Re: Instabilità da carico di punta

Inviato da  manalive il 20/9/2006 22:31:52

Ecco, è riapparsa miracolosamente la connessione!

di' un po', maggiolino, ma cosa stai dicendo?
Se non vi ho ancora raccontato niente!

Allora riprendo il ragionamento sul collasso per carico di punta, che come dicevo è l’unica alternativa a quella dell’innesco del crollo mediante cariche esplosive su cui mi sembra ragionevole indagare.

Attenzione: non sto parlando del collasso per instabilità da carico di punta di una colonna lunga i 5 metri du un piano, come quando si fa crollare un palazzo destabilizzando tutte le portanti del piano terreno; sto invece parlando di TUTTA la struttura molto snella della torre, vista come un’asta unica praticamente svincolata che di diverso rispetto ad uno spaghetto ha solo tutta una serie di “raggi” (tipo quelli di una ruota di bicicletta) che oltre a quella di sorreggere la gente ed i computer hanno praticamente solo la funzione di tenerla centrata rispetto ad un perimetro tubolare che anch’esso è disegnato per sorreggersi da solo.

Dunque la nostra torre ha una struttura decisamente strana e innovativa per essere una struttura così snella: quella di due torri una dentro l’altra diciamo coassiali, come un cavetto per radiofrequenza, dotate di distanziali che sono incernierati ai due estremi e quindi ne limitano i movimenti solo sul piano orizzontale, ma non nella direzione assiale (almento per piccoli spostamenti).

E’ del tutto eliminata la filosofia della struttura “a traliccio” (tipo Tour Eiffel, per intenderci, o tipo i piloni dell’alta tensione) che si usa per dare rigidità alle strutture metalliche alte e snelle.

Come risultato si ha una struttura più flessibile e adatta a resistere alla pressione del vento, che probabilmente era la maggior preoccupazione dei progettisiti, e tra l’altro anche molto più elegante, ma anche una struttura dotata di un grado di iperstaticità piuttosto basso, molto diverso dall’alto grado di iperstaticità delle altre strutture metalliche degli edifici di cui si motrano gli incendi non distruttivi. Dunque una bella ed ardita struttura, ma anche una struttura più vulnerabile agli scherzi della legge di Murphy.

E se vogliamo indagare sulla possibilità che il crollo sia stato spontaneo invece che spintaneo, l’unica possibilità è che proprio dell’azione di Murphy si tratti!

Sì, perché l’impatto degli aerei non è stato sufficiente per innescare l’instabilità da carico di punta: infatti le torri sono rimaste in piedi per parecchio tempo dopo l’impatto! Evidentemente il carico è rimasto centrato, anche se l’impatto ha sicuramente danneggiato localmente la struttura portante del core. Secondo il NIST avrebbe perfino reciso alcune colonne, almeno nella torre sud.

Allora la domanda è: che cos’è che ha causato DOPO UN’ORA (e per la torre nord addirittura dopo due ore) la comparsa di un carico di punta disassato tale da innescare il collasso per carico di punta? Ammesso per assunto che sia questo il meccanismo di rottura.

La storia che presenta il NIST non è credibile!

Infatti il NIST parla, per la verità in un modo un po’ confuso, di cedevolezza delle colonne portanti causata dall’incendio dell’aereo, ma sappiamo che le colonne non hanno mai raggiunto temperature sensibilmente più elevate di un centinaio di Celsius, e quindi erano perfettamente funzionali, a parte il danno subito nell’urto, che però non ne ha causato il collasso.

La mia ipotesi parte proprio dalla considerazione del ritardo con cui il collasso si è verificato, e fa quindi appello a fenomeni di propagazione del calore, che come noto sono molto lenti.

Ma i dettagli ve li racconto domani sera. 


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