L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  Erebyte il 2/12/2005 12:36:16
Leggevo su "La Stampa" di oggi (Venerdì 2 Dicembre) che in futuro la Corrente del Golfo potrebbe scomparire delinenado scenari tipo quelli visti nel film "The day after tomorrow"

La corrente del Golfo è quella corrente che spostandosi dal Golfo del Messico verso le coste europee garantisce un clima mite a regioni che altrimenti per latitudine sarebbero polari : infatti la temperatura della corrente può superare di oltre dieci gradi quella dell'oceano.

Riassumo in breve il funzionamento:

Citazione:


L'acqua calda proveniente dai Caraibi cede calore alle coste Nord Europee e nel processo di evaporazione acquista salinità diventando sempre più salata e fredda quindi più pesante.

Giunta in prossimità del circolo polare è così pesante che si inabissa risucchiando altra acqua da sud e alimentando un circuito che poi si chiude attraverso correnti sottomarine (fredde e salate) che ritornano nel Golfo del Messico.



Per descrivere l'imponenza della corrente del Golfo basti pensare che ha una portata pari a circa cento volte quella del Rio dell Amazzoni cioè la corrente ha una portata di 20 milioni di metri cubi al secondo !!!
Tenuto conto che è di superficie è ancora più impressionante.

Cosa sta accadendo ?
Il riscaldamento globale scioglie i ghiacci artici e l'apporto di acqua dolce riduce la salinità superficiale dell'acqua proveniente dai Caraibi.
L'acqua risulta allora meno salata quindi essendo più leggera non affonda più : in pratica si sta rompendo la "pompa".
Mentre il resto del pianeta si sta scaldando le coste europee potrebbero piombare in una vera e propria era glaciale.

Questa teoria catastrofista non è una novità ma ora è stata anche quantificata : sembra che la corrente del Golfo non solo stia rallentando ma che la sua portata negli ultimi dodici anni si sia ridotta del 30% !!!

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  padma il 2/12/2005 13:58:41
Guarda, io lavoro nel campo, per quanto non mi occupi strettamente di climatologia. Quello che ti posso dire è che le evidenze scientifiche inconfutabili fino ad ora sono solamente:

1)L'aumento globale della temperatura, che sembra dovuto in parte (quanta parte non si può affermare esattamente, ma butterei lì un 50%) a cause antropogeniche (quindi combustibili fossili --> aumento CO2 --> effetto serra).

2)Aumento del vapor acqueo in atmosfera. E' un'evidenza relativamente nuova, mi ci sto ancora informando.

Per quanto riguarda la corrente del Golfo, la scenario nel quale dovrebbe esaurirsi o mutare addirittura direzione è solamente uno scenario, appunto, come ne esistono molti altri. Fose se ne parla molto perchè è il più catastrofico. Non mi ci fiderei molto, non al momento comunque.
Se la corrente del Golfo dovesse avesse diminuito la sua portata del 30 %, sarebbe logico aspettarsi una diminuzione di temperatura sul Nord Europa, cosa di cui al momento non si hanno evidenze. Anzi, mi pare che anche là la temperatura media sia aumentata come in molte parti del globo proprio per il riscaldamento globale in atto.
Sapresti citarmi la fonte dove hai letto questo che do un'occhiata appena ho tempo?

Dal mio punto di vista, se anche la corrente del Golfo dovesse bruscamente diminuire ("scenario catastrofico"), non si potrebbe parlare di una nuova era glaciale in Europa, al massimo su Gran Bretagna e Scandinavia le temperature scenderebbero moltissimo, non altrove.

ciao

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 16:47:01
che la corrente del golfo stia diminuendo lo dimostrano i dati e le foto, anche se potrebbe essere una diminuizione momentanea, ma già avvenne in Europa verso il 1300 dove ci fu una piccola era glaciale secondo la scienza che provocò stagioni secche e gelide (in alcune parti degli attuali stati uniti non piovve per decenni). Per quanto riguarda gli effetti ci sono tutti. Prima di tutto dalle mie parti ha nevicato da gennaio fino a febbraio ininterrottamente per 1 mese cosa che non capitava dagli anni 50 almeno e nevicate così abbondanti in basilicata ( a ciò che mi dicono chi era nato allora) non si verificavano dagli inizi degli anni 70. Oltretutto era da tanto che in Italia non avevamo nevicate a novembre in tutta la penisola e il maltempo è dappertutto. Sicuramente abbiamo avuto estati eccezionalmente calde, lo scioglimento dei poli è una realtà e sono appunto proprio queste cause che stanno causando la scomparsa della corrente del golfo. Quindi l'attuale innalzamento della temperatura e qualcosa che sta provocando anche la scomparsa della corrente del golfo, insomma le due cose coincidono. Ringrazio FRANKAD per avermi mandato via e-mail degli articoli interessantissimi su questo tema, alcuni già li conoscevo come quello di melchisedec su www.nexusitalia.com che consiglio di leggere a tutti! Cmq su queste cose non ci sono certezze assolute. Si tiene in poca considerazione secondo me i cambiamenti del sistema solare e soprattutto del sole che sta avendo in questi anni un'attività anomala, con aumento di tempeste solari e di macchie solari e cambiamenti che si stanno verificando in diversi pianeti del sistema solare, compreso Plutone, un pianeta lontanissimo, eppure anche lì vi è stato un innalzamento minimo della temperatura. Insomma chi parla di effetto serra vuole nasconderci cambiamenti ciclici di dimensioni più grosse secondo me, nonostante cmq l'uomo abbia una sua responsabilità. Su questo non ci sono dubbi!

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  Erebyte il 2/12/2005 17:27:56
Citazione:

Sapresti citarmi la fonte dove hai letto questo che do un'occhiata appena ho tempo?


L'articolo come dicevo l'ho letto oggi su "La Stampa"...l'articolo è firmato da Piero Bianucci

On-line puoi trovare diverse pagine che trattano dell'argomento

Newton
Times online
Guardian

Comunque non so che dirvi...non sono un esperto...riportavo una notizia (in ogni caso Piero Bianucci non è un ingenuo ma avrà le sue fonti)

Rispondendo a padma aggiungo che l'aumento di vapor acqueo non solo è dimostrato ed è conseguenza ovvia dell'aumento di temperatura (maggior temperatura => maggior evaporazione acqua dai mari) ma in un perfetto circolo vizioso è esso stesso un gas serra !

Naturalmente l'effetto albedo di una maggior copertura nuvolosa non è noto perfettamente a livello quantitativo ma dubito sia sufficiente a bilanciare l'assorbimento di raggi infrarossi proveniente dalla terra.

In ogni caso sono fatti che
Le instabilità climatiche (tornado, uragani, ecc..) registrate soprattutto nelle zone tropicali sono in larga parte dovuti ad un aumento congiunto di temperatura e vapor acqueo.

Citazione:

Dal mio punto di vista, se anche la corrente del Golfo dovesse bruscamente diminuire ("scenario catastrofico"), non si potrebbe parlare di una nuova era glaciale in Europa, al massimo su Gran Bretagna e Scandinavia le temperature scenderebbero moltissimo, non altrove.


Io invece ritengo che nel caso del clima non esistano barriere nazionali : gli effetti sull'Italia dovuti ad un raffreddamento dell'Atlantico non sono noti ma certamente sarebbero catastrofici e sarebbero catastrofici proprio perchè produrrebbero cambiamenti ai quali non siamo preparati ... atlantico freddo + mediterraneo caldo = ???


Infine se devo dirvela tutta a me sto tempo tanto normale non me pare !


Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  solenero il 2/12/2005 17:54:15
Non sono un esperto, ma gli articoli che trovo in rete, sul clima, li trovo sempre estremamente interessanti.

Per quel poco che mi è capitato di leggere (e di capire), la corrente del golfo influenza non solo i climi scandinavi, ma anche i paesi dell'entroterra europeo, il cui clima è una combinazione delle correnti acquatiche e aeree atlantiche e mediterranee. Un'interruzione di questo equilibrio si riperquoterebbe sicuramente anche sul nostro clima; anzi, vista la portata del fenomeno "corrente del golfo", non mi sembra esagerato dire che si avrebbero ripercussioni sul clima di tutto il mondo.

Quanto alla temperatura in aumento, io ho qualche perplessità, nel senso che, più che un aumento (ovviamente non mi riferisco alla temperatura media della terra, che pare si stia alzando) mi sembra di riscontrare una grande instabilità metereologica: alcune aree del pianeta soffrono climi che non si manifestavano da decenni, in alcuni casi da secoli (come il Rio in secca), ma quello che salta più all'occhio della zona in cui vivo è la velocità con cui il tempo e le temperature balzano da troppo caldo a troppo freddo. Fino a solo un decennio fa, i passaggi da stagione a stagione erano più graduali, metre oggi si assiste a escursioni di una decina di gradi nell'arco di una settimana, a volte anche meno. Un continuo sali-scendi che non si è mai visto e che non mi sembra abbia niente di naturale. C'entrano forse le chemtrrails? HAARP? Il sole? Non lo so. Quello che so è che sembra ci stiamo muovendo verso un cambiamento drastico dell'intero clima (ad esempio ho letto, non mi ricordo dove, che quest'anno si è sviluppato il primo ciclone nell'atlantico australe; e per primo intendo il PRIMO: mai visto uno prima. MAI).

Curiose anche le scansioni termiche del ciclone che ha invaso Huston, dove si vedono delle "strisce" di calore che l'avrebbero deviato prima che arrivasse a fare danni nelle zone più popolat... hem... pardon... nelle zone più ricche di insediamenti di estrazione e raffinazione peltrolifera. HAARP?

In conclusione tutti si concentrano ad esaminare questo o quell'aspetto o fenomeno climatico, cosa che mi sembra macchinosa e inutile. Secondo me abbiamo bisogno di una raccolta e confronto di tutti i "sintomi", di catalogarli e metterli in relazione fra di loro: la corrente del golfo, le zone di siccità, quelle insolitamente piovose, le troppo ampie e troppo frequenti escursioni termiche, il nino, la nina, gli ultimi uragani (che pare siano di forza inaudita e mai registrata prima) e quant'altro.

Dimenticavo... Inoltre sarebbe utile unire i dati metereologici a tutti gli altri dati rilevati in tutti gli aspetti "selvaggi" del pianeta: terremoti, eruzioni vulcaniche e (last-but-don't-least) le vibrazioni. In particolare la mia attenzione viene spesso richiamata su queste ultime. A quanto pare il ns. pianetino emette delle vibrazioni che, negli ultimi anni, stanno crescendo molto velocemente. Le ipotesi sull'origine, cause ed effetti sono le più disparate, dall'arrivo di esseri superiori, di cui saremmo l'esperimento preferito, alla distruzione del pianeta, alla creazione di strati di ghiaccio nell'atmosfera, allo scopo di proteggerci. L’unica cosa che accomuna le diverse teorie che ho letto sembra essere la datazione del cambiamento, che a quanto pare sarà il 2012. Ma a parte le varie teorie, sembra che le vibrazioni della terra fossero note da parecchio tempo, visto che si vocifera che Nikola Tesla avessa sviluppato un "meccanismo" in grado di prelevare energia direttamente dalla terra sfruttando, appunto, la proprietà del marchingegno di sintonizzarsi su quelle vibrazioni, ricavandone direttamente l'energia che gli serviva, ad esempio, per far camminare un'auto!!!

Padma ne sai qualcosa di più?

P.S. Erebye, anche a me il tempo suona parecchio stonato

P.P.S. Minchia devo aver fatto un gran casino con sto post

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  Erebyte il 2/12/2005 18:20:51
Citazione:

Insomma chi parla di effetto serra vuole nasconderci cambiamenti ciclici di dimensioni più grosse secondo me, nonostante cmq l'uomo abbia una sua responsabilità.


Perchè "qualcuno" dovrebbe nascondere questo ?
Chi avesse prove a proposito diventerebbe certamente l'uomo più ricco del mondo : Bush e le sette sorelle lo coprirebbero d'oro !!!
Il problema è che al massimo un climatologo su dieci è davvero convinto che la colpa non sia completamente imputabile all'uomo come dimostrano gli ultimi convegni sul clima (es Tokyo).

Il punto qual'è ? Certo che l'attività solare o le emissioni vulcaniche hanno un enorme impatto sul clima e che il clima stesso ha delle ciclicità (dimostrate) ma il punto è che le modifiche registrate vanno tutte in un'unica direzione e troppo in fretta.
Dire che la temperatura è aumentata in media di mezzo grado in cento anni non è lo stesso di dire che l'aumento è avvenuto in mille anni !

Le micro ere glaciali si sono create in mille anni! Non in cento!
Mezzo grado in più sembra poco ma in mezzo grado ci stanno tutte le alluvioni (innegabili) che abbiamo avuto indiscriminatamente in tutto il territorio.
In mezzo grado ci stanno i picchi di 40 gradi d'estate che si mediano con inverni sempre meno "mediterranei" !
Dovete pensare al clima come a una molla che viene tesa (maggior temperatura): quando la rilasciate si allungherà e si accorcierà ciclicamente ma con ampiezze maggiori rispetto ad una minor tensione (energia termica) iniziale.

Certo qualche ricerca "indipendente" finanziata da qualche industria energetica proverebbe il contrario ma sai com'è...se fanno guerre in nome dell'oro nero forse hanno anche meno scrupoli nel "limare" qualche rapporto !

Mi ricordo che ancora alla fine degli anni '80 uno scienziato che avesse parlato di effetto serra veniva trattato come un ignobile gufo catastrofista !!!
Eppure gli anni 80 erano stati eccezionalmente caldi !!!

PS: Tesla è stato come Einstein un grande scienziato...diciamo che spesso pazzia e genialità sono facce della stessa medaglia

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  frankad il 2/12/2005 18:34:51
Il mio clima è cambiato, qualsiasi cosa stia succedendo. Assisto a mutamenti anno dopo anno e fenomeni mai visti. Quest’anno in Sardegna siamo arrivati a novembre con 25 gradi, nel lasso di soli 10 giorni al -2 mattutino. L’effetto serra sta sciogliendo i poli. Ma la paventata “era glaciale” sarà possibile solo per mezzo di “interferenze” sul normale funzionamento della Corrente del Golfo. Permettetemi di fare un copia incolla esplicativo sulla Corrente:

La Corrente del Golfo, che gli scienziati chiamano 'convettore termoalino nord atlantico', è una corrente d'acqua calda proveniente da Sud dell'Equatore, che scorre sulla superficie dell'oceano verso nord; quest'acqua calda evita che il Nord America e l'Europa Occidentale e Settentrionale si ghiaccino. Essa è anche responsabile dei modelli climatici mondiali che conosciamo.

Quando la Corrente del Golfo si raffredda, scende al fondo dell'oceano e va verso sud, dove si riscalda nuovamente e torna in superficie muovendosi ancora verso nord, in una corrente convettiva continua. Così facendo, disegna un gigantesco '8' tridimensionale.

Il motore che tiene in funzione questo flusso d'acqua calda si trova a nord, dove la Corrente del Golfo scende al fondo dell'oceano. E' la densità salina dell'oceano che causa l'inabissamento di questo fiume, e che "tira su" l'acqua calda dal sud.

Ora che le calotte polari si stanno sciogliendo, l'acqua dolce si sta riversando nell'Oceano Atlantico, la densità salina sta diminuendo, e la Corrente del Golfo non va più molto a fondo - il che risulta in un rallentamento di questa corrente. La Corrente del Golfo ha rallentato notevolmente il suo corso negli ultimi dieci anni.

Con il rallentamento della Corrente del Golfo, il calore non raggiunge più la regione nord atlantica, e i modelli climatici incominceranno a mutare, poiché la loro stabilità dipende da quel calore.

Una recente nota di agenzia

La Corrente del Golfo rallenta

L'agenzia di stampa ANSA ha divulgato in questi giorni una notizia secondo cui sarebbe provato scientificamente il rallentamento della Corrente del Golfo, corrente oceanica fondamentale per il tiepido clima di cui gode l'Europa.
La Corrente del Golfo rallenta: il prof. Wadhams dell'università di Cambridge inoltrandosi sotto la calotta dell'Artico a bordo di sommergibili della Marina Britannica avrebbe osservato il rallentamento dei flussi di acqua fredda che sprofondano negli abissi oceanici, meccanismo che permette all'acqua fredda di essere sostituita in superficie da acqua calda di origine tropicale e che, almeno negli ultimi millenni, ha consentito all'Europa, specie occidentale, di godere di un clima particolarmente mite in rapporto alla latitudine.
La notizia è stata divulgata dall'ANSA e ripresa dai principali organi di informazione.
A parte la novità della constatazione visiva e strumentale da parte del prof. Wadhams dell'università di Cambridge, il web è zeppo di articoli sul rallentamento della Corrente del Golfo.

Chiariamo subito una situazione: io trovo delle analogie su certi aspetti che riguardano l’11 settembre e la situazione del Global Warming. Nel mentre che mi prendete per scemo vi spiego la mia opinione: l’11/9 è stato un continuo mascherare indizi, distorcere verità, tentare di sviare, o no? Bene, la stessa cosa succede nel “Riscaldamento Globale”. Vi sono prove con nomi cognomi e fatti che attestano finanziamenti di milioni di dollari a scienziati che sostenevano le posizioni governative USA (25% delle emissioni di gas serra nel mondo), cioè che non vi fosse la mano dell’uomo quale causa del fenomeno. Omissioni, verità scientifiche distorte, ci ricorda qualcosa?
Vi consiglio di leggere l’articolo indicato da Yarebon. Più che dal punto di vista prettamente scientifico è una buona guida dalla quale partire per altri documenti.
Personalmente ne ho esaminati tanti ma vorrei sottolineare che, nel frattempo, sono successe delle cose le quali hanno fatto si che il muro delle nazioni che proteggevano i loro padroni, ossia le multinazionali, ha cominciato a sgretolarsi. Un rapporto del Pentagono, fatto appositamente trafugare e pubblicato su un noto giornale, ha aperto uno scenario, dipinto da quelli che fino a poco prima facevano di tutto per dare versioni false della situazione, a dir poco apocalittico. Potete leggerlo qui

http://www.mindfully.org/Air/2003/Pentagon-Climate-Change1oct03.htm

Le conclusioni sono: se la corrente del golfo non solo si sta arrestando ma si sta “schiacciando” come una grande camera d’aria rotonda e gonfia che viene spinta su di una parete e si deforma, sintomo interpretato dagli scienziati come principio di arresto, il problema è ben più grosso. L’ultima volta che la Corrente del Golfo si arrestò fu 8200 anni fa, determinando un’era glaciale. Ci sarebbe da scrivere troppo, vorrei solo fare un’ultima osservazione su cosa potrebbe succedere: anche se solo pensassimo al rallentamento, giusto il fatto che questo successe per l’ultima volta nel 1300 d.C. e durò circa 500 anni. Questo periodo fu chiamato “Piccola Era Glaciale. Fino all’Inghilterra e giù di li pare che le temperature fossero totalmente siberiane. E se adesso è in atto il rallentamento ed andiamo verso qualcosa del genere, tutti i popoli che stanno sopra oppure a quelle latitudini, cosa faranno se il clima sarà come in Siberia? Scenderanno da noi oppure in Spagna? E dove li mettiamo? Cosa mangeranno e…mangeremo?
Inutile pensare più giù di noi perchè si prevede che intorno all’equatore la siccità sarà tale da non permettere di viverci.

Bel quadretto, no?

Franco





Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 18:54:54
Erebyte non penso che chi rivelasse qualche teoria sui cambiamenti ciclici spiegando le cause e gli effetti guadagnerebbe oro e ti spiego il perchè: la ricerca è mantenuta dagli sponsor e dalle multinazionali, gli scienziati indipendenti non possono esistere e se ci sono non lavorano in grossi gruppi di ricerca capaci di influenzare il progresso della civiltà. Purtroppo servono i soldi per finaziare una ricerca, quindi gli scienziati si mettono sotto la mercè di uomini d'affari che della scienza intesa come ideale per migliorare il benessere e la conoscenza dell'umanità non se ne fregano niente. Lo stato non può mantenere da soli gli scienziati e cmq alla fine a spuntarla sono sempre gli industriali e l'alta finanza, da ciò se ne deduce che parlare di queste cose non è buono per l'attuale politica energetica mondiale, soprattutto in tempi di crisi economica mondiale come questi. Ma stiamoci attenti, secondo me se queste notizie spesso escono da ambienti governativi e perchè l'allarmismo rende le persone più docili e tutto ciò fa parte di un progetto al fine di creare un governo mondiale. Nel rapporto "iron mountain" degli anni 60, una delle opzioni per arrivare a questo scopo è allarmare il mondo con una grande crisi climatica.
E' logico il tuo discorso Erebyte, riguardo ai cambiamenti attuali che sono tropo repentini e strani per essere ciclici, ma alla fine di un ciclo penso ci sia una sorta di stato di caos, ossia come quando facciamo girare una palla, essa alla fine del suo giro farà movimenti bruschi ad entrambi i lati per poi fermarsi completamente, ma i cambiamenti ciclici ci sono e io penso che siamo alla fine di questo cambiamento. Ora se le stranezze aumentano ciò è dovuto anche al fatto che insieme al cambio ciclico ci sono altri fattori che intervengono, cioè l'effetto serra e l'intervento artificiale dell'uomo sul clima con tecnologie tipo haarp o l'uso di scie chimiche che da molti è stato associato anche con aumento di siccità! insomma secondo me non tener conto dei cambiamenti che stanno avvenendo nel sistema solare significa escludere una grossa percentuale del problema! Poi nessuno tiene in conto che i cambiamenti non sono solo atmosferici (e ciò farebbe presupporre l'effetto serra), ma vi è anche un aumento dell'attività vulcanica e dei terremoti e secondo voi questo dipende dall'effetto serra?

Ere glaciali in Europa => uragani a Cuba ?

Inviato da  Erebyte il 2/12/2005 19:10:48

Concordo con frankad...
Ragionavo anche sul fatto che se la corrente del Golfo rallenta o peggio ancora si arresta l'effetto sulle regioni europee sarà un reffreddamento ma al tempo stesso si avrà (per reciprocità degli effetti) un surriscaldamento superficiale nella zone caraibica.
Visto che gli uragani nascono proprio per un surriscaldamento superficiale del mare questo potrebbe spiegare l'aumento di tali fenomeni in quelle aree.

So che frequento da poco questo forum ma qualcuno avrà capito che sono piuttosto razionalista su certe cose ... nonostante tutto sono convinto che gli studi riguardanti il clima siano stati nascosti dai poteri "forti" (lobbies energetiche in testa).

La verità è molto probabilmente peggio !

Il fatto che gli USA come al solito non vogliono sentir parlare di accordi (protocollo di Tokyo) non fa ben sperare nel futuro ! Ci mancherebbe ancora qualche esimio scienziato che dimostrasse che l'uomo non centra nulla !

Re: L' effetto serra produrrà una nuova era glaciale in Europa ?

Inviato da  frankad il 2/12/2005 19:15:08
Yarebon

nessuno tiene in conto che i cambiamenti non sono solo atmosferici (e ciò farebbe presupporre l'effetto serra), ma vi è anche un aumento dell'attività vulcanica e dei terremoti e secondo voi questo dipende dall'effetto serra?

a quanto pare è il contrario, la loro attività contribuisce all'effetto serra.

Il metano dei vulcani di fango tra i responsabili dell'effetto serra



Re: Ere glaciali in Europa => uragani a Cuba ?

Inviato da  frankad il 2/12/2005 19:18:43
Citazione:
So che frequento da poco questo forum ma qualcuno avrà capito che sono piuttosto razionalista su certe cose ... nonostante tutto sono convinto che gli studi riguardanti il clima siano stati nascosti dai poteri "forti" (lobbies energetiche in testa).



Erebyte

Sei andato sul link di Yarebon?

Ciao

Re:

Inviato da  Erebyte il 2/12/2005 20:07:41
Citazione:
Sei andato sul link di Yarebon?


Se è questo sì

Perchè non partiamo dai fatti ?

- Non sono molto convinto che la maggior parte degli scienziati lavori per le multinazionali e lo dimostra il fatto che i pochi rapporti prodotti dalle industrie energetiche vorrebbero provare il contrario di quello che fra l'altro vede anche l'uomo della strada .

- Gli allarmismi in fatto energetico non sono molto utili in ambito economico perchè spingono la gente a consumare meno : l' American Way Of Life (TM) è incentrato proprio sul consumismo.

- I protocolli anti-inquinamento costano un sakko di soldi : l'amministrazione americana non vuole aderire al protocollo di Tokyo e l'Italia stessa è in parte convinta a uscirne.
Scenari pessimistici intristiscono i governanti perchè obbligano a fare investimenti che non vengono percepiti a breve termine dagli elettori mentre vengono percepiti molto negativamente dalle associazioni di industriali.
Scenari pessimistici tendono quindi a essere insabbiati dalle amministrazioni per evitare che gruppi di "ambientalisti rompipalle" faccia pressioni.
Le agenzie di controinformazione tendono quindi a far apparire questi scenari come fittizi ed inventati (magari da loro stessi !!!)

- Le scie chimiche come tecnica di controllo meterologico è semplicemente ridicola come facilmente si può dimostrare facendo due conti sulle grandezze in gioco.
Fanno parte anche loro della controinformazione di prima ???

- L'aumento nella frequenza dei terremoti è un'altra bufala alimentata, forse in buona fede, da un aumento nella percezione degli stessi (maggior urbanizzazione, copertura dei media, ecc...)
Al più le eruzioni vulcaniche sono causa e non effetto...

- Le modifiche meteorologiche sono invece ben documentate quantitativamente da secoli : se le curve di aumento della temperatura sono proporzionali all'aumento delle immissioni di CO2 nell'atmosfera (cioè esponenziali) è logico associare questo ad un intervento umano

- I cicli esistono da sempre ma hanno un andamento continuo e lento : non avvengono in mezzo secolo !!!

- L'aumento della temperatura ha visto un trend che non si è mai invertito !


In conclusione

Se pure fosse un errore meglio essere conservativi e iniziare a ridurle seriamente queste stramaledette emissioni di CO2 (fra l'altro l'effetto serra non è il solo effetto negativo dell'inquinamento!)

Re:

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 21:19:53
frankad riguardo al fatto che l'attività vulcanica possa essere anche tra i responsabili dell'effetto serra mi sembra una bufala, nel senso le eruzioni ci sono sempre state, ma nel passato non ha certo procurato effetto serra a quanto sappiamo, quello di cui parlavo io è l'aumento dell'attività vulcanica che non può essere correlata all'effetto serra, ossia vedendo il tutto come effetto serra =aumento eruzioni vulcaniche, semmai il contrario!
Rispondendo a erebyte, capisco che riguardo all'aumento dei terremoti uno possa essere indotto a pensare che in base alla copertura dei media e alla globalizzazione dell'informazione si abbia una percezione maggiore e più catastrofista, ma non è così. Prima di mostrarti delle statistiche, ti dico che in Italia negli ultimi anni si è dovuta cambiare completamente la mappa sismica visto che la terra ha cominciato a tremare anche in zone mai interessate come il nord Italia e vari terremoti (non ti parlo di due o tre terremoti, ma decine di terremoti) sono stati avvertiti nelle vicinanze delle zone di Roma. Tu potrai giustamente obiettare che più o meno tutta la penisola italiana per lo più è una zona sismica, certo, ma la maggior parte dei terremoti sono udibili solo dagli strumenti, ora invece nella nostra penisola sono aumentati quelli uditi anche dalle persone in zone in cui magari prima vi erano scosse o inesistenti o udibili a malapena da uno strumento! In passato (ti parlo di fonti storiche) si aveva notizie di terremoti, anche catastrofici che provocavano anche migliaia di morti, ma sempre a distanza di anni. Ti do invece una sequenza di terremoti catastrofici assolutamente anormale: 1999 fine agosto, terremoto a izmit in Turchia, oltre 17mila persone morte. settembre dello stesso anno, poche settimane dopo, terremoto in Grecia con 141 morti, terremoto a Taiwan oltre 2500 morti, ancora in Messico sempre a settembre (35 morti) ancora in Turchia a novembre (894 morti), in Algeria in dicembre (24 morti). Nel 2000 l'anno inizio con un tremendo terremoto che devastò oltre 3600 abitazioni nella regione dello yunnan in Cina (7 morti). A marzo forte attività sismica nella zona del vulcano usu in Giappone che provocò l'evacuazione di più di 15mila persone.il 4 maggio, giorno antecedente alla congiunzione dei cinque pianeti (non si verificava una congiunzione simile da 6mila anni) un terremoto colpì la zona dei monti tiburtini a Roma con sfollamento di 600 persone. A giugno terremoti diversi si ebbero in indonesia e a taiwan (con diversi morti) , in tutto il nord Italia (con danni materiali in zona di Reggio Emilia). Un forte terremoto in luglio in nicaragua uccise 7 persone. La terra tornò a tremare in Giappone con circa 400 sfollati come conseguenza di ciò. A novembre fu colpito il turkmenistan con terremoto con magnitudo 7,2 che provocò 11 morti. Il 2001 iniziò con due terremoti catastrofici. Il primo a El salvador il 13 gennaio provocò 2800 morti e oltre 5mila feriti, il 26 gennaio un terremoto catastrofico si abbattà sulla zona di Bhuj in India provocando la morte di oltre 30mila persone (vado avanti per farti vedere che non sono i media ad ingigantire la cosa, trovami nel passato statistiche simili e per passato intendo da quando si hanno statistiche di questi fenomeni, quindi quasi un secolo).
continua....

Re:

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 21:44:46
allora eravamo rimasti nel 2001, altri terremoti (naturalmente parliamo solo di quelli catastrofici o udibili da parecchia gente) si ebbero di nuovo nel già martoriato el salvador il 13 febbraio con la morte di 300 persone e con 3mila dispersi. La terra a febbraio tremò anche a seattle negli usa, ciò provocò la morte di una persona e danni alle strutture per un miliardo di dollari. Altri forti terreemoti tra febbraio e maggio si ebbero in diverse zone dell'asia centrale, mentre in giugno un terremoto con addirittura magnitudo 8,4 della sscala richter colpi il Perù provocando la morte di 100 persone, il ferimento di 2700 persone e il danneggiamento di più di 17mila edifici. tale sisma fu uno dei più forti di QUESTO SECOLO seguito da quello poi del tsunami pochi anni dopo (e ti sembra normale avere terremoti di così forte magnitudo in pochi anni?). nello stesso giorno venivano evacuate 10mila persone nelle filippine a causa dell'eruzione del vulcano Mayon. In luglio riprese l'attivita eruttiva dell'etna e la terra tremò nel nord Italia provocando 4 morti, ma gli scienziati negarono cocciutamente delle correlazioni tra etna e terremoti (sembra una normale attività sismica tutto ciò?). Un forte terremoto ad agosto nell'isola di Nias in Indonesia provocò una frana che uccise 62 persone. terremoti di magnitudo 5-6-7 si verificarono a fine anno in Giappone, Papua Nuova Guinea e indonesia. Il 2002 la stessa tragica scia di morti (trovami nel passato un numero più alto di morti per catastrofi).a gennaio dapprima in tajikistan con 3 morti. A metà gennaio un forte terremoto colpì la zona del lago tanganica con l'eruzione del vulcano Nyragongo che provocò la morte di 47 persone e l'evacuazione di diversi villaggi. Diversi missionari presenti in Congo parlarono di colate di fango spazzare via interi villaggi. A febbraio venne colpita da un terremoto la zzona di isparta in Turchia con circa 45 morti e a marzo un terremoto di magnitudo 7,4 si verifica in Afghanistan, con la morte di 150 persone. neanche il tempo di contare questi morti che l'afghanistan viene colpita il 25 marzo da un nuovo terremoto che provocò olttre 1000morti e 3mila feriti e più di 10mila sfollati. Qualche giorno dopo la terra tremò a Taiwan provocando la morte di decine di persone. Diversi terremoti anche in usa nel new england, nell'iran settetrionale (261 morti e oltre 1300 feriti e danni ingenti), terremoto nelle hawai, nella città di palermo con epicentro nel mare, il 6 settembre che provocò la morte di 3 persone e danni ad edifici. Il famoso sisma di san giuliano di Puglia il 31 ottobre, in provincia di capobassso, fece crollare una scuola, mentre i bambini erano in classe, con la morte di 29 persone (per lo più bambini). la terra tremò anche in indonesia e in Pakistan con la morte di 8 persone. Il 2003 si apre con un forte terremoto in Iran nella zona di Shiraz con diversi feriti e danni agli edifici. Il 21 e 22 gennaio la terra trema in guatemala e in messico provocando olttre 30 morti. in febbraio la terra trema in cina causando la morte di 263 persone e oltre 4mila feriti. Il 1 maggio altro terremoto nella turchia orientale di magnitudo 6,4 con la morte di 200 persone. La sera del 21 maggio la terra trema in Algeria con epicentro in mare provocando la morte di oltre 2mila persone. Come conseguenza un'onda anomala colpisce le baleari e le coste spagnole. Un fortissimo terremoto di magnitudo 7,1 colpisce per fortuna l'isolata amazzonia e fortissimi terremoti colpiranno l'alaska, il giappone e l'asia centrale. A dicembre diversi terremoti catastrofici colpiscono il mondo, prima in america centrale (3 morti e centinaia di feriti) a cui segue lo spaventoso terremoto in Iran che provoca la morte di oltre 30mila persone e oltre 50mila feriti. Quest'ultimo sisma distrugge il sito archeologico di Bam CHE RESISTEVA DA DUEMILA ANNI. per ora non posto ciò che è successo nel 2004 e 2005, ma ciò spero basti. C'è da chiarire che anche gli esperimenti nucleari sotterranei (come dimostra lo scienziato guy whiteford) provocano sismi a caausa delle rotture delle faglie e delle oscillazioni che le forti esplosioni nucleari provocano, ma non è la sola causa!
Riguardo a correlazione scie chhimiche-clima ti consiglio il sito www.nexusitalia.com
Riguardo il discorso economico, ripeto la scienza ha bisogno di fondi e queesti vengono da multinazionali ed uomini d'affari e non potrebbe essere diversamente!

Re:

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 21:50:01
già che ci sono posto l'articolo:

Ogni anno la terra trema sul nostro pianeta circa 600.000 volte per cui si può capire facilmente che il nostro è un pianeta vivo, con una dinamica geologica in evoluzione.

Il terremoto da sempre nella memoria dell’Uomo è come un mostro che compare all’improvviso per portarsi via non sappiamo quante vite umane innocenti, perché di fronte alla catastrofica manifestazione delle forze della Natura gli uomini sono davvero tutti uguali.
La sensazione che si prova da un po’ di tempo a questa parte è che si stia verificando, per cause sconosciute, un certo incremento dell’attività sismica su scala mondiale che coinvolge tutte le zone più a rischio ma anche zone che generalmente non sono colpite da terremoti da decine e centinaia di anni. Per poter affrontare questo delicato argomento cerchiamo di chiarire alcuni concetti fondamentali che ci permettano di comprendere la natura di un terremoto e la struttura della terra.

La struttura della Terra
Lo sviluppo delle scienze geologiche, da due secoli a questa parte, ha permesso di comprendere quale sia la struttura geofisica del pianeta, anche se occorre ancora fare molti passi in avanti prima di poter avere la certezza di quale sia la struttura effettiva dell’interno della terra.
Infatti i metodi di scavo e trivellazione del suolo terrestre hanno permesso di giungere ad una profondità di circa 20 km, ben poca cosa rispetto ai circa 6.378 km del raggio terrestre.
Sono state comunque elaborate diverse teorie e modelli geofisici della struttura interna del pianeta sviluppati sulla base dei metodi di indagine fondati sullo studio delle onde sismiche. Tra tutti i modelli realizzati quello prevalso prevede la struttura della terra fondata su tre "strati" o settori:
Procedendo dall’interno della terra abbiamo il Nucleo, che è la parte più interna, con un raggio di circa 3.450 km; si suppone che sia costituito da leghe di ferro allo stato liquido o semiliquido con una temperatura compresa fra i 3.000 e i 6.000 °C. Si ritiene che il nucleo possa contenere un più piccolo nucleo solido.
Il secondo strato sarebbe rappresentato dal Mantello, con un raggio di circa 2.900 km probabilmente composto da silicati ricchi di ferro e magnesio. Dopo anni di studi gli scienziati sono giunti alla conclusione che il Mantello sia allo stato solido anche se soggetto a lente deformazioni dovute alle sue proprietà plastiche. Non essendo uniforme è possibile distinguere una zona esterna, più rigida, una intermedia, più plastica ed una interna più fluida.
Il terzo strato sarebbe formato dalla Crosta terrestre che ha uno spessore compreso fra i 35 e i 50 km (da 5 a 8 km per la crosta oceanica). La crosta terrestre poggia dunque sullo strato più esterno del Mantello che fino in profondità appare rigido. L’insieme della crosta terrestre e dello strato più rigido del Mantello viene chiamata Litosfera, mentre il resto del Mantello viene definito Astenosfera. La Litosfera secondo la teoria della tettonica a zolle è suddivisa in 6 zolle più grandi e da circa una decina di zolle più piccole che si muovono ad una velocità media di circa 1-10 cm l’anno (per esempio quella eurasiatica circa 10-13 cm l’anno). Queste sono costituite dalla crosta terrestre e da parte del Mantello, hanno forma sferica ed una profondità di circa 100 km. Tutte le zolle sono in movimento a causa dei moti convettivi esistenti all’interno del Mantello, che hanno permesso anche di spiegare, oltre alla natura dei terremoti, anche il meccanismo di evoluzione della crosta e dei fondali oceanici.

Che cos'è un terremoto
I terremoti sono definiti come movimenti rapidi della crosta terrestre dovuti alla propagazione di onde sismiche che vengono generate dall’improvvisa liberazione dell’energia meccanica accumulata nelle rocce.
Il punto del sottosuolo in cui vengono generate le onde sismiche viene definito ipocentro mentre la sua proiezione sulla superficie terrestre viene definito epicentro.
Gli eventi sismici vengono classificati come superficiali, intermedi o profondi a seconda della profondità dell’ipocentro, variabile, generalmente tra pochi km fino a oltre 700 km.
Le onde sismiche generate dal terremoto sono state distinte in Primarie, Secondarie e Superficiali.
Quelle Primarie (velocità di propagazione tra 5,5 e 13,6 km/s) e Secondarie (tra 3,5 e 7,3 km/s) vengono prodotte dall’ipocentro, mentre quelle Superficiali (3,5 km/s) si generano dall’epicentro.
Gli studiosi hanno scoperto che le onde primarie e secondarie sono generatrici dei movimenti sussultori, mentre quelle superficiali provocano i movimenti orizzontali o ondulatori.
Lo studio dei terremoti ha portato alla loro classificazione in base all’intensità del fenomeno registrato e alla quantità di energia liberata; si sono così definite delle scale di misurazione di cui le più famose sono quella Mercalli, che esprime la violenza apparente del terremoto e quella Richter, che esprime la quantità di energia prodotta nel suo epicentro.

Quanto detto ci permette di comprendere quali siano i meccanismi geofisici che stanno alla base, secondo le più consolidate tesi sulla geologia del pianeta, dell’attività sismica.
Occorre riflettere su una serie di considerazioni importanti che si possono fare e che possibilmente devono essere sempre suffragate da prove sperimentali o quantomeno fondate su dati reali di cui possiamo disporre.
Da alcuni anni si fa sempre più viva la sensazione che l’attività sismica sia in aumento, sia in termini di frequenza degli eventi sismici, sia in termini di energia prodotta, sia in termini di localizzazione in luoghi non classicamente colpiti da questa calamità.
Si può citare il fatto che nel 2002 e nel 2003 si sono verificati forti terremoti (di Magnitudo 4,8 Richter, le più forti da oltre 10 anni) in paesi come la Gran Bretagna, che generalmente non sono colpiti da sismi o che comunque non sono ricordati per una forte attività sismica.
Il senso di smarrimento e di angoscia per le recenti tragedie che hanno colpito molti popoli si somma a mille domande alle quali gli scienziati stentano a fornire una risposta. Perché così tanti terremoti e con questa sequenza spaventosa?
In passato si aveva notizia di terremoti molto forti, devastanti, che provocavano anche migliaia di morti, ma a distanza di molti anni l’uno dall’altro. Adesso abbiamo una sequenza che sembra aver subito un’accelerazione dall’agosto del 1999, quando si verificò il terremoto di Izmit in Turchia che provocò la morte di oltre 17.000 persone.
In sequenza si verificarono, in settembre, quello in Grecia (141 morti) e quello di Taiwan (oltre 2.500 morti), ancora in Messico a settembre (35 morti), ancora in Turchia in novembre (894 morti), poi ancora in Algeria in dicembre (24 morti); nel 2000 l’anno iniziò con un forte terremoto che in gennaio devastò oltre 3600 abitazioni nella regione dello Yunnan in Cina (7 morti). A marzo una forte attività sismica nella zona del vulcano Usu in Giappone obbligò le autorità ad evacuare oltre 15.000 persone per i rischi connessi all’eruzione dello stesso.
Anche in Italia non si scherza perché il 1° aprile un forte terremoto nella zona dei Monti Tiburtini comportò lo sfollamento di 600 persone con danni alle case (chi sa che fine ha fatto quella gente, i media tendono a dimenticare facilmente).
Il 4 maggio, giorno antecedente alla famosa congiunzione di cinque pianeti attesa da 6.000 anni, si verificò un forte terremoto nella provincia del Banggai, in Indonesia, che provocò la morte di 46 persone e la distruzione del 95% dei villaggi costieri della zona. Poi ancora il 4 giugno un forte terremoto al largo delle coste di Sumatra (Indonesia) provocò la morte di 103 persone. Negli stessi giorni di giugno 2000 la terra tremò ancora a Taiwan (2 morti e 36 feriti), a Kankiri in Turchia, in tutto il nord Italia (Magnitudo 4,7 con danni nella zona di Reggio Emilia), mentre in luglio un forte terremoto uccise 7 persone in Nicaragua; nello stesso mese la terra tornò a tremare in Giappone (400 sfollati per danni materiali) dove la terra tremò ancora il 6 ottobre proprio mentre si teneva il Gran Premio di Formula 1. Alla fine di novembre un sisma di magnitudo 6,0 Richter colpì l’Azerbaijan con oltre 30 morti e centinaia di feriti. Così pure in dicembre il Turkmenistan fu colpito da un terremoto di Magnitudo 7,2 che provocò 11 morti.
Il 2001 iniziò subito tragicamente con il terremoto che colpì El Salvador il 13 gennaio provocando 2.800 morti e oltre 5.000 feriti. Il 26 gennaio un terremoto catastrofico si abbatté sulla zona di Bhuj in India provocando la morte di oltre 30.000 persone e la distruzione totale dei villaggi della zona, con oltre 200.000 feriti. La terra tornò a tremare in El Salvador il 13 febbraio provocando la morte di oltre 300 persone, mentre risultarono disperse oltre 3.000 persone. A fine febbraio la terra tremò a Seattle negli Usa provocando un morto e danni alle strutture per 1 miliardo di dollari. Altri terremoti forti fra febbraio e maggio si verificarono in Indonesia, Afghanistan e in Asia centrale, mentre in giugno un terremoto di Magnitudo 8,4 Richter colpì il Perù provocando la morte di oltre 100 persone e il ferimento di 2.700 persone danneggiando oltre 17.000 edifici. Tale sisma, uno dei più forti da un secolo a questa parte, fu registrato perfino dall’Istituto delle Scienze della Terra di Strasburgo, mentre negli stessi giorni venivano evacuate oltre 10.000 persone nelle Filippine a causa dell’eruzione del vulcano Mayon. In luglio riprese l’attività sismica ed eruttiva dell’Etna e proprio in quei giorni la terra tremò nel nord Italia provocando la morte di 4 persone. Da più parti si fece l’ipotesi che vi fosse una relazione tra l’attività eruttiva dell’Etna ed i terremoti che colpirono l’Italia in quel periodo, cosa che fu categoricamente smentita dagli studiosi che si affrettarono a tranquillizzare l’opinione pubblica sulla non esistenza di un rapporto di causa-effetto tra tali eventi calamitosi. All’inizio di agosto un forte terremoto nell’isola di Nias, Indonesia, provocò una frana che uccise 62 persone. Verso la fine del 2001 si verificarono altri terremoti di Magnitudo superiore a 6,5-7 Richter in Giappone, Indonesia, Papua Nuova Guinea senza provocare morti.
Questa sequenza di morte è continuata anche nel 2002 che iniziò con un forte terremoto a gennaio nel Tajikistan provocando la morte di 3 persone e il ferimento di oltre 50 persone. A metà gennaio vi fu un forte terremoto che colpì la zona del lago Tanganica con l’eruzione del vulcano Nyragongo che provocò la morte di 47 persone e la distruzione totale di alcuni villaggi della zona epicentrale. Testimoni, tra cui anche missionari cattolici residenti in Congo, dissero di aver visto colate di fango spazzare via interi villaggi e le persone scappare in mezzo alla melma. All’inizio di febbraio un nuovo terremoto colpì la zona di Isparta in Turchia uccidendo 45 persone e ferendone centinaia. All’inizio di marzo l’Afghanistan fu colpito da un sisma di Magnitudo 7,4 nella zona della catena dell’Hindu Kush, con la morte di 150 persone e un bilancio di alcune decine di feriti. Neanche il tempo di contare i morti di quest’ultima catastrofe che il 25 marzo la terra tremò di nuovo sempre in Afghanistan, provocando oltre 1.000 morti e 3.000 feriti, e un bilancio di 10.000 persone senza tetto. Qualche giorno dopo la terra tremò, Magnitudo 7,1 a Taiwan provocando la morte di circa una ventina di persone e danneggiando gli edifici. Appena il tempo di piangere i morti del terremoto in Afghanistan e in aprile la terra tremò ancora nella zona di Kunduz, catena dell’Hindukush, con 50 morti e 200 feriti. In aprile la terra trema anche nel New England, negli Usa, e nell’isola di Guam, a circa 5000 km dalle Hawaii, danneggiando le infrastrutture. In giugno un forte terremoto colpisce la zona di Qazvin, nell’Iran settentrionale, provocando 261 morti e 1.300 feriti, con danni ingenti; il 31 luglio la terra trema in Costa Rica, provocando decine di feriti e crolli di edifici. Il terremoto colpisce anche la città di Palermo il 6 settembre, con epicentro in mare, provocando 3 morti e danni agli edifici; inizia una sequenza sismica che durerà alcune settimane. A settembre un forte terremoto, di Magnitudo 7,6 Richter, colpisce Papua Nuova Guinea provocando 3 morti e danni ingenti. Il 31 ottobre un violento sisma di Magnitudo 5,9 colpisce la zona di San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso facendo crollare parti di una scuola elementare mentre i bambini erano in classe. In tutto 29 vittime. Le indagini aperte dalla magistratura hanno accertato che una parte dei locali forse non era a norma di legge ma la verità forse non la sapremo mai. In novembre la terra trema in Indonesia, provocando un maremoto che si abbatte sulle coste provocando 35 feriti. Negli stessi giorni la terra trema in Pakistan provocando 8 morti.
Infine il 2003 si è aperto con un forte terremoto nella zona di Shiraz, in Iran, provocando decine di feriti e danni agli edifici. Il 21 e 22 gennaio la terra trema in Guatemala e Messico causando oltre 30 morti e centinaia di feriti. In febbraio la terra trema nella zona dello Xinjang in Cina causando 263 morti e oltre 4.000 feriti. Il 1° maggio altro terremoto nella Turchia orientale, di magnitudo 6,4 causa 200 morti e migliaia di feriti. La sera del 21 maggio la terra trema in Algeria, con epicentro in mare a 7 km da Boumerdes, causando 2.000 morti e migliaia di feriti. Come conseguenza un’onda anomala ha colpito le coste spagnole e le isole Baleari. In giugno un forte terremoto, magnitudo 7,1 colpisce una zona per fortuna disabitata della foresta dell’Amazzonia in Brasile. Il 25 settembre terremoto di magnitudo 8,3 nell’isola di Hokkaido in Giappone con oltre 100 feriti. Due giorni più tardi la terra trema nella Russia orientale provocando danni ingenti e obbligando le autorità a evacuare dei villaggi. Ancora in Cina la terra trema due volte in ottobre provocando una ventina di vittime e danni ingenti. Ancora fortissimi terremoti si verificano in questo periodo e fino a novembre in Giappone, in Asia centrale e in Alaska. Il 2003 si conclude con una sequenza impressionante di eventi sismici in dicembre che colpiscono l’America centrale, 3 morti e centinaia di feriti, a cui fa seguito lo spaventoso terremoto del 26 dicembre di magnitudo 6,7 che ha colpito la città e l’antico sito di Bam, in Iran, provocando la morte accertata di 30.000 persone e oltre 50.000 feriti. Quest’ultimo spaventoso sisma ha distrutto l’antico sito archeologico di Bam che resisteva da duemila anni. Ancora il bilancio ufficiale non è stato fornito ma si parla di oltre 50.000 morti. Nei giorni successivi un’altra incredibile sequenza di terremoti di magnitudo superiore a 6-7° Richter colpisce la zona delle isole Loyalty.
Vedremo quello che accadrà nel 2004; per ora possiamo dire che il bilancio degli ultimi 5 anni (1999-2003) è spaventoso; fra morti e dispersi vi sono oltre 112.000 vittime in tutto il mondo con danni economici per oltre 10 miliardi di dollari. Queste sono le cifre nude e crude su cui occorre riflettere attentamente per capire l’entità del fenomeno che abbiamo davanti. Da parte loro gli scienziati cosa rispondono? Gli studiosi che non si riconoscono in tesi catastrofiste tendono a tranquillizzare l’opinione pubblica affermando che si tratta di fenomeni normali legati all’attività sismica delle zone classiche del pianeta, tra cui la "Cintura di fuoco" del Pacifico e tutti i terremoti avvengono in prossimità delle zone di scorrimento delle zolle e dove sono attive delle faglie.
Alcuni eminenti studiosi italiani, che ricoprono cariche importanti, hanno affermato nel 1999 che ogni anno si verificano circa una dozzina di eventi sismici di magnitudo superiore a 7° Richter; successivamente hanno corretto il tiro affermando che ogni anno vi sono circa una ventina di terremoti di magnitudo superiore a 7, quindi la stima è al rialzo.
Gli scienziati che devono fornire delle risposte ad un’opinione pubblica sempre più preoccupata hanno affermato che l’attività sismica è stata sempre la stessa negli ultimi anni, ma la sensazione è che vi siano più terremoti perché il progresso dei mezzi di comunicazione di massa ha permesso di avere notizie in tempo reale da tutto il mondo. Ci meravigliamo che persone di così grande intelligenza si perdano dietro a ragionamenti di siffatta portata.
Se è vero che lo sviluppo tecnologico ci ha permesso di avere notizie in tempo reale da tutto il mondo, è pur vero che lo stato della tecnologia ci permetteva di avere notizie dal mondo in poco tempo anche nel 1920 o nel 1930. Con l’invenzione delle telescriventi svariate notizie di cronaca dall’Australia come dal Giappone o dall’America latina facevano il giro del mondo in pochi giorni, per cui un disastro naturale era alla portata di tutti i giornalisti di ogni brava redazione che si rispettasse.
Altra argomentazione usata dagli studiosi è che per coincidenza questi eventi sismici hanno colpito zone densamente popolate, causando le vittime di cui abbiamo dato le cifre più sopra. Anche questo è vero solo in parte, poiché alcuni sismi come quello che ha colpito l’Alaska nel novembre del 2002 con magnitudo 7,9 e altri ancora di magnitudo elevata sono avvenuti in zone non abitate, perché altrimenti avremmo contato non centomila vittime ma oltre mezzo milione, e questo semmai accresce l’allarme per il futuro.
Ciò che spaventa, e che gli studiosi non sono in grado di spiegare, è l’incremento della frequenza degli eventi sismici e l’incremento di quelli di magnitudo elevata. Se andiamo a guardare i dati storici in possesso degli archivi degli istituti di geofisica come quello degli USA e registrati nei bollettini sismici, è possibile notare un incremento sicuro dell’attività sismica almeno dal 1994.
Compito degli scienziati sarebbe quello di studiare il fenomeno e fare delle previsioni per il futuro, possibilmente attendibili, ma qui si vogliono chiudere gli occhi di fronte alla realtà di un fenomeno in evoluzione.
Da un lato abbiamo gli scienziati meramente attualisti, per i quali tutti i cambiamenti sono avvenuti nel corso di milioni di anni e quindi non c’è niente di cui preoccuparsi, mentre dall’altro abbiamo i catastrofisti che espongono in modo agguerrito le loro ragioni, legate al verificarsi di eventi improvvisi come terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni, inondazioni che possono alterare la vita sulla terra e portare alla fine della civiltà.
Per il bene comune dell’umanità sarebbe bello che tutte le intelligenze si unissero per risolvere i problemi di diversa natura che attanagliano l’uomo di fronte all’incognita del disastro naturale.
Che cosa ci nasconde il silenzio degli scienziati?
Per capire l’entità del fenomeno che abbiamo davanti occorre fare una serie di brevi considerazioni che saranno utili per poter fornire un giudizio sul modo in cui sia stata affrontata la questione da un punto di vista scientifico.
Quando il 17 agosto 1999 si verificò il terremoto di Izmit in Turchia, la notizia fece il giro del mondo colpendo l’opinione pubblica per il numero dei morti, ma pochi fecero attenzione al fatto che tale evento determinò la frattura della faglia che attraversa l’Anatolia nord-occidentale; l’effetto fu quello di provocare lo "scivolamento" delle coste della Turchia di 2 metri in direzione della Grecia (dico 2 metri non 2 centimetri). Inoltre alcuni villaggi della zona furono invasi dalle acque e i rilievi circostanti alla zona dell’epicentro si alzarono di 50 cm; uno scenario apocalittico.
Analogamente si può dire che il terremoto che colpì il Perù nel giugno del 2001 provocò un innalzamento del livello delle acque di circa 2 metri nella zona di Hilo.
Il terremoto di 7,9° Richter che colpì l’Alaska il 3 novembre 2002 provocò la rottura della faglia Denali, per circa 300 km, una faglia trascorrente destra lunga circa 700 km in tutto. Ciò che impressiona è che tale rottura determinò uno spostamento superficiale dei due lati della faglia di circa 10-15 metri.
Il terremoto di Bhuj in India del 26 gennaio 2001 provocò nella zona desertica a nord dell’epicentro il fenomeno della liquefazione che fece tornare in superficie falde acquifere o corsi d’acqua sommersi da molti anni.
Fenomeni analoghi possono essersi verificati anche negli altri casi. Qual è la forza scatenante di questi fenomeni?
Abbiamo visto che lo spostamento delle zolle in cui è divisa la litosfera determina l’accumulo di energia nelle rocce presenti nella crosta terrestre, energia che quando raggiunge un punto di rottura viene liberata sotto forma di onde sismiche. Ma perché questo fenomeno sembra in aumento? È questo che gli scienziati debbono cercare di chiarire, così come sono da chiarire molti aspetti delle teorie attualiste che sono completamente disattese dai dati che sono a nostra disposizione.
La civiltà umana è sopravvissuta abbastanza a lungo per arrivare a capire che le teorie puramente attualiste non sono soddisfacenti per spiegare l’evoluzione della storia geologica del pianeta. Vi possono essere improvvisi fenomeni disastrosi che modificano letteralmente il paesaggio determinando quella rimodellazione che fino a qualche tempo fa sarebbe stata impensabile agli occhi degli studiosi di queste discipline.
Quanto detto valga per una riflessione attenta sul fenomeno che abbiamo di fronte e sul giudizio che si può fornire sulla validità dei metodi scientifici adottati per capire l’evoluzione futura.
Recenti scoperte relative alla concentrazione di gas e sulla conduttività elettrica delle acque delle zone epicentrali prima del verificarsi dell’evento sismico, hanno riacceso la speranza di poter prevedere i terremoti, anche se attualmente lo studio di previsione si fonda sull’analisi storica dei dati disponibili e sulle previsioni relative all’accumulo medio di energia che possa scatenare l’attività sismica.
Se per esempio si valuta che occorrano circa 30 anni per accumulare l’energia che scatena il sisma nella zona interessata, allora a parità di altre condizioni si prevede che nei prossimi 30 anni si verifichi un terremoto di quella intensità e magnitudo prevista. Ma purtroppo questa previsione non dice quando ciò avverrà. Questo è esattamente ciò che hanno fatto gli scienziati per il famoso Big One che dovrebbe radere al suolo diverse zone della California nei prossimi 20 anni.
Allo stesso modo nell’ottobre del 2001 la Commissione Grandi Rischi del governo giapponese si è riunita per stabilire il piano di emergenza per i terremoti dei prossimi 30 anni. Da questo rapporto si deduce che nei prossimi 20-30 anni i sismologi giapponesi si aspettano di vedere un incremento dell’attività sismica nelle zone costiere sia occidentali che orientali con eventi di magnitudo superiore a 8° Richter con effetti devastanti per eventi sismici con epicentro nell’oceano pacifico. Si dimostra così come gli scienziati giapponesi abbiano fiutato qualcosa. Ma che cosa?
Di quali informazioni dispongono gli scienziati, al punto da essere allarmati dall’attività sismica prossima futura e tali da dover essere tenute riservate e non di dominio pubblico?
Il sospetto fondato che si può esprimere è che il nostro pianeta, in un futuro prossimo, possa andare incontro a grandi cambiamenti che riguardano non solo il clima e gli oceani ma anche la struttura del suo campo magnetico, con effetti che non sono noti e nemmeno facilmente prevedibili.
Per avere un’idea dei grandi cambiamenti che ci attendono basta pensare che l’analisi chimica dei campioni di magma emessi dall’ultima eruzione dell’Etna del 2001 ha dimostrato la presenza di un minerale che non era presente sulla superficie terrestre da oltre 15.000 anni.
Torneremo su queste argomentazioni con un altro articolo; per ora possiamo dire che gli echi di antiche profezie sulla fine del mondo tornano a farsi sentire in questo periodo a cavallo tra i due millenni facendo rivivere nella memoria dell’Uomo antiche paure che sono già state vissute, ma che possono avere anche un fondamento, poiché la memoria storica dell’umanità è fondata su fatti reali che nel corso di migliaia di anni possono diventare mito o leggenda.


Re:

Inviato da  frankad il 2/12/2005 21:58:31
Citazione:

yarebon ha scritto:
frankad riguardo al fatto che l'attività vulcanica possa essere anche tra i responsabili dell'effetto serra mi sembra una bufala, nel senso le eruzioni ci sono sempre state, ma nel passato non ha certo procurato effetto serra a quanto sappiamo, quello di cui parlavo io è l'aumento dell'attività vulcanica che non può essere correlata all'effetto serra, ossia vedendo il tutto come effetto serra =aumento eruzioni vulcaniche, semmai il contrario!


in quell'articolo si mette in risalto come le sostanze contenute nelle eruzioni vulcaniche (metano) incidano sulle percentuali di gas serra, nel contesto di un problema globale, il Global Warming. Certo, c'è sempre stata l'attività vulcanica, ma a lei mai si era sommata la mano dell'uomo in questa maniera priva di qualsiasi scrupolo. Un fenomeno naturale diventa complice suo malgrado di un disastro ambientale? No, è l'uomo che si è preso la briga di starvolgere i parametri che la natura ha creato.

Franco

Re:

Inviato da  yarebon il 2/12/2005 23:02:56
Citazione:

frankad ha scritto:
Citazione:

yarebon ha scritto:
frankad riguardo al fatto che l'attività vulcanica possa essere anche tra i responsabili dell'effetto serra mi sembra una bufala, nel senso le eruzioni ci sono sempre state, ma nel passato non ha certo procurato effetto serra a quanto sappiamo, quello di cui parlavo io è l'aumento dell'attività vulcanica che non può essere correlata all'effetto serra, ossia vedendo il tutto come effetto serra =aumento eruzioni vulcaniche, semmai il contrario!


in quell'articolo si mette in risalto come le sostanze contenute nelle eruzioni vulcaniche (metano) incidano sulle percentuali di gas serra, nel contesto di un problema globale, il Global Warming. Certo, c'è sempre stata l'attività vulcanica, ma a lei mai si era sommata la mano dell'uomo in questa maniera priva di qualsiasi scrupolo. Un fenomeno naturale diventa complice suo malgrado di un disastro ambientale? No, è l'uomo che si è preso la briga di starvolgere i parametri che la natura ha creato.

Franco


Be messa così in effetti penso abbia senso, anzi ora che ci penso ricordo di un articolo che parlava anche del rischio che una buona parte del nostro pianeta poteva essere oscurata dalle eruzioni vulcaniche in aumento, impedendo ai raggi solari di passare per l'atmosfera. Mi sembra esagerato, ma per alcuni l'era glaciale potrebbe avvenire per via di questo fenomeno!

Re:

Inviato da  Erebyte il 3/12/2005 0:41:42
Grazie per le due pagine di spiegone ma rimango dell'idea che l'aumento della frequenza dei terremoti sia solo apparente.

L'aumento apparente può anche significare una miglior registrazione degli stessi.
L'aumento apparente significa che in certe zone i terremoti vengono monitorati.
L'aumento apprente signiica che esiste una sorta di protezione civile che almeno stimi il numero di vittime.
L'aumento apparente significa che zone ad alta urbanizzazione sono cresciute male senza rispettare i criteri sismici (un terremoto in un villaggio di capanne non fa vittime...)

I danni che riporti come numero di vittime non sono assolutamente indicativi perchè non riportano la frequenza in termine di magnitudine, distribuzione spazio-temporale delle registrazioni, ecc...
Il numero di vittime non vuol dire assolutamente nulla ma come dicevo dipende soprattutto dall'urbanizzazione e dalla qualità dell' urbanizzazione stessa.
Se 100 anni fa morivano 10000 persone in Afghanistan nessuno se ne sarebbe accorto...oggi non è così...beh un pò meno forse.

Infine un appunto: nel copiare e incollare il testo potevi evitare di ricordare
"il famoso terremoto di San Giuliano in cui morirono 29 bambini" in quanto non ci fu alcun terremoto ... questa è la stronzata che ci raccontarono per far tacere l'opinione pubblica come gli abitanti del paese ben sanno.
Questo è un triste esempio di come il numero di vittime sia poco indicativo dal punto di vista "geologico".

Ciao

Re:

Inviato da  Paxtibi il 3/12/2005 1:00:32
A proposito di terremoti, consiglio una ricerca sulla connessioni tra eventi sismici e test nucleari.
Sorpresa, sorpresa...

Gli esperimenti nucleari possono innescare terremoti ?

Inviato da  Erebyte il 3/12/2005 9:30:37
Citazione:

A proposito di terremoti, consiglio una ricerca sulla connessioni tra eventi sismici e test nucleari.


Non ho trovato dimostrazioni che provino la connessione tra i due eventi ... forse il problema è che è davvero difficile dimostrarlo perchè bisognerebbe essere in grado di prevedere il fenomeno a priori quindi ripeterlo diverse volte.
Mi spiego : servirebbero modelli in grado di prevedere i terremoti al fine di escluderne l'origine naturale!

Personalmente, ma è una mia opinione, ritengo che le armi atomiche seppur potenti non possano competere con le forze naturali che sono ordini di grandezza più potenti.

Alcune potenze avranno certamente indagato sulla possibilità di innescare terremoti agendo in determinati punti di rottura della crosta terrestre però credo che il costo "sociale" sia troppo alto per fare uno studio serio o comunque ripetibile.
Per costo sociale mi riferisco al fatto che nascondere esperimenti nucleari al giorno d'oggi è un pò come scoreggiare rumorosamente in un ascensore affollato...ti beccano subito.
Se gli americani con le loro MIGLIAIA di test non hanno spaccato in due il pianeta non credo che qualcuno possa riuscirci oggi.
Infine il USGS avrebbe tutto l'interesse a non escludere tali correlazioni : infatti con gli accordi di non proliferazione atomica gli USA sono ( ipocritamente ) in prima linea nell'opporsi a nuovi esperimenti.

In ogni caso non escludo niente al 100% !!! In attesa di qualche info in più...


PS: Non ho però capito come si sia passati dalla Corrente del Golfo ai terremoti atomici


Re:

Inviato da  yarebon il 3/12/2005 9:41:25
erebyte ti ripeto ho letto statistiche che vanno indietro nel passato anche di 1000 anni ed è strano che in questi ultimi anni si sono avuti diversi record, ossia alcuni tra i terremoti più forti di questo secolo, circostritti in pochi anni, ossia il terremoto nel 2002 in alaska con magnitudo 7,9, quello in Perù che superava magnitudo 8, poi quello sempre che superava magnitudo 8 che ha provocato lo tsunami (anche se cosa abbia provocato davvero lo tsunami non lo sapremo mai visto che la versione ufficiale non è attendibile viste le molte incongruenze). dal 1973 vi è stato un incremento del 400% del numero dei terremoti sulla terra (oltre il 2,5 della scala ritcher), un incremento dell'attività vulcanica del 500% dal 1875. su 21 dei più violenti terremoti avvenuti dall'856 d.C al 1999, 9 avvennero solamente nel XX secolo.
Forte incremento della catastrofi naturali, ma su questo penso siamo tutti d'accordo, è palese! Ripeto la percezione è che sono in aumento, la maggior parte degli esperti smentiscono e così i mass-media; per me sono in aumento e questo può essere dovuto a cambiamenti all'interno della terra e a come ha detto paxtibi anche agli esperimenti nucleari e ad alcune tecnologie (che conosciamo grazie a documenti usciti fuori dal top secret), potrebbero provocare scosse sismiche!

Previsioni in Europa per i prossimi anni

Inviato da  Erebyte il 3/12/2005 9:47:50

Sull'ultimo numero de "L'Espresso" (8 Dicembre) c'è uno speciale sulle previsioni climatiche in Europa basato su uno studio al 100% europeo ( ATEAM :) ) : le previsioni sono qualcosa in più di catastrofico.

Riassunto del riassunto
In Italia si prevedono alluvioni invernali con piene dei fiumi in inverno (invece che in primavera) e forti siccità estive.
Lo studio che tiene in considerazione aspetti climatici, geologici, politici e sociali prevede
che le aree mediterranee saranno quelle più colpite : combinazione di avversità climatiche ed handicap strutturali.

L'unica consolazione è che se anche si intervenisse pesantemente nella riduzione di CO2 gli effetti sarebbero qualitativamente identici...questo dimostra che quando si parla di clima siamo tutti su una stessa barca : o si agisce insieme al più presto o son davvero guai.

Re: Previsioni in Europa per i prossimi anni

Inviato da  frankad il 3/12/2005 12:34:23
Vedo che tutti stiamo divagando in ipotesi e fatti, possibilità e constatazioni. Probabile che ci sia lo zampino di "un po di tutto", in differenti proporzioni chiaramente, sul riscaldamento globale, sullo scioglimento dei poli, sul rallentamento della Corrente del Golfo ed il conseguente cambiamento climatico. Possiamo cercare ancora più cause se vogliamo, ma Questi ultimi sono la realta scientificamente assodata, verità alla quale si stanno piegando le controparti che avevano remato contro prima. Questa è la differenza tra le bugie USA & Co. su clima o sull'11 settembre: l'11/09 impone agli autori di negare qualsiasi addebito a qualsiasi costo, l'unica via è scamparla. Nel Global Warming forse qualcuno ha tolto i paraocchi ed ha constatato che la situazione è grave e che in tutti i casi coinvolgerebbe chiunque.
Da qui la fuoriuscita di notizie, ben più cospicua da poco tempo rispetto a prima? Oppure il fatto che si parli più di Global Warming rispetto a prima nei media?
Per anni ci sono stati tanti scienziati, riuniti sotto una non troppo rassicurante sigla "Unione degli Scienziati Preoccupati" Union of Concerned Scientists che ha combattuto il muro opposto dall'amministrazioine USA e dagli allineati.Una certa logica....farebbe pensare che tra non "troppo" qualcuno ci dica davvero come stanno le cose .
Ricordo la storia del capo dei consulenti scientifici di Blair, David King, il quale disse allo stesso Blair che la situazione era talmente grave che era un dovere dirlo alla nazione!!! Blair invece gli disse di stare zitto ma, siccome lui parlò lo stesso ad un giornale, fu diffidato. Se apriva bocca adesso lo arrestavano seduta stante.
L'unica cosa "confortante" è che questo succedeva qualche anno fa a e che, come dicevo prima, sarebbe il momento di far sapere a tutti cosa sta succedendo davvero, visto che riguarda tutti, nessuno escluso appunto. Se non lo fanno vuol dire che allora c'è qualcosa di molto preoccupante. Qualcosa che potrebbe, se detto, far saltare "l'ordine costituito", ossia il loro potere. Quello che è stato letto in certi post contiene fatti più che sufficienti a far saltare tutto. Cosa fareste se foste inglesi apparisse un tizio al TG a reti unificate e vi dicesse: "Tra 180 giorni qui ci saranno temperature siberiane, intorno ai 50° sotto zero, buona giornata". Probabilmente da quando uscirete di casa sarà tutta un'altra vita.



Re: Previsioni in Europa per i prossimi anni

Inviato da  frankad il 3/12/2005 20:12:20
Stano, ma non abbiamo parlato della correlazione del Cambio Climatico con gli uragani, eventi tanto spettaccolarizzati dalle Tv americane.

L'Unione Scienziati Preoccupati, ha denunciato subito la situazione nel suo sito Hurricanes and Climatic Change.

Riengo interessante , al fine di capire ancora cosa ruota intorno al Cambio Climatico, questo articolo di Jeremy Rifkin, che inizia così:
in queste ore la Casa Bianca sta nascondendo all'opinione pubblica mondiale ciò che la comunità scientifica internazionale ha previsto da anni, ovvero che il surriscaldamento del Pianeta è dovuto allo scellerato modello di sviluppo neoliberista

Questo è l'articolo.

Franco

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