Re: The tree of life

Inviato da  dr_julius il 10/7/2011 8:15:09
oja oja....

poteva essere un capolavoro...
... invece è una occasione mancata.
Sembra uno che voglia scimmiottare Kubrick, ma poi per paura di risultare "pesante" rimane talmente lieve da restare inconsistente, evitando abilmente ogni approfondimento e puntando solo sulle suggestioni, sul suggerito.
Occasione mancata perchè le competenze c'erano tutte.

Sicuramente io questo film non l'ho capito, e infatti l'ho trovato noiosamente rindondante e alieno dalle mie convinzioni personali. Insomma un racconto inzuppato da un misticismo indefinito e non pienamente giustificato dalla narrazione. Indefinito, poichè se da una parte può sembrare un film primitivamente cattolico, altrove può suggerire un misticismo panteista, o anche taoista.
Esempio di scene inutili: che ci stà a fare quella enorme e sfiancante sequenza iniziale con tanto di dinosauri??? sì, vabbè la creazione, ma a me a dato l'idea che avanzava in magazzino mezzo documentario di 20 minuti e il regista l'ha usato per afflosciare lo spettatore giò dal primo tempo!!! Bastavano tre minuti? anche senza dinosauri, o no? Ci sono 40 minuti di troppo all'inizio del film e 20 minuti "mancanti" per dare consistenza alla trama...
Belle musiche, a tratti dialoghi splendenti ma poi mortificati da banalità della voce fuori campo, bravi attori, buona fotografia ma... manca nell'insieme il film... manca una storia da raccontare... vedo molto mestiere e forse una equilibrata astuzia nell'evitare di trattare argomenti definiti (per cercare il più ampio pubblico? perchè il suggerito non si contesta?).

non concordo con te Calvero quando dici che Malick è la reincarnazione di Pitagora. Secondo me è invece la dimostrazione del Principio di Archimede: infatti il film sposta le coscienze in modo direttamente proporzionale al peso degli argomenti svolti: cioè nulla! zero di zero.

Ci trovo uno sfiorare di continuo gli argomenti ma... in fin dei conti senza affrontarne neanche uno, insomma lasciando l'approfondimento... alle musiche! Belle, eleganti, sapienti, ma... non concludenti.
Calvero elegantemente parla di tintinnio di calici di cristallo.
A me sembra invece un inconcludente chiacchiericcio di torrente, che mai irrompe nè nell'irruenza della cascata, nè nella serena e ampia visione del lago. E senza neanche, almeno, fare almeno una acuta osservazione (pur nella cripticità alla Eraclito di Efeso).


Non ho niente contro il mistico o contro quella che può essere la visione filosofica del regista, ma tutto il percorso (estenuante) non ha poi avuto la capacità di trasmettermi "un qualcosa" nel finale. Un percorso metafisico in una selva di simboli e simbolismi (ma in fondo mai originali: sempre gli stessi, quelli di sempre) e poi... poi non arrivi da nessuna parte. Un filo narrativo talmente sfibrato da risultare impalpabile, una bolla di sapone! E le occasioni per affrontare un minimo di narrazione non mancavano: ad esempio la autocoscienza del protagonista Jack si è sviluppata (ma... fuori dal film che abbiamo visto!!! che hai fatto Jack in tutti questi anni? dovrebbe chiedergli la voce fuori campo...), ecco quando c'era finalmente una storia da descrivere... Malick la lascia immaginare a noi. E poi tante incongruenze o stravaganze, che sono solo ulteriori elementi di disturbo.

Un solo esempio: perchè uno deve immaginare una persona più giovane dell'ultima volta che la ha vista?!? Se oggi mi muore un fratello, io me lo ricordo adulto, mica lo ricordo quand'era bambino a 5 anni!

Sembra un enorme sconfinato interminabile videoclip girato da un bigotto provinciale e inzuppato di new age! per di più con molta retorica e poca poesia! Per quanto originale, non è un film sano. E' ipocondriaco

(voglio invece vedere il finale del film di Inarittu, Biutiful)

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