Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 19/9/2014 18:43:04
Trucchi scozzesi ?
Mah
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da horselover il 19/9/2014 20:49:18
il si non doveva vincere
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 23/9/2014 16:39:14
Preoccupante sì, ma per la germania:
Der Spiegel...Ma forse pure per noi ?
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 25/9/2014 0:14:57
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 26/9/2014 6:00:44
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 3/10/2014 19:18:12
Tfr in busta paga: le (tante, tantissime) fregature nascoste
Scritto da Rossana Prezioso | Trend Online – gio 2 ott 2014 10:04 CEST
Non contenti degli 80 euro che non hanno risolto assolutamente niente, ma che anzi hanno evidenziato il malessere e la strategia solo “passeggera” e non certo determinante della politica renziana fatta per lo più di annunci mirabolanti seguiti dal profondo nulla, ebbene, adesso vediamo arrivare (ma sarebbe più giusto dire ritornare) l’idea (malsana) del Tfr in busta paga (trattamento di fine rapporto, o se si preferisce chiamatela pure liquidazione).
In pratica invece di vedersi retribuita la somma alla fine della carriera lavorativa, la si percepisce un tot al mese. Per molti, una vera idiozia.
Perchè idiozia? Semplice.
1) Prima di tutto il Tfr in busta paga viene fatto passare come un aumento di stipendio. Non è così, perchè si tratta di soldi che spettano di diritto al singolo lavoratore, quindi niente di nuovo sotto il sole e niente che possa registrare un aumento della ricchezza.
2) Nel momento in cui il Tfr verrà sommato alla busta paga, sarà accomunato anche il trattamento fiscale, quindi soggette all’Irpef ovvero al 27% in caso di uno stipendio sui 1.500 euro, al 38% (strano ma vero, vista la sproporzione) per quelli sui 2mila e non più al 23% come previsto sul normale Tfr.
3) Molte imprese, già a corto di liquidità, rischiano di non avere la possibilità di anticipare il trattamento. Infatti, adesso il percorso prevede la possibilità di scelta da parte del lavoratore: previdenza integrativa oppure deviarli direttamente all’Inps (solo in caso di impresa con oltre 50 dipendenti, in caso di numero inferiore l’azienda lo può sfruttare facendola rivalutare a tasso ridotto e nel frattempo usufruirne per eventuali investimenti. Cosa significa questo? che non disponendo più di questo capitale le aziende saranno costrette a ricorrere alle banche, peggiorando e non poco, quel dramma del credit crunch e soprattutto la difficoltà da parte delle imprese ad avere liquidità. Non solo, ma anche per le banche il pericolo di aumentare i crediti in sofferenza diventerebbe ancora più concreto, nonostante gli accordi che il governo vorrebbe prendere con l’Associazione Bancaria Italiana.
4) Spesso il Tfr viene sfruttato come investimento ai fini di un arrotondamento della pensione oppure per spese mediche (la vecchiaia riserva brutte sorprese), acquisto di una casa anche per i propri figli (sempre che le tasse sul mattone rendano ancora conveniente questo tipo di investimento, argomento sul quale si potrebbe discutere a lungo). Dilazionando il tutto mese per mese, si avrebbero altre conseguenze come una cifra finale minima, quelle finora ricevute, nel frattempo, svanite magari pagando tasse arretrate. Un dato di cui tenere conto anche per un altro assurdo motivo: l’azienda per la quale si lavora, costretta a rivolgersi alla banca per riuscire a pagare il Tfr ogni mese, fallisce.
Risultato:
a) licenziamento
b) liquidazione inferiore
c) impossibilità di sopravvivere sfruttando quella liquidazione come unica risorsa nel frattempo che non trova un altro lavoro. Sempre che ci sia questa possibilità, piuttosto remota.
Senza contare la mancata rivalutazione sull’inflazione, che negli anni diventa una somma importante. Infatti il Tfr è incrementato su base composta ad un tasso dell’1,5% e sui tre quarti dell’inflazione decretata dai dai ISTAT, mancando questo accantonamento, mancherebbe anche tutta la rivalutazione e gli interessi annessi.
5) Finora molti italiani hanno scelto forme di pensioni integrative. Nel momento in cui la loro quota non sarà più versata ai fondi o alle assicurazioni, quali prospettive avranno per il proprio futuro? Quali trattamenti pensionistici potrebbero avere? Senza contare poi l’Inps: ciò che arrivava nelle sue casse, ora non ci sarà più. E l’Inps, sappiamo, è già di per sè sommersa dai debiti.
A chi conviene?
Prima di tutto al governo che si trova evitati troppi interessi e troppe rivalutazioni nel tempo e ha qualche sicurezza in più di vedersi saldate molte scadenze fiscali. Indubbio che potrebbe essere conveniente anche a chi non ha un lavoro stabile(e in molti lo sanno) che hanno la possibilità di vedersi soldi in mano, subito e poi riuscire (forse) a capire come sfruttarli al meglio. Sempre sperando che ci sia la possibilità di scegliere.
Da premettere una cosa: ognuno è libero di scegliere ciò che vuole o ciò che crede sia meglio per lui, ma la scelta dev’essere dettata dalla libertà, altrimenti è un ricatto sommesso. E la libertà, l’Italia e gli italiani, in questo momento non ce l’hanno. La prima sotto schiaffo di Bruxelles e di Berlino, incapace di far valere se stessa, i suoi diritti le sue potenzialità economiche, il fatto di aver dato di più all’Europa rispetto a quanto ha ricevuto, il fatto di essere la seconda esportatrice del Continente, il fatto di avere manifattura, manodopera, ingegno, turismo, arte e agricoltura tra i migliori al mondo. E puntualmente mortificate. Il fatto che la Penisola potrebbe essere la Regina d’Europa e invece è ridotta allo stato di Cenerentola dall’incapacità, dalla miopia, dalla sudditanza e dall’impotenza decennale della sua politica.
Ma non sono liberi di scegliere nemmeno gli italiani, tartassati da una pressione fiscale degna di uno strozzino e asfissiati da un’ansiogena situazione lavorativa (chi ha lavoro teme di perderlo e chi non lo ha teme di non trovarlo mai), in queste condizioni non esiste la serenità e la lucidità mentale di poter agire per il meglio pensando al futuro. UN futuro che potrebbe tranquillamente rivelarsi di miseria.
source:
https://it.finance.yahoo.com/notizie/tfr-in-busta-paga-tante-080400243.html
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 3/10/2014 19:18:15
Tfr in busta paga: le (tante, tantissime) fregature nascoste
Scritto da Rossana Prezioso | Trend Online – gio 2 ott 2014 10:04 CEST
Non contenti degli 80 euro che non hanno risolto assolutamente niente, ma che anzi hanno evidenziato il malessere e la strategia solo “passeggera” e non certo determinante della politica renziana fatta per lo più di annunci mirabolanti seguiti dal profondo nulla, ebbene, adesso vediamo arrivare (ma sarebbe più giusto dire ritornare) l’idea (malsana) del Tfr in busta paga (trattamento di fine rapporto, o se si preferisce chiamatela pure liquidazione).
In pratica invece di vedersi retribuita la somma alla fine della carriera lavorativa, la si percepisce un tot al mese. Per molti, una vera idiozia.
Perchè idiozia? Semplice.
1) Prima di tutto il Tfr in busta paga viene fatto passare come un aumento di stipendio. Non è così, perchè si tratta di soldi che spettano di diritto al singolo lavoratore, quindi niente di nuovo sotto il sole e niente che possa registrare un aumento della ricchezza.
2) Nel momento in cui il Tfr verrà sommato alla busta paga, sarà accomunato anche il trattamento fiscale, quindi soggette all’Irpef ovvero al 27% in caso di uno stipendio sui 1.500 euro, al 38% (strano ma vero, vista la sproporzione) per quelli sui 2mila e non più al 23% come previsto sul normale Tfr.
3) Molte imprese, già a corto di liquidità, rischiano di non avere la possibilità di anticipare il trattamento. Infatti, adesso il percorso prevede la possibilità di scelta da parte del lavoratore: previdenza integrativa oppure deviarli direttamente all’Inps (solo in caso di impresa con oltre 50 dipendenti, in caso di numero inferiore l’azienda lo può sfruttare facendola rivalutare a tasso ridotto e nel frattempo usufruirne per eventuali investimenti. Cosa significa questo? che non disponendo più di questo capitale le aziende saranno costrette a ricorrere alle banche, peggiorando e non poco, quel dramma del credit crunch e soprattutto la difficoltà da parte delle imprese ad avere liquidità. Non solo, ma anche per le banche il pericolo di aumentare i crediti in sofferenza diventerebbe ancora più concreto, nonostante gli accordi che il governo vorrebbe prendere con l’Associazione Bancaria Italiana.
4) Spesso il Tfr viene sfruttato come investimento ai fini di un arrotondamento della pensione oppure per spese mediche (la vecchiaia riserva brutte sorprese), acquisto di una casa anche per i propri figli (sempre che le tasse sul mattone rendano ancora conveniente questo tipo di investimento, argomento sul quale si potrebbe discutere a lungo). Dilazionando il tutto mese per mese, si avrebbero altre conseguenze come una cifra finale minima, quelle finora ricevute, nel frattempo, svanite magari pagando tasse arretrate. Un dato di cui tenere conto anche per un altro assurdo motivo: l’azienda per la quale si lavora, costretta a rivolgersi alla banca per riuscire a pagare il Tfr ogni mese, fallisce.
Risultato:
a) licenziamento
b) liquidazione inferiore
c) impossibilità di sopravvivere sfruttando quella liquidazione come unica risorsa nel frattempo che non trova un altro lavoro. Sempre che ci sia questa possibilità, piuttosto remota.
Senza contare la mancata rivalutazione sull’inflazione, che negli anni diventa una somma importante. Infatti il Tfr è incrementato su base composta ad un tasso dell’1,5% e sui tre quarti dell’inflazione decretata dai dai ISTAT, mancando questo accantonamento, mancherebbe anche tutta la rivalutazione e gli interessi annessi.
5) Finora molti italiani hanno scelto forme di pensioni integrative. Nel momento in cui la loro quota non sarà più versata ai fondi o alle assicurazioni, quali prospettive avranno per il proprio futuro? Quali trattamenti pensionistici potrebbero avere? Senza contare poi l’Inps: ciò che arrivava nelle sue casse, ora non ci sarà più. E l’Inps, sappiamo, è già di per sè sommersa dai debiti.
A chi conviene?
Prima di tutto al governo che si trova evitati troppi interessi e troppe rivalutazioni nel tempo e ha qualche sicurezza in più di vedersi saldate molte scadenze fiscali. Indubbio che potrebbe essere conveniente anche a chi non ha un lavoro stabile(e in molti lo sanno) che hanno la possibilità di vedersi soldi in mano, subito e poi riuscire (forse) a capire come sfruttarli al meglio. Sempre sperando che ci sia la possibilità di scegliere.
Da premettere una cosa: ognuno è libero di scegliere ciò che vuole o ciò che crede sia meglio per lui, ma la scelta dev’essere dettata dalla libertà, altrimenti è un ricatto sommesso. E la libertà, l’Italia e gli italiani, in questo momento non ce l’hanno. La prima sotto schiaffo di Bruxelles e di Berlino, incapace di far valere se stessa, i suoi diritti le sue potenzialità economiche, il fatto di aver dato di più all’Europa rispetto a quanto ha ricevuto, il fatto di essere la seconda esportatrice del Continente, il fatto di avere manifattura, manodopera, ingegno, turismo, arte e agricoltura tra i migliori al mondo. E puntualmente mortificate. Il fatto che la Penisola potrebbe essere la Regina d’Europa e invece è ridotta allo stato di Cenerentola dall’incapacità, dalla miopia, dalla sudditanza e dall’impotenza decennale della sua politica.
Ma non sono liberi di scegliere nemmeno gli italiani, tartassati da una pressione fiscale degna di uno strozzino e asfissiati da un’ansiogena situazione lavorativa (chi ha lavoro teme di perderlo e chi non lo ha teme di non trovarlo mai), in queste condizioni non esiste la serenità e la lucidità mentale di poter agire per il meglio pensando al futuro. UN futuro che potrebbe tranquillamente rivelarsi di miseria.
source:
https://it.finance.yahoo.com/notizie/tfr-in-busta-paga-tante-080400243.html
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 5/10/2014 16:32:25
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 7/10/2014 20:58:34
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 11/10/2014 19:03:10
Complotti nella storia:
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 11/10/2014 19:05:47
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 18/10/2014 23:32:21
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 19/10/2014 1:55:32
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 19/10/2014 8:37:40
Un po' dei principi usati in giro in vari modi per vari motivi, dall'aumento dell'audiences al semplice trolling passando per la propaganda politica.
1. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
2. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.
3. Principio della trasposizione.
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.
4. Principio dell’esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.
5. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.
6. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
7. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.
8. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie. O piu' semplicemente ricorrere al bisogno alla tecnica straw man, facile , economica, efficace.
9. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.
10. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.
In sintesi : fare leva sui bias di conferma.
11. Principio dell’unanimità.
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità. In sinetsi: fare largo uso di argumentum ad populum
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 19/10/2014 14:24:01
Capito, Calvero ?
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 19/10/2014 15:38:16
Toussaint hai qualche nuova dall'Ucraina ?
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 22/10/2014 17:08:20
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 22/10/2014 17:16:40
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 24/10/2014 23:16:39
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 26/10/2014 11:58:38
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 26/10/2014 16:34:48
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Fabyan il 27/10/2014 18:25:32
!FILTERED!
John Oliver su Last Week Tonight racconta con la sua ironia a stelle e strisce lo schifo dell'utilizzo indiscriminato e senza regole che possano definirsi tali, dei droni in casa e oltre oceano:
(sottotitoli ITA a cura di ComedyBay.it)
EDIT: Scusate, ma in anteprima il video funzionava, nel pubblicare il post io script java viene filtrato, quindi il filmato non si vede, allego i links:
http://www.comedybay.it/john-oliver-droni/ Versione con subs ita
https://www.youtube.com/watch?v=K4NRJoCNHIs Versione originale in inglese senza subs
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 11/11/2014 21:13:18
IL VICOLO CIECO DEI SERVIZI IDRICI, VERSO LA PRIVATIZZAZIONE DEFINITIVA
DI MARCO BERSANI
ilmanifesto.info
Si intitola «Una nuova politica industriale dei servizi pubblici locali: aggregare e semplificare» la relazione svolta dal presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini al convegno di Federutility del 14 ottobre scorso a Roma. Si tratta di 24 pagine in cui Bassanini (prossimo premier in pectore?) enuclea le linee guida sui servizi pubblici locali, non a caso divenute poi normative concrete con il decreto «Sblocca Italia» e con la Legge di stabilità.
Qual è la filosofia di fondo? Trasformare i servizi pubblici locali, a partire dall’acqua, da garanti di diritti universali in mercato redditizio e competitivo al servizio dei grandi capitali finanziari.
«L’obiettivo da perseguire è quello di porre le condizioni perché nascano operatori di grandi dimensioni, capaci di competere con i grandi players europei anche nei mercati emergenti» dice Bassanini, rilevando come nei comparti energetico, idrico e rifiuti operino attualmente 1.115 società territoriali che, nel disegno suo e del governo, dovranno divenire non più di 4–5 colossi multiutility. Tutto questo considerato necessario per garantire 5 miliardi di investimenti/anno nei servizi idrici, altri 5 nell’igiene urbana e 1 nella distribuzione del gas.Impossibile ricordare al “nostro” come gli investimenti, in questi anni di società per azioni e di collocamento in Borsa, siano crollati a meno di un terzo rispetto a quelli che facevano le vituperate municipalizzate, perché Bassanini è troppo concentrato su un altro obiettivo: il taglio drastico dei posti di lavoro: «(..) rispetto agli attuali 1.100 operatori complessivi dei tre comparti, occorre prevedere una loro riduzione a 60–190, ed è auspicabile che si arrivi ad un numero vicino all’estremo inferiore dell’intervallo».
Obbligo alla fusione tra società di servizi pubblici locali, gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale (che vanno ridefiniti su scala almeno regionale), ruolo di «controllo» esterno o con quote di assoluta minoranza degli enti pubblici e aumento delle tariffe: ecco il puzzle per consegnare tutti i beni comuni territoriali ai quattro colossi collocati in Borsa che già fremono ai binari di partenza: A2A, Iren, Hera e Acea (con la chicca di prevedere per il comparto rifiuti la costruzione di 97 inceneritori!). E per farlo, il governo Renzi ha inserito nella Legge di stabilità la possibilità per gli enti locali di spendere fuori dal patto di stabilità le cifre ricavate dalla vendita delle loro quote nei servizi pubblici locali.
Ma chi investirà nei servizi pubblici locali finalmente consegnati ai capitali finanziari?
Cassa Depositi e Prestiti, attraverso finanziamenti diretti (3 miliardi di euro già investiti nel triennio 2011–2013) o con i propri fondi equity FSI (500 milioni a disposizione per favorire le fusioni territoriali) e F21 ( già attivo nei servizi idrici, nella distribuzione del gas, energie rinnovabili, rifiuti, in autostrade, aeroporti e tlc). Naturalmente con interessanti joint venture con capitali stranieri, a partire dal colosso cinese State Grid Corporation of China, che, con la benedizione estiva di Renzi, ha acquisito il 35% di Cdp Reti, la società di Cassa Depositi e Prestiti, che tiene in pancia il 30% di Snam (gas) e il 29,85% di Terna (energia elettrica).
Come si può intuire, siamo di fronte al più pesante attacco sinora tentato ai beni comuni e alla loro gestione territoriale e partecipativa. Vogliono chiudere definitivamente la straordinaria stagione referendaria. Vogliono consegnare le nostre vite alla finanza.
Occorre reagire in ogni luogo. Il tempo è ora.
Marco Bersani (Attac Italia)
Fontre: www.ilmanifesto.,info
7.11.2014
via senzasoste.it
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 14/11/2014 3:08:38
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 17/11/2014 23:34:10
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 18/11/2014 5:21:40
Una notizia di un grave incidnte stradale nei giorni scorsi ha avuto eco sui media:
link Man mano stanno emergendo i particolari sulle casue dell'incidente:
link L'articolo parla di una velocità di 210 km all'ora.
Si certo, l'imprudenza, il destino, la strada viscida per la pioggia, etc etc .
Ma magari se alle auto si vietasse di avere motori capaci di spingerle a quelle velocità staremmo un attimo tutti piu' tranquilli.
E se magari il markenting la smettesse di usare irrealistici spot pubblicitari in cui si vede una sola auto correre spensierata su strade deserte sarebbe ancora meglio.
Ma ovviamente i politici han ben altro a cui pensare che piantare grane a un sistema, quello delle auto che invadono ogni istante delle nostre vite, che sebbene è potente per l'indotto che genera ormai è obsoleto ed insostenibile.
Una semplice regoletta del tipo "non si commercializzano in questo paese auto che superano i limiti di velocità dettati dal buon senso prima e imposti dal codice della strada poi " magari sarebbe impopolare ma sarebbe cosa buona e giusta.
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 13/12/2014 13:18:35
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 20/12/2014 17:25:15
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da Merio il 28/12/2014 23:33:36
Re:L'angolo delle cose preoccupanti...
Inviato da ivan il 8/1/2015 19:24:50
Da CDC
link DI PIOTR
megachip.globalist.it
Abbiamo appena fatto in tempo a scrivere il 14 dicembre scorso:
«Se i segni di nervosismo e di insubordinazione in Europa dovessero aumentare, non escludo la possibilità di clamorosi e sanguinosi attacchi terroristici sul nostro continente, fatti per dimostrare che il "pericolo fondamentalista" è reale (e per dimostrare a chi è in grado di udire, che il caos può essere usato ovunque, che non ci sono zone franche: tutto sommato, l'Italia non è stata bombardata terroristicamente per dieci anni di fila, negli anni Settanta?)».
Non lo avessimo mai fatto! Appena il giorno dopo, il misterioso sequestro di ostaggi al caffè Lindt di Sidney ha lanciato l'allarme sui "lupi solitari fondamentalisti" in Occidente. O meglio, lo ha rilanciato dopo l'ancor più strana azione di ottobre in Canada.
Oggi l'esecrabile strage alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi ha aumentato il livello di allarme.
Ma prima di parlarne, il nostro pensiero va alle vittime dell'attentato di Parigi e ai loro cari.
La situazione è certamente allarmante, molto allarmante. Ma per che cosa dobbiamo lanciare l'allarme?
Per lupi così poco solitari che si uniscono in un branco ben addestrato (da chi?) ad azioni di commando?
Per singoli "lupi solitari", come quello di Sidney, che poi salta fuori che era controllato 24 ore su 24 dai servizi e dalla polizia australiana? Ci dobbiamo allarmare perché questo controllo non è servito o perché è servito? La domanda è ancora più lecita da quando oltreoceano è pienamente emerso l'insano intreccio fra FBI e terroristi.
O forse ci dobbiamo preoccupare perché non siamo stati a sentire l'allarme vero e fondato di ormai moltissimi anni fa, quando studiosi di rango ci avvisavano che nei paesi musulmani il "faro Occidente" si era già perso nella nebbia, che non guidava più nessuno? E non siamo stati a sentirlo perché non potevamo farci nulla, perché, per dirla con Immanuel Wallerstein, il sistema capitalistico occidentale poteva accomodare gli interessi di alcuni milioni di operai occidentali ma non di centinaia e centinaia di milioni di abitanti di nazioni che uscivano dal colonialismo e cercavano il proprio posto nel mondo. E figuriamoci se è possibile farlo oggi che il sistema occidentale non riesce più ad accomodare nemmeno gli interessi dei propri operai e, anzi, tenta di scannarli assieme alla classe media.
Crisi sistemica significa crisi di un ordine mondiale. Alcuni, molto immaginifici, pensano invece che i nostri guai siano dovuti a un nucleo ristretto e coeso di potenti (framassoni, giudei, rettiliani, illuminati o altro) che stanno tramando un superordine mondiale già scritto nei suoi destini. Il famoso "complotto mondialista".
Ma la realtà è ben diversa. La crisi sistemica crea il caos sistemico. Punto e basta. E nel caos sistemico i potenti, a seconda di come sono posizionati, possono fare solo due cose: cercare di sfruttare il caos e/o cercare di resistere al caos.
In realtà spesso le due opzioni si complementano, perché è difficile resistere al caos sistemico se non si cerca di sfruttarlo. In quale altro modo si riesce a spiegare, ad esempio, un sistema finanziario che più è sull'orlo del baratro più verso l'orlo si spinge sapendo perfettamente di farlo, moltiplicando ad ogni passo l'essenza di merda (e non già la famosa "essenza di valore") dei propri titoli di "ricchezza"?
Di fronte a un'Europa in sfacelo, con disoccupazione giovanile a due cifre, come meravigliarsi se alcuni invece di sfogarsi andando a far casino in curva Sud, lo vanno a fare in Medioriente dove saranno sfruttati da ben addestrati "organizzatori del caos" (che sembra un ossimoro, ma non lo è per nulla)?
E perché lo stesso non dovrebbe succedere in Europa occidentale?
Sicuramente la strage di Parigi è stata organizzata in modo puntiglioso. Ciò che ancora non sappiamo, se mai lo sapremo, è il livello dei collegamenti degli organizzatori. È un livello ristretto a una banda? A un quartiere? O è più vasto?
Di sicuro sappiamo che la Superpotenza si è mossa subito. Barack Obama ha convocato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Ammesso quindi che non si tratti di un gruppo di killer professionisti, come invece tutti gli esperti francesi hanno commentato, ma che si sia trattata di una addestratissima banda di quartiere, i collegamenti che ha messo in moto sono mondiali.
Quello che ci verranno a dire già lo sappiamo e infatti lo avevamo detto e scritto meno di un mese fa a commento del simposio Global WARning e senza bisogno di sfere di cristallo. In realtà era una profezia tanto tragica quanto banale.
I potenti si muoveranno. Ahimè ne possiamo stare più che certi. E di sicuro Washington offrirà "protezione" a un'Europa che inizia a non voler più credere nella "minaccia russa".
I potenti, sghignazzando o piangendo lacrime da coccodrillo, si muovono sempre sopra le vittime innocenti, perché le vittime innocenti sono il complemento alla loro potenza. Hanno creato un mondo dove un giornale satirico è un bersaglio migliore di un vulture fund. E non per sbaglio. Sia chi ha preparato il terreno, sia chi ha eseguito ha fatto bene i propri calcoli. Se l'essere umano non è più in grado di prendere in giro se stesso si trasforma in un simulacro inerte, come una statua. E una statua non può pregare. Però può essere adorata. In definitiva chi uccide la satira restaura il paganesimo. Chi uccide la satira vuole né più né meno che il culto del dio-imperatore. Piotr
Fonte:
http://megachip.globalist.it
Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=6&topic_id=5736