Re: Una tesi alternativa...

Inviato da  sigmatau il 5/3/2008 15:02:03
Ragazzi
riprendiamo un poco questa discussione partendo da alcune considerazioni da me fatte [andando forse un poco OT…] sul topic…

http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=4155&forum=4

In quella discussione ho ritenuto di inserire le seguenti immagini riprese dalle parti del World Trade Center, immagini che commentiamo in breve…



Questa immagine è stata ripresa in un luogo distante meno di duecento metri dalle ‘Torri’ e mostra alcuni veicoli che paiono essere stati ‘arrostiti’ in un forno. In particolare l’autobus sembra essere più o meno nelle condizioni di un altro mezzo urbano fotografato ad Hiroshima nell’agosto del 1945. In contrasto con lo stato degli automezzi gli edifici che si vedono nell’immagine non sembrano aver sofferto di gravi danni e un albero pure visibile nella foto sembra non aver ‘patito’ in modo eccessivo…



Questa immagine è stata scattata pochi minuti dopo il crollo della ‘Torre nord’ e non ha grande distanza dal World Trade Center. In primo piano si vede un’auto che sta bruciando e tutta l’area è stata invasa dalle polveri prodotte dai crolli. Particolare curioso però è il seguente: né la carta nè i sacchetti di plastica, a differenza della vettura, stanno bruciando… very strange



In questa si vede quello che rimane di due biciclette [niente carburante o altri materiali particolarmente imfiammabili dunque…]. Anche il palo metallico cui erano state ancorate sembra essersi piegato per il calore prodotto da un sorgente ‘misteriosa’…



Qui si vedono i resti di alcune auto che erano parcheggiate nei pressi del Brooklin Bridge, a circa ottocento metri dal World Trade Center, come si può vedere dalla foto seguente…



E’ da escludere che quelle vetture siano state trasportate lì dopo che erano ‘bruciate altrove’. E’ da notare poi che gli autoveicoli parcheggiati sotto la sopraelevata appaiono invece intatti, quasi che siano stati da qualcosa e in qualche modo ‘riparati’ dalla ‘sorgente di calore’ che ha ‘abbrustolito’ gli altri veicoli…

Se si deve trarre delle conclusioni dal materiale ora riportato [in realtà solo una piccola parte di quello che è disponibile al riguardo…], bisognerebbe azzardarsi ipotizzare che i danni arrecati ai veicoli parcheggiati a Manhattan quel giorno non siano stati causati da polveri o detriti roventi provenienti dagli edifici crollati, bensì ad una sorta di radiazione in grado di surriscaldare in modo selettivo alcuni materiali metallici. A prima vista la cosa sembrerebbe assurda dal momento che nessuna sorgente elettromagnetica conosciuta sembra possedere caratteristiche del genere. In realtà un oggetto capace di ‘riscaldare’ alcuni materiali lasciando altri assolutamente ‘freddi’ fa parte da tempo della realtà quotidiana di tutti noi: il forno a microonde…

Il primo a scoprire, in maniera del tutto casuale, la possibilità di cucinare i cibi usando le microonde, fu Percy Spencer nei lontani anni ‘50. Costui lavorava presso la Raytheon, nota industria che tra le altre cose produceva apparati radar basati sul magnetron, un tubo a vuoto sviluppato poco prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Un giorno, mentre lavorava in prossimità di un radar in funzione, Percy si accorse che la tavoletta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta senza che lui avvertisse alcuna particolare sensazione di calore. A tutt’oggi l’esatto ‘meccanismo di funzionamento’ del forno a microonde non è stato ancora del tutto ‘messo a fuoco’. Di fatto la radiazione emessa dal magnetron, di frequenza esattamente pari a 2.45 GHz, è in grado di far ‘entrare in risonanza’ le molecole di acqua e di poche altre sostanze [in particolare lipidi e zuccheri…] senza avere alcun effetto apprezzabile su tutti gli altri materiali. Chiunque abbia in casa un forno a microonde può rendersi conto di ciò con un semplicissimo ‘esperimento’. Provate a ‘riscaldare’ nel forno a microonde un qualunque ‘alimento’ senza toglierlo dalla confezione nella quale lo ha acquistato al supermercato. Ci si accorgerà alla fine che l’alimento all’interno della confezione sarò perfettamente cotto, mentre la plastica e la carta della confezione saranno soltanto un poco tiepidi. Se poi si prova ad inserire nel forno la sola confezione dopo aver portato via tutta l’acqua in essa contenuta ci si accorgerà che alla fine plastica e carta saranno assolutamente fredde. Il magnetron costituisce dunque un familiare esempio di sorgente di radiazione in grado di ‘surriscaldare’ solamente alcuni materiali, senza interagire in modo apprezzabile con tutti gli altri. Esiste una ‘sorgente di radiazioni’ in grado di fare qualcosa del genere per i metalli e che è ‘reponsabile’ degli ‘stani fenomeni’ rilevati l’11 settembre?… A questo non facile interrogativo si cercherà di dare risposta più avanti… chissà…

saluti!…

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... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

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