=00029

Una delle più vaste ed interessanti serie di prove d'incendio su un edificio reale fu condotta tra il 1995 ed il 1996 dal Building Research Establishment (B.R.E.) a Cardington (Gran Bretagna), col supporto dello Swinden Technology Centre della British Steel.

In un vasto hangar appositamente realizzato ed attrezzato fu possibile sottoporre ad una serie di test d'incendio effettivo ampie porzioni di un fabbricato in scala reale di 8 piani alto 35 m a struttura metallica con solai composti acciaio-calcestruzzo di circa 1000 m2 per piano.
Un test interessò le travi di solaio del 7° piano, vincolate e non protette, che arrivarono a temperature di 870 °C durante un incendio della durata di 2 ore e 45 minuti. Esse subirono una freccia di 230 mm (1/39 della luce). Fu dimostrata la resistenza intrinseca al fuoco del solaio composto, e dunque l’inutilità di particolari protezioni.
Un altro test interessò un intero lato dell'edificio, al livello del 4° piano, per una profondità di 2,5 metri. Le colonne erano protette contro il fuoco, così come i primi 20 cm delle ali inferiori delle travi. Dopo circa 2 ore di riscaldamento, l'acciaio raggiunse temperature di 802 °C con massima freccia delle travi pari ad 1/34 della luce.
Un test fu attuato simulando un modulo uffici d'angolo, sottoposto ad un carico d'incendio di 40 kg/m2 di legna equivalente. La temperatura ambiente massima, rapidamente raggiunta dopo soli 6' dal flash over, fu di 1051 °C, e quella dell'acciaio di 903 °C dopo 12'.

I solai mantennero la capacità portante. Le partizioni in lastre di cartongesso si mantennero integre. Le pareti in muratura dei nuclei conservarono la propria integrità nonostante rilevanti stress termici e deformazioni laterali. La massima freccia raggiunta per la flessione delle travi fu di 270 mm, dopo 128 minuti d'incendio. A seguito del raffreddamento la freccia si ridusse di 110 mm. La struttura si conservò totalmente intatta.



Non so mi ricordo esattamente cosa mi rispose Henry, (in sostanza: che il WTC era "speciale" o comunque era diverso dal caso riportato) ma il tread è ... da qualche parte (acc.!)

Naturalmente, credo che chiunque ha difficoltà a capire per quale ragione un fabbricato reale sottoposto ad un incendio (con temperature...) per 2 ore e 45 (!) non crolla, mentre il WTC sì...

Per il nist: http://wtc.nist.gov./

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