Re: Esplosioni al WTC

Inviato da  manalive il 17/9/2006 19:22:08


Scusate, non vorrei che qualcuno commentasse che provo un gusto dissacratore nel tentare di sfatare le leggende, perché non è così: anzi, un po’ mi dispiace di dover contraddire i colleghi del NIST, che in fondo sono dei poveracci spesso pagati abbastanza poco che si sono trovati in questo frangente presi in mezzo a cose più grandi di loro...

Comunque nel caso in questione mi tocca contraddirne parecchi di sapientoni, compreso il collega della Brigham University dello Utah (ma non è la stessa università di quei due buffoni della fusione fredda che negli anni 80 erano stati sospettati di essere riusciti a piazzare una bella speculazione sul Palladio contando palle su di un loro esperimento mal riuscito?).

Posto qui questo commento sulla temperatura presumibilmente raggiunta dall’acciaio delle colonne del “core” delle torri gemelle perché ho visto che è in tema con la discussione in corso, ma in qualche modo questo post va visto come una seconda puntata di quello che ho postato venerdì sul thread “Modelli di trasferimento quantità di moto per il WTC1”. Per questo uso lo stesso schema diciamo di retorica.

Allora:

Mito # 3
A causa della fireball l’acciaio delle colonne del core nelle torri gemelle ha raggiunto temperature tali da alterarne le caratteristiche, se non di provocarne la fusione parziale.

Anche qui mi limito ad un veloce calcolo energetico, che a mio avviso dovrebbe essere sufficiente a convncere chiunque del contrario.

Dunque, stando ai disegni ed alle fotografie disponibili, la sezione di una colonna portante scatolata di acciaio può essere valutata nell’ordine di una ventina di dm2, e quindi il suo volume di acciaio in 5 metri lineari non si discosta troppo da 1 m3, e pesa quindi circa 8 Ton, vale a dire 8000 kg. Se invece consideriamo tutte le colonne (diciamo una cinquantina), allora la massa complessiva dei 5 metri lineari è di 400 Ton.

Usando il valore spannometrico di 0.5 kJ/kgK per il calore specifico dell’acciaio, e sotto le ipotesi massimizzatrici che
1) tutte le colonne siano state scaldate nello stesso modo
2) la conducibilità termica dell’acciaio in questione sia assimilabile a zero (come se fosse acciaio inox)
3) tutti i 10 GJ (circa) della fireball siano andati a scaldare le colonne di acciaio,
è facile ricavare che, nei 5 metri di torre che soli sono stati scaldati, l’aumento di temperatura sarebbe stato di circa 50 K. Cioè appena spento il fuoco non ci si sarebbe scottati appoggiando la mano sulle colonne.

La situazione “migliora” nel caso si siano scaldate soltanto diciamo dieci colonne, perché allora l’aumento di temperatura, a condizioni immutate per gli altri due punti, sarebbe di 250 K.

Va però detto che che mi sento di escludere che le colonne fossero in acciaio inox, e che probabilmente erano invece realizzate con un materiale di conducibilità termica abbastanza elevata. Allora in questo caso l’aumento di temperatura va diviso per il rapporto a 5 metri della lunghezza totale interessata dal riscaldamento.

Per esempio, se solo 5 colonne fossero interessate, e la lunghezza equivalente del tratto lineare scaldato (considerando che l’aumento di temperatura ha il profilo di un esponenziale decrescente quando ci si allontana dal fuoco) fosse di una cinquantina di metri (25 per parte), allora si prevederebbe un aumento di 250 x 2 / 10 = 50 K.

Ma questo solo nel caso in cui tutti i 10 GJ della fireball andassero a riscaldare le colonne, perché se invece assumiamo (arbitrariamente) che solo un quinto, cioè 2 GJ, siano trasferiti all’acciaio, allora nell’ultimo esempio siamo a soli 10 K di aumento di temperatura.

Come si vede, è difficile giustificare un riscaldamento dell’acciaio di oltre un centinaio di gradi.

Ma il NIST ha trovato evidenza di temperature più elevate? Beh, si sranno sviluppate dopo, durante il crollo! Così come la fusione (vedi Mito # 1).

Cioè: non è il crollo che è dovuto alla fusione, ma la fusione che è dovuta al crollo!

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