caro Edo
[
rimosso. La redazione, maxgallo]
. Da parte mia il miglior modo di impiegare il tempo in maniera
costruttiva non può essere che quello di portare avanti la validazione della ‘tesi alternativa’, cosa che farò riprendendo il discorso a proposito di ‘ordigni nucleari miniaturizzati’…
Ad un certo punto nei post precedenti si è parlato di dispositivi del tipo
Atomic Demolition Munitions [ADM], specificando però [cosa che è servito a qualcuno a definire lo scrivente come ‘uno che si debunka da solo’… divertente
…] che tali tipi di armi nucleari
da quasi vent’anni non sono più presenti nell’arsenale degli Stati Uniti. Diciamo intanto che dire questo
non equivale a dire che tali dispositivi non esistano più e che non siano ancora presenti in altre parti del mondo [sulla cosa ritorneremo in seguito…]. Sia come sia, il motivo per il quale l’allora neo-presidente George Bush ‘senior’ decise nel 1990 la rimozione di quel genere di dispositivi dall’arsenale nucleare americano è in realtà assai semplice:
si trattava di dispositivi tecnologicamente superati. Come già detto altrove lo sviluppo degli ADM risale ai primi anni ’60 e appartengono a quella classe di armamenti oggi classificata come
ordigni nucleari di prima generazione. Per comprendere a pieno che cosa significhi ciò sarà opportuno specificare che a tutt’oggi, nel campo specifico degli ordigni nucleari, può considerarsi ormai ‘matura’ la
terza generazione e in fase avanzata la
quarta generazione. Non è certo sorprendente quindi il fatto che oggi sugli ‘ordigni di prima generazione’ si possa attingere una discreta quantità di informazioni e il perché di ciò è assai semplice: sono troppo ‘vecchi’ perché la ‘cortina di segretezza’ che un tempo li proteggeva possa ancora ‘funzionare’. D’altra parte è altrettanto ovvio che procurarsi informazioni valide e attendibili sulle generazioni più recenti di ordigni nucleari è
compito assai arduo, soprattutto a causa della tecnica più efficace messa in atto per impedire la diffusione di notizie al loro riguardo: la
disinformazione. La scelta di materiale ‘affidabile’ riguardo a questo genere di argomenti diviene pertanto a difficoltà primaria e anticipo subito che non tutto ciò che verrà prodotto dallo scrivente sarà da considerarsi attendibile al cento per cento… affermare da parte mia il contrario sarebbe del resto dimostrazione di
emerita idiozia…
Dopo queste necessarie premesse passeremo in esame uno scritto che, a mio modo di vedere, introduce abbastanza bene nell’argomento…
http://www.princeton.edu/~globsec/publications/pdf/1_3-4Fenstermacher.pdfL’autore è Dan L. Fenstermacher , membro del
Center for Energy and Environmental Studies dell’Università di Princeton e indiscussa autorità nel campo della ‘Fisica del Plasma’. Per una sia pur sommaria introduzione all’argomento per chi sente parlare per la prima volta di una tale disciplina può essere utile…
http://it.wikipedia.org/wiki/Fisica_del_plasmaQuello che farò nei post successivi a questo sarà la traduzione di alcune parti di questo scritto, accompagnata da opportune ‘note’ dello scrivente dove sarà necessario al fine di portare altri elenti di supporto alla nostra ‘tesi alternativa’. Intanto consiglio a tutti una attenta lettura preliminare…
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... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
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