Re: Stazione orbitante Internazionale ISS: altra clamorosa menzogna. (E chi lo avrebbe mai detto...)

Inviato da  Silver il 27/4/2015 2:22:08
Non mi piacciono gli OT ma...
Cito da treccani e dal mio professore al liceo.

Il congiuntivo è frequente in contesti dubitativi-valutativi, dopo verbi come parere, sembrare, succedere, capitare (frasi soggettive: pare che se ne sia andato) e dubitare, credere, pensare, sperare, supporre, presumere, immaginar(si) (frasi oggettive: dubito che arrivi in tempo), specie in assenza della congiunzione subordinativa che (pare / credo siano i cittadini a decidere); e dopo nomi e aggettivi come preferibile, (im)possibile, (im)probabile, ecc. (frasi soggettive: è preferibile che tu chiuda la porta) e impressione, opinione, dubbio, idea, ipotesi, eventualità, ecc. (frasi oggettive: ho l’impressione che non ce la faccia).

In contesti epistemici (cioè esprimenti la supposizione del parlante; ➔ modalità) l’uso del congiuntivo è correlato in parte all’espressione lessicale dalla quale dipende sintatticamente: con aggettivi indicanti certezza (certo, convinto, chiaro, evidente, ovvio, sicuro, ecc.) domina l’indicativo (a meno che non si abbia a che fare con frasi principali negative, che richiedono abitualmente il congiuntivo):

(27) non sono sicuro che le cose siano andate come le racconti

Con gli aggettivi indicanti possibilità o probabilità (facile, possibile, presumibile, probabile, ecc.) domina invece il congiuntivo.

Su un livello diafasicamente più basso, l’indicativo trova spesso spazio accanto al congiuntivo:

(a) con nomi e aggettivi fortemente fattuali (fatto, notizia, certezza, ecc. e convinto, sicuro, certo, vero, ecc.);

(b) con verbi, nomi e aggettivi che esprimono uno stato d’animo (cioè un fatto): dispiacer(si), sorprender(si), spaventar(si), esasperar(si), ecc.:

(28) mi dispiace che non sia / sei venuto

(c) con nomi come peccato, piacere, fortuna, rabbia, vergogna, ecc.:

(29) (è un) peccato che abbia / ha piovuto

(d) con aggettivi come contento, felice, orgoglioso, soddisfatto, sorpreso, ecc.:

(30) sono contento che sia / sei venuto

L’indicativo tende ad alternarsi al congiuntivo anche dopo verbi dichiarativi come raccontare, notare, osservare, spiegare, dire, ecc. + che / come / quanto con i quali il parlante si limita a esporre fatti e a riportare parole altrui. L’uso dell’indicativo è favorito quando si nega un dubbio (non dubito che è bravo, che si avrà forse anche per effetto della frase affermativa che avrà pronunciato l’interlocutore) e quando il verbo valutativo introduce un verbo volitivo (specie se questo è bisognare: credo che bisogna essere aperti a nuovi ingressi).

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=13&topic_id=7864&post_id=271279