Re: metallo fuso ...altra prova da 16 tons?

Inviato da  Jck il 15/3/2006 21:22:28
Continua dal mio precedente post. Ne approfitto anche per aggiunger una replica al post che hai inserito mentre scrivevo il resto.

Dentro il wtc non c'era il vuoto. Se così fosse stato allora ti avrei dato ragione: il lavoro per smuovere l'aria sarebbe senz'altro arrivato dalla pressione atmosferica. Ma dentro il wtc c'era aria che, dirante il crollo, è "uscita" fuori, messa in moto dall'edificio che sta crollando. Questa è quella che ha generato i moti vorticosi che dici tu e questa ha ricevuto energia sottraendola all'edificio. Quello che dici tu ha senso solo per la parte alta dell'edificio. Ma le polveri del crollo hanno cominciato a muoversi laddove l'edificio ha cominciato a cedere, ovverossia nella parte intermedia dell'edificio dove, a causa del crollo, l'aria interna all'edificio veniva espulsa fuori.

Resta però sempre e comunque il fatto che questa, comunque si giri la frittata, non è, a mio avviso, assolutamente in grado di generare l'espansione della nube. Quel fenomeno è più assimilabile al ben noto fenomeno di espansione di particelle sottili tipico delle nubi piroclastiche. C'è tutta una fisica specializzata che studia questi fenomeni che non può fare a meno di considerazioni termodinamiche.

Passo adesso al proseguio della mia risposta...

Citazione:

la botta di energia che riceve lo va a rompere, lo scalda, man mano che si propaga la caduta la parte di acciaio + bassa riceve un'apporto di pressione e calore sempre maggiore i punti più bassi della torre si sono trovati ad avere a che fare con una grande quantità di calore dovuta al crollo del grattacielo

gli urti rallentano il tempo di caduta ma esso rimane comunque intorno ai 15 secondi in 15 secondi l'energia termica non fa in tempo a disperdersi nell'ambiente e resta imprigionata nel cumulo di macerie della struttura

la tua spiegazione non l'ho capita affatto, è ovvio che le lamiere superiori non si siano scaldate molto visto che all'inizio la caduta era lenta e l'energia liberata poca, sono le lamiere alle fondamenta che hannp ricevuto l'apporto di calore + elevato e che si sono fuse

inoltre vorrei farti notare che non è mica tutto così semplice, anceh quando il pezzo di metallo non è si è ancora spaccato già è caldo, è vero che parte dell'energia va a finire in energia che rende elastico il metallo xò è anche vero che questa è parte dell'energia che concorre poi a fondere il metallo quindi non viene persa

continuo domani con la discussione


Rigel, cerchiamo di ragionare. Questa parte è molto importante e vorrei che fosse chiaro ciò che intendo. Tu dici che la mia spiegazione non l'hai capita. Probabilmente è colpa mia. Cercherò allora di essere ancora più chiaro.

L'acciaio da costruzione è un materiale duttile. Il suo legame costitutivo (la legge che lega le tensioni alle deformazioni) è di tipo elasto-plastico. Inizialmente il legame costitutivo è perfettamente elastico. Poi, superata la soglia di elasticità (raggiunto cioè lo stato tensionale che "snerva" l'acciaio) inizia a comportarsi in maniera quasi perfettamente plastica. Come la cera pongo per intenderci.

Gli edifici, tutti gli edifici, sono progettati in maniera tale che gli elementi strutturali lavorino in campo elastico. Sai qual'era la sollecitazione più gravosa a cui dovevano reggere il wtc 1 e 2? Te lo dico io (non è saccenteria questa; semplicemente lo so e te lo sto dicendo): il vento.

E sai quali erano gli elementi strutturali più sollecitati? I pilastri di fondazione. Per questo motivo ti dico che non ho alcun dubbio sul fatto che i pilastri di fondazione, fintanto che non sono stati investiti dall'onda del collasso, hanno lavorato in regime elastico.

Un'altra ragione per in quale sono sicuro che i pilastri di fondazione hanno lavorato in regime elastico fino in fondo e che l'acciaio, quando si snerva raggiungendo la fase plastica, perde qualsiasi capacità nel sostenere incrementi di carico. Pertanto, se l'acciaio delle fondazioni si fosse plasticizzato prima, avremmo assistito ad una tipologia di crollo differente. Non uguale a quella del wtc1 dall'alto verso il basso, ma come quella del wtc7: un accasciamento.

Queste sono deduzioni, ti assicuro, più che ragionevoli.

Ora il fatto è questo: quando l'acciaio lavora in regime elastico esso è in grado di accumulare energia sottoforma di energia elastica. E se il comportamento è perfettamente elastico, non c'è alcun riscaldamento.

Il riscaldamento arriva solo quando l'acciaio si "snerva" ed entra in fase plastica. In pratica riceve energia che non è in grado di convertire in energia elastica. Questa energia, allora, si trasforma in energia termica facendo aumentare la temperatura dell'acciaio laddove questo di è snervato.

In linea di principio le cose stanno così. Per onore della correttezza, però, devo aggiungere un'altra cosa. Nonostante l'acciaio sia il materiale che, più di ogni altro in natura, approssima, entro certi limiti, un comportamento elastico lineare, è anche vero che in cicli di trazione e di compressione condotti con tenzsoni al di sotto del limite di snervamento, si instaura un piccolo ciclo di isteresi (si chiama "isteresi elastica") che un po' dissipa energia e, di conseguenza, fa riscaldare l'acciaio. Ma tale ciclo di isteresi è in grado di dissipare ben poca energia in confronto all'energia che viene dissipata quando l'acciaio entra in fase plastica.

L'unico momento in cui l'acciaio può essersi riscaldato è stato nel momento in cui si è snervato. Né prima, né dopo. E, se la sollecitazione è molto elevata, l'acciaio, semplicemente, si rompe. E non si è mai visto un provino di acciaio che si sia fuso prima di essersi rotto. Capito cosa intendo adesso? Ti assicuro che te lo sto dicendo con la più assoluta serenità senza spirito polemico. Ormai ho cenato e, a pancia piena, sono sempre più sereno. Te lo ripeto, non è possibile portare a fusione un provino di acciaio con le sole sollecitazioni meccaniche. Si arriva prima (ma molto prima) alla rottura.

Ecco perché, bilanci energetici a parte (che comunque hanno sempre una loro rilevanza), sono sicuro che non è per la caduta che l'acciaio delle fondazioni si è fuso.

E ti dirò di più. Quello che ti sto dicendo lo sanno anche i tecnici che hanno redatto i rapporti ufficiali tant'è che loro non fanno alcuna menzione all'energia potenziale per giustificare la fusione dell'acciaio. Loro vanno sostenendo che l'acciaio si è fuso a causa dell'incendio delle scorte di kerosene che ogni edificio di una certa dimensione a New York possiede per azionare i gruppi di continuità necessari ad alimentare elettricamente l'edificio in caso di blakout.

E per oggi chiudo anch'io. Domani sono impegnato tutta la giornata quindi ci sentiamo o in qualche momento libero oppure di sera.

Buona notte

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=4&topic_id=505&post_id=15165