Dove inizia la democrazia?

Inviato da  Redazione il 6/1/2006 10:37:16
PAXTIBI, scusami se riprendo il discorso in ritardo.

Dunque, riassumendoi: io ti avevo chiesto se tu ritenessi la democrazia, in astratto, un metodo valido, e tu, se ho ben capito, mi hai risposto "sì, ma solo in ambito ristretto" (assemblee di condominio, piccoli villaggi e comunità, ecc.)

Per te quindi funziona, se ho ben capito, finchè si tratta di esprimere una scelta su un qualche cosa di concreto, sulla quale il cittadino abbia il diretto controllo, o comunque la possibilità di una verifica diretta.

Ad esempio: Cari coinquilini, la mettiamo o non la mettiamo la caldaia nuova quest'anno? Sappiate che se la mettiamo ci costerà tot, che diviso per ciascuno di noi verrà tot, e decidiamo per alzata di mano. Chiunque risulterà in minoranza si impegna già da ora ad accettare la decisione della maggioranza.

Benissimo. Diciamo allora che la maggioranza decida che la caldaia nuova si mette. Chi non la voleva sbofonchia un pochino, poi mette mano al portafoglio e si prepara anche lui a sborsare la sua quota.

Ecco: questa, se permetti, secondo me non è affatto democrazia. O meglio, non lo è ancora. Democrazia lo diventa nel momento in cui c'è da ACQUISTARE la caldaia, e ci si rende conto non si può andare tutti insieme dall'idraulico a comprarla. Ecco allora che si sceglie qualcuno, fra i coinquilini, che è ritenuto - sempre a maggioranza - il più indicato a fare quella scelta per tutti.

Poi gli si dice, "Oh, Mario, mi raccomando, prendila bella eh! E stai attento che non sia di quelle a doppio filtro, che consumano molto di più".

Dopodichè Mario va e porta a casa la caldaia. Se avrà fatto una buona scelta, e l'anno dopo i condomini avranno risparmiato sul riscaldamento, alla prossima occasione Mario verrà mandato anche a scegliere la nuova antenna parabolica. Se invece ha comprato una caldaia farlocca, che consuma tanto e scalda poco, l'anno dopo a scegliere l'antenna ci va qualcun altro.

Ovvero, la democrazia inizia quando viene stabilita una delega, ad un individuo particolare, da parte di un gruppo di individui che condividono la stessa finaltà. Essi delegano uno di loro a fare, per loro conto, quello che tutti insieme non potrebbero fare, per ovvii motivi.

Ma nel momento in cui hai delegato, hai necessariamente perso il controllo della procedura, e rimani quindi in ogni caso nelle mani di chi hai eletto. Se farà bene, tu la volta prossima gli confermi la delega. Altrimenti gli sputi in un occhio, e scegli qualcun altro.

A questo punto ti chiedo: qual'è la differenza, secondo te, fra delegare l'acquisto di una caldaia dalla ditta locale, e l'acquisto, ad esempio, di settecento milioni di kilowatt-ora dal paese confinante?

(Stiamo parlando sempre a livello teorico, sia chiaro).

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