OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 6/2/2010 20:23:17
Viste le candidature, questi - secondo me- i meritevoli: -


Miglior Film: Inglorius Basterds

Miglior Regia: Quentin Tarantino

Miglior Sceneggiatura originale: Bastardi Senza Gloria

Miglior Sceneggiatura non originale: District 9

Miglior Attore Protagonista: George Clooney (Up in the air)

Miglior attore non protagonista: Christoph Waltz (Bastardi senza Gloria)

Migliore attrice protagonista: Meril streep (Julie & Julia)

Miglior attrice non protagonista: Anna Kendrick (Up in the Air)

Miglior fotografia: Bastardi senza gloria

Miglior Film d'animazione: UP

Miglior scenografia:Sherlock Holmes

Miglior costumi: Nine

Miglior Montaggio: Bastardi senza gloria

Miglior trucco: Star Trek

Miglior effetti visivi: Transformers - Revenge of the fallen

Miglior effetti speciali: Avatar

Miglior sonoro: Avatar

Miglior canzone: The weary kind

Miglior colonna sonora: Avatar

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 6/2/2010 20:46:58
..sempre secondo candidature hanno messo, udite udite:

miglior fotografia, Avatar!!!!

miglior scenografia: Avatar!!!

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 6/2/2010 21:02:46
Candidature all'oscar:

a Venezia dicono che gli stronzi rimangono sempre a galla.

ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Santaruina il 6/2/2010 21:13:34
D'accordo con Calvero all'80% (soprattutto per quanto riguarda i Bastardi senza gloria)

Mi sa però che finirà così:



Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  schottolo il 6/2/2010 21:20:56
Speriamo di no!. Bastardi senza gloria per me è senza dubbio il peggior film che Tarantino avesse mai fatto. Troppo noioso, pesante, ed eccessivamente "sadico". Mi ha lasciato l'amaro in bocca.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 6/2/2010 21:38:19
Bergman, Antonioni un contentino, Visconti nemmeno quello, Altman in corriera, ecc: vedete che non ho nominato Venezia e la legge di Archimede a caso.

Tao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 6/2/2010 22:33:07
io e Santa che andiamo quasi d'accordo! ...

@ agli altri

..non c'è bisogno di fare una polemica sulla questione dei soliti esclusi per poter valutare l'arte cinematografica messa in discussione dalle candidature. E lo dico sapendo che il mio cuore è sempre stato con i grandi esclusi..

..Schottolo, per me hai detto una stronzata. E senza dubbio anche. Inglorius Bastard è assolutamente criticabile, ci mancherebbe. Ma da qui al tuo commento categorico e imperativo, non si può che essere imperativi nel dirti che hai scritto una stronzata. Se poi ne vogliamo parlare con criterio, da appassionati e/o cinefili... allora diamoci sotto

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 6/2/2010 22:56:20
Citazione:

Manfred ha scritto:
Bergman, Antonioni un contentino, Visconti nemmeno quello, Altman in corriera, ecc: vedete che non ho nominato Venezia e la legge di Archimede a caso.

Tao


Bergman: intoccabile. Inarrivabile.

Antonioni: appunto, un contentino... poiché comunque, a mio vedere, è sopravvalutato.

Visconti: Un GRANDE.

Altman: lui stesso non all'altezza delle sue potenzialità.. a volte con cadute di stile da paura.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 6/2/2010 23:20:51
l mio pensiero: Cinema = poesia per immagini!
Tarantino e company = cesso per immagine!

Miao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 6/2/2010 23:43:19
Citazione:

Manfred ha scritto:
l mio pensiero: Cinema = poesia per immagini!
Tarantino e company = cesso per immagine!

Miao


addirittura ti sei espanso a cotanto assolutismo

il mio pensiero or dunque

Manfred non capisce un cazzo di cinema

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 6/2/2010 23:56:11
Anche se spesso non lo sottolineo esprimo sempre il mio pensiero poiché trovo impossibile fare altrimenti, anche se alla formazione dello stesso possono aver contribuito svariate persone, letture ecc, rimane sempre frutto delle mie esperienze; se poi questo mi accomuna ad altri individui o mi mette in contrasto con loro è dato dalla natura umana del comunicare e stare assieme, non certo da una mia specifica volontà!

ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Lezik85 il 7/2/2010 2:02:24
Due appunti Calvero:

1) Come miglior film io metterei District 9.

2) Come miglior sceneggiatura io metterei A Serious Man.

Come miglior documentario, poi, ci vedo bene Food Inc.

Per il resto sono d'accordo.


PS: Sinceramente tra le candidature avrei voluto vedere anche Sam Rockwell (attore protagonista) e la canzone Winter degli U2.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 7/2/2010 2:40:49
Citazione:

Manfred ha scritto:
Anche se spesso non lo sottolineo esprimo sempre il mio pensiero poiché trovo impossibile fare altrimenti, anche se alla formazione dello stesso possono aver contribuito svariate persone, letture ecc, rimane sempre frutto delle mie esperienze; se poi questo mi accomuna ad altri individui o mi mette in contrasto con loro è dato dalla natura umana del comunicare e stare assieme, non certo da una mia specifica volontà!

ciao


Manfred tu sei una persona molto strana.. sembra quasi che soffri quando passi da un commento a quello dopo, in cui rispondi a una "reazione" da te scatenata.. sembri in conflitto, poi, ovviamente è facile fare lo psicologo della domenica ma a me dai questa impressione. Ci ritroviamo su queste pagine; ora rispondo a Lezik.

ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 7/2/2010 3:07:17
Citazione:

Lezik85 ha scritto:
Due appunti Calvero:

1) Come miglior film io metterei District 9.

2) Come miglior sceneggiatura io metterei A Serious Man.

Come miglior documentario, poi, ci vedo bene Food Inc.

Per il resto sono d'accordo.


PS: Sinceramente tra le candidature avrei voluto vedere anche Sam Rockwell (attore protagonista) e la canzone Winter degli U2.


Ben inteso, come ho specificato, che ho valutato quello che il cesto delle candidature ha fatto mettere sotto esame. Quindi - a prescindere - ho volutamente saltato tutto ciò che è stato escluso. Che se ne può fare un discorso a parte.

risposta 1) Allora. Per la questione District 9: ho dato il valore più profondo che si possa dare a una sceneggiatura. Ma come - miglior film- non raggiunge le vette stilistiche di Bastardi Senza Gloria. Non si comprende mai abbastanza quanto una migliore sceneggiatura, sia fondamentalmente un altro modo di dire <<miglior Film>> ...la sublimazione di questo processo artistico, però, consiste nell'applicazione visiva con cui questa viene dipinta dai fotogrammi della pellicola. Il pregio notevole che ha District 9, sta in primis nella geniale capacità che la storia (e il suo concetto) è riuscita a trasmettere con originalità e forza emotiva attraverso le riflessioni che quegli eventi hanno in sé, facendo presa sulla nostra coscienza: merito tutto di una sceneggiatura straordinaria e tagliente. Ma questo è il suo merito più grande: la sceneggiatura. E lo sbaglio in cui si può cadere, nel criticare i film, è quello che questa emozione concettuale, se la facciamo trascendere all'opera visiva, crediamo che possa comunque legittimare tutta l'opera, ma non è sempre così..

..e in District 9 lo stilismo visivo, di montaggio, recitativo, fotografico, e la struttura registica non è sostenuta a tal punto di farla fondere con il concetto eccezionale che aveva tra le mani; comunque non al punto che potesse superare la coerenza e le potenzialità che nel Film di Tarantino si sono, appunto, fuse magnificamente elevando il concetto della sceneggiatura a un gradino ancora più alto. Questo deve fare il Miglior Film.

District 9 ha una sceneggiatura superiore all'opera che poi ne è nata. Nulla toglie che siamo di fronte a un film eccezionale. Ma se vogliamo fare i critici che pesano sulla bilancia il valore dei premi e del Loro effettivo perché.. allora le cose devono essere precise nei loro distinguo.

2) Con - A serious man - è una bella battaglia.. lo so - ho scelto Tarantino per l'articolata e incredibile capacità (in questo senso meglio di Pulp Fiction) di dare una forza immagignifica ai dialoghi e alla storia, senza mai perdere la precisa geometria della ragnatela in cui mette alla Frusta gli Attori e le Vicende in maniera magistrale.

3) Non ho dati per i documentari.. purtroppo non li ho visti

Sul discorso degli esclusi, ovviamente, Moon è stato ingiustamente messo all'angolo. Peccato. Veramente.

Su Inglorious Basterds sono felice del sostegno che gli ho dato ora e ho aspettato fino a ieri prima di dare questa opinione (nella prima critica lo avevo bastonato). Finalmente, in lingua originale si è potuto apprezzare il collante e il movente delle vicende in maniera precisa. Il doppiaggio ha distrutto il personaggio di Brad Pitt, che a sua volta ha dato un'inflessione scanzonata e al tempo stesso sadica alle vicende. Mentre il tono della versione originale ha rivelato la sensatezza del Grottesco e della satira, se pur violenta, ma non sadica. Senza contare che assistere al Film praticamente in Francese e tedesco riabilita l'opera e la fotografa nella sua reale dimensione di mostrare l'umanità e l'insensatezza della guerra attraverso la cultura del linguaggio europeo e della sua forza.

Consiglio a tutti il Blu Ray di Inglorious Basterds: Immagine video ai massimi livelli qualitativi tecnici. Sonoro ottimo. Conservazione dell'effetto pellicola quasi perfetto.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Teba il 7/2/2010 3:38:33
Concordo con Calvero su Bastardi senza gloria, grande film.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 7/2/2010 10:39:30
Per Calvero

Soffro a dover spiegare cose per me scontate!
Un esempio: l'uso di scene truculente nei film è solamente un sordido espediente che con l'arte non ha nessun grado di parentela.


Ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Teba il 7/2/2010 12:51:07
Citazione:
Un esempio: l'uso di scene truculente nei film è solamente un sordido espediente che con l'arte non ha nessun grado di parentela.


Da non esperto dico che dipende.

Dipende dalla fotografia, dal contesto, dal cosa vuol esprimere il regista; per quanto a uno non piaccia Tarantino, credo non si possa negare che l'uso di scene truculente (ma forse non è il termine esatto per descriverle) sia diventato elemento importante della sua inconfondibile regia.

E poi il truculento, credo, sia usato anche in altre forme d'arte: vedi Divina Commedia...ad esempio nel caso del conte Ugolino.
Spero comunque, visto che non sono un esperto in materia, di non aver travisato il significato di "truculento", in tal caso chiedo scusa.

ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 7/2/2010 13:21:48
Citazione:

Manfred ha scritto:
Per Calvero

Soffro a dover spiegare cose per me scontate!
Un esempio: l'uso di scene truculente nei film è solamente un sordido espediente che con l'arte non ha nessun grado di parentela.


Ciao


Manfred continui a sbagliarti, come sbagliato sarebbe trasformare questo Post in una discussione sul significato dell'arte... o cosa sia nella sua profondità.

Sbagli e su tutti i fronti. La prossima volta scrivi ..a me i film dove c'è sangue non piacciono... e siamo a posto.

Non mi capacito neanche delle idiozie che stai sostenendo sinceramente, visto che in altri discorsi ho notato che sei una persona che ha una sensibilità più che sufficiente a mettere in discussione ciò che ci circonda.

Io credo che tu sia ignorante in materia, ma non offenderti se ti dico questo... poiché la ritengo l'unica fondante spiegazione alle tue leggerezze.

Se mi parli di Valentino di sangue in 3D, o del diciottesimo Nightmare o venerdì 13 che si ripetono all'infinito... o dei vari - non aprite quella porta - possiamo parlare di truculenza. Se pur anche l'Horror ha il suo perché comunque. E ha notevole spessore artistico.

L'arte è espressione artistica. L'espressione artistica è un conglomerato di equilibri che più di tutto nel cinema si pongono a rischio in precise misure quando copione, concetto, stilismo visivo, storia, recitazione, regia, musiche, fotografia ..si esprimono nell'opera filmica. Se invece non vanno a tracciare un equilibrio e sbilanciano l'equazione... allora ecco che questi elementi cozzano tra loro e abbiamo i film di merda.

L'arte è una rappresentazione infinita della Vita e anche del nostro inconscio (nostro e collettivo) e di infiniti modi e maniere di esprimerla: la stessa può essere surreale, distorta, grottesca, violenta, drammatica, tragica, sanguinosa, romantica. Non so in che mondo vivi Manfred ma il sangue e la violenza fanno parte di noi. L'arte non è un fenomeno morale. L'arte non parteggia per un idea, ma smuove emozioni e sentimenti che possono spingerci a un idea. Altrimenti non è arte ma è propaganda.

Se un artista o un autore attraverso l'esasperazione di vicende violente costruisce un estetismo visivo, tanto consta. E se in questo genere riesce a dipingere aspetti profondi dell'animo umano e di come siamo costretti a mettere sotto torchio la nostra essenza in vicende forti, ha fatto il suo lavoro di artista. Se il mezzo cinematografico invece propugna il sangue come scopo e non come mezzo, allora abbiamo la morbosità. Se tu avessi ragione: Pechinpah, Kitano, Ritchie sarebbero dei coglioni.. ma mi spiace per te, non lo sono.

Tarantino rivela, già soltanto in Kill Bill ad esempio, e veicola un forte messaggio materno di vendetta, riabilitazione e catarsi. Dipinge un costrutto ove mette in luce come si può passare al lato oscuro, ma anche riacquistare la Luce.. e lo fa attraverso un opera filmica di notevole spessore registico e di copione.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 7/2/2010 14:14:44
Vedo che con le normali spiegazioni ci vuole troppo tempo e io non sono portato per lo scrivere in prosa, ti posto questa mia poesia che descrive quella che viene definita arte ma si rivela, questa si, propaganda, e della più nefasta tra cui rientrano certamente i film di Tarantino.

Senza coperchi

Limacciosa estetica dell’archetipo mondano conosce segreti,
l’affezionato tremore;

sulle tracce, profilo scolpito, dello stivale impronta risoluta

il fango modella.

Cresce ancora selvatica: la valeriana, quasi narcotica bestemmia,

dei gatti l’erba.

Ciao


Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 7/2/2010 14:38:44
Citazione:

Manfred ha scritto:
Vedo che con le normali spiegazioni ci vuole troppo tempo e io non sono portato per lo scrivere in prosa, ti posto questa mia poesia che descrive quella che viene definita arte ma si rivela, questa si, propaganda, e della più nefasta tra cui rientrano certamente i film di Tarantino.

Senza coperchi

Limacciosa estetica dell’archetipo mondano conosce segreti,
l’affezionato tremore;

sulle tracce, profilo scolpito, dello stivale impronta risoluta

il fango modella.

Cresce ancora selvatica: la valeriana, quasi narcotica bestemmia,

dei gatti l’erba.

Ciao



Manfred hai una visione distorta dell'arte cinematografica, lasciatelo dire.

Che ci voglia troppo tempo per certe spiegazioni, è anche vero.. ma che sia inevitabile che a volte bisogna "perderci" tempo è vero ugualmente.

La tua poesia mi piace però .. sei in gamba

..però finiscila di bestemmiare sui film di Tarantino come stai facendo tu (che, ripeto, non sono esenti da critiche e da difetti).

Forse qualche trauma nella tua giovinezza (chi non ne ha avuti?) pone un filtro sulla tua sensibilità nel mondo della Poesia, del Cinema e delle immagini. Però credo tu debba farti un tagliando e ripulire quel filtro Manfred, perché ti stai intoppando e se continui così tra qualche anno comincerai a vedere <<nefasta propaganda e Cessi per immagini>> anche nei film di Pieraccioni.

Ci fermiamo qui ora. Se vuoi aprire un nuovo Topic sull'arte e sulla tua visione in merito, sarò ben lieto di intervenire con passione. Ci siamo detti tutto, ora ritorniamo in tema ..please. Ok? ..ok.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 7/2/2010 15:09:41
Ritorno subito in tema:

Miglior Attore Protagonista: George Clooney (Up in the air)
Un attore? Pensavo fosse un modello di quelli che chiamavano nelle scuole di taglio per far impratichire i futuri parrucchieri.

Per quanto riguarda i traumi: queste trovate da marketing ovvero gestione risorse umane, con me non attaccano!

Ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 7/2/2010 15:29:57
Citazione:

Manfred ha scritto:
Ritorno subito in tema:

Miglior Attore Protagonista: George Clooney (Up in the air)
Un attore? Pensavo fosse un modello di quelli che chiamavano nelle scuole di taglio per far impratichire i futuri parrucchieri.

Per quanto riguarda i traumi: queste trovate da marketing ovvero gestione risorse umane, con me non attaccano!

Ciao


Intanto è una scelta che, come ho specificato, è dettata dalle candidature e non dalle esclusioni. Quindi la valutazione è contestuale e non generalizzata all'anno cinematografico 2009. Altrimenti avrei optato per Sam Rockwell.

In ogni caso, al tuo solito, la generalizzazione è il tuo forte. Clooney non è certo Philippe Seymor Hofman.. ma basta apprezzare Michael Clayton, o Fratello dove sei? (dei fratelli Coen) per comprendere le qualità istrioniche di Clooney e la capacità di dosarle a misure come faceva il mitico Cary Grant o Jack Lemmon nelle commedie di spessore alla frank Capra o alla Billy Wilder..

le capacità attoriali non risiedono soltanto nelle sopraffini arti drammatiche...

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Manfred il 7/2/2010 16:09:48
Sono contento che tu abbia apprezzato la poesia, nella foga della discussione mi ero dimenticato di scriverlo!

Ciao

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  francesco7 il 14/2/2010 13:05:27
PERCHE’ GLI OSCAR SONO UNA TRUFFA
di John Pilger
dal sito Global Research
traduzione di Gianluca Freda

Perché ci sono in giro così tanti brutti film? Le nomination agli Oscar di quest’anno sono una parata di propaganda, stereotipi e disonestà spudorata. Il tema dominante è vecchio quanto Hollywood: il diritto divino dell’America di invadere altre società, rubare la loro storia e monopolizzare la nostra memoria. Quand’è che registi e sceneggiatori inizieranno a comportarsi come artisti e non come magnaccia di una visione del mondo consacrata al controllo e alla distruzione?

Sono cresciuto nel mito cinematografico del Selvaggio West, che era tutto sommato innocuo, a meno di non essere un nativo americano. La formula non è cambiata. Distorsioni autocompiacenti ci presentano la nobiltà dell’aggressore colonialista americano come copertura per tutti i massacri, dalle Filippine all’Iraq. Divenni pienamente consapevole del potere di questa truffa soltanto quando venni mandato in Vietnam come reporter di guerra. I vietnamiti erano le “scimmie” e gli “indiani” il cui massacro su scala industriale era stato preannunciato nei film di John Wayne e poi inviato a Hollywood per essere infiocchettato e riabilitato.

Uso la parola massacro con cognizione di causa, perché ciò che Hollywood sa fare meravigliosamente bene è sopprimere la verità sulle aggressioni americane. Non si tratta di guerre, ma dell’esportazione di una “cultura” omicida e drogata di armi da fuoco. E quando la rappresentazione degli psicopatici come eroi non regge più, il bagno di sangue si trasforma in “tragedia americana”, con una colonna sonora di pura angoscia.

The Hurt Locker di Kathryn Bigelow rispetta la tradizione. Candidato a molteplici Oscar, il suo film è “migliore di qualsiasi documentario che io abbia mai visto sulla guerra in Iraq. E’ così verosimile, così spaventoso”. (Paul Chambers, CNN). Peter Bradshaw sul Guardian riconosce che esso possiede “una chiarezza priva di pretese”, che “ci parla del lungo e doloroso finale di partita in Iraq” e che “sull’agonia, sul male e sulla tragedia della guerra ci dice più di tanti recenti film animati da buone intenzioni”.

Quante fesserie. Il film della Bigelow offre qualche brivido per interposta persona grazie all’ennesimo tradizionale psicopatico dedito alla violenza su territori altrui, così che le morti di milioni di persone vengano consegnate all’oblio cinematografico. Tutto il chiacchiericcio sulla Bigelow è dovuto al fatto che potrebbe diventare il primo regista donna a vincere un Oscar. Trovo repellente che una donna venga celebrata per un film di guerra pieno di violenza tipicamente maschile.

Le ovazioni fanno eco a quelle tributate a Il cacciatore (1978) che i critici acclamarono come “il film che riuscirà a liberare una nazione dal suo senso di colpa!”. Il cacciatore era un’apologia di coloro che avevano provocato la morte di oltre tre milioni di vietnamiti, trasformando coloro che avevano osato opporre resistenza in barbarici pupazzetti comunisti. Nel 2001, Black Hawk Down di Ridley Scott offrì una simile, seppur meno sottile, catarsi per un altro “nobile fallimento” americano, quello in Somalia, stemperando il massacro di 10.000 somali perpetrato dagli eroi.

Viceversa, il destino subìto da un film di guerra americano davvero encomiabile, Redacted, è molto istruttivo. Girato da Brian De Palma nel 2007, il film racconta la storia vera dello stupro di gruppo di una ragazzina iraqena e del massacro della sua famiglia ad opera di soldati americani. Non c’è eroismo, nessuna redenzione. Gli assassini sono solo assassini e la complicità di Hollywood e dei media nell’epico crimine compiuto in Iraq viene descritta da De Palma con grande intelligenza. Il film terminava con una serie di fotografie di civili iraqeni assassinati. Quando venne ordinato che i loro volti venissero oscurati per “ragioni legali”, De Palma dichiarò: “Penso che sia una cosa terribile, perché a questo popolo sofferente non concediamo ormai neppure la dignità del proprio volto. La grande ironia di Redacted è che alla fine è stato “redacted” (revisionato)”. Dopo una breve uscita nelle sale americane, il film è semplicemente scomparso.

L’umanità non-americana (o non occidentale) è priva di attrattiva al botteghino, viva o morta che sia. E’ “l’altra” umanità, alla quale viene concesso al massimo di essere salvata da “noi”. In Avatar, l’enorme e violento macinasoldi di James Cameron, i nobili selvaggi in 3-D, conosciuti come Na’vi, hanno bisogno, per salvarsi, di un bravo soldato americano, il sergente Jake Sully. Così si capisce che sono i “buoni”. Bleah.

Il mio Oscar per il peggior film tra quelli candidati all’Oscar va ad Invictus, il viscido insulto di Clint Eastwood alla lotta contro l’apartheid in Sudafrica. Tratto da un’agiografia di Nelson Mandela scritta da un giornalista britannico, John Carlin, il film sembra un prodotto di propaganda a favore dell’apartheid. Promuovendo la cultura brutale e razzista del rugby a panacea della “nazione arcobaleno”, Eastwood si limita ad accennare al fatto che molti sudafricani neri si sentirono profondamente offesi e feriti dall’appoggio offerto da Mandela agli odiati Springbok, simbolo della loro sofferenza. Eastwood glissa sulla violenza dei bianchi, ma non su quella dei neri, che nel film è sempre presente come una minaccia. Quanto ai razzisti boeri, essi hanno un cuore d’oro, perché “noi non avevamo capito”. Il motivo subliminale è fin troppo familiare: il colonialismo merita perdono e condiscendenza, ma mai che sia fatta giustizia.

Sulle prime pensavo che nessuno avrebbe potuto prendere Invictus sul serio, ma poi ho dato uno sguardo alla sala e ho visto giovani e altre persone per le quali gli orrori dell’apartheid sono sconosciuti, e allora ho capito quanto danno possa provocare una simile viscida carnevalata alla nostra memoria e ai suoi insegnamenti morali. Immaginate se Eastwood dovesse girare un analogo polpettone non violento sulla situazione del profondo sud americano. Non oserebbe mai.

Il film con il maggior numero di nomination e più acclamato dai critici è “Up in the Air” (Tra le nuvole), in cui George Clooney gira per l’America licenziando la gente e collezionando buoni viaggio. Prima che il ritritume si dissolva in sentimentalismo, vengono richiamati tutti i possibili stereotipi, specialmente quelli sulle donne. C’è la puttana, la santa e l’ingannatrice. In tutti i modi, si tratta di “un film per i nostri tempi”, spiega il regista Ivan Reitman, che si vanta di aver scritturato per il cast gente realmente licenziata. “Li abbiamo intervistati chiedendogli cosa si provasse a perdere il lavoro in un’economia in queste condizioni”, ha spiegato, “poi li abbiamo messi davanti alla macchina da presa e gli abbiamo chiesto di reagire come avevano fatto quando avevano perso il lavoro. E’ stata un’incredibile esperienza vedere questi non-attori recitare con un realismo autentico al 100%”.

Wow, che vincente.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 14/2/2010 13:36:55
Bellissimo articolo Francesco. Interessante.

Non condivido pienamente per due motivi però.

1) a volte i film che hanno il coraggio di dire le cose come stanno, sono dei film di merda.. e, sinceramente, non meritano premi.

Quindi, non c'è scritto da nessuna parte che la premiazione degli Oscar debba essere la premiazione del cinema verità. Il cinema verità non deve essere premiato dagli oscar ma dal pubblico.

Ma il pubblico NON ha l'alibi (come lascia supporre l'autore di questo articolo) e/o la scusante di non essere stato colto dal Tam Tam mediatico che certi Film non hanno avuto, poiché boicottati dal sistema commerciale.

Le nostra cara umanità, se ne sbatte altamente i coglioni della Verità. QUESTO E' UN FATTO. Non sono bastate neanche le torri gemelle a far porre delle domande sensate alla maggior parte della specie umana.

Ergo, in questo parallelo (che non è azzardato), l'articolo di cui sopra comunque pecca di supponenza, quando tra le righe lascia comunque intendere che il Cinema con la C maiuscola sta subendo un boicotaggio e che gli Oscar appannano la Verità. Col Cazzo invece.

2) ci sono film dal successo commerciale forte come Platoon o Balla Coi Lupi che, a differenza di Avatar, non ha dato una melense giustificazione agli oppressori del popolo dei nativi americani o alla guerra. E comunque la metafora di Avatar non è stata focalizzata a dovere dal signor John Pilger... anche perché il bravo soldato americano ha potuto essere bravo solamente con una pelle BLU addosso.. e ha ripudiato il ritorno alla sua "civiltà": quindi questi giochi dialettici lasciano il tempo che trovano

Gli Oscar così come i Politici che sono al Governo, sono il riflesso del popolo che li sostiene.

Così come la gente ha voglia di andarsi a cercare le immagini della pedofilia su internet per spararsi le seghe, e di prendere la macchina e andarsi a vedere l'ennesima stronzata di De Sica e Massimo Boldi... potrebbe avere la voglia anche di attivarsi per un serio percorso artistico cinematografico. MA NON LO FA'

Perchè? perché l'umanità è composta di Coglioni (<<imbecilli >> è l'eufemismo che usa Mazzucco), e non saranno delle premiazioni più "sincere" a muovere le persone verso riflessioni più profonde. Sono soltanto le persone di buona volontà a farsi le domande giuste. Le domande dobbiamo farcele noi.. e non i film.

In conclusione.

Ci sono molti Film, è vero, che hanno rubato la palma ai più meritevoli... ma ci sono molti film passati attraverso gli Oscar o attori che ne sono stati premiati ..che grazie a questo hanno lasciato segni molto positivi sull'animo della gente.. il problema siamo sempre e soltano NOI

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Ghilgamesh il 15/2/2010 11:37:32
Par di capire che "Bastardi senza gloria" ti abbia fatto schifo! hehehe

Appena ho tempo farò in modo di vederlo ^__^

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  blu23 il 15/2/2010 18:07:49
Non ho ancora letto i commenti ma prometto di farlo alla svelta, do comunque i miei responsi

MIGLIOR FILM : District 9

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA:Jeremy Renner per The Hurt Locker

MIGLIOR REGISTA: Kathryn Bigelow per The Hurt Locker

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: Bob Peterson, Pete Docter e Tom McCarthy per Up

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: Neill Blomkamp e Terri Tatchell per District 9

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Stanley Tucci per Amabili resti

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Vera Farmiga per Tra le nuvole

MIGLIOR COLONNA SONORA: Marco Beltrami e Buck Sanders per The Hurt Locker

MIGLIOR FILM ANIMAZIONE: Up

MIGLIORI EFFETTI VISIVI: Joe Letteri, Stephen Rosenbaum, Richard Baneham e Andrew R. Jones per Avatar

MIGLIORE SCENOGRAFIA: Dave Warren, Anastasia Masaro e Caroline Smith per Parnassus: l'uomo che voleva ingannare il diavolo

MIGLIOR MONTAGGIO: Bob Murawski e Chris Innis per The Hurt Locker

MIGLIOR FOTOGRAFIA: Robert Richardson per Bastardi senza gloria

MIGLIORI COSTUMI: Monique Prudhomme per Parnassus: l'uomo che voleva ingannare il diavolo

MIGLIOR TRUCCO: Aldo Signoretti e Vittorio Sodano per Il Divo

MIGLIOR SONORO: Paul N.J. Ottosson e Ray Beckett per The Hurt Locker

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  schottolo il 15/2/2010 22:07:17
I più sono Avatar e The Hurt Locker, (9 nomination ognuno), in ogni caso è in arrivo una pioggia di Oscar in "casa Cameron"!..

..Visto che la regista Kathryn Bigelow è la produttrice di Ther Hurt Locker ed anche ex moglie del James.

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  schottolo il 18/2/2010 12:11:21
Avete guardato il programma "parla con me", ieri sera? c'era anche il mitico Quentin Tarantino ed altri come ospiti!

Lo si può vedere anche sul sito della Rai:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-80dde416-73f1-4037-badf-bf66c628973c.html?p=0

Re: OSCAR 2010: the Winner is...

Inviato da  Calvero il 19/2/2010 1:14:26
Citazione:

Ghilgamesh ha scritto:
Par di capire che "Bastardi senza gloria" ti abbia fatto schifo! hehehe

Appena ho tempo farò in modo di vederlo ^__^


Se devi vederlo doppiato in italiano, allora lascia perdere ..purtroppo.

In Italiano il film alla fine risulta scollato; il fulcro e la struttura dell'opera poi si regge unicamente sull'attore "non" protagonista, cioé il nazista << cacciatore di Ebrei>>.. (mai attore non-protagonista è stato mai effettivamente protagonista; il vero non-protagonista è Brad Pitt).

Se pur doppiato bene (in senso vocale) Brad Pitt perde la carica Yankie che non è un contorno, ma dà forma a tenore alle vicende che muovono i Bastardi. E il suo personaggio a un certo punto - se doppiato -, insieme ai Bastardi, risultano essere posticci invece che grotteschi; ridicoli invece che satirici ..e anche la violenza si sgancia dal percorso dei personaggi. Imperdibile poi il Soldato inglese con il suo tono aristocratico che si troverà nella taverna a parlare tedesco: doppiato in italiano, tutto finisce in uno stereotipo senza carisma..

E Waltz doppiato (nelle parti francesi e inglesi) toglie il giusto contralto che pone il film nell'equilibrio che l'autore ha costruito.

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