Re: Progetto proiezione IG a Napoli

Inviato da  GreatGig il 16/12/2006 3:36:27
Floritzel: sono realmente affascinato da quanto dici nel tuo intervento riguardo la "querelle" marxismo-anarchismo.
Non credo di essere neanche in grado di "ribattere" compiutamente.

Posso dire soltanto che in linea ideale non credo che il marxismo esaurisca (o meglio possa esaurire) la totalità delle potenzialità e dell'espressione umana nel mondo. Credo quindi di concordare con te su questo.
Non credo ci sia nulla di più sbagliato nell'aver considerato (e furono davvero molti a farlo, nel '900) il comunismo, il partito comunista, l'azione di classe un'esperienza totalizzante, così forte da rendere lecito sacrificare sul suo altare valori come la vita umana, la ragionevolezza (intesa come opposizione al primato assoluto e dogmatico del partito), il rispetto delle minoranze, lo stesso anelito all'uguaglianza etc

Il comunismo per me rimane un orizzonte di liberazione, la trasformazione dello stato di cose di presente. Stato di cose che impedisce lo spiegamento di qualsiasi "utopia come aspirazione perenne dell'essere umano".

Detto ciò, ritengo che gli stati socialisti (se ti riferisci a quelli del socialismo reale) abbiano "tenuto" perchè socialisti, economicamente come politicamente, non lo sono mai stati, se non nelle intenzioni di molti rivoluzionari in buona fede.
Erano, a mio parere, un fenomeno assolutamente interno al capitalismo che domina l'intero globo terracqueo dal...diciamo 1500.
Dittatura del proletariato non c'è mai stata neanche in Russia, se il piccolo partito bolscevico non lo si eleva a proletariato.

Non credo che oggi rimanga nessuno (o quasi) a difendere la strategia della "dittatura del proletariato". Strategia elaborata per la seconda metà dell'800, con condizioni immensamente diverse dal presente di oggi, che non stiamo qui neanche a discutere.
Ed elaborata poi per paesi come l'Inghilterra e la Germania, non certo la Russia zarista o la Cina, per dire.

Sto in un partito comunista che si chiama "rifondazione", che nasce politicamente, secondo me, nel momento in cui si schiera al fianco del movimento altermondialista nel '99.
Non troverai in me nessuna difesa degli stati del socialismo reale, delle tattiche e dei politicismi, dello storicismo del comunismo fino a Togliatti ed anche oltre.
Quello che c'è di comunista come dicevo è l'orizzonte di liberazione, l'enorme tradizione di speranza nel cambiamento e in un mondo più egualitario che ha accompagnato i milioni di comunisti negli ultimi 150 anni. E che a volte è sembrata molto concreta.
A prescindere dai capi di stato che hanno fatto i gulag, che hanno speso in armi nucleari tutto quello che il popolo produceva etc.

Mi troverai forse a difendere Cuba
Ma giusto perchè mi fa rabbia vedere la gente che fa le pulci ad una formica (peraltro molto più pulita di quanto sembri, secondo me) disinteressandosi della enorme suola di scarpone sozza di merda che la sta per schiacciare. Per capirci

Per il resto, io resto legato all'idea (generica) del cambiamento legato all'unione e all'organizzazione di soggetti oppressi contro soggetti privilegiati che difendono le loro prerogative. All'idea dei rapporti di forza.
Mi convince poco l'idea secondo la quale "cambiando gli individui, cambieremo il mondo". Ogni regime, dittatoriale, "democratico", economico ha strumenti di persuasione ed elementi così seducenti che mi sembra una lotta davvero impari.
Non che non lo si debba fare, intendiamoci, ma col il fine di cambiare i rapporti di forza sul terreno, che sono anche loro fattori che "cambiano gli individui".
Mi convince anche poco l'idea dell'onnipotenza di internet, che per me rimane uno strumento ottimo, ma non risolutivo.
Finché ci saranno condizioni materiali così sproporzionate fra l'operaio e il dirigente Alitalia, per dire, fra l'operaio italiano e quello del Mali, dell'Indonesia o del Guatemala, che internet non sanno manco cos'è, non vedo molte prospettive.
Gli strumenti praticabili che gli Stati moderni attuali hanno sono quelli politici dei parlamenti, dei mezzi di comunicazione, dei sistemi educativi, dei mezzi di controllo dell'economia (sempre di meno, questi ultimi). Senza incidere su quelli si incide poco sulla realtà, imho. Almeno qui in Occidente, dove il rispetto della vita umana è valore (quasi) universalmente riconosciuto.

Non la finisco più...

Chiudo con due appunti più terra terra al tuo intervento.

Primo, l'idea che i giornali di sinistra abbiano consapevolmente omesso di parlare delle ipotesi alternative sull'11/9 secondo me non sta in piedi. Io stesso, fossi stato per dire fino a 3 mesi fa alla direzione di "Liberazione", non avrei probabilmente pubblicato nulla al riguardo. Senza avere nulla da nascondere, nessuna linea politica da difendere. Semplicemente avrei agito così perchè non a conoscenza degli elementi minimi di discussione e perchè bombardato mediaticamente, come tutti gli occidentali, dalle verità ufficiali che è sacrilegio mettere in dubbio. Non illudiamoci che i giornalisti abbiano mezzi superiori di approvvigionamento delle notizie. Si trova quello che si vuole cercare. Credi che qualunque giornalista di liberazione abbia, come noi, guardato IG e tanti altri documentari, letto decine di articoli, visitato centinaia di siti?

Secondo, noto un pizzico di politicismo nel ricordare che Rifondazione Comunista votò la legge Turco - Napolitano che istituì i Cpt.
Ora è il partito è cosa totalmente differente rispetto al '97.
Quando non c'era ancora stata Seattle, Genova, quando l'immigrazione non era il fenomeno che conosciamo oggi, quando nessuno immaginava cosa sarebbero diventati i Cpt.
Il partito ha cambiato idea sulla cosa, come ha fatto anche sul fenomeno della precarietà, che ora ha proporzioni immensamente diverse da quanto il partito votò il Pacchetto Treu.
Il '97 era ancora prima della scissione del '98, per Rifondazione è come se tu mi stessi rinfacciando la mancata condanna dell'intervento in Ungheria da parte di Togliatti nel '56!

La base del tuo discorso verte credo sull'inutilità dell'alleanza stessa di governo. Starci significherebbe immediatamente cadere nelle grinfie dei compromessi al solo scopo di mantenere potere.
Non mi sento di smentire questa cosa, io dico: stiamo a vedere.
Se Rifondazione non sarà riuscita a creare maggiore conflitto sociale, maggiore pressione dell'opinione pubblica, maggiore partecipazione democratica in questo paese con la presenza al governo, allora avrà fallito e io non tarderò ad ammetterlo.
Non possiamo pretendere nulla in 6 mesi e, dopo Berlusconi, neanche essere contrari all'alleanza a prescindere.

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