Re: Temperature all'interno delle torri e comportamento dell'acciaio in generale

Inviato da  piedone70 il 19/7/2013 9:21:49
… in realtà tra le righe l’ho già detto, ma ora lo spiego meglio:

Numerosi lavori sperimentali presentati in passato hanno permesso di rilevare la costanza di alcuni comportamenti nella modalità di riscaldamento degli elementi di acciaio esposti all’incendio.

Cosa vuol dire questa frase?

Significa che in tutto il mondo (per lo meno nella parte più industrializzata), sono presenti moltissimi laboratori, centri specializzati nello studio reale di modelli in scala e non delle conseguenze di un incendio

Laboratori che sono statali, privati, universitari ecc ecc, che hanno il solo obiettivo di studiare empiricamente ed analizzare le conseguenze di un incendio. Si mettono lì, realizzano un modellino in scala, oppure anche in grandezza reale (ci sono foto di palazzi in “grandezza naturale”, in acciaio oppure in cemento armato) e analizzano per mezzo di una fittissima rete di sensori e quant’altro (ecco perché in realtà nel mondo qualche struttura ipermonitorata in effetti esiste…) tutto quello che accade durante un incendio.
Poi smontano il tutto e lo analizzano al microscopio pezzo per pezzo, naturalmente usano i vari tipi di acciaio disponibili con varie forme e spessori, ecc ecc…
Insomma studiano concretamente e meticolosamente (in base sempre alle conoscenze umane del periodo) tutte le possibili e immaginabili reazioni e caratteristiche dell’acciaio durante un incendio

Oh, parlo dell’acciaio, ma in realtà esistono laboratori specializzati che studiano di TUTTO (che so, effetto dei forti venti sulle strutture, reazioni a seguito di incidenti stradali ecc ecc ecc), adesso consideriamo solo l’argomento acciaio che si scalda a seguito di un incendio.

E questo lavoro immane di tutti questi laboratori specialistici dove và a finire?

Nell’IMMENSA mole di documenti, atti, certificazioni, regolamentazioni ecc ecc ecc, con cui abbiamo a che fare tutti i giorni, ma che forse tutti non conoscono…

Avete mai sentito parlare di NORMATIVE EUROPEE ed INTERNAZIONALI, UNI; ISO; ecc ecc

Lo sapete che dietro ad ogni sassolino buttato lì da un qualsiasi addetto (alimentare, edile, medico, ecc… ecc…) ci sono masse incalcolabili di documenti, che gli “guidano” la mano?

Ed in effetti è anche una bella rottura di coglioni sottostare a tutto quest’intrigo di normative, tra un po’ verrà normata anche la nobile arte della sega (di cui mi considero peraltro un esperto…), comunque sono norme dettate dall’unico fine di garantirci la sicurezza maggiore possibile, in tutti gli atti della nostra vita.

Prima si è iniziata una particolare procedura, poi si sono avuti incidenti di percorso gravi, poi è intervenuta la normazione, che ha regolamentato quella procedura, in modo da “sperare” che simili incidenti non si ripetano.

Questo è il percorso che ha portato all’intreccio di norme internazionali che disciplinano quasi qualunque attività umana (che poi nella ratificazione da parte dei singoli stati, ci si sia divertiti ad ingarbugliarla ancora di più è vero, ma questa è un’altra storia)

Tanto per essere precisi, ho parlato a spanne di quello che è il Verbo per tutti gli ingegneri strutturali (veri e professionisti seri), ovvero EUROCODICE 3. precisamente:
UNI EN 1993-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio

Pensate che flash che ho avuto, pensavo di aver trovato un documento rarissimo ed introvabile e… invece… mi trovo pure il link su Wikipedia!!!

In conclusione di questo mio paragrafo, SI E’ DIMOSTRATO AL 100 PERCENTO (da innumerevoli prove di laboratorio e dalla lettura delle Normative in merito) che per qualunque acciaio (perlomeno tra quelli esistenti all’epoca delle costruzioni delle TT) (oggi può esistere anche l’HyperIron che resta uguale fino a 6000°, ma non ci interessa) il raggiungimento di temperature intorno ai 500° causa gravissime variazioni di resistenza ai carichi.

E per chi volesse una tabellina riassuntiva eccola qui:

http://imageshack.us/photo/my-images/534/1k7.png/

sempre nel documento che stavamo commentando nel mio post precedente, al paragrafo 3.4.2 si parla di come, cambiando i parametri tra una normativa ed il suo aggiornamento successivo (infatti quei tipi di esperimenti che ho citato poco sopra vengono svolti e risvolti in continuazione, sempre per affinare ulteriormente i risultati) si vadano a modificare dei valori.

Notate in particolar modo, tralasciando la variazione dei valori ripetto alle due normative, cosa capita allo snervamento dell’acciaio intorno ai 500°

Come vedete, NESSUNO AL MONDO, (intendo persona tecnica ed intelligente) ha mai osservato un pezzo di acciaio che rimane forte ed integro in presenza di 750 gradi per quel dato tempo. E NESSUNO AL MONDO è riuscito a dimostrare che intorno ai 500°, per quel dato tempo, all’acciaio NON succeda qualcosa di assai spiacevole.

Come ultimo esempio ci sono tutte i test di laboratorio…
Sempre nel citato documento al paragrafo 5.2 pag 72:

oh… a parte qualche piccola eccezione dovuta all’uso di materiali isolanti di ultima generazione (ma non è il nostro caso di analisi), siamo sempre lì, ovvero nell’intervallo tra 480° ai 570°-640° e al max 720°.

Continuiamo il ragionamento…

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