Re: 2001 Odissea nello spazio

Inviato da  ivan il 3/3/2006 0:14:30
La stampante mi ha lasciato (non posso prosegure con le scartoffie), la caffeina sta presentando il conto, Vulcan ha appena espresso il suo giudizio, mi concedo un pausa e provo rifare il post di risposta a MC .

Allora: per essere un capolavoro, a parte le scenografie e le altisonanti musiche, la trama appare incomprensibile: la scimmia che diventa cattiva e carnivora, il computer che accoppa gli astronauti, l'astronauta che la scampa finisce carcerato a vita con il monolite che accorre al suo capezzale per accettarsi di cosa poi? Che sia veramente crepato?
Se il film lo si guarda senza conoscere il romanzo di Clarke non è comprensibile; ma il romanzo di Clarke sembra più una giustificazione postuma: c'è qualcosa che non torna.
L'idea che mi sono fatto è forse pazzesca, forse è paranoica, ma di sicuro ha una certa plausibilità. Spero di venire smentito, perchè l'idea è veramente forte.
Vediamo uno dei primi film di Kubrick, "Orizzonti di gloria": le situazioni lì descritte sembrano paradossali (il generale che ordina di bombardare i suoi uomini che hanno la colpa di essere scampati alle mitragliatrici nemiche, i soldati condannati senza avere colpe, l'ufficiale che cerca di difenderli che viene promosso ricordandogli che la promozione medesima deriva da una sua macchinazione contro il generale, etc, etc).
Ma chi ha un minimo di esperienza in ambito militare si accorge subito che quelle situazioni descritte non sono per nulla paradossali in quell'ambito.
Il film "Addio alle armi" dà una descrizione analoga di cosa sia poi la guerra in termini di drammi dei singoli uomini. Lo fa anche nel suo piccolo il film "la grande guerra" con i due protagonisti accoppati senza motivo.
Allora cosa voleva dirci il regista? A mio parere il regista ha fatto una descrizione della tragedia che si celava dietro l'apparentemente nobile corsa alla conquista dello spazio, tragedia a cui il pubblico non era a consocenza se non sotto forma di poco plausibili incidenti tecnici prima e di una non meglio definita "maledizione della luna" dopo, maledizione che colpiva gli addetti ai lavori e che per un certo tempo aleggiò nelle cronache dei mass media dell'epoca.
Ovviamente chi doveva "sorvegliare" si accorse di cosa voleva dire il film, e conseguentemente capì che occorreva correre ai ripari: come fare? Semplice, usando il trucco che da sempre usano gli illusionisti: spostare l'attenzione del pubblico.
Non più un film di denuncia della tragedia che si stava consumando, ma film di fantasia, capolavoro unico nel suo genere e come tutti i capolavori non subito capito e apprezzato da tutti.
E questo concetto andava ribadito fino alla noia affinchè entrasse bene in mente al pubblico; una prova? Il sottoscritto che andò a vederlo spinto dalla pressione mediatica che lo descriveva come capolavoro (come lasciarsi sfuggire la visione di un capolavoro?). Un'altra prova: in questo forum un lettore si vanta di averlo visto decine di volte (un capolavoro va guardato e riguardato).
In contemporanea partì una subdola campagna contro il regista: la storia che usasse allucinogeni, storia che ha lasciato stupito un altro nostro lettore, ma che è presente su diversi siti dedicati al regista.
Al di là se il fatto sia vero o meno, il messaggio subliminale è partito e ha centrato l'obbiettivo del nostro subconscio: "era un bravissimo artista, peccato si facesse un pochino, solo in ambito lavorativo però" (con gli ovvi corollari del caso).

Il potere ci sa fare, non c'è che dire.

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