Re: Scie chimiche e controllo del mondo.

Inviato da  crociato il 25/9/2005 18:49:32
Si infatti proviene da Nexus,è sempre fatto bene non importa se sia vecchiotto o meno tuttavia vorrei ricordare che molti utenti qui non specificano mai la fonte delle loro informazioni...
Questo è un argomento molto serio ma a volte si deve anche passare alle punizioni per correggere comportamenti controproducenti.
Vorrei presentare una testimonianza molto interessante sugli effetti delle scie chimiche sul mondo floreale,veramente impressionante.

Tra le tante piante del mio giardino c’era anche una marasca. Come ogni anno in primavera si riempiva di fiori bianchi e all’inizio dell’estate produceva numerosi frutti. Cresceva sana e forte e aveva ormai raggiunto notevoli dimensioni e niente faceva pensare che di li a poco sarebbe morta. Era l’estate del 1999 quando improvvisamente le foglie cominciarono ad ingiallire e a cadere e nel giro di pochi giorni non rimanevano altro che rami spogli. Non mostrava sintomi di malattia alcuna e non aveva subito attacchi da parassiti.
Qualche tempo dopo venni a sapere che la mia non è stata l’unica pianta ad essere morta in quel periodo ma che numerose altre persone ebbero modo di vedere che anche le loro piante, senza apparente motivo, erano rinsecchite nel giro di pochi giorni. Pensai, come loro del resto, che la probabile causa fosse dovuta ad una “pioggia acida”.
Un anno prima, nella primavera del 1998, transitando per una strada che porta a Ferrara, fui colpito dal colore giallognolo della parte vegetativa di un intero filare di abeti che recintavano un’abitazione situata lungo il percorso. Percorrevo quella strada una o anche due volte la settimana e fino ad allora le foglie avevano mantenuto il loro naturale colore verde. Pensai allora che la causa fosse da attribuire ad un inverno troppo rigido oppure ad un trattamento sbagliato o alla stessa intenzione dei proprietari di eliminare quelle piante diventate ormai troppo grandi e scomode ma nessuna di queste ipotesi mi convinceva. L’inverno non era stato poi così rigido da poterle danneggiare anche perché sono piante abituate per loro natura alle basse temperature e per quanto riguarda un eventuale trattamento sbagliato era da escludere sia per il periodo e poi perché non hanno bisogno di trattamenti particolari in quanto sono resistenti a quasi tutti i tipi di parassiti, almeno dalle nostre parti. Era da escludere anche la possibilità che fossero state eliminate intenzionalmente sopratutto per la cura e la precisione nella potatura ma anche perché è molto più facile sezionarle e sradicarle verdi che rinsecchite. Qualche giorno più tardi, nei pressi di Lendinara, notai che una pianta dello stesso tipo, situata in un giardino privato, manifestava le stesse caratteristiche come pure altre due piante più giovani dalla parte opposta della strada. Nel giro di qualche settimana ebbi modo di constatare che piante di quel tipo stavano morendo un po’ dovunque. Considerando il caso del 1998 e poi quello del 1999 non avevo quasi più dubbi che la causa fosse dovuta ad una “pioggia acida”, ad un veleno caduto dal cielo insomma. L’unica delle varie ipotesi che rimaneva probabile e possibile.
Che le cose stiano cambiando negli ultimi tempi è ormai provato; dalle temperature alle condizioni climatiche, dal comportamento della vegetazione alla nostra stessa condizione fisica. Allergie, attacchi d’asma e strane forme influenzali sono in costante aumento. Un’anomalia davvero preoccupante. Presunte le cause, molte le ipotesi ma niente che porti ad una risposta accettabile se non per il fatto che molti sono gli elementi inquinanti distribuiti un po’ dovunque che la moderna società produce e sui quali non si fa assolutamente niente per porre rimedio o a ridurre al minimo i danni se non a parole.
Carni malate, frutta e verdura con tracce allarmanti di pesticidi, pesce al contaminato, piombo, benzene e quant’altro nell’aria che respiriamo, radiazioni, prodotti geneticamente modificati e dei quali non si conoscono gli effetti sugli esseri umani in quanto le ricerche, gli studi e le analisi vengono fatti solo dagli organismi interessati alla produzione e alla distribuzione dei prodotti, compongono uno scenario non certo ottimistico. Pochi sono quelli che ancora lottano per una improbabile soluzione in un mare di rassegnazione e passività. Ma credo che non sia tutto. Per completare un quadro già disastroso manca ancora qualche cosa.
Da qualche tempo i più attenti avranno avuto modo di osservare nei nostri cieli delle scie bianche che possono essere confuse con le tradizionali scie di condensazione rilasciate dagli aerei di linea ma che invece evidenziano considerevoli differenze. Le scie di condensazione si allargano nella stratosfera per un breve arco di tempo essendo composte da un getto caldo e umido che i motori degli aerei rilasciano nel loro percorso formando poi un flusso di cristalli di ghiaccio, che scompaiono abbastanza rapidamente quando si raffreddano alla temperatura dell’aria circostante.
Anche il ghiaccio che si stacca dalle ali dell’aereo contribuisce a formare queste scie. Le scie chimiche invece sono formate da sostanze che vengono rilasciate nell’aria per mezzo di attrezzature applicate ad aerei quasi sempre privi di contrassegni di riconoscimento, sono più gonfie e più basse delle prime e rimangono sospese in aria per diverso tempo. La foto n° 1 mostra uno di questi erogatori situato vicino all’ala di coda dell’aereo ma vengono applicati anche sotto la fusoliera o sulle ali come mostrano le altre
foto. In altre occasioni viene trainato un attrezzo, una specie di carrello preparato appositamente a tale scopo.
Ricche e aggiornate documentazioni sono disponibili in diversi siti Internet dove accreditati studiosi e ricercatori seguono da diverso tempo l’evolvere del fenomeno, soprattutto in alcuni Stati Americani e che poi tentano di portare a conoscenza e denunciare il fenomeno attraverso riviste specializzate, scarse a dire il vero, attraverso i media, quasi sempre sordi a fatti così determinanti e su Internet, come ho detto. Ma le fonti ufficiali di informazione, i media in genere ignorano l’allarmante problema che ultimamente colpisce in forma massiccia anche l’Europa e in particolare modo l’Italia e pare che proprio il Nord-est sia particolarmente interessato da questo fenomeno. Queste sostanze vengono rilasciate in modo da formare un reticolo, oppure distribuite in linee parallele o ancora a forma di cerchio oppure ad X e possono assumere un aspetto oleoso e altre volte, rifrangendo la luce solare, si presentano color porpora.
Da http://www.usac.it/anomali/scie_chimiche.htm è fatto bene questo sito,dateci un'occhiata

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