Le Torri in "caduta libera"

Inviato da  harvey il 14/6/2008 14:41:49
Uno degli argomenti più frequentemente usati dai complottisti per sostenere la tesi della demolizione controllata al WTC, riguarda le velocità del crollo delle Torri. Secondo costoro, il crollo sarebbe avvenuto con velocità approssimabili a quella di un grave lasciato cadere nel vuoto, ovvero alla velocità di caduta libera. Se infatti un oggetto fosse stato lasciato cadere da una delle sommità delle Torri, avrebbe impiegato circa 9 secondi a toccare terra (non contando il fattore, trascurabile, della resistenza offerta dall’aria). E questi sono anche i tempi, secondo i complottisti, della durata del collasso, spiegabili solo, a loro avviso, con una serie di cariche esplosive che avrebbero annullato la resistenza al blocco superiore da parte della struttura sottostante (nessuno, naturalmente, spiega come è stato possibile minare le Torri per la loro intera altezza, piano per piano, senza essere visti).
Queste affermazioni sono già state smentite dai debunker in più occasioni. Del resto, non è difficile: è sufficiente osservare qualcuno dei tanti video in circolazione su Youtube, cronometro alla mano, come questo:

http://www.youtube.com/watch?v=WZ8wlKK15JM

Sebbene sia difficile, guardando i video, stimare la durata esatta del crollo (dal momento che le Torri spariscono nella nube di fumo e macerie, e sono anche nascoste alla vista dai palazzi circostanti) si può già stabilire con certezza che il crollo è ben lungi dal finire a 9 (o 11) secondi dall’inizio. Un’ulteriore evidenza è costituita dai numerosi frammenti di macerie che cadono all’esterno del perimetro delle Torri, e che avanzano di gran lunga il fronte del crollo: quelli, infatti, precipitano davvero alla velocità di caduta libera (il che vuol dire che il fronte del crollo è significativamente più lento).
Ciononostante si è trattato, senza dubbio, di un crollo sorprendentemente veloce, come è anche ammesso dal NIST, nel momento in cui scrive:

Citazione:
"... la struttura al di sotto del livello di inizio del crollo ha offerto una resistenza minima alla massa dell’edificio che si trovava sia al livello dell'impatto che sopra di esso. L'energia potenziale liberata dal movimento discendente della grande massa di edificio ha di gran lunga superato la capacità della struttura intatta al di sotto di assorbire quell'energia attraverso energia di deformazione. Dal momento che i piani al di sotto del livello di inizio del crollo hanno offerto così poca resistenza alla enorme energia liberata dalla massa in caduta, la sezione dell'edificio superiore è scesa sostanzialmente in caduta libera, come si è visto nei video" (FAQ del NIST).


Purtroppo, queste parole, interpretate in maniera troppo letterale, vengono sfruttate dai complottisti per ignorare la stessa evidenza visiva, sostenendo che è proprio il NIST a certificare la velocità di caduta libera dei crolli (curioso che solo in questo caso lo si accetti come autorità indiscutibile). Peccato che qui il NIST non faccia alcuna affermazione quantitativa che permetta di valutare il senso esatto di quel “essentially in free fall”. Il rapporto del NIST, infatti (e come affermato dallo stesso ente), era mirato a comprendere le cause che hanno dato luogo al collasso, non a studiarne la varie fasi seguenti all’inizio del crollo (studio giudicato superfluo). Invano si cercherebbe, nelle oltre 10.000 pagine di rapporto, una stima precisa sui tempi e sulla velocità del crollo: semplicemente, il NIST non fa alcuna affermazione al riguardo.
Con una sola possibile eccezione, che si trova ancora una volta nella FAQ:

Citazione:
“6. Come è stato possibile che le torri crollassero in soli 11 secondi (WTC1) e 9 secondi (WTC2), ossia a velocità prossime a quelle di una sfera lasciata cadere da pari altezza nel vuoto (senza alcuna resistenza dell'aria)?

Il NIST ha stimato il tempo impiegato dai primi pannelli esterni a colpire il suolo dopo l'innesco del crollo in ciascuna torre: circa 11 secondi per il WTC1 e circa 9 secondi per il WTC2. Questi tempi si basano su: (1) cronometrazione precisa dell'innesco del crollo sulla base delle testimonianze filmate; (2) segnali di moto del terreno (segnali sismici) registrati presso Palisades, N.Y., sincronizzati con precisione per tenere conto dei tempi di propagazione delle onde dalla zona sud di Manhattan (v. NCSTAR 1-5A)”.


In realtà, qui l’estensore della FAQ sembra dare una risposta a un’altra domanda. Se la domanda, infatti, riguarda i tempi dei crolli, nella risposta si accenna al tempo in cui i “primi pannelli esterni” avrebbero toccato il terreno dopo l’inizio del collasso. Ma che i primi pannelli esterni abbiano raggiunto il suolo ben prima del fronte del crollo, è cosa appunto normale (non incontrando alcuna resistenza, se non quella dell’aria) e come abbiamo visto ben documentata dai video (fra l’altro, questi pannelli non sono stati lanciati dalla sommità dell’edificio, ma dai piani dove il crollo ha avuto inizio, più in basso). Che i 9 e 11 secondi menzionati in questa risposta non costituiscano una stima ufficiale sulla durata dei crolli (come potrebbe apparire dal modo in cui la FAQ è stata redatta), è appurabile andando a controllare il volume del rapporto del NIST menzionato appunto nella FAQ. Nel volume NCSTAR 1-5A, a pagina 23, si legge appunto che:

Citazione:
“gli orari (...) per il collasso delle due Torri basati sulle registrazioni televisive e le analisi LDEO (analisi sismografiche) differiscono significativamente. Queste differenze sono probabilmente dovute alle diverse differenti definizioni usate per stabilire l’orario del collasso. Gli orari basati sull’analisi visiva si riferiscono a quando il collasso ha iniziato ad apparire evidente, mentre gli orari basati sui dati sismici indicano probabilmente il momento in cui i primi frammenti in caduta hanno colpito il terreno. La differenza fra i due orari è stata stimata essere di 9 secondi per il WTC2 e di 11 secondi per il WTC1”.


In altre parole, i 9 e 11 secondi non rappresentano una stima della durata dei crolli, ma semplicemente la discrepanza fra i diversi orari in cui è stato stimato l’inizio del crollo, basandosi su diverse definizioni.
Tutto questo porta a concludere che in realtà, e nonostante quel che dicono i complottisti, non esiste alcuna stima ufficiale riguardante la durata dei crolli a cui fare riferimento (o comunque non la si può trovare trovare nei rapporti del NIST). Le stime esistenti, come quelle dei debunker italiani (che collocano la fine del crollo fra i 15 e i 16 secondi a partire dall’inizio), sono state fatte al di fuori di ogni ambito di ufficialità, e devono comunque essere prese con le molle proprio perché il problema sembra di non facile soluzione.
Questo rende piuttosto problematiche certe affermazioni da parte complottista, secondo cui il crollo avrebbe violato le leggi della fisica. Prima di tutto, perché questo sia vero, occorrerebbe basarsi sulla durata vera dei crolli, nella misura in cui è possibile appurarla direttamente, e non su una semplice affermazione fatta in un rapporto ufficiale, non verificata e data, dogmaticamente, per buona. In secondo luogo, e come abbiamo visto, tale affermazione ufficiale non esiste.
Per poter dire che una legge fisica è stata violata, occorrono i dati numerici precisi, e una spiegazione precisa del perché e del come le cose sarebbero dovute andare diversamente. Ad esempio, se un astronauta sulla Luna, in un filmato, lascia cadere un grave e questo impiega x secondi a cadere, io posso basarmi sulla legge di gravitazione universale, unitamente alla conoscenza della massa della Luna, per affermare che il grave avrebbe dovuto cadere invece in y secondi, e che questa è una prova evidente del fatto che il filmato non è in realtà stato girato sulla Luna.
Nel caso delle Torri gemelle, manca sia una stima della durata dell’evento su cui basarsi, sia una stima della durata ipotetica dell’evento come avrebbe dovuto svolgersi secondo i complottisti, e sia una esemplificazione della legge fisica (numericamente espressa) che darebbe ragione di quella durata ipotetica.

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