Re: LROC riprende la bandiera americana sulla luna..

Inviato da  totalrec il 11/9/2012 13:48:38
Red Knight:
Citazione:
l'alto medioevo fino a (e in buona parte anche un bel po' dopo) Carlo Magno fu uno scenario a metà strada tra l'apocalisse zombie e l'olocausto nucleare.


Neanch'io voglio avventurarmi in off-topic d'epica portata. Diciamo però che questa visione deteriore del Medioevo è una delle tante boiate ideologiche lasciateci in eredità dall'Illuminismo. Gli storici della cosiddetta "Scuola delle Annales" (Bloch, Fevbre, Braudel, Le Goff, ecc.) hanno dimostrato ormai da decenni che le cose stavano molto, ma molto diversamente, soprattutto sul piano tecnologico. Comunque...


Citazione:
Posso affermare senza paura di essere smentito che, esattamente come me, hai verificato meno dello 0,1% delle cose che sai. Ci credi perché filano, e smetterai di crederci quando comincerai a nutrire dei sospetti. Ma i sospetti sono sempre scatenati da un input ben preciso. Quelli di Redi non erano circoscritti al dato ma all'intero metodo con cui si era giunti a inventarsi che le vipere. Se poi avesse trovato conferme ai bestiari medioevali non avrebbe scritto un libro e ora tu non lo citeresti.


Il problema non è mai il metodo e non è ad esso che i sospetti vanno indirizzati. Il problema è in chi lo usa. Un metodo, in sé e per sé, può essere più o meno elaborato, più o meno coerente, ma nulla vieta di perfezionarlo e correggerlo col procedere della ricerca. Il problema sorge quando l’utilizzatore si dimentica che il metodo è uno strumento per indagare sulla realtà e non la realtà stessa. Quando cioè si iniziano a confondere tra loro il modello di studio e l’oggetto che con esso si intende studiare; e a pretendere che ogni discrepanza insorgente tra le due cose (gli “input” di cui parli nel tuo post) venga risolta con la prevalenza del modello e l’oblio dell’originale.
Il fatto è che non basta elaborare formalizzazioni esatte sulla base dell’esperienza. Tali formalizzazioni andrebbero continuamente controllate e sottoposte a verifica. Questo per un motivo che si tende spesso a dimenticare: e cioè che un modello d’indagine scientifica non è e non può mai essere neutro, ma è sempre espressione della cultura e della visione del mondo del gruppo dominante di una data epoca storica. Quando va bene, detto gruppo si limiterà a produrre il solo metodo d’indagine a propria immagine e somiglianza, opportunamente tarato per indirizzarsi di preferenza nella direzione voluta. Quando va male – il che accade molto spesso – il gruppo dominante non produce solo il metodo, ma anche i risultati di ricerca che ritiene per sé vantaggiosi, costruendoli dal nulla e/o scoraggiando e sopprimendo la ricerca indipendente.
E’ chiaro che questa “prepotenza” nell’imporre una particolare visione “scientifica” del mondo dura soltanto fino a quando il gruppo di cui il metodo è espressione resta dominante. Redi visse in un periodo in cui il potere che si era giovato della vecchia “scienza” (il clero con i suoi infiniti addentellati nel potere secolare) mostrava segni di cedimento, dunque la sua visione del mondo si sfilacciava, non esistevano più certezze, tutto andava ricontrollato da vicino perché la stratificazione di vero e di falso accumulatasi nel corso dei secoli non consentiva più di procedere per formulazioni teoriche.
Anche noi viviamo in un periodo molto simile a quello di Redi, sebbene – come si può notare nei forum internettari – molti non se ne siano ancora accorti.

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