Re: L'etica, il bene e il male e la giustizia nel Nazionalismo

Inviato da  Red_Knight il 22/6/2010 16:54:58
Citazione:
Non sono d'accordo Red, se il fine è la sopravvivenza dovrebbero essere impediti tutti quei comportamenti che potrebbero creare astio e conflitti, come ad esepio la società a "formicaio".


No, no... se il fine è la sopravvivenza della specie, l'individuo non conta.
Io invece parto dal fatto che ognuno ha l'innato desiderio di stare bene (e fin qui siamo d'accordo); per stare bene condizione indispensabile è senza dubbio essere vivi... ma non è condizione sufficiente.
Come ho già detto, la sopravvivenza della specie è abbastanza facile. Siamo 6 miliardi nonostante due guerre mondiali e una vergognosa sperequazione tra nord e sud e all'interno delle singole comunità. Evidentemente basta poco per sopravvivere, o forse una società formicaio è addirittura più funzionale.

Non mi attrae per niente come visione.

E poi si potrebbe anche arrivare a giustificare i mezzi col fine... per far sopravvivere la specie "meglio", sarebbe etica l'eutanasia dei deboli? O la periodica igiene demografica a base di guerre?

O magari favorire gli accoppiamenti forzati, in caso di rischio di estinzione?

No, dev'essere qualcos'altro a costituire una finalità nobile (almeno secondo me).

Citazione:
La predisposizione varia aseconda delle esperienze fatte nella vita ma esiste una predisposizione naturale che tutti possiedono e che dipende, come ho già spiegato in altri post , dalla natura stessa della vita, dipende dall'individualismo sensoriale (ossia il motivo per cui te tri cosideri UN essere vivente, totalmente distaccato da me).


Senza dubbio ma, come sarai senz'altro d'accordo, salvo rarissime eccezioni non esiste la predisposizione ad essere un pluriomicida, come non esiste quella ad essere un santo. L'uomo medio presenta in contemporanea un certo egoismo e una certa solidarietà. Alcuni si discostano dalla media in quantità variabili, in un senso o nell'altro, per cause molto spesso abbastanza precise.
Ci sono una miriade di fattori a determinare ciò, naturalmente, compresi fattori innati, ma la maggior parte sono culturali.
E poi, soprattutto, la cosa più interessante è quando sono le persone "buone" a commettere azioni malvagie. Non è certo l'egoismo a gudarle.
Addirittura poi, per esempio, nessuna persona sana per quanto egoista farebbe mai male a un bambino. C'è una tendenza istintiva, innata, a proteggere la prole propria ed altrui, come in molti altri mammiferi.
Eppure c'è chi uccide perfino i bambini.

Citazione:
Noto sempre che come esempi di criminali egoisti vengono prese le presone che sono ai margini della società, gli viene dato dei sociopatici e così via, mentre sappiamo bene che le persone più cattive ed egoiste sono sedute in camicia e cravatta dietro una scrivania di mogano a Manhattan:
gente che continua a ucidere migliaia di persone in tutto il mondo coi farmaci, con le guerre e la mancanza di cibo...


No, mi devo essere spiegato male. Ho detto prendi un ladro qualsiasi: può essere un ladro di polli, uno squalo di qualche multinazionale, un predone somalo o un semplice assessore corrotto. E non ho detto che sono sociopatici, bada bene: i sociopatici prosperano in queste categorie, visto che sembrano fatte apposta per farli ascendere, ma sono comunque un'esigua minoranza. Se fossero sociopatici amen ma la maggior parte sono persone normali e, come ho detto, se chiedessi loro perché si sentono in diritto di accampare diritti sulla pelle degli altri ti snoccioleranno sicuramente una serie di ottime motivazioni, sincere quanto basta.

Se non esistessero ideologie atte a fornire le giustificazioni e gli alibi per certi atti malvagi, l'incentivo necessario a iniziarli, gli schemi mentali atti a inibire la coscienza, rimarrebbero appunto soltanto i pochi sociopatici a delinquere.

L'idea più balorda in assoluto è che il fine possa giustificare i mezzi. E poi via via tutti gli altri sistemi di pensiero che pongono obiettivi messianici si fanno perseguire a qualsiasi costo.

Il potere, del resto, non è altro che l'assurda pretesa di imporre il proprio pensiero sugli altri. Può essere la semplice legge del più forte, in una persona particolarmente insignificante sul piano morale. Oppure può essere un sincero ideale di Giustizia, Libertà o Spritualità: sempre presunzione è, però, e le conseguenze sono disastrose.
Il ladruncolo pensa che la società lo costringa. Il blando disonesto pensa "lo fanno tutti". Lo squalo manager di una multinazionale si convince che se non lo facesse lui lo farebbe qualcun altro. Il potente pensa che "certe cose" siano necessarie (e se poi "certe cose", oltre a essere necessarie, vanno pure a suo vantaggio, beh niente lo distoglierà dal suo obiettivo). E così via.

Può sembrare un discorso ingenuo a prima vista, che vede la bontà anche dove non c'è, ma non è così: tutte le vie di fuga dalla responsabilità sono artificiali, autoindotte, e questo è possibile solo abbandonandosi a una certa irrazionalità, ovvero il bipensiero orwelliano. Che non è una decisione autonoma, ma conseguenza del clima sociale:
riprendendo gli stessi quattro esempiucci di prima: il ladruncolo vive davvero in una società difficile. Il blando disonesto è davvero immerso in un clima di furberia e permissività diffusa. Lo squalo è, verosimilmente, cresciuto in un ambiente arido e/o viziato dall'abbondanza facile. Il potente è quasi sempre fanatico di qualche ideologia complessa, ed è quasi sempre un misto degli altri tre personaggi.

Gli esempi nella storia non mancano e anche nell'attualità abbondano. È l'animo umano a funzionare così: una buona educazione pone, nei limiti del possibile, rimedio a questo glitch.

Per questo sono tanto fissato con la razionalità: come un clima irrazionale, in qualsiasi circostanza, genera merda a palate nel cervello delle persone, il buon senso istituzionalizzato riempie i singoli di scrupoli e li mette nella condizone di non autoassolversi dagli stessi.
Quindi anche l'onestà è artificiale, in ultima analisi, ma questa è una cosa positiva!

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