Re: notizia da Indymedia: 11/9: Un operazione sionista

Inviato da  edo il 13/1/2008 11:41:11
SONO STATI LORO - BIS
postato da Gianluca Freda (10/01/2008)


Un lettore che si firma “Serge” scrive in risposta all’articolo “Sono stati loro”:

Avevo posto mi era parso educatamente alcune questioni e non indugerò oltre rispetto alla tua fragile pazienza e al fatto di essere appunto OT. Mi limito solo a dire un ultima cosa: tu accusi esplicitamente Israele di aver compiuto l'attentato (cosa piuttosto grave), ma non porti nessuna prova di questo. Il fatto che negli USA ci fossero centinaia di agenti israeliani non significa nulla. Probabilmente ci sono anche molti agenti della Russia, della Cina o di altri paesi. Mi dispiace ma quello che deve portare delle prove sei tu e ciò che chiedi a me lo puoi rivolgere tranquillamente a te stesso. Perfino l'invito di andare in fondo a destra dove sono sicuro potrai evacuare con calma le tue accuse.



Cosa intenderà Serge per “prove”? Una confessione scritta e firmata degli agenti del Mossad che hanno organizzato l’operazione? Vedrò cosa posso fare. Però di solito, in casi come questi, tutto ciò che si può raccogliere sono indizi, non “prove”. Nei tribunali americani ed inglesi il motto imperante è quello secondo il quale “due indizi fanno una prova”. Motto costantemente applicato in ogni processo ordinario, ma pubblicamente disatteso quando le indagini riguardano personalità israeliane, soprattutto se appartenenti ai servizi segreti. E soprattutto se gli indizi sono molti, ma molti di più di due. E già questo, da solo, sarebbe un indizio ulteriore. Sul furto delle identità dei “dirottatori” dell’11/9 esiste ormai su internet una vasta bibliografia, basta aver voglia di leggersela. Cito solo un articolo, tra le centinaia, piuttosto noto: questo pezzo del Telegraph britannico (per citare una fonte non certo favorevole alla tesi della matrice israeliana degli attentati) che è costretto ad ammettere il furto d’identità e a citare lo “sdegno” dei presunti dirottatori (che sono in realtà normali cittadini sauditi, oltretutto vivi e vegeti). Il Telegraph si para il culo accusando del furto d’identità non gli israeliani, ma Bin Laden in persona. Il quale non si capisce quale necessità avesse di rubare l’identità di normali cittadini sauditi, con tutti gli attentatori suicidi che, secondo le autorità americane, dovrebbe avere a disposizione. Saeed al-Ghamdi, uno dei dirottatori “redivivi”, intervistato dal Telegraph nel 2001, dice: “Sono rimasto completamente allibito. Negli ultimi 10 mesi sono stato in Tunisia insieme ad altri 22 piloti, per imparare a pilotare un Airbus 320. L’FBI non ha fornito nessuna prova del mio coinvolgimento negli attentati”. Pover’uomo. Il fatto stesso che stesse rilasciando questa intervista avrebbe dovuto essere una prova, piuttosto efficace, a suo favore. Ma si sa, le prove si richiedono solo a chi accusa gli israeliani del Mossad, mica a chi accusa un arabo qualsiasi. “Non potete immaginare”, continua il poveretto, “cosa si provi a sentirsi definire come “terrorista deceduto” quando sei innocente e vivo”. Un rischio, caro il mio al-Ghamdi, che avresti potuto evitare facendo l’agente del Mossad, anziché il pilota di linea. Per gli agenti del Mossad vale la presunzione d’innocenza, sempre. Anche se si radunano a migliaia in un paese che sarà colpito di lì a poco dal più clamoroso attentato terroristico della storia, anche se molti di loro sono “specialisti in esplosivi”, anche se esultano e riprendono le torri in fiamme facendo il segno della vittoria con le dita, ci sarà sempre qualcuno che chiederà “altre prove” della loro colpevolezza. E che volete che siano poche migliaia di agenti segreti israeliani, specialisti in esplosivi e intercettazioni, che si radunano negli USA prima degli attentati e che gioiscono ad attentato compiuto? Magari erano lì per una convention sindacale o in gita domenicale. E poi chissà quanti agenti russi e cinesi girano ogni giorno per gli Stati Uniti... milioni, forse miliardi. Gli indizi, quando si tratta di accusare di terrorismo il paese più terrorista del mondo, non bastano mai. Anzi, per assolvere con formula piena loro e i loro mandanti basta una sparata qualsiasi del primo Attivissimo in erba. “Eh, chissà quanti agenti russi e cinesi girano per gli USA!”. E chiusa lì. Per accusare un arabo, invece, basta un passaporto bruciacchiato magicamente estratto dalle macerie del WTC e la parola degli attendibilissimi esponenti del governo USA con doppia cittadinanza israelo-americana.

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