Analisi delle foto lunari 3 - forum limitato

Inviato da  Redazione il 17/3/2006 12:07:15
Questo topic è riservato esclusivamente al tentativo di portare a termine la lunga discussione sulle due obiezioni fondamentali alla foto lunari - i cosiddetti "coni di luce", e il "problema del controluce" - a cui hanno dato un contributo notevole soprattutto Rigel, Franco8, Bruno, Jck. Nessuno ovviamente è escluso dal proseguimento della discussione, ma chiedo perfavore di non introdurre altri argomenti oltre a quelli già trattati.

Ora, fare un vero e proprio riassunto di tutta la discussione sarebbe molto impegnativo, e inoltre vi sono parti, altamente matematiche, che io stesso non ero stato in grado di capire bene. Mi limito quindi a puntualizzare la situazione ad oggi. (Lo faccio ovviamente dal mio punto di vista, e quindi ritenetevi liberi di aggiungerci del vostro, se necessario).

Il "fatto" più eclatante è stato sicuramente il "mea culpa" di Rigel, che dopo essersi preso un "sabbatico" di riflessione, ha riconosciuto di aver sostenuto per buona parte della discussione sui coni di luce una tesi non valida (mentre mi pare che JCK ed altri avessero trovato buoni elementi a sostegno, almeno teorico, della stessa).

Nel mea culpa però, se l'ho letto bene, Rigel dice che si può ancora sostenere che il fenomeno sia spiegabile a causa della maggiore curvatura della superficie lunare rispetto a quella della terra. Non so se Rigel voglia insistere su questa posizione, nè se altri vogliano affiancarsi a lui, ma sinceramente la cosa mi pare un pò difficile da sostenere, quando ci sono immagini che coprono si e no una cinquantina di metri di terreno, e vedi comunque le zone d'ombra su almeno uno dei lati. Sarà pure più piccola della terra, la Luna, ma mica è un asteroide da mezza tonnellata.

Con Bruno invece era rimasta in sospeso la questione degli originali, più o meno contrastati a seconda delle diverse "collezioni ufficiali" che la NASA, o l'Hasselblad, o altri, hanno messo a disposizione. Sosteneva Bruno, in essenza, che il fenomeno, molto visibile su certe foto, diventava quasi invisibile su una diversa versione delle medesime.

Io avevo dato una risposta - sostenendo che in realtà quello non fosse un problema - ma forse l'ho fatto nella mia solita maniera sbrigativa, e non ho "lasciato il segno" a sufficienza. Ora ci riprovo meglio.

L'unico "originale" di una fotografia che si possa chiamare tale è il suo negativo. Nel momento stesso in cui passi alla stampa, in camera oscura, ti trovi di fronte a una tale quantità di variabili, che in realtà fino all'avvento del digitale quella dello stampatore era considerata una vera e propria arte. Tanto per cominciare, hai sei tipi di carta da stampa da cui scegliere, dal contrasto più morbido a quello più duro. Poi hai il tempo di posa (sotto l'ingranditore) che decidi tu, e che determina la luminosità complessiva dell'immagine (più scura, più chiara). Sia contrasto che luminosità poi possono essere influenzati sia dal tempo che passa la stampa nella bacinella dello sviluppo, sia dalla sua agitazione, sia dalla diluizione stessa dello sviluppo…. (Le due variabili, CONTRASTO e LUMINOSITA', sono come quelle dei monitor e dei televisori, e bisogna fare attenzione a non confonderle).

In verità quindi, bisognerebbe saper "leggere" il negativo originale, retroattivamente, guardando una stampa, per poter giudicare con precisione. Il professionista sa farlo, chi non ha l'occhio abituato no. Ma in ogni caso, una qualunque differenza di luminosità del terreno che sia percepibile dall'occhio umano (e che sarà ovviamente maggiore su stampa più contrastata, e minore su una più morbida) indica una differenza nel negativo originale CHE NON CI DOVREBBE ESSERE. (In altre parole, se la differenza è percettibile, anche sulla stampa più morbida, vuol dire che effettivamente sul terreno avveniva qualcosa di anomalo rispetto all'illuminazione della luce solare.)

Per fare una prova, anche se approssimativa, prendi una qualunque immagine di un panorama, scattata sulla Terra. Convertila in grayscale (nel computer, ovviamente), e poi mettiti a pistolare con contrasto e luminosità. Vedrai che comunque la giri, quello che ottieni al centro lo ottieni sempre anche ai bordi.

Ciò detto, lascio la parola agli altri, per completare il punto della situazione a cui eravamo arrivati, e per dire ciiascuno la propria a questo punto. (Direi inizialmente di trattare solo i coni di luce, e poi eventualmente il controluce).



RIFERIMENTI

Per comodità di tutti, e soprattutto dei nuovi arrivati, questo è il link alle pagine "fisse" in cui i due problemi sono stati inizialmente presentati (pagine 3 e 4 della serie).

QUI , QUI e QUI , la questione dei coni di luce come è stata riproposta nello specifico.

QUI invece la stessa cosa per il problema dei controluce.

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