Re: Il codice Da Vinci

Inviato da  Santaruina il 26/5/2006 23:25:49

Ciao frnglt

innanzitutto benvenuto.
Mi sto prendendo una pausa di riflessione sull'11/9, visto che accadono troppe cose troppo in fretta, e per rilassarmi ho ripreso questo vecchio thread sul codice.

Prima di tutto, ti segnalo una discussione interessante sulla questione "religione", una delle tante che abbiamo trattato su luogocomune.

Ritornando al codice, dici:
Mi si dirà che spaccia per veri fatti basati su documenti falsi. E allora... Quali sarebbero i documenti veri? I Vangeli, ma per favore.

I Vangeli non c'entrano niente in questo dibattito, il cuore della discussione sono i Dossiers Segreti su cui si basa tutta la ricostruzione di Dan Brown, che lui assicura essere "autentici".

Simpatico l'esempio a questo riguardo fatto da Introvigne, per il resto personaggio su cui ci sarebbe molto da dire:

Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Buddha, dopo l’illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni – che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) – era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l’omicidio.

Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un’odiosa mistificazione anti-buddhista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l’autore e considerano l’intero progetto uno scherzo di cattivo gusto.

Lo scenario non è vero, ma ce n’è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Buddha, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddhista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell’Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Papa Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti, è sbarcato anche in Italia e la Sony ne sta traendo un film, che sarà diretto da Ron Howard e per cui è già cominciata una propaganda internazionale.

Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo prodotto è solo un’altra prova del fatto che l’anti-cattolicesimo è «l’ultimo pregiudizio accettabile»


E' proprio questo pregiudizio infatti ad aver decretato il successo del codice, come più volte detto, pregiudizio senza il quale il libro sarebbe passato pressocchè inosservato.

E i pregiudizi, da qualsiasi parte vengano, sono sempre pericolosi.

Blessed be

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