Re: Immigrazione: difendo Beppe Grillo

Inviato da  padegre il 28/1/2012 16:37:51
ho l'impressione che Grillo si sia tirato un pò indietro. Forse la sua è stata una battuta, forse le reazioni degli iscritti al movimento 5 stelle lo hanno frenato.
Sono problemi che non si affrontano con leggerezza, a livello di battuta.
Anche se so che la mia analisi non è condivisa da molti (sono stato bannato per questo da un sito "alternativo") ne resto convinto, fino a quando una critica nel merito non mi convince di essere in errore.

Re: Immigrazione: difendo Beppe Grillo

Inviato da  LoneWolf58 il 28/1/2012 14:27:58
Il diritto di cittadinanza legato alla nascita non è sbagliato, anzi.
Certo se si considera che sono 4 anni che tengono nel cassetto la proposta di legge popolare "parlamento pulito" firmata da 300.000 "cittadini" credo sia lecito domandarsi quali siano le priorità? Se tutti dicono che la legge elettorale è una porcata ma nessuno ci mette mani... quali sono le priorità?... etc etc...

Re: Immigrazione: difendo Beppe Grillo

Inviato da  ivan il 28/1/2012 14:10:03
In sostanza "ite missa est" .

Non entro nel merito delle amenità di Grillo (questa volta di questo si tratta) ma non si può aprire un 3ad e poi non seguirlo nella discussione.

Il web non è come la tv o la radio con le sue "verità" che piovono dall'alto senza possibilità di replica . Sul web se si apre un 3ad bisognerebbe avere il tempo e la pazienza si seguire i suoi frutti.

Re: Immigrazione: difendo Beppe Grillo

Inviato da  DjGiostra il 28/1/2012 13:49:17
AMEN !!!
Grillo non dira' tutto ma molte verita' ,secondo me, le dice.
Premetto che io condivido la sua idea di andare nei paesi degli emigranti
e aiutarli li ad essere autosufficienti !!! (lo so' che e' utopia ma e' l'unica
possibilita' di bloccare le onde degli emigranti !!)
La cittadinanza a chi nasce nel paese sarebbe da valutare caso x caso ma
in generale sono d'accordo cosi almeno oltre ai diritti si becca
pure i doveri !!!

Detto questo ,vedremo gli sviluppi della situazione Grillo x capirci meglio.
Ciao.
Damiano.

Immigrazione: difendo Beppe Grillo

Inviato da  padegre il 28/1/2012 12:13:31
- Immigrazione: difendo Beppe Grillo -
di Paolo De Gregorio, 25 gennaio 2012

Non arriveremo mai ad una valutazione seria del fenomeno immigrazione se non lo faremo nel suo insieme sommando tutti i fattori, e non estrapolandone uno, come quello della cittadinanza italiana automatica di chi nasce in Italia, che appare umanamente giusto anche se crea rifiuti di cui bisogna tener conto.

Anzitutto ricordiamo che il fenomeno immigrazione in Italia è cominciato da più di 30 anni con la benedizione della Chiesa e delle classi dominanti, che avevano bisogno di un esercito di riserva con cui ricattare la classe operaia sindacalizzata e protetta dalle conquiste del ’68, ma soprattutto di disporre di lavoro nero con salari e metodi da schiavisti per lavori saltuari o stagionali.
La recente vicenda di Rosarno ci ricorda quale sia effettivamente il ruolo della immigrazione, che dà profitti ai latifondisti e problemi alle popolazioni residenti.

Naturalmente, con la nota doppiezza italica, si è propagandato fino alla nausea che si è stati obbligati a ricorrere alla immigrazione perché gli italiani certi lavori non volevano più farli,menzogna schifosa per coprire cinismo e avidità degli imprenditori che hanno aperto le porte all’assunzione di questa gente così laboriosa e sottomessa.

Abbiamo anche dovuto sopportare le lezioncine di economisti della domenica che sostenevano che questa immigrazione era preziosa per la nostra economia, e a vedere i risultati di recessione e quasi bancarotta in cui siamo precipitati la dice lunga sulla capacità di politici e capitalisti di capire come stanno veramente le cose.

Naturalmente i vantaggi, temporanei, del fenomeno immigrazione sono andati agli imprenditori senza scrupoli e tutte le contraddizioni si sono scaricate sui quartieri popolari e sui salariati, con problemi di rigetto che, impropriamente e subdolamente, sono stati etichettati come RAZZISMO. Disagio diffuso che è stato immediatamente strumentalizzato dalle destre con grande fortuna politica.
Ma qui il “razzismo” c’entra come i cavoli a merenda, e neanche le varie religioni.

Milioni di persone sono arrivate in poco tempo creando uno “tsunami” sociale che si è scaricato completamente sui soggetti delle classi subalterne e più recentemente anche sui piccoli imprenditori, con una miriade di piccole e medie imprese in mano ad immigrati di tutte le razze.
E’ un fatto che a Napoli donne napoletane vanno a fare le badanti o le baby sitter di benestanti cinesi, e a Olbia, dove abito io, circa 200 piccoli negozi di olbiesi sono stati chiusi a fronte dell’apertura di due mega-store di imprenditori cinesi, che trattano generi provenienti dalla madrepatria.

Se tu parli con la gente comune e non con gli acchiappanuvole intellettuali, ti dicono che si sentono invasi, che così non si può andare avanti e qualcuno comincia a prendersela direttamente con gli immigrati, con furti, aggressioni, danneggiamenti.
Se in certe realtà ti metti a sostenere che i figli degli immigrati hanno diritto naturale di diventare italiani devi temere seriamente per la tua salute.

La “complessità” nella quale dobbiamo immergere il nostro pensiero sulla immigrazione e sul “razzismo” deve essere quella della globalizzazione e della crisi finanziaria e capitalistica globale, dove è evidente che il fenomeno migratorio in Italia è un poderoso ostacolo ad una necessaria “decrescita”, e ad una altrettanto urgente uscita dalla globalizzazione e dal debito.

I capitalisti ed i “tecnici”, che hanno sostituito i politici, non fanno altro che parlare di una inesistente e impossibile “crescita”, in quanto è l’unica dinamica socio-economica che capiscono, in cui hanno una fede che assomiglia più al dogmatismo religioso che alla razionalità, che invece indica solo fallimenti, disuguaglianze, inquinamento insostenibile, strapotere bancario, sovrappopolazione, diminuzione drammatica di risorse alimentari e delle falde acquifere, picco del petrolio.

Io chiedo a Grillo di collocare il suo rifiuto alla “liberalizzazione delle nascite” in una strategia politica complessiva che oggi nessun partito contempla, che è quella di sostituire una chimerica “crescita” all’interno delle regole della globalizzazione, FMI, BCE, NATO, con una prospettiva di decrescita che poggi su due assi portanti fondamentali: la autosufficienza energetica (con le rinnovabili) e quella alimentare, che dia risposte occupazionali alle centinaia di migliaia di lavoratori espulsi dal ciclo produttivo capitalista, che ha delocalizzato all’estero migliaia di fabbriche senza nessuna responsabilità verso coloro che hanno perduto il lavoro.

E’ la più lungimirante strategia che si possa avere. Deve essere basata sul piccolo modo di produrre, diffuso sul territorio, che siano al contempo fattorie elettriche ed agricole, con sistemi di collocamento del fotovoltaico su piccoli pali (il che non toglie un solo metro quadro all’agricoltura), in mano a singoli, famiglie, o piccole cooperative, con l’esclusione di grandi gruppi speculativi e mafiosi.
Naturalmente in questa scelta strategica non vi è spazio per la immigrazione e continuare a far entrare stranieri sarebbe da cretini irresponsabili.

In alcuni decenni si potrebbe arrivare ad una autosufficienza alimentare ed energetica completa, il che ci metterebbe al riparo da crisi internazionali e da speculazioni sulle derrate alimentari, finanziata dalla abolizione delle spese militari, dal taglio del mantenimento dei partiti politici, dell’editoria, dell’8 per mille alle Chiese, da un rigore fiscale, dal taglio di tutti gli sprechi della cosa pubblica, in testa l’abolizione delle province.

Grillo deve chiedere il consenso su questa visione d’insieme, poiché anche lui è in difficoltà in quanto le proteste non servono se non ci sono proposte alternative possibili e credibili.
Decenni di immigrazione non hanno risolto alcun problema nemmeno per i paesi degli emigranti, paesi che sono aumentati di numero, irresponsabilmente, senza porsi mai il problema della sostenibilità e di un corretto rapporto tra numero di abitanti e risorse del territorio.

L’Italia potrebbe vivere benissimo con trenta milioni di abitanti (come all’inizio del 900), autosufficiente nei settori fondamenti della energia e della agricoltura, decrescendo gradualmente fino ad avere spazio e risorse per tutti, tendenza che si era manifestata spontaneamente nella popolazione italiana, prima dello “tsunami” immigratorio.
Nemici giurati di questa prospettiva preti e capitalisti.
Paolo De Gregorio

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