Chi ha ucciso il mondo? [MAD MAX]

Inviato da  Calvero il 18/5/2015 13:02:48


A trent'anni di distanza dal primo Interceptor/Mad-Max, quel genio di Miller si decide a riproporre un riavvio della sua opera visionaria, quella volta di serie "B", d'action/post-apocalittica-pursuit-fanta-distopic-scientifica (giusto così eh, per cercare una sigla che identifichi approssimativamente il genere) e in proposito di ciò, credo fermamente, cercando di riuscire lì - dove prima i mezzi e i potenziali dell'industria cinematografica non potevano permettergli di farcela.

Per capire come s'intende e intendo la questione, si può aprire un parallelo con i nuovi Guerre stellari di Lucas, dove, di là della "bontà" in sé della sua tril-sest-ologia (cui adesso non c'interessa disquisire), grazie al potere da lui acquisito in quell'industria e ai risultati raggiungibili dalla CGI, si è potuto pateticamente verificare come tali possibilità hanno infarcito in maniera nauseabonda una cosmogonia che "quello che di buono aveva", è andato semplicemente a puttane. Se non con una parziale ripresa nell'ultimo episodio, quello che funge da anello di congiunzione tra le due trilogie (ma questo è un altro discorso).

Questo per dire cosa? (penso lo si sia intuito), beh ... per dire che, a differenza di Lucas, il nostro regista australiano ha saputo mettere a frutto il nuovo potenziale dell'industria cinematografica e, anche paradossalmente, tenendo la CGI ben bene per il guinzaglio e usandola come una lurida schiavetta al servizio delle sue idee e del suo stilismo visivo.



Quando il suo primo Mad Max, costato pochi spiccioli, si trovò a incassare milioni e milioni in tutto il mondo, (al punto da farlo rientrare nei guiness dei primati degli incassi maggiori in rapporto ai costi di produzione), ecco che Miller si trovò ovviamente catapultato nel mondo degli autori di successo della celluloide. A momenti senza neanche sapere/capire per bene il perché! (poi lo capì).

Il problema, in realtà, sta proprio in questi fattori ben celati tra le righe del cosiddetto plot e in una visionarietà che - oggi come oggi - potrebbe essere fraintesa se non giudicata fracassona.

Nella nostra decade, dove film che sono lammerda, come i vari "Fast and Furios" stanno a dimostrare, e dove il grado scimmiesco dei suoi fan è indice di quanto coglioni sono diventati gli adolescenti in proposito (e non solo loro), sta a dirci che anche il genere chiamiamolo "d'intrattenimento & d'azione", ecco che non è più distinguibile dal genere che va in voga adesso e il problema s'acuisce; cioè, in sostanza, voi prendete un pentolone da sagra, poi mischiate: - Maria De Filippi, la "musica" della Pausini, Baywatch e un tamarro della periferia di Milano con i cerchioni da 21 della sua Cinquecento Abarth, e avrete quella diarrea informe [ma luccicante] che chiamano Fast and Furios, Transporter, Taxxi ...eccetera eccetera - di merda in merda insomma.

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INTERVALLO - CINQUE MINUTI - (sono a vomitare, essendo stato costretto a nominare certi abomini... torno subito)
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MAD MAX

Però, comprendiamoci, non stiamo certo parlando di Ingmar Bergman, Kubrik, né questo film pavoneggia o millanta pretese intellettuali/filosofiche chi sa di quale spessore (anche se....) stile un Watchman (sempre per capirsi); semplicemente è un film d'azione. Se poi qualcuno ha qualcosa d'obiettare sul genere in sé, ci mancherebbe, ma non è questo il discorso. Ritengo che i film "d'azione e belle pupe" abbiano la loro dignità se liberi e non votati ai bimbominkia, tanto quanto i cartoni animati e le commedie (quelle vere), eccetera...


Quindi, si diceva, film d'azione, gnocche ed esplosioni? ...



.... EBBENE SÌ!


Il distinguo, orsù, come lo riveliamo allora?

Lo riveliamo nella volontà evidente di dare all'opera una struttura coesa e post-apocalittica in un mondo calibratamente caratterizzato, dove ogni esasperazione visiva, così nei personaggi, così nelle scenografie, così nei mezzi a quattro e a due ruote (e che mostrano - ognuno in maniera virtuosa e carica di pathos - la loro funzione in rapporto alla storia e non viceversa) è giocata sui piani della vendetta e dell'eroe senza che questo diventi il fine, né lo stratagemma. Non per niente, e magnificamente, l'eroe è co-protagonista e non lo è più degli altri, mai - se non meno - addirittura. Non soltanto: una carica struggente e malinconica riesce a impossessarsi di svariati personaggi e anche la cosiddetta "FIGA DI TURNO" è lì a dire di un abominio in cerca di rivalsa, rivendicazione, risoluzione e di un sentimento che ansima libertà; una libertà che nessuno ha mai visto, ma sentono nelle loro ossa senza che ne comprendano precisamente il perché. Una libertà che trascende in speranze che sono diventate dei mostri; mostri in un senso prettamente visivo, ma, soprattutto, ideologico e di Potere.




Questo film è allora, nel suo genere, privo di difetti?

... assolutamente NO; i difetti li ha, eccome. Neanche da poco. Sono DUE, uno decisamente; l'altro dipende un po dai gusti. La questione positiva è che i medesimi vengono poi assorbiti dal racconto, ma senza che le cose valide sono decise e in ragione di nasconderli. Non c'è furbizia nella regia, né giochi ad accondiscendere un pubblico che vuole il Bene e il Male, calibrato e omologato come americanismo imperante pretende.

1) Innanzitutto, la "sceneggiatura" (che non esiste) essendo i dialoghi a malapena accettati, ha un bel BUCO (difficile da spiegare a parole); dove, per capirsi, a un certo punto lo spettatore si domanderà spaventato, che "se il film continua così, come fin qui è arrivato ... allora non lo potrei reggere; un po' va bene, ma un po' però..."

... e in effetti, proprio lo spettacolo strabiliante ed emozionante (di passaggio: le femminucce che amano certe bimbominkiate è meglio stiano a casa: - trittici come quelli dei rincoglioniti/pirla/froci alla Vin Diesel & Paul Walker & the Rock non ci sono), dicevamo: proprio lo spettacolo visivo e d'azione e la carica adrenalinica delle sequenze, lascia che le emozioni vengano a spiazzarsi quando, in un'intermezzo - una certa retorica cade sopra il destino dei personaggi in cerca di sé stessi o di un paradiso perduto, evidenziandone una certa povertà. Insomma, c'è un anello debole nell'imperiosa catena votata al fulmicotone.

2) ... una certa vaghezza nella possibilità data allo spettatore di cogliere l'essenza e la storia dei protagonisti; quella dei protagonisti, ma anche la storia stessa. Che chiede, e a guardia bassa, di non essere compresa nei suoi possibili antefatti. Ogni cosa è lasciata più all'intuizione che alla logica o alla spiegazione. A qualcuno potrebbe infastidire, e va riconosciuto. A me, no.



Le riprese del film sono iniziate nel 2012, e per vedere i risultati - oggi - a maggio del 2015; e i disguidi con la produzione, i ritardi, la dicono lunga... e tutto, credetemi, si respira in ogni fotogramma della pellicola; la fatica che si è dovuta mettere nell'intassellare una simile "Guerra On the Road" dal sapore magnificamente "medievale" e ove ogni mezzo a due e a quattro ruote è stato realmente costruito fisicamente, è stata certamente paurosamente difficoltosa. Credo che senza una troupe messa alla frusta, nulla del genere si sarebbe potuto realizzare.

Si tratta di un film, in qualche modo, assurdamente e anacronisticamente degli anni "80; non privo di una poetica dell'azione unica e ineguagliabile, ineguagliabile perché - è indiscutibile - la visionarietà dell'autore è fuori discussione; i nomi date alle cose, alle emozioni, ai guerrieri; e poi... la PAZZIA!!!; una visionarietà comunque poggiata su basi precise e ben argomentate attraverso la costruzione di una "società", dove psicologia delle masse, dell'individuo, dell'onore della battaglia, delle maledette supremazie e delle cosiddette classi, hanno tutte il loro sporco perché.

Vorrei parlarvi di come le morti si succedono senza che le stesse siano caricate di un'enfasi pacchiana, di come l'idea di mostruosità e deformità è connessa alla "fantascienza-post-apocalittica"; insomma di tutte quelle cose che rendono questo film degnamente particolare, ma che, se approfondite, tolgono la precisa sorpresa che il pubblico deve cogliere da sé. Se vorrà andarsi a vedere quello che nel titolo non è messo a caso, e allora così sia:


FURY ROAD!!!

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