Re: Instabilità carico di punta

Inviato da  manalive il 11/10/2006 12:22:20
Presumo si sia capito che l’obiettivo primario dello studio della dinamica del cuscino di poltiglia è definire come si spartisce durante la caduta la massa di nuovi detriti man mano prodotti tra la parte che va ad ingrassare il cuscino e quella che viene eiettata lateralmente. Chiaramente questa spartizione dipenderà da z, cioè dal livello già raggiunto nella caduta, perché è ragionevole aspettarsi che nelle fase iniziale i nuovi detriti vadano quasi tutti a rimpolpare il cuscino di poltiglia, mentre nella fase finale vengano quasi tutti sparati lateralmente nella fontana.

Quando si sarà capito come sono fatte queste due funzioni di z (la cui somma è ovviamente sempre 1) si sarà in grado di valutare abbastanza bene l’energia cinetica che i detriti immagazzinano a spese dell’energia potenziale persa dal tronco sommitale.

A quel punto mancherà solo più una valutazione credibile dell’energia necessaria per rompere le colonne portanti per carico di punta (piano per piano o giù di lì) e dell’energia di polverizzazione del cemento, e poi si potrà fare il confronto con la Ed calcolata dalle osservazioni cinematiche.

Se tale confronto metterà in evidenza una discrepanza significativa, nel senso che la Ed risulti minore dell’energia necessaria in modo significativo, considerando ovviamente le incertezze da associare ad entrambi i termini del confronto, allora dopo che un ulteriore approfondimento di tutta l’analisi non fosse riuscito a mettere in evidenza delle falle si potrebbe concludere che il collasso probabilmente è stato aiutato.

Se invece tale discrepanza non dovesse emergere, neanche dopo tutti gli oppotuni controlli, allora si dovrebbe concludere che lo studio non conforta le teorie che chiamano in causa un qualche tipo di intervento di demolizione intenzionale.

Ovviamente una conclusione in quest’ultimo senso non sarebbe in grado di dimostrare che non c’era l’intenzione di demolire, o che non si sia tentato di demolire, ma solo che non c’è bisogno di ipotizzare interventi esterni per spiegare la dinamica dei crolli come la si osserva.

Questo post solo per spiegare ancora una volta il mio percorso logico, e perché penso che sia importante studiare la dinamica del cuscino di poltiglia. Purtroppo questo non è uno studio così facile e richiederà un po’ di tempo e di impegno, come già quell’altro cruciale sulla velocità di propagazione del calore lungo le colonne di acciaio, necessario per determinare in quanto tempo si può pensare che si dovesse manifestare l’effetto lamina bimetallica. Sarebbe bello riuscire ad individuare due ragazzi che abbiano voglia di farci la loro tesi di laurea su questi due problemi.

Nel frattempo, però, lasciate che vi illustri un aspetto della dinamica del cuscino che può essere interessante, perché potrebbe rispondere ad un punto interrogativo che viene sollevato di frequente. Il punto interrogativo è il seguente:
Come è possibile che i tronchi sommitali (specie quello sud), che erano così inclinati alla rottura, non abbiano continuato a ruotare in seguito e anzi si siano addirittura raddrizzati?

Ritengo che sia desiderabile indagare se la spiegazione non possa essere proprio nella dinamica del cuscino e del modo di appoggiarsi al cuscino che ha il troncone sommitale. Infatti troncone sommitale in un certo senso “vola” nel cuscino di poltiglia, e quindi la sua stabilità alla bardata deve essere studiata con i metodi della fluidodinamica del volo.

In particolare di primo acchito mi sembra si possa dire che, se solo la base del troncone sommitale si può supporre si sia conicizzata un pochino dopo le prime raspate, allora viene ad assomigliare al profilo delle ali di un aeroplano, che sono inclinate all’indietro proprio per garantire la stabilità all'imbardata.

In parole semplici: se l’aereo tende a imbardare verso sinistra, per esempio, essendo le ali inclinate all’indietro viene ad offrire più resistenza aerodinamica dalla parte destra, e quindi il tentativo di imbardata viene annullato e la stabilità è garantita.

Diverso è il caso di certi aerei caccia moderni che, per ottenere una grande agilità e quindi velocizzare le virate, vengono costruiti con le ali rivolte in avanti in modo da essere tendenzialmente instabili all'imbardata. In questo caso la stabilità del volo è garantita solo dal computer di bordo, e se quest’ultimo si guasta l’aereo cade.

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