Re: 2001 Odissea nello spazio

Inviato da  Kolza il 3/3/2006 11:32:02
Quanti post...
A parte che avete ignorato bellamente i miei tentativi di comparazione tra 2001 e altri film di fantascienza , devo dire che Kubrick ha volutamente stravolto "La Sentinella", il racconto originale di Clarke, per poi proiettare tutte le ansie e le aspettative legate allo Spazio in 2001 (la cui sceneggiatura è proprio un prodotto della coppia Clarke-Kubrick).
Ciò premesso, la fine, secondo me, di 2001 rispecchia il senso di confusione che permea buona parte del film. Come ha detto Vulcan, tanti piccoli indizi, e in conclusione una scena dai molti, troppi significati... che sfocia in nulla. Certo, se consideriamo l'ipotesi sociologica, ogni film di fantascienza rispecchia determinate aspettative, proprie del gruppo socio-etnico-religioso e politico che "costruisce" l'opera filmica. In questo senso, 2001 regala alcune "sensazioni" di claustrofobia spaziale degne di un capolavoro assoluto (nello spazio e nel tempo ): l'Uomo Occidentale, confinato nel suo regno capitalista (persino sulla Luna), si pone domande esistenziali non in sè e per sè, ma solo dopo che trova il Monolite. E' come se guardasse dentro uno Specchio e trovasse l'abisso (il M. è nero), e, avuta la forza di guardare dentro quell'Abisso (cioè dentro sè stesso in ultima analisi) decidesse di capire da dove proviene quell'infernale meccanismo. Una riflessione sul proprio modus vivendi, in estrema sintesi. Tuttavia, non si propone nè si propina una soluzione di comodo, tant'è che la fine, a quasi un quarentennio di distanza, permane in tutte le sue misteriose interpretazioni.
Per ciò che concerne 2010, non mi sembra un'opera così elementare ed indegna di letture ulteriori. Certo il discorso di Europa ed America ha una sua valenza squisitamente politica, ma l'idea che l'Umanità possa colonizzare tutto il Sistema Solare, nel 1984-2010, sottintende che il superamento dei blocchi è cosa necessaria se l'Uomo vuole proiettarsi nello Spazio, dove non c'è spazio per conflitti tipicamente terrestri.
In relazione, infine, ad HAL e alla sua "pazzia", ciò ricorda Frankestein: l'Uomo che si fa dio e sbaglia la sua creazione, rendendola simile più ad un diavolo che ad una divinità, con ciò forse compiendo il miracolo della propria duplicazione. Ironicamente, HAL riprende il conflitto tra Bene e Male, tipicamente umano. Noi ci riteniamo disposti verso ciò che è buono, ma la nostra natura ci ispira anche verso ciò che è utile. Non sempre i due concetti coesistono pacificamente, anzi, spesso collidono. Il mainframe di 2001 esprime questo conflitto intrinseco con le due istruzioni base che vanno a demolire le granitiche certezze di silicio. In piccolo, una summa dell'ambivalenza umana.
Forse, ma solo forse, è questa creazione di Bene/Male, con la conseguente capacità di discernere, che fa scoccare in HAL la prima scintilla dell'autocoscienza.
Un'altra missione per il Monolite, o un'altra creazione degli Uomini? Per chi vuole saperne di più, AI è sicuramente un MUST, per tutti gli altri, astenetevene... è meglio Independence Day

Saludos
Kolza

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