Re: Il codice Da Vinci

Inviato da  Santaruina il 26/5/2006 18:04:12
Ritorno da vero masochista sul Codice da Vinci, tanto per distrarci un po’ con qualcosa di leggero.

Sono apparsi in questi giorni delle analisi interessanti.

Innanzitutto una approfondita analisi del solito Blondet, che di queste tematiche se ne intende parecchio:

[...]trovo illuminante una nota che Vincent Aubin, «agregè» di filosofia francese, pubblica su Le Monde: nel film, dice, «tutto si gioca sull'orrore che deve ispirare il monaco [Silas] che si flagella fino a sanguinare, contro l'estaticità della scena finale dove il professore americano, emblema del progresso, cade in ginocchio perché riconosce nella piramide di vetrodel Louvre il simbolo della Grande Dea».
Il messaggio è chiaro: «no alla religione del maschio (che fa male), sì al culto femminile (che fa bene)».

[...]Aubin individua le radici di Dan Brown in un certo ciarpame esoterico tardo ottocentesco.
[....]quella che qui riemerge nella mediocrità post-moderna di Brown è una corrente più antica, insidiosamente incistata nel cristianesimo stesso: la posterità spiritualedi Giacchino da Fiore.

Per questa corrente pseudo-teologica, quella portata da Cristo è solo la penultima rivelazione, imperfetta.
La storia attende ancora il suo definitivo Salvatore: come la religione del Padre, l'AnticoTestamento, è stata sostituita dalla religione del Figlio, così si deve attendere l'avvento dello «spirito», del «liberatore».

Lèon Bloy non esitò a identificare il liberatore supremo in Lucifero.
Quando si manifesterà, disse, la Chiesa (di Cristo e di Pietro) gli «prodigherà ciò che è al di là dell'odio»: come gli ebrei non riconobbero Cristo, la Chiesa non riconoscerà il Paracleto.
Da cosa ci deve liberare il Paracleto-Lucifero?
Dalla servitù della legge morale, dall'obbligo di obbedire ai comandamenti.

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In seguito Marcello Pamio su disinformazione individua una ulteriore chiave di lettura, più “terra terra”:

Il Codice da Vinci, casualmente parlando, esce in un periodo caldissimo di “scontro di civiltà e di religioni”.
Questo “scontro”, è bene ricordarlo, rientra in un vera e propria strategia portata avanti da una cricca potente di personaggi perlopiù neoconservatori di estrema destra (gli stessi che oggi controllano il burattino Bush junior e che simpatizzano per tutte le destra, ma i particolar modo per quella israeliana del Likud: Leeden, Perle, Wolfowitz, Rumsfeld, Rove, ecc.).

[...]Il Prof. Franco Cardini (ordinario di Storia Medioevale dell’Università di Firenze) è convinto che “Il successo di Dan Brown appartiene ai messaggi mafiosi che la classe dirigente USA ha inviato al Vaticano ed è un brandello nella grande lotta per la conquista del potere universale”.

Nessuno può affermarlo con sicurezza, ma l’unica cosa veramente certa è che dietro il battage mediatico del libro e ora del film vi sono indubbiamente dei Poteri Forti (certamente economici, ma non solo), che hanno voluto veicolare, in questo ben preciso momento storico, un messaggio chiaro.

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Ma, ancora più interessante, vi è a coda dell’articolo di Pamio una analisi di Giovanni Peccarisio.
Peccarisio inizia elencando le inesattezze storiche del romanzo di Brown, che sono numerose.
Ad esempio, due a caso:

I° ) Costantino

Viene affermato nel libro che nel Concilio di Nicea del 325 dopo Cristo, indetto da Costantino, i vescovi partecipanti, assieme ad altre questioni marginali, votarono e approvarono a maggioranza ristretta una proposta in cui si diceva che Cristo era "Figlio di Dio" (vedi pag. 273-4).

La verità storica afferma invece che per tutti i partecipanti del Concilio, Cristo era in primis e senza dubbio alcuno un Essere divino e che il dibattito si era acceso su ben altro argomento.
Il problema era come conciliare e interpretare l'Essere divino del Cristo col fatto che Gesù fu anche un essere umano.
Ciò che fu messo in discussione quindi non fu assolutamente il riconoscimento della divinità di Cristo, perché la Sua origine divina era già accettata da tutti i cristiani come un dato di fatto fin dall'inizio. [...]

V°) Les Dossiers secrets

Nella già citata pag. 9 del libro "Il codice da Vincí" viene affermato: "Il Priorato di Sion - società segreta fondata nel 1099 - è una setta realmente esistente".
Vediamo ora di smascherare questa ulteriore menzogna.

Nell'anno 1975 presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte alcune pergamene note come "Les Dossiers secrets...".
Questi famosi Dossiers sono invece dei veri e propri falsi, come ufficialmente è stato affermato dagli stessi compilatori

[...]Questi scritti perciò sono dei falsi creati appositamente, scoperti per caso e, al momento giusto, messi in circolazione. [...]


Fin qui tutto corretto, ma a questo punto Peccarisio si lascia andare in alcune considerazioni che ai più attenti ricorderanno qualcosa:

Questa strategia tende ad impedire agli esseri umani così coinvolti nelle loro necessità di evolversi verso un pensare libero.
Certamente non diventano dubbiose le persone che già hanno intrapreso una loro personale strada di ricerca, ma bensì quelle persone incerte o che ancora sono legate ad una fede religiosa (che comunque dà loro delle certezze e sicurezza nella vita).
Io credo che la maggior parte dell'umanità si trovi in questa condizione.[...]

Controllare e manovrare la coscienza dell'uomo moderno perciò è il vero scopo, l'obiettivo finale di Forze contrarie all'evoluzione umana.[...]

L'operazione "Codice da Vinci" rientra in una programmata, non casuale manipolazione globalizzata delle coscienze alla quale ci si può contrapporre unicamente tramite continua evoluzione della coscienza individuale.


Il primo campanello è già suonato, e la conferma arriva a fine articolo, quando si leggono le credenziali del signor Peccarisio:

Giovanni Peccarisio
Laureato alla "Libera Università della Scienza e dello Spirito" di Dornach (Svizzera), come Maestro Waldorf (scuole steineriane) e Maestro di pittura
.
......................

Quando addirittura i steineriani si pongono a paladini della difesa della vera spiritualità, ci si rende conto del livello di confusione raggiunto.

Blessed be

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