Re: Film “eversivi”

Inviato da  Piero79 il 14/11/2006 21:14:04
Bellissimo questo thread!


Innanzitutto cosa vuoldire “eversivo”?

http://www.demauroparavia.it/41635
eversivo: che mira a sconvolgere l’ordine statale e sociale esistente, spec. con metodi violenti: azione eversiva, movimento e.; anche s.m.: gruppo di eversivi

1. la parola eversione ha una connotazione negativa (Qualsiasi
cambiamento può avvenire “specialmente” con metodi violenti);
2. l’ordine è identificato con lo Stato e la Società.
3. V for vendetta racconta un "eversione"!


Ma è sufficiente dire e raccontare verità fastidiose per essere eversivi? O è necessario mettere in discussione le forme classiche della rappresentazione?

Film come “V for Vendetta”, “Matrix”… rispettano tutti i canoni del film hollywoodiano di successo, a partire dal paradigma di Syd Field per quanto riguarda la sceneggiatura… Sfruttano tematiche scomode, oggi di “moda”, per “fare cassetta”. Stessa cosa vale per i “film cospirativi” (Attacco al potere; Spy – The long kiss goodnight; Blind Horizon - attacco al potere; The bourn identity …). Inoltre, con questi film, l’industria di Hollywood risponde ad un’esigenza del Potere: la società è una merda, il potere è bastardo: offriamone un surrogato spettacolarizzato sullo schermo: il pubblico ha due ore di falsa libertà, “scarica” le tensioni che può avere contro la società e, finito il film, tutto rimane com’è. Più che eversivi, sono “diversivi”.
Con questo non sto discutendo la qualità artistica: molti film, anche hollywoodiani, sono fatti molto bene, alcuni sono capolavori.


Io con la parola “eversivo” intendo ciò che è scarto dalla “norma”, ciò che induce a riflettere palesando i meccanismi interni ad una società e rivelando la realtà per quello che è.
È evidente che un’operazione del genere in arte è difficilissima (forse impossibile): l’arte è funzionale al mondo ordinario; offre un momento d’evasione dalla realtà quotidiana fatta di rate, bollette e affitti da pagare, aprendo l’orizzonte ad un mondo straordinario che resta fittizio o solo sfiorato.
Comunque, il tentativo non può che partire dal disvelamento della finzione intrinseca ad ogni forma di rappresentazione.
Nel caso specifico del cinema è necessario rendere manifesti gli artifici del dispositivo filmico, in primo luogo del montaggio, vero e proprio deus ex (in) machina che dà ordine e senso al flusso delle immagini e dei suoni.

Nella mia prospettiva sono autenticamente e assolutamente eversivi tutti i film di Guy Debord:

“Hurlements en faveur de Sade”
“Sur le passage de quelques personnages à travers une assez courte unité de temps”
“Critique de la séparation”
“La Société Du Spectacle”
“La Refutation”
“In girum imus nocte et consumimur igni”


Alcuni capolavori che avete citato, pur rimanendo inevitabilmente nella rappresentazione, tentano di manifestarla e/o di distaccarsi dagli schemi classici.

Aggiungo

“Greed - Rapacità”, Eric Von Stroheim (1925)

“Il cameraman”, Buster Keaton (1928)

“L’uomo con la macchina da presa” Dziga Vertov (1929)

i film di BUNUEL (soprattutto “L’angelo sterminatore” – 1962; “Il fascino discreto della borghesia” – 1973; “Il fantasma della libertà” – 1974). Quelli di Ingmar BERGMAN

TARKOVSKIJ: “L’infanzia di Ivan”, “Solaris”, “Lo specchio”, “Stalker”, “Il sacrificio”, “Nostalghia”, “Andrei Rublev”, “Il rullo compressore e il violino”

GODARD(in primis “Questa è la mia vita” – 1962; “Le mepris” – 1963; un cortometraggio “Nuovo mondo” - 1963)

RESNAIS: “Hiroshima mon amour” (1959), “L’anno scorso a Marienbad” (1961)

ANTONIONI: “Zabriskie Point” (1970)

WELLES : “L'infernale Quinlan” (1958), “F for Fake” (1975)

LYNCH: Eraserhead (1977), Mulholland Drive (2001)

CIMINO: “I cancelli del cielo” (1981), “Verso il sole” (1996)

CRONENBERG: “Videodrome” (1983)

DREYER: “La passione di giovanna d’arco” (1928), “Dies irae” (1943), “Ordet . la parola” (1955), “Gertrud” (1964)

I documentari di Vittorio DE SETA

DE SICA: “Umberto D.” (1952)

FELLINI: “Otto e mezzo” (1963)

GILLIAM: “Brazil” (1985)

KAZAN: “Gli ultimi fuochi” (1976)

MALICK “La rabbia giovane” (1973)

RENOIR: “La grande illusione” (1937), “La regola del gioco” (1939)

ROSSELINI: “Roma città aperta” (1945), “Paisà” (1946), “Germania anno zero” (1948)

SCORSESE: “Fuori orario” (1985)

TRUFFAUT: “I Quattrocento Colpi” (1959), “Jules & Jim” (1962), “Fahrenheit 451” (1966), “Effetto notte” (1973)

VIGO: “Zero in condotta” (1933), “L'Atalante” (1937)

Gus VAN SANT: “Gerry” (2001)



Forse alcuni autori e film li avevate già citati, molti altri o non li conosco o in questo momento non mi vengono in mente.

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