Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  edo il 12/2/2009 21:46:58
dal sito di Grillo

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  tibberio il 13/2/2009 22:33:34
Un poco alla volta, e ci arriviamo:

WANTED UNTORE WEB, MAXITAGLIA DI MICROSOFT
ROMA - Wanted! Untore cibernetico ricercato: il colosso informatico americano Microsoft ha offerto una taglia di 250.000 dollari (194.000 euro circa) a chi fornirà indicazioni utili a rintracciare e perseguire penalmente i creatori e diffusori del micidiale supervirus Downadup/ Conficker, che ha già infettato milioni di computer in tutto il pianeta.

"Le persone che hanno creato questo virus devono essere perseguite", ha dichiarato, citato dal sito online della Bbc, George Stathakopulos, dirigente della Microsoft Trustworthy Computing Group, secondo cui la sua compagnia "non è disposta a stare a guardare mentre questo tipo di attività passa inosservata". "Il nostro messaggio è molto chiaro: chiunque abbia programmato questo (virus) ha causato danni significativi ai nostri clienti e stiamo diffondendo il messaggio che faremo qualunque cosa pur di aiutare a prendere il responsabile", ha aggiunto Stathakopulos sulla Bbc.

Il Conficker è un programma in grado di autoreplicarsi, che riesce a infilarsi fra le maglie dei computer o dei network che non siano aggiornati con gli ultimi programmi antivirus della Microsoft. Può passare da un computer all'altro o attraverso connessioni online o nascondendosi in penne di memoria Usb, attraverso le quali possono insediarsi in altri computer.

Una volta annidato nel computer ospite ne trasmette i dati a un misterioso dominio attraverso un complicato codice criptato che le compagnie antivirus non sono riuscite ancora a decodificare. Il dominio spedisce poi i dati agli hacker. Microsoft confessa di non conoscere ancora gli scopi dei creatori del virus Conficker, ma raccomandano l'uso del programma di difesa Ms08-067.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  tibberio il 14/2/2009 11:25:58
....zzacchete!

I criminali abbandonano il telefono per internet
comunicazioni blindate da un meccanismo legale invulnerabile
I boss si parlano su Skype
intercettarli è impossibile
di MARCO MENSURATI e FABIO TONACCI

ROMA - "Di quei due chili ne parliamo poi, su Skype". Eccola qui la frase simbolo dell'ultima emergenza della giustizia italiana. È stata intercettata due mesi fa dagli uomini della Guardia di finanza di Milano. Al telefono un trafficante di cocaina invita il complice a continuare quella comunicazione usando il software che permette di parlare via Internet. Proprio come ormai da settimane stanno facendo mafiosi, trafficanti di armi e di droga, sfruttatori della prostituzione e piccoli criminali in tutto il paese. Perché le comunicazioni fatte tra due pc attraverso Skype non possono essere in alcun modo intercettate dalla polizia, blindate da uno dei software più misteriosi che ci siano sulla rete e da un meccanismo legale invulnerabile. Per capirsi: se Moggi l'avesse saputo, Calciopoli non ci sarebbe stata.

Proprietà della Skype Limited (gruppo eBay), questo programma utilizzato da 400 milioni di utenti nel mondo è uno dei principali ostacoli contro cui si stanno schiantando molte indagini penali, anche di primo piano. "Durante la comunicazione - spiega un tecnico che collabora assiduamente con la procura di Milano - Skype trasforma la voce di chi parla in tanti pacchetti di dati digitali che viaggiano in rete. I dati però vengono criptati in base a un algoritmo segretissimo inventato dai programmatori di Skype. Non solo. La procedura di autenticazione da parte degli utenti è invulnerabile, perché il software genera password monouso temporanee ogni volta che si avvia una comunicazione. Ciò rende impossibile agli investigatori ogni tentativo di intercettazione. Skype è riuscita a portare il proprio sistema di sicurezza a livelli militari, assolutamente lontani da quelli degli altri software creati per fare telefonate attraverso Internet, come Eutelia o Ehiweb".

Della conversazione nemmeno rimane traccia sui tabulati: le chiamate su Skype sono invisibili, non si può sapere né quando né dove vengono fatte.
Anni fa, appena intuito il pericolo per le indagini, la prima reazione degli inquirenti fu quella di tenere tutto sotto silenzio. "Per non avvertire la malavita di un'occasione storica senza precedenti". Ma nel giro di poco tempo, la malavita se ne è accorta, eccome. E adesso, mentre la politica snobba del tutto il problema concentrandosi solo sulle intercettazioni telefoniche di tipo tradizionale, si susseguono negli uffici della Direzione investigativa antimafia riunioni su riunioni per individuare una via di uscita.

Il primo tentativo è stato quello di chiedere la collaborazione di Skype. Ma l'azienda si rifugia dietro una solida motivazione giuridica: ha sede legale in Lussemburgo e quindi non è soggetta alla normativa italiana del Codice di Comunicazione quella, per capirsi, che "costringe", su ordine della magistratura, gli operatori a violare la segretezza delle comunicazioni tra due privati cittadini.

Interrogata direttamente sulla questione, Skype non dimostra in effetti particolare collaboratività. "In considerazione dei risvolti legali del tema e non possiamo rispondere alle vostre domande" scrive a Repubblica Gennaro Nastri, senior account manager dell'azienda, che poi chiude con la formula classica: "La società attualmente coopera con le forze di polizia e le autorità giudiziarie per quanto è legalmente e tecnicamente possibile".

Di questa collaborazione, nelle riunioni e nei continui scambi epistolari con gli inquirenti, non c'è però traccia. Tanto che più volte è stata percorsa la via della rogatoria internazionale. "Una strada impervia - spiega Stefano Aterno, docente di informatica forense e criminologia informatica all'università la Sapienza di Roma - capita spesso che Skype dica di non essere in grado o di non voler mettere a disposizione la tecnologia necessaria a decrittare le conversazioni. E il tutto si risolve in una grande perdita di tempo".

Gli investigatori stanno allora provando ad arginare il fenomeno in un altro modo: con le intercettazioni ambientali. Individuando cioè i terminali attraverso cui i criminali si scambieranno le informazioni e mettendo le microspie nelle attrezzature (cuffie, microfoni, tastiere). Un sistema rudimentale che di fatto sposta indietro lo stato dell'arte delle intercettazioni di alcuni decenni, quando per controllare un'utenza occorrevano alcuni giorni e attrezzature molto costose.

Il problema, però, è che non sempre è possibile individuare il pc attraverso cui i criminali si scambieranno le informazioni sensibili, anche perché si può accedere a Skype da un qualunque Internet Point e perché il software funziona anche sui telefonini di ultima generazione.

"E non è ancora stato considerato il più grande profilo di allarme - sorride l'avvocato Aterno - E cioè quello legato alla diffusione e alla duttilità della tecnologia Voip, su cui si basano le telefonate on line". Anche se qualcuno riuscisse a convincere Skype a collaborare con gli investigatori, nessuno può impedire ad altri di creare e diffondere sul web uno Skype 2.0. Un po' come è accaduto anni fa con i siti di peer to peer per lo scambio di musica tra utenti in rete.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  vincenzo il 17/2/2009 14:09:12
(Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet)

link

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  dr_julius il 17/2/2009 20:19:47
E fuori Internet?!?

Vietato fotografare poliziotti e guardie in Gran Bretagna dal 17 febbraio....

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  tibberio il 18/2/2009 23:13:49
Adesso sto piu' tranquillo.....

Dopo l'inchiesta di Repubblica sull'uso di Voip da parte di organizzazioni criminali il ministro degli Interni decide di superare la resistenza dei titolari del software Una task force per intercettare Skype
Maroni: "Troveremo la soluzione"

ROMA - Una task force per intercettare Skype. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni ha costituito un gruppo di lavoro formato da rappresentanti del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dalla Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, con l'obiettivo di trovare soluzioni tecnologiche e normative per ascoltare le comunicazioni via internet fatte da utenti indagati o sospettati attraverso il software Skype.

Un provvedimento che arriva dopo l'inchiesta di Repubblica, pubblicata sabato scorso, che ha raccontato come decine di inchieste penali siano naufragate davanti all'impossibilità di forzare, per ragioni investigative, il sistema di sicurezza inventato da Skype. Un sistema che si basa su un codice di criptazione del segnale vocale segretissimo, che l'azienda estone non vuole rendere pubblico nemmeno agli investigatori, e su una procedura di autentificazione degli utenti con password temporanee monouso praticamente invulnerabile.

"Non possiamo dare il codice per ragioni di privacy - si difende Skype - e non possiamo fornire la tecnologia necessaria per la decrittazione e l'ascolto delle comunicazioni che avvengono attraverso Skype". "L'obiettivo della task force - spiega il Viminale in una nota - è quello invece di rendere fruibili alle procure le intercettazioni telematiche effettuate sulle conversazioni VoIp (Voice over Internet protocol) che utilizzano il software prodotto da Skype".

(m. m.)

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Pausania il 18/2/2009 23:27:33
Citazione:

tibberio ha scritto:

"L'obiettivo della task force - spiega il Viminale in una nota - è quello invece di rendere fruibili alle procure le intercettazioni telematiche effettuate sulle conversazioni VoIp (Voice over Internet protocol) che utilizzano il software prodotto da Skype".

(m. m.)

Bravi pirla: e se io passo a Voipstunt, voi cosa fate?

Comunque in Germania sta succedendo lo stesso con Skype, e stanno anche cercando di fare una legge per autorizzare los birros a infettare il computer delle persone con malware che spia il contenuto del medesimo.

In pratica, le guardie che diventano cracker.

Bravi pirla. Poi veniteci a rompere i coglioni con le intercettazioni dei parlamentari.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  _gaia_ il 10/3/2009 22:58:03
Cassazione: "Forum on line non sono come la stampa"

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Skabrego il 11/3/2009 2:07:49
La Carlucci e Barbareschi

Che cose goffe...il buon vecchio Luca!

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  _gaia_ il 12/3/2009 11:29:12
"Caro Onorevole, mi scusi se ho capito bene" - di Guido Scorza

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Dusty il 6/4/2009 10:45:37
Les jeux sont fait!

Il 2 aprile dopo settimane di ordini e contrordini, illusioni e speranze, fumate nere rotte da fumate bianche, l'Assemblea Nazionale francese ha approvato, senza sostanziali modifiche, il testo del disegno di legge già approvato al senato e noto al pubblico della Rete come three strikes.

Con la Legge sulla diffusion et la protection de la création sur internet la Francia è il primo Paese in Europa ad aver sancito un principio che, da mesi, riecheggia da una costa all'altra del globo: quello secondo il quale, in nome dell'esigenza di tutelare la proprietà intellettuale, ci si può spingere a privare un cittadino della libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso il mezzo di comunicazione per antonomasia nel secolo della Rete, un mezzo divenuto, peraltro, anche strumento irrinunciabile per l'esercizio di diritti civili e politici.
[...]
È un equilibrio che è completamente mancato in Francia dove, a sfogliare la proposta di legge appena approvata, ci si avvede che non solo si è sancita la prevalenza dell'enforcement dei diritti di proprietà intellettuale sulla libertà di informazione e comunicazione, ma si è andati oltre, stabilendo addirittura - lo dice a chiare lettere quello che diventerà l'art. 331-24 della legge francese sul diritto d'autore - che ad innescare quel perverso procedimento che può condurre alla disconnessione di un utente da Internet è sufficiente la presunzione da parte dell'Alta Autorità (HADOPI) che quest'ultimo abbia posto in essere una violazione della disciplina sul diritto d'autore senza bisogno che l'illecito venga accertato in un procedimento contraddittorio. Una presunzione di violazione di un diritto patrimoniale che condanna un cittadino, nel Secolo della Rete, a fare a meno della Rete.

Ma c'è di più.
La stessa previsione, infatti, stabilisce che contro le due comunicazioni che precedono l'irrogazione della sanzione non è possibile proporre opposizione e che contro eventuali vizi di tali comunicazioni o, più semplicemente, in caso di non corrispondenza al vero dei fatti in esse rappresentati è ammessa opposizione unicamente a seguito dell'eventuale irrogazione della sanzione. Tanto per essere più chiari, l'utente che venga ingiustamente ammonito per aver violato - in ipotesi - altrui diritti d'autore non potrà, in alcun modo, sottrarsi al provvedimento né difendersi da un'ingiusta accusa ma dovrà, inesorabilmente, attendere di vedersi tagliato fuori dal mondo per poi avviare un procedimento volto a ristabilire la verità e, quindi, alla sua riabilitazione. È facile, peraltro, ipotizzare che, nella maggior parte dei casi, il procedimento si concluderà quando, ormai, la pena sarà stata espiata.[...]


Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Infettato il 6/4/2009 13:57:48
Spegnere il web e spiare chiunque

POTER spegnere internet a comando e monitorare banche dati contenenti informazioni personali degli utenti: è un potere mai visto, quello che una proposta di legge, presentata il primo aprile al Senato americano, vorrebbe dare al Presidente degli Stati Uniti.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  edo il 9/5/2009 22:26:28
GRAVISSIMO! ATTACCO ALLA
>>DEMOCRAZIA E
>ALLA RETE
>>
>>L’attacco finale alla democrazia è
>>iniziato! Berlusconi e i suoi
>
>>sferrano il colpo definitivo alla libertà
>>della rete internet per
>>metterla
>sotto controllo. Ieri nel voto finale
>>al Senato che ha
>>approvato il
>cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno
>>di legge 733), tra
>>gli altri
>provvedimenti scellerati come l’obbligo di
>>denuncia per i
>>medici dei
>pazienti che sono immigrati clandestini e la
>>schedatura dei
>>senta tetto, con
>un emendamento del senatore Gianpiero D’
>>Alia (UDC), è
>>stato introdotto l
>‘articolo 50-bis, “Repressione di
>>attività di
>>apologia o istigazione a
>delinquere compiuta a mezzo
>>internet“. Il
>>testo la prossima settimana
>approderà alla Camera. E nel
>>testo
>>approdato alla Camera l’articolo è
>diventato il nr. 60.
>>
>>Anche se
>>il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa
>parte della
>>maggioranza al
>>Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità
>del
>>disegno
>>liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere.
>>
>
>>In
>>pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog
>>dovesse
>
>>invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i
>>provider
>
>>dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i
>>provider a
>
>>oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il
>>Ministro
>>dell’
>interno, in seguito a comunicazione dell’autorità
>>giudiziaria, può
>>disporre
>con proprio decreto l’interruzione della
>>attività del blogger,
>>ordinando ai
>fornitori di connettività alla rete
>>internet di utilizzare
>>gli appositi
>strumenti di filtraggio necessari a
>>tal fine. L’attività
>>di filtraggio
>imposta dovrebbe avvenire entro il
>>termine di 24 ore. La
>>violazione di tale
>obbligo comporta una sanzione
>>amministrativa
>>pecuniaria da euro 50.000 a
>euro 250.000 per i provider
>>e il carcere
>>per i blogger da 1 a 5 anni per l’
>istigazione a delinquere
>>e per l’
>>apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’
>istigazione alla
>>
>>disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra
>le
>>classi
>>
>>sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di
>
>>ricerca
>>
>>da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge?
>>
>>Si
>stanno
>>dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook,
>>Youtube, il blog
>di
>>Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che
>>viaggia in rete e che
>
>>nel nostro Paese è ormai l’unica fonte
>>informativa non censurata. Vi
>
>>ricordo che il nostro è l’unico Paese al
>>mondo, dove una media company,
>
>>Mediaset, ha chiesto 500 milioni di
>>risarcimento a YouTube. Vi rendete
>
>>conto? Quindi il Governo interviene
>>per l’ennesima volta, in una
>>materia
>che vede un’impresa del presidente
>>del Consiglio in conflitto
>>giudiziario e
>d’interessi.
>>
>>Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’
>>istituzione di una
>
>>commissione contro la pirateria digitale e
>>multimediale che tra poco
>>meno
>di 60 giorni dovrà presentare al
>>Parlamento un testo di legge su
>>questa
>materia, questo emendamento al
>>“pacchetto sicurezza” di fatto
>>rende
>esplicito il progetto del Governo
>>di “normalizzare” il fenomeno
>>che intorno
>ad internet sta facendo
>>crescere un sistema di relazioni e
>>informazioni
>sempre più capillari
>>che non si riesce a dominare.
>>
>>Obama ha vinto le
>elezioni grazie ad
>>internet? Chi non può farlo
>>pensa bene di censurarlo e di
>far diventare
>>l’Italia come la Cina e la
>>Birmania.
>>
>>Oggi gli unici media
>che hanno
>>fatto rimbalzare questa notizia sono
>>stati Beppe Grillo dalle
>colonne
>>del suo blog e la rivista
>>specializzata Punto Informatico. Fate
>girare
>>questa notizia il più
>>possibile. E’ ora di svegliare le coscienze
>
>>addormentate degli
>>italiani. E’ in gioco davvero la democrazia!!!
>>
>>http:
>
>>//italianspot.wordpress.com/2009/02/06/pacchetto-sicurezza-
>>attacco-
>>finale-
>di-berlusconi-ai-blogger-e-filtraggio-della-rete-
>>berlusconi-
>>vuole-chiudere-
>facebook-e-youtube/

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Fabrysound il 10/5/2009 4:58:09
secondo questo link sembra che le cose per adesso siano cambiate, vedremo nei prossimi mesi.

La libertà dei cittadini italiani di usare la Rete per informare ed informarsi così come loro garantito dalla Carta fondamentale dei diritti dell'uomo e del cittadino prima e dalla Costituzione poi è salva... almeno per il momento. I Deputati italiani, infatti, mostrando una maturità ed un rispetto per i diritti fondamentali dei cittadini e degli utenti superiore a quello dei colleghi del Senato, nella notte di ieri, hanno abrogato l'art. 60 del DDL n. 2180, meglio noto al grande pubblico come emendamento D'Alia, approvando l'emendamento Cassinelli. Uno dei più pericolosi attentati alla libertà dell'informazione in Rete ed attraverso la Rete è stato, dunque, sventato.



Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  _gaia_ il 13/6/2009 10:39:27
"Chiuso per rettifica" - l'ultima trovata ammazza-web

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Tato_p2p il 3/7/2009 17:01:41
Citazione:

Proposta di legge del deputato LUSSANA

ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente proposta
di legge e` finalizzata a riconoscere ai
cittadini, gia` sottoposti a processo penale,
il cosiddetto « diritto all’oblio » su internet,
cioe` la garanzia che – decorso un certo
lasso temporale – le informazioni (immagini
e dati) riguardanti i propri trascorsi
giudiziari non siano piu` direttamente attingibili
da chiunque. (...)


Prosegue in pdf qui:http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0025880.pdf

Certo, magari per il ragazzino che scippa la vecchietta e con gli anni si pente, può andare bene, ma che dire di vari candidati a cariche pubbliche?

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Dorian il 3/7/2009 17:33:17
Come tutti sono preoccupato ma fin'ora è stato dimostrato che prendere di petto la rete con la censura sortisce l'effetto opposto.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  benitoche il 17/12/2009 0:45:23
Web, Maroni: "Nessuna legge speciale"
Bernabé: "Internet è il regno della libertà"
16 dicembre, 21:37

ROMA - "La proposta che domani discuteremo in consiglio dei ministri non prevede alcuna legge speciale né reato specifico e non ci sarà alcun intervento censorio del governo. Stiamo pensando a strumenti che permettano alla magistratura di intervenire per decidere se sul web si compie un reato e per rimuovere gli effetti del reato". Così il ministro dell'Interno Roberto Maroni spiega, in Transatlantico, i contenuti del provvedimento che arriverà domani in consiglio dei ministri. "Non ho obiezioni a che si proceda con un disegno di legge e non con un decreto per consentire al Parlamento di discutere", aggiunge Maroni.

"Ho questa duplice certezza: una democrazia è tale quando combatte ogni atteggiamento eversivo e quando riesce e garantire tutte le libertà a partire da quella massima di espressione che è uno dei suoi pilastri". Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della cerimonia del Ventaglio a Montecitorio, a proposito dell'ipotesi di norme restrittive su internet.

"Censurare internet per gli insulti e le istigazioni alla violenza sarebbe una decisione assurda e illiberale", afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. "E' un po' come se si volesse impedire l'uso del telefono perché ci possono essere telefonate minatorie. Internet - aggiunge - è uno strumento di comunicazione e i nostri governanti devono capire che oggi si usa internet come ieri si usava il telefono".

"Internet è il regno della libertà e non della costrizione". Così Franco Bernabé, amministratore delegato di Telecom Italia, commenta il dibattito sul tema della censura dei siti internet in particolare dopo i recenti episodi seguiti all'aggressione di Silvio Berlusconi.

"Costringere internet dentro un vincolo di tipo giuridico è una contraddizione in termini - ha commentato - significa non sapere cosa è internet e la sua evoluzione. Penso sia una notizia destinata a fare strada per pochissimo tempo".

"Internet è uno strumento di democrazia", ha sottolineato l'economista Tito Boeri, nel corso di una tavola rotonda sul tema 'Dialogo sull'innovazione'. Il clima in Italia è teso ma, secondo Boeri, proprio per questo "ridurre la democrazia su internet sarebbe grave e pesante" al contrario per uscire da questa situazione "serve più apertura".

Secondo Gianluca Dettori, fondatore di dPixel, la strada verso cui probabilmente si andrà "é l'apertura di un registro con siti autorizzati e altri no: ma così non si va da nessuna parte. Internet ci permette di parlare" e questo, commenta Dettori, nessun politico lo può impedire.

No a censure della Rete ma sì a una regolamentazione che passi, come è per la stampa, attraverso l'applicazione del codice penale. E' quanto propone un editoriale del quotidiano cattolico Avvenire. Il tema della libertà di espressione, avverte Avvenire, "é quanto mai spinoso" come testimonia il fatto che "grandi democrazie che ci hanno preceduto di qualche anno nell'uso capillare della Rete" "non hanno trovato una riposta" ancora "se non quella di interventi casuali e mirati nei confronti di siti negazionisti o neonazisti o inneggianti all'odio razziale".


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2009/12/16/visualizza_new.html_1646989015.html

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  edo il 21/12/2009 14:46:43
Oggetto: emendamento Repressione
In base a quello che leggerete anche questa e mail potrebbe essere fonte di
reato.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L.733)
tra
gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC)
identificato
dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a
delinquere compiuta a mezzo internet/ ; la prossima settimana Il testo
approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60. Il senatore Gianpiero
D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga
sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta". In pratica in
base a
questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un
blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i
/providers/ dovranno bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se
all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione
dell'autorità
giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della
attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete
internet
di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24
ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione
amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a
delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a
5
anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o
all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da
tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in
Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in
Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/
ha
citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome
di
questa /media company/, guarda caso, è Mediaset
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del
tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del
Consiglio
in un conflitto
giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e
l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale
che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di
legge
su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
rende
esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione
internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari
che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni
spesa!
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia
il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e
alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il
blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico. Fate girare
questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze
addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e
diritto
di critica il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Orwell84 il 21/12/2009 15:08:42
Oggetto: emendamento Repressione
In base a quello che leggerete anche questa e mail potrebbe essere fonte di
reato.
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L.733)
tra
gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC)
[...]


Ieri?!
É stato abrogato nell'aprile scorso questo emendamento.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Paxtibi il 14/3/2010 17:53:14
Chavez vuole regolamentare Internet

CARACAS (Reuters) - Il presidente venezuelano Hugo Chavez, criticato dalle associazioni per la libertà di stampa, ha invocato ieri una regolamentazione per Internet e ha puntato il dito contro un sito web che, ha detto, ha riportato falsamente l'assassinio di uno dei suoi ministri.

"Internet non può essere qualcosa di aperto in cui si dice e si fa tutto. Ogni nazione deve applicare le sue regole e la sua normativa", ha detto Chavez. Il presidente ha poi fatto riferimento al cancelliere tedesco Angela Merkel che avrebbe espresso un punto di vista simile recentemente.

Chavez è arrabbiato con il sito web di commenti politici e pettegolezzi Noticierodigital, che, ha detto, ha scritto falsamente che Diosdado Cabello, ministro e suo stretto alleato, era stato assassinato. Il presidente ha detto che l'articolo è rimasto sul sito per due giorni.

"Dobbiamo agire. Chiederemo aiuto al procuratore generale, perché questo è un reato. Ho informazioni che questa pagina periodicamente pubblica articoli che invocano un colpo di stato. Questo non può essere consentito".

I siti web di social networking come Twitter e Facebook sono molto diffusi fra i movimenti di opposizione venezuelani per organizzare proteste contro il governo. Chavez si è lamentato del fatto che questi siti vengano usati per diffondere notizie infondate.


Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  NiHiLaNtH il 14/3/2010 20:44:20
fratello Chavez, sorella Merkel
cambia la loggia ma sono tutti dei bastardi massoni di merda

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Manfred il 14/3/2010 21:24:05
Magari fosse così semplice!

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Paxtibi il 15/3/2010 0:58:40
Se anche fosse "così semplice", Manfred, non ci troverei grandi motivi di conforto...

Comunque, pare proprio arrivato il tempo di liberarsi degli ultimi miti.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  NiHiLaNtH il 15/3/2010 1:06:51
manfred appartengono a gruppi diversi ma tutti quanti vogliono la stessa cosa, sono solo in disaccordo sul come realizzarla

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Red_Knight il 15/3/2010 1:10:47
@Paxtibi

Quali ultimi miti?

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Manfred il 15/3/2010 1:18:44
E Salvador Allende? Non facciamo il diavolo più nero di quello che è.
Vi ricordate cosa diceva il generale Giap se il nemico ti …….

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Paxtibi il 15/3/2010 1:39:57
Con Allende l'inflazione in Cile era arrivata al 500%. Non basta essere vittima dei cattivi per diventare buoni.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Manfred il 15/3/2010 13:18:05
Io e altri amici la storia l'abbiamo sempre aggiustata come ci piaceva di più, un primo maggio gridavamo:

W Marx, W Lenin, W Jimmy Hendrix

ciao

PS comunque non penso che l'inflazione fosse colpa di Allende, ma una contromossa dei padroni del mondo alle privatizzazioni, vedi Iran 1957.

Re: quando finirà la libertà anche su internet?

Inviato da  Paxtibi il 16/3/2010 21:45:57
PS comunque non penso che l'inflazione fosse colpa di Allende, ma una contromossa dei padroni del mondo alle privatizzazioni, vedi Iran 1957.

Le mani sulla stampante le aveva lui, non "i padroni del mondo."

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