Ragazzi
dopo aver esaminato il ‘quadro complessivo’ di Chernobyl sarà interessante eseguire un raffronto con l’argomento che ci interessa più da vicino, vale a dire il ‘mistero’ crollo delle
Twin Towers e del
Building seven. Uno degli aspetti di Chenobyl che ho voluto mettere i risalto è il seguente: a distanza di parecchi anni dagli eventi nel terreno sottostante il reattore nr. 4 si registra in certi punti una temperatura dell’ordine dei 1000 gradi centigradi. Questo fatto è in un certo senso ‘sorprendente’ per il ‘modo comune di pensare’. La maggior parte di noi è abituata a pensare ad un un reattore nucleare come a un ‘forno’ che il luogo di carbone, metano oppure gasolio ‘brucia’ uranio. Tutti quanti sanno che negli usuali forni, una volta che la ‘combustione’ è cessata non importa per quale motivo, in un lasso di tempo relativamente esiguo [al più qualche ora…] la temperatura si porta allo stesso livello dell’ambiente. La legge fisica che determina questo è nota come ‘Secondo principio della Termodinamica’ e non si è a conoscenza di un solo caso in cui essa è stata ‘violata’. Nel caso di Chernobyl tuttavia il ‘raffreddamento’ previsto da questa legge fisica non si è verificato e ciò ovviante esige una spiegazione. Questa e altre ‘spiegazioni’ si possono trovare in questo documento, abbastanza agevole da consultare e sufficientemente esaustivo dell’argomento…
http://web.na.infn.it/fileadmin/dsf/dottorato/Agora/MNapolitano.pdfA pag. 11 sono illustrate le caratteristiche fisiche delle ‘scorie nucleari’, vale a dire ciò che resta in un reattore nucleare che ha esaurito tutto il suo ‘combustibile’. Tra le altre ‘proprietà’ delle scorie nucleari si nota la seguente:
altamente radioattive e calde. Un ‘non competente’ si chiederà a questo punto da dove provenga tutto questo ‘calore’, dal momento che il combustibile nucleare si è interante ‘esaurito’. La risposta si trova nelle pagine seguenti. A pag. 13 sono elencati i ‘prodotti residui’ della combustione di 20 tonnellate di uranio arricchito allo 0.9 %. Tra le voci si notano 750 kg di ‘prodotti di fissione’, elementi che già in parte conosciamo quali Cesio, Stronzio, e altri elencati a pag. 14. Questi elementi si è già detto essere instabili perché soggetti a decadimento beta, la quale consta di una reazione nucleare
fortemente esotermica e ciò spiega la persistenza di alte temperature per lunghi periodi di tempo. Per avere una pur vaga idea del tempo richiesto per il ‘raffeddamento’ delle scorie nucleari di veda il grafico estremamente interessante riportato a pag. 17… parecchie migliaia di anni!
…
Stabilito questo proviamo a dare un’occhiata ai rilievi termici eseguiti a
ground zero nei giorni successivi all’11 settembre 2001, più precisamente il giorno 16 settembre 2001, vale a dire
cinque giorni dopo il disastro. L’esame è fatto sull’ottimo materiale presente in...
http://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/thermal.r09.html… vale a dire proprio il sito di ‘Grande Fratello’. Da lì ho ricavato la ‘doppia mappa’ [all’infrarosso a sinistra, in luce visibile a destra per gli opportuni raffronti…] che vedete sotto, corredata di una tabella degli ‘
hot spot’ rilevati…
A [WTC-7] 1000° Kelvin
B [WTC-7] 830° Kelvin
C [WTC-1] 900° Kelvin
D [WTC-1] 790° Kelvin
E [WTC-1] 710° Kelvin
F [WTC-2] 700° Kelvin
G [WTC-2] 1020° Kelvin
H [WTC-2] 820° Kelvin
Come si può vedere dopo cinque giorni dal crollo c'erano ancora zone a temperatura di oltre 1000° Kelvin [727° centigradi…]. Ora il la temperatura di combustione del kerosene in condizioni ‘normali’ [pressione e concentrazione di ossigeno ‘atmosferici’…] è anch’essa dell’ordine dei 1000° Kelvin e pertanto è
impossibile che tale temperatura si sia mantenuta cinque giorni dopo che l’incendio del kerosene [e dell’altro materiale che si trovava all’interno degli edifici…] si era estinto. Il fatto poi che tutti gli
hot spot rilevati si trovano in corrispondenza delle
Twin Towers e del
Building seven [ossia gli edifici crollati in modo ‘anomalo’…]
indica senza ombra di dubbio che in questi edifici hanno avuto luogo reazioni provocate caratterizzate da elevata e duratura produzione di calore,
caratteristica peculiare e unica delle reazioni nucleari. Diciamo che tali asserti sono così evidenti che ogni discussione al riguardo si concreterebbe nella solita e inconcludente
perdita di tempo…
saluti!...
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... chè perder tempo a chi più sa più spiace..., Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
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