Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  funky1 il 1/7/2011 20:42:13
Non voglio fare il guastafeste. I risvolti a livello giudiziario di questa sentenza sono interessantissimi e possibile fonte di appassionate discussioni tra gli amanti della giurisprudenza.

Penso che però non si possa prescindere dal fatto che la pianta in questione, se è vera la storia dei 16 mg di principio attivo, arrotolata e fumata tutta insieme non avrebbe sballato neanche un puffo.

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Ghilgamesh il 2/7/2011 0:22:24
Citazione:

Makk ha scritto:

Se pensi che il proibizionismo sia stato messo in piedi per fare soldi dalla vendita della roba, allora hai dei problemi a distinguera la causa dall'effetto.
Il proibizionismo fa ben di più: ogni busta di plastica, (praticamente) ogni farmaco, ogni barattolo di vernice tossica, ogni tessuto sintetico, ogni pesticida, ogni particella di scarico da combustione, e tantissime altre cose, sono prodotti sostitutivi che avrebbero fatto fatica a reggere il confronto con i prodotti di derivazione della cannabis e relative conseguenze sulla ristrutturazione dell'economia dal primo dopoguerra ad oggi.


Errore mio, pensavo fossi meno informato, almeno da quello che scrivi, quindi non ero entrato troppo nel dettaglio.
Resta il fatto che non si danneggiano altre persone oneste, quindi in un paese civile non può essere considerato reato.


Citazione:

Quindi l'imprecisione sul Portogallo consiste in...?
Spiega, spiega


Nulla, solo sull'Olanda, se leggi è scritto dopo ...

Citazione:
Inoltre dell'Olanda ho detto che "sta tornando indietro sulla tolleranza". Infatti prima tolleravano gli stranieri e adesso hanno stretto i cordoni.
Quindi? L'imprecisione ("per non dire altro", poffarbacco!) sarebbe...?
"Non tollerare più" significa qualcos'altro da "tornare indietro sulla tolleranza"?


Scusa, pensavo si stesse parlando di Canapa ... tornare indietro sulla tolleranza, l'avevo riferito a quello ... è dura capire che in un topic sulla tolleranza ai cannabinoidi, tu parlassi della tolleranza agli stranieri.
Fosse un sito di leghisti ...


Citazione:
Scommessina: appena spazzano via la vendita al turista, passeranno a quella all'indigeno.
Ci vediamo su queste pagine fra qualche anno


E' arrivato Nostradamus!
che ci siano forti pressioni anche in Olanda, come nel resto del mondo, da parte di organizzazioni criminali (non solo la mafia, anche i petrolieri e chissà chi altro) è cosa risaputa... ma al momento non ci sono ritorni indietro sulle droghe, solo poca voglia di vedere Amsterdaam piena di Italiani rozzi e ignoranti!

Il punto su cui sembra tu voglia fare in vago è:

Secondo te la coltivazione di una pianta è dannosa per la società?
O solo per chi ci guadagna nel rendertelo illegale?

Che bisogna cominciare a capire la differenza fra ciò che è giusto e ciò che è legale!
Essendo i legislatori criminali, dobbiamo considerare la legge sempre giusta?

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Lv78 il 21/7/2011 22:28:44
Salve.
Ho una domanda da fare: qui in Italia come siamo messi dal punto di vista della coltivazione ad uso terapeutico?
Voglio dire, se uno ha una patologia (o ha una persona in famiglia con una patologia) che dall'uso di cannabis trarrebbe giovamento, potrebbe coltivare?
Mi viene in mente ad esempio il Parkinson.
A proposito, vedetevi questo video di questo tizio sofferente di Parkinson: trema vistosamente, ma gli basta succhiare una punta di olio di cannabis dal dito per smettere di tremare e riuscire a camminare e muoversi normalmente (ammesso che ciò che si vede nel filmato non sia una fregnaccia).
http://www.youtube.com/watch?v=yXg1huWisKI

Ci sarebbe poi il solito aspetto dell'ostracismo della medicina ufficiale eccetera (e ci credo, con quello che costano i farmaci anti-Parkinson).

In pratica, sarebbe fattibile ottenere (nell'ottica della presunta libertà di cura) dei permessi per coltivare, dopo aver dimostrato l'effettiva esistenza della malattia?
Mio padre soffre di Parkinson da anni e prende una caterva di farmaci, che ormai non gli fanno quasi più effetto.
Anzi, gli effetti che ottiene da questi farmaci sono pesanti allucinazioni, manco prendesse lsd...a volte parla con persone che vede solo lui, pensa che siano successi fatti che in realtà non sono successi, si sveglia di notte agitato convinto di aver sentito i ladri in casa, e cose così... In aggiunta ha il fegato a pezzi proprio a causa di questi farmaci.
Altro che cannabis.

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  LoneWolf58 il 21/7/2011 23:05:06
Citazione:
Italia come siamo messi dal punto di vista della coltivazione ad uso terapeutico?


Ti è sufficiente come risposta?
Coltivava marijuana nella terrazza suò Canal Grande - Veneziana assolta perchè la usava per curarsi

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Lv78 il 26/7/2011 21:10:16
@ Lonewolf58: non sapevo di quel caso.
Ma (come certe sentenze della cassazione che possono essere prese come precedente su cui basarsi) ha valore dal punto di vista legale? Cioè, posso io chiedere alle autorità/al medico/a chi di dovere di coltivare cannabis per farne uso curativo,basandomi sul caso di questa signora? E mi darebbero il permesso? La vedo ben poco fattibile...
@ tutti: ma l'effetto curativo della cannabis si ha anche con l'olio dei semi ad uso alimentare? E dove lo si trova?

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Fabyan il 29/7/2011 13:08:58
Citazione:

Lv78 ha scritto:
@ Lonewolf58: non sapevo di quel caso.
Ma (come certe sentenze della cassazione che possono essere prese come precedente su cui basarsi) ha valore dal punto di vista legale? Cioè, posso io chiedere alle autorità/al medico/a chi di dovere di coltivare cannabis per farne uso curativo,basandomi sul caso di questa signora? E mi darebbero il permesso? La vedo ben poco fattibile...
@ tutti: ma l'effetto curativo della cannabis si ha anche con l'olio dei semi ad uso alimentare? E dove lo si trova?


Mi permetto di risponderti io in qualche passaggio anche se non sono e non ho gli studi di un giurista, in questo caso la sentenza e' utile da portare come precedente per un'eventuale processo subito, la legge rimane tale con tutte le conseguenze, al massimo c'e' la possibilita' di assoluzione per appunto causa specifica, nessuno ti puo' ad oggi autorizzare a priori (tranne in casi di sperimentazione autorizzata direttamente dal ministero).
I semi non contengono principio attivo, quindi "credo" che l'olio estratto non abbia affatto gli stessi effetti curativi, devo vedere se e' buono per le fritture :)

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Fabyan il 5/8/2011 18:34:40
Fonte originale:http://www.lemonde.fr/societe/article/2011/08/02/cannabis-ce-que-la-legalisation-rapporterait-au-fisc_1555169_3224.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/05/francia-la-legalizzazione-delle-drogheleggere-farebbe-bene-alleconomia/150030/

Francia, “La legalizzazione delle droghe leggere farebbe bene all’economia”

A sostenerlo, sulla prima pagina di Le Monde, il professore di Economia della Sorbona Pierre Kopp: "Lo Stato deve supervisionare produzione e distribuzione". Per il docente, il guadagno è assicurato: un miliardo di euro di tasse e 300 milioni ora spesi per le incriminazioni per chi si trova in possesso di cannabis

La canna libera? Farebbe bene al fisco. E’ quello che sostiene Pierre Kopp, stimato professore di Economia alla Sorbona di Parigi, finito nei giorni scorsi sulla prima pagina dell’autorevole (e serioso) Le Monde per le sue opinioni al riguardo. Sì, perché il professore sostiene che la legalizzazione delle droghe leggere «permetterebbe di incassare a livello di tasse circa un miliardo di euro. E poi si rispamierebbero i 300 milioni ora spesi per le incriminazioni effettuate nei confronti di chi si trova in possesso di cannabis. Questa cifra, in realtà, è ancora più alta se si calcolano i costi delle custodie cautelari. E quelli necessari per il funzionamento dei tribunali e per l’esecuzione delle pene», ha spiegato il docente.

Eppure la Francia è da sempre uno dei Paesi più duri nel punire i consumatori delle droghe leggere. Negli ultimi tempi, però, soffia un vento sempre meno proibizionista. In giugno Daniel Vaillant, ex ministro degli Interni e oggi deputato socialista, aveva presentato un rapporto, redatto con alcuni colleghi di partito, sui benefici nel caso si liberalizzasse il settore, ovviamente sotto l’egida delle autorità pubbliche (Leggi). Anche forze della destra si erano dette aperte al dialogo su questo dossier.

Lo stesso Kopp chiede «una legalizzazione controllata, con lo Stato che supervisioni produzione e distribuzione. Permetterebbe di giocare sulle tariffe e di lottare meglio contro gli abusi di queste droghe». Secondo l’economista non è vero, come ritengono in tanti, che la legalizzazione della cannabis porterebbe per forza a una crescita dei consumi. «Questo non si dovrebbe verificare se la tassa imposta dallo Stato pemettesse di mantenere almeno il prezzo attuale, in Francia in media di 5,5 euro al grammo. E’ proprio il prezzo la variabile essenziale. Se fosse troppo elevato, andrebbe a favorire i traffici illeciti. Se fosse troppo basso, il consumo potrebbe in effetti svilupparsi. Forse, una volta legalizzato il settore, la tariffa dovrebbe essere un poco più alta rispetto a oggi per compensare la scomparsa del rischio che comporta l’acquisto, vedi la possibiltà di essere beccati dalla polizia o di essere rubati dal pusher». «Un altro punto chiave è l’educazione – continua Kopp -. Bisogna fare prevenzione, allertando sugli effetti dei consumi eccessivi e sui rischi di guidare sotto l’influsso della cannabis».

In questo momento però è sul fronte della repressione che la Francia si distingue. Sulla base di una legge del 1970, il consumo di cannabis è punito con una pena che va fino a un anno di carcere o con una multa fino a 3.750 euro. Il problema principale è che non si prevede alcuno «sconto» per una semplice dose giornaliera. Ogni anno almeno 80mila persone vengono fermate dalle forze dell’ordine, sospettate di consumo di droghe leggere. E numerose sono le custodie cautelari decise in merito. Ma tutti questi anni di repressione a quali risultati hanno portato? Secondo i dati più recenti dell’Ofdt, l’Osservatorio delle droghe e delle tossicomanie del Paese transalpino, 1,2 milioni di francesi sono consumatori regolari (dieci volte al mese) e 550mila quotidiani: cifre stabili negli ultimi anni, ma elevatissime rispetto agli altri Paesi europei.

«La politica di lotta contro la cannabis – sottolinea Kopp – economicamente ha poco senso: costa caro e dà benefici incerti. Dopo il 1995, in materia di eroina, la Francia ha autorizzato i prodotti di sostituzione e ha permesso così il crollo del numero delle overdose. Per le droghe leggere, invece, si è scelta un’altra strada. Peccato». Secondo Kopp gli oltre 300 milioni risparmiati sul fronte della repressione con la legalizzazione della cannabis e il miliardo di euro intascato mediante le imposte potrebbero essere destinati alle iniziative educative per evitare consumi eccessivi «e soprattutto per la prevenzione e la lotta contro il traffico della altre droghe».

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/05/francia-la-legalizzazione-delle-drogheleggere-farebbe-bene-alleconomia/150030/

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Droga, un appello da personalità mondiali
Da Kofi Annan a Vargas Llosa: “Legalizzare”


“La guerra mondiale alla droga ha fallito". Ad affermarlo è la ‘Global Commission on Drug Policy’, composta da grandi nomi internazionali, dalla politica alla cultura. Che in una petizione presentata all'Onu chiederanno agli Stati di rivedere le politiche di contrasto

La copertina del rapporto della 'Global Commission on Drug Policy' che chiede un cambiamento negli strumenti di contrasto alla tossicodipendenza

“Il proibizionismo non funziona e non conviene, è una forma di repressione sociale di massa che garantisce fiumi di denaro a terrorismo e narcomafie”. Lo afferma da sempre il segretario dei Radicali, Mario Staderini. Che da oggi potrebbe avere un alleato insospettabile: l’Onu. “La guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo” scrive la ‘Global Commission on Drug Policy‘, in un rapporto presentato a New York. L’organismo più alto in materia ha annunciato l’inizio di una petizione internazionale: milioni di firme da presentare alle Nazioni Unite affinché gli Stati si convincano a cambiare gli strumenti finora usati per contrastare la tossicodipendenza. Disposizioni fallimentari che, si legge nel rapporto, hanno portato solo a carceri piene e migliaia di vittime. La strada, da oggi, dev’essere piuttosto quella di puntare a una “riduzione del danno”, contrastando prima di tutto la vera base del traffico di droga: la criminalità organizzata. In una parola: legalizzare.

L’appello arriva da personalità mondiali e insospettabili. Tra loro, anche l’ex presidente dell’Onu, Kofi Annan. E ancora, tra i politici, l’ex commissario Ue, Javier Solana, l’ex segretario di Stato statunitense, George Schultz e diversi ex presidenti. Alcuni con una profonda conoscenza diretta del tema, come il colombiano Cesar Gaviria. Ma la lista dei nomi coinvolti comprende anche personalità del mondo della cultura: come il premio Nobel per la letteratura peruviano, Mario Vargas Llosa, e lo scrittore messicano Carlos Fuentes. E ancora esperti come il francese Michel Kazatchkine, direttore del Fondo mondiale contro l’Aids, la tibercolosi e la malaria.

“Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali”. E’ questa l’idea di fondo della commissione. Che nel rapporto da un po’ di numeri per far comprendere come negli scorsi decenni “le politiche di criminalizzazione e le misure repressive – rivolte ai produttori, ai trafficanti e ai consumatori – hanno chiaramente fallito”. In dieci anni, dal 1998 al 2008, il consumo di cannabis è aumentato dell’8,5 per cento. E va peggio con le cosiddette ‘droghe pesanti’: nello stesso periodo, il numero dei consumatori di cocaina è cresciuto del 27 per cento. Una percentuale che nasconde circa tre milioni e mezzo di persone in più.

Oltre a chiedere una presa di coscienza internazionale, la commissione propone però una soluzione. Per una vera lotta alla tossicodipendenza, è necessario introdurre “forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali”. Come? “Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione”. Solo così, secondo la commissione, sarà possibile rendere efficace il contrasto su piccola scala, quello rivolto ai coltivatori, i corrieri e gli spacciatori, “spesso vittime loro stessi della violenza e dell’intimidazione”. Oppure consumatori a loro volta. Il cambio di rotta inoltre, ricordano nel rapporto, potrebbe risolvere la problematica dell’esclusione sociale dei tossicodipendenti. A patto che le politiche adottate siano “improntate a criteri scientificamente dimostrati” e rafforzate da un’educazione familiare e scolastica.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/02/droga-un-appello-da-personalita-mondialida-kofi-annan-a-vargas-llosa-legalizzare/115500/

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Lv78 il 20/9/2011 22:16:41
Fabyan, purtroppo sembra che coltivare a scopo curativo non sia tollerato, anzi, ti trattano come un criminale...almeno stando a questa notizia che ho trovato.
http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=2485

l'ho letta da qui:
http://scienzamarcia.blogspot.com/2011/08/alcune-brevi-ma-importanti-segnalazioni.html

Se hanno trattato quel ragazzo come un criminale spacciatore, non oso immaginare cosa succederebbe a un pinco pallino qualunque...
Ma fumarsi 2 pacchetti a giorno di cancerogene sigarette o bersi alcolici spaccafegato è legalissimo, anzi è monopolio di Stato!
Mala tempora currunt.

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  Fabyan il 8/2/2012 12:33:03
Cannabis, smentite dei danni

In questa rubrica si sono spesso commentati lavori che apparentemente mostravano danni neuropsicologici di lungo termine o aumentata insorgenza di disturbi mentali dopo consumi anche moderati di cannabis. In sintesi, si è sottolineato: 1. come in tali lavori non fosse adeguata la analisi dei fattori confondenti (diversi status economici e culturali, sofferenza psichica non riconosciuta a monte dell'uso di droga, ecc.); 2. come i risultati di studi osservazionali pur ampi e ben controllati siano spesso azzerati, o addirittura capovolti, dagli studi randomizzati in doppio cieco (come è avvenuto nel caso dei trattamenti ormonali di donne in menopausa), studi ovviamente non fattibili nel caso delle droghe.

Ora una ricerca australiana (Tait et al, Addiction, ottobre 2011) ha analizzato ripetutamente, lungo l'arco di otto anni, le performance cognitive di oltre 2000 soggetti, inizialmente di 20-24 anni, distribuiti in sei classi a seconda dell'entità del consumo di cannabis e del suo andamento temporale («antecedente leggero», «costante leggero», «antecedente pesante», «costante pesante», «solo antecedente», «mai»).[...]



Posso solo citare cdc e non la fonte, continua su: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=44413

Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

Inviato da  perspicace il 8/2/2012 13:01:09
Citazione:

Lv78 ha scritto:

Ma fumarsi 2 pacchetti a giorno di cancerogene sigarette o bersi alcolici spaccafegato è legalissimo, anzi è monopolio di Stato!


Il punto è proprio quello il tabacco uno anche se potesse non se lo farebbe in casa poiché ha bisogno di una lavorazione che prevede un ampio spazio per l'essiccazione e soprattutto per la coltivazione. Mentre per la cannabis basta 1mq in casa e con la giusta Luce-buio in tre mesi raccolgo.

Quindi a differenza del vino, delle sigarette e della birra (perché io parlo anche di coltivarsi il luppolo) la Marja può realmente essere auto-prodotta da chiunque comodamente in casa.

I merli lo sanno bene che non la possono tassare come vorrebbero, e che se ad ognuno fosse concessa la libertà di coltivarla i mercato nero delle droghe crollerebbe e le mafie non finanzierebbero più il potente di turno che mantiene lo status quo.

Purtroppo la gente è credulona e pensa davvero che l'erba uccide e che il PETROLIO aiuta.

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