Re: Dove inizia la democrazia?

Inviato da  Santaruina il 7/1/2006 2:22:32
Credo che il punto focale della questione sia una considerazione di Pax, in cui sosteneva che il gioco del potere crea problemi enormi per poi fornirci le soluzioni adeguate.

La democrazia fa parte di queste “soluzioni”.

Il problema “enorme” ed artefatto è lo Stato, che pone il problema di quale sia il metodo migliore per gestirlo.

Si dovrebbero quindi dividere le questioni:

Stiamo discutendo sul metodo migliore per risolvere i problemi di questo immenso puttanaio che ci ritroviamo intorno e che menti illuminate hanno contribuito a mettere in piedi o ci riferiamo ad una società utopica, come vorremmo che fosse?

Nel puttanaio odierno qualunque sistema di governo è difettoso, poiché sono i problemi stessi che una entità gigantesca come lo stato crea ad essere irrisolvibili, problemi talmente grandi sui quali il “cittadino” non ha nessuna possibilità di farsi una idea.

Di conseguenza, qualunque mezzo usi per esprimere il suo “volere” sarebbe inadeguato, non avendo egli i mezzi per proferire sulle questioni sulle quali è chiamato ad esprimersi.

Da questo punto di vista, nella gestione dello stato moderno, qualunque sistema di governo, democrazia rappresentativa o diretta, dittatura, monarchia o quant’altro, saranno equivalenti nello sfruttare coloro che non possono entrare nel merito delle questioni a vantaggio della elite che quelle questioni le crea.

Sulla domanda di Massimo, un punto da tenere in considerazione è quindi la conoscenza del problema.

Nel medioevo molte comunità rurali rimasero isolate dal potere centrale, e in queste comunità si formarono delle assemblee spontanee dei capifamiglia per decidere le questioni che toccavano tutti, quali la gestione dei campi.

I contadini erano quindi chiamati a decidere su un argomento che conoscevano alla perfezione, con piena cognizione di causa.
In caso di diatribe, gli anziani, la cui autorità era riconosciuta e non imposta, risolvevano i casi.

Oggi il cittadino è chiamato a esprimersi su questioni economiche di cui ignora le regole basilari, rese ancora più astruse dal fatto che coloro che dovrebbero fare chiarezza sono al soldo degli sfruttatori.

La dimensione del problema da risolvere (gestione dei campi – gestione dell’economia nazionale) cambia enormemente, e la insondabilità del secondo caso la rende non paragonabile con il primo.

Anche se i due triangoli di cui parla Massimo sono “simili”, il primo il membro della comunità lo vede nella sua interezza, mentre il secondo è insondabile.

Come un pallone da calcio e il pianeta terra.
Due sfere, simili, ma agli occhi dell’uomo non paragonabili.

Blessed be

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