Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?

Inviato da  Henry62 il 20/7/2006 1:37:15
Ciao Gandalf,
innanzitutto grazie per il tuo post, che ci riporta in argomento, poi mi fa piacere incontrarti nuovamente.
E' vero, il mio atteggiamento col sito é cambiato, ma é cambiato perché mi sono reso conto di essere stato solo sopportato e mi é stato detto in modo molto diretto.
In questa ultima discussione direi che il clima é decisamente avvelenato, mi pare molto evidente.
Non si discute molto di ipotesi e di idee, ma si va subito sul pesante: non a caso, se osservi, la prima accusa che mi é stata fatta é quella di voler portare avanti un discorso analogo a quello fatto sul Pentagono.
Credo sia questo che forse ha spaventato chi poi si é buttato subito all'attacco.

Perché per me é fondamentale chiarire se il collasso INIZIALE é stato provocato dal fenomeno del pancake o se questo é una conseguenza del collasso delle strutture?
Un conto é dire che sono collassate le componenti verticali e che queste, nel crollare, hanno tolto il supporto alle strutture orizzontali ad esse collegate, un altro é dire che sono state le strutture orizzontali a crollare per prime e poi le colonne, rimaste prive di supporto laterale, sono crollate.
Per semplificare:

no pancake = condizioni di crollo per linee verticali
pancake = condizioni di crollo per linee orizzontali

Il collasso non é la trave che cade (che per me é il crollo), ma la creazione di uno stato di sforzo interno che supera la resistenza del materiale.

Se il collasso é di tipo verticale (no pancake), significa che lo sforzo innanzitutto si é propagato essenzialmente sulle strutture verticali, che hanno ceduto e hanno provocato il crollo della struttura.
Allora ciò significa che le intere colonne verticali hanno raggiunto in tempi brevissimi (cioé con la velocità del suono nell'acciaio) le condizioni critiche di sforzo interno che hanno interrotto la continuità del materiale in uno o più punti del continuum strutturale, tipicamente laddove gli sforzi si concentrano: cuspidi, cricche, in presenza di discontinuità o di giunzioni.
In queste condizioni il fenomeno di propagazione degli sforzi interni é tipicamente ondulatorio e interessa l'intera altezza dell'edificio in maniera immediata, non progressiva.
Quello che non é emerso, che invece é importante, é che i tempi in gioco sono diversi fra le due ipotesi (crollo INNESCATO da pancaking, crollo SEGUITO da pancaking). Il Nist ipotizza che il crollo sia stato SEGUITO da pancaking, non innescato.
E' fondamentale capire questo, perché ciò spiega la velocità del collasso, del successivo crollo e il fatto che questo sia avvenuto essenzialmente in verticale.
Quindi il problema non é se il Nist usa o meno la parola pancake, ma se la usa per indicare la causa o la conseguenza.
Dalla frase che hai tradotto, é chiaramente una conseguenza.
Sintetizzando ancora di più, la parte sovrastante si mette in movimento perché sono crollati i pavimenti dei piani impattati, o ha ceduto il perimetro ed il core?
In pratica, scusa la ulteriore semplificazione, il Nist ipotizza che la parte superiore dell'edificio sia andata a colpire la parte sottostante la zona di primo crollo, assestando una sorta di martellata alla struttura colpita innescandone il collasso.
E' chiaramente una semplificazione grossolana la mia, ma per rendere il concetto.
E' chiaro che in questo modo é contemporaneamente l'intera struttura sottostante che entra in crisi! Se invece ci fosse stato uno sfaldamento progressivo, piano per piano, la caduta avrebbe dovuto essere molto più lenta e probabilmente non avrebbe proseguito fino alla base, ma ad un certo punto si sarebbe arrestata.
Per quanto riguarda la rotazione del blocco sovrastante, questa é avvenuta finché é stata presente una cerniera, poi, venendo a mancare il vincolo, la coppia é diventata ininfluente rispetto al moto di traslazione verticale, andando a scomparire con la destrutturazione della parte superiore dell'edificio ormai in movimento.

Nelle Torri non c'era cemento armato come comunemente lo intendiamo, ma solamente due tipi di cemento utilizzato per fare una cartella sopra la lamiera ondulata di base dei pavimenti (il tipo leggero per tutti i piani usati da utenti, il tipo normale per i piani adibiti ai macchinari di servizio). La grande parte della polvere non é affatto cemento, ma gesso, presente in enorme quantità in entrambe le Torri. Praticamente tutti i muri interni e i rivestimenti erano in gesso, da cui la polvere finissima che si é sparsa sulla città. Non ci sono assolutamente pilastri in cemento armato.

Poni poi altre domande, che sarebbe lungo affrontare tutte qui, ma una cosa va detta: le persone che si sono salvate scendendo dai piani superiori a quelli sottostanti la zona di impatto sono solo 18 del WTC2, perché una scala era rimasta agibile, cioé era rimasto integro il corridoio che garantiva isolamento termico per 1 ora dal resto del piano ed é quindi stato per loro possibile percorrerlo.
Nel caso del WTC1 nessuna scala era rimasta agibile. Attenzione: sto parlando della gente che era ai piani sopra a quelli impattati, non sul piano impattato.

Ciao,
spero di essere andato nella direzione che auspicavi.
Enrico

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