Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Al2012 il 11/7/2007 18:16:50
In questo Topic vorrei affrontare il discorso dello sviluppo della nostra comunità umano, governato da leggi sempre più libertarie, che metto al centro della attenzione il “Mercato”, a discapito della dignità dell’essere umano.

Per il “Mercato” l’essere umano è trasformato in “Consumatore” e come tale è adulato, corteggiato; la pubblicità sempre più incalzante, riempie ogni spazio della nostra esistenza, non ci da tregua, usa qualsiasi mezzo per indurci a desiderare quello che non abbiamo, a indebitarci per poterlo acquistare, riempiendo la nostra esistenza di oggetti per la maggior parte superflui, che una volta posseduti perdono il loro fascino perché desiderio indotto che una volta soddisfatto lascia dentro di noi un vuoto, un vuoto esistenziale voluto, che solo desiderando un’altra cosa pensiamo di poter riempire, iniziando nuovamente il ciclo vizioso del consumo.

Tutto il sistema si appoggia sul consumo, se si ferma il consumo il grande castello di carte della nostra progredita società industriale cade a terra, l’economia va in crisi, le fabbriche chiudo, non c’è via di uscita.
Quindi per un sistema del genere il singolo individuo è degno di esistere solo se è in grado di consumare, se ha il potere di acquistare o di indebitarsi per farlo, altrimenti diventa un peso, una nullità e viene emarginato perché non può partecipare alla trottola del consumo.

Il nuovo capitalismo globale, la New Economy delle multinazionali con i loro organismi quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’ Organizzazione Mondiale per il Commercio stanno muovendo passi da gigante nella direzione sbagliata, producono svariate conseguenze negative che si intrecciano tra loro, producono l’aumento delle disuguaglianze sociali con l’esclusione e lo sfruttamento dei più deboli, il dissesto della democrazia, un rapido e ampio deterioramento della ambiente naturale per il reperimento delle materie prime necessarie al mantenimento di una produzione in continuo aumento.

La cosi detta società del “benessere” in realtà fa crescere da un lato l’alienazione del consumo e dall’altro la povertà, procedendo in una inarrestabile corsa che non guarda in faccia a niente, niente può fermare la corsa verso la ricerca del maggior profitto, le multinazionali continuano a spostare la produzione nelle nazioni dove la mano opera costa meno, dove le leggi sociali schiacciano la dignità umana, facendo circolare le merci e le materie prime per produrle in un vortice di trasporti, trasformando la vita dell’uomo e l’ambiente in cui vive in un prodotto commerciale.

Questi pensieri che ho qui accennato sono scaturiti dalla lettura di un libro, che ho appena terminato di leggere, scritto da Francesco Gesualdi, fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo

Centro
http://www.cnms.it/

Libro

Sobrietà: Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti.
Di Francesco Gesualdi
http://www.cnms.it:8080/cnms/pubblicazioni/sobrieta

Di seguito un estratto della locandina pubblicitaria del libro:

<<Se produciamo di meno, e quindi guadagniamo di meno, chi fornirà allo stato i soldi per garantirci istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici?
In conclusione, è possibile vivere bene con meno?
E' possibile coniugare sobrietà con piena occupazione e garanzia dei bisogni fondamentali per tutti? E' possibile passare dall'economia della crescita all'economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura?

Questo libro dimostra che è possibile purchè si sappiano mettere in atto quattro rivoluzioni:

la rivoluzione degli stili di vita,

la rivoluzione della produzione e della tecnologia,

la rivoluzione del lavoro,

la rivoluzione dell'economia pubblica.

Il libro è composto da otto capitoli.

Il primo, intitolato Squilibri scandalosi, dà una panoramica degli squilibri esistenti a livello mondiale nella distribuzione della ricchezza, nei consumi e nella produzione di rifiuti.

Il secondo, intitolato Ricchezza ladra, dà una breve descrizione dei meccanismi attraverso i quali il Nord continua ad arricchirsi alle spalle del Sud, mettendo l’accento sul ruolo di rapina delle multinazionali petrolifere e sullo sfruttamento del lavoro nell’epoca della globalizzazione.

Il terzo capitolo, intitolato Obbligatorio dimagrire, si concentra sull’esaurimento delle risorse e sui dissesti ambientali.

Il quarto capitolo, intitolato La sobrietà come stile di vita, descrive come si può passare, in concreto, da uno stile di vita consumistica ad uno stile sobrio.

Il quinto capitolo, intitolato Reinventare la produzione, si sofferma sui cambiamenti da introdurre in ambito produttivo ed in particolare sul ruolo dell’energia rinnovabile, sulla centralità dell’economia locale, sulla necessità di passare dalla vendita di beni alla vendita di servizi per responsabilizzare le imprese sui rifiuti.

Il sesto capitolo, intitolato L’economia del bene comune, difende l’economia pubblica come garante dei diritti di tutti e prospetta la tassazione del tempo, in alternativa alla tassazione dei redditi, come formula per costruire una forte economia pubblica in un contesto di rallentamento economico.

Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa come le Banche del tempo.

L’ottavo capitolo, intitolato Da qui a là, indica cosa possiamo fare in concreto, sul piano personale e collettivo, per spingere il sistema verso un’economia sobria e solidale.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Pausania il 11/7/2007 19:01:24
Citazione:
Il sesto capitolo, intitolato L’economia del bene comune, difende l’economia pubblica come garante dei diritti di tutti e prospetta la tassazione del tempo, in alternativa alla tassazione dei redditi, come formula per costruire una forte economia pubblica in un contesto di rallentamento economico.

Ho capito bene? No, perché mi pare di sentire odore di stantio...

Citazione:
Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa come le Banche del tempo.

Certo, anche con la schiavitù si garantisce la piena occupazione...

Però in questi discorsi manca sempre la parte in cui al povero consumatore globalizzato viene spiegato quanti soldi vengono usati dagli Stati per ammazzare cristiani e musulmani; quanti soldi vengono usati per costruire armi e aerei, quanti soldi vengono usati per tenere in piedi dittatori più o meno grandi.

Citazione:
la pubblicità sempre più incalzante, riempie ogni spazio della nostra esistenza, non ci da tregua, usa qualsiasi mezzo per indurci a desiderare quello che non abbiamo, a indebitarci per poterlo acquistare, riempiendo la nostra esistenza di oggetti per la maggior parte superflui

Certo, la pubblicità governativa che ti spingeva a comprare per far "girare l'economia". Come non ricordarla!

Peccato però che il meccanismo di "debito-consumo" sia esattamente quello che gli Stati mettono in atto per mantenere in piedi il potere delle banche (controllare i thread in home per credere), quindi non capisco come si possa chiedere di ricorrere allo Stato per la soluzione dei problemi creati dallo Stato stesso...

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Linucs il 11/7/2007 20:02:19
Basta, questo finisce direttamente sul blog senza passare dal via.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  NiHiLaNtH il 11/7/2007 23:40:55
Eh si lo dice anche Giorgio Napolitano che...

“C’è sintonia nel sollecitare un più giusto ordine mondiale, un modello di sviluppo globale diverso e più sobrio, di fronte a un ormai inquietante degrado dell’ ambiente, che minaccia la stessa sopravvivenza umana.”
-Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno

e se lo dice lui che è il Presidente di tutti gli italiani



[RIMOSSO - La redazione (goldstein)]

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  goldstein il 11/7/2007 23:47:11
Nihilanth, ti invito a cancellare la tua speculazione.
Avere diverse idee va bene, ci si limiti a quello per favore.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Pausania il 11/7/2007 23:47:42
Citazione:
[RIMOSSO - La redazione (goldstein)]

NiHiLaNtH, non c'è alcuna necessità di offendere altri utenti. Se qualcosa non ti garba di quello che ha postato Al, contestala nel merito, altrimenti lascia stare gli attacchi, che servono solo ad alimentare sè stessi.

Grazie

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  NiHiLaNtH il 11/7/2007 23:53:14
Scusate ma infiltrato non mi are sia un offesa come non lo è neanche la parola debunker

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  goldstein il 11/7/2007 23:57:08
"Infiltrato" con "debunker" non c'entra niente: leggi qua, sono due cose totalmente diverse, e una incappa nella famosa regolina che ricordiamo tutti i giorni.
Intanto allora alla rimozione ci penso io, e invito tutti a continuare la discussione strettamente sui fatti, se ci sono lamentele sul mio operato si utilizzi l'apposito forum oppure ne rispondo in privato.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Al2012 il 12/7/2007 1:50:19
X Pausania.

Il sesto capitolo, intitolato L’economia del bene comune, difende l’economia pubblica come garante dei diritti di tutti e prospetta la tassazione del tempo, in alternativa alla tassazione dei redditi, come formula per costruire una forte economia pubblica in un contesto di rallentamento economico.
Ho capito bene? No, perché mi pare di sentire odore di stantio...

Hai capito male, non so se hai letto il libro, l’impressione che ho avuto io non è da intendersi come l’esaltazione del modello comunista statalisti, ma una alternativa ai due modelli, quello capitalistico e quello comunista, che a lato pratico si basano entrambi sul principio di una produzione sempre crescente.
Il problema è quello di riuscire a progettare un sistema alternativo in grado di soddisfare i bisogni di una convivenza in comune in grado di soddisfare le varie esigenze che vanno dalla viabilità, al trasporto pubblico, la cura del territorio, la nettezza, la sicurezza, il cibo, il vestiario, l’acqua, l’alloggio, l’energia, la sanità, l’istruzione, la comunicazione ecc.

Tu pensi che il privato sia in grado di garantire i diritti di tutti ?

Il privato è pronto a garantire i diritti solo se soddisfa la sua esigenza di profitto, chi ha i soldi paga è ha diritti, chi no fatti suoi.

La “tassazione del tempo” è una alternativa al continuo aumento della tassazione sui redditi, e l’aumento è dovuto dal fatto che i costi dei servizi restano immutati, quando non aumentano, mentre i redditi diminuisco nell’ottica di una economia in decrescita.

La “tassazione del tempo” vuol dire che il privato cittadino, invece di dare sempre più soldi, fornisce un po’ del suo tempo, in base alle sue capacità per le prestazioni della sfera pubblica. Come in una comunità solidale.

Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa come le Banche del tempo.

Certo, anche con la schiavitù si garantisce la piena occupazione...

Qui sono io che non capisco cosa centra la schiavitù, mi dispiace, ma non sono così abile nella sintesi e mi è difficile spiegare in poche parole più di venti pagine, in cui si cercano idee alternative in grado di garantire dignità a tutti cercando di svicolarci dall’idea lavoro = denaro = diritto di vivere.

<< Però in questi discorsi manca sempre la parte in cui al povero consumatore globalizzato viene spiegato quanti soldi vengono usati dagli Stati per ammazzare cristiani e musulmani; quanti soldi vengono usati per costruire armi e aerei, quanti soldi vengono usati per tenere in piedi dittatori più o meno grandi.>>

Da che cosa l’hai dedotto ? A quali discorsi ti riferisci ?

Perché non è vero, si fa il confronto delle spese militari in rapporto alle spese per gli aiuti umanitari, (in questo momento non trovo il punto preciso) si fa riferimento alle spese sostenute dalle multinazionali per armare e corrompere i governi. Si da una visione negativa delle grandi istituzioni mondiali tipo: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’ Organizzazione Mondiale per il Commercio, ma non solo (questo passo l’ho trovato e lo cito, tanto per dare una idea):

<< L’aspetto più sconvolgente è che per eliminare la povertà basterebbe solo 1% del prodotto mondiale, mentre sarebbero sufficienti 40 miliardi di dollari, pari allo 0,1 % del reddito mondiale, per garantire a tutti l’accesso ai servizi sociali di base (Undp, Rapporto 1998 sullo sviluppo umano, Rosenberg & Sellier, Torino 1998). Una cifra veramente modesta se si pensa che nel 2002 le spese globali per la pubblicità hanno raggiunto i 446 miliardi di dollari e che in Europa se ne spendono 50 per sigarette e 11 per gelati. (World Wacht Institute, State of lhe World 2004, Edizione Ambiente, Milano 2004 e Undp 1998). Per non parlare dei 17 miliardi che, fra Europa e Stati Uniti, sono spesi per dare da mangiare a cani e gatti. (World Wacht Institute)>>

<<Peccato però che il meccanismo di "debito-consumo" sia esattamente quello che gli Stati mettono in atto per mantenere in piedi il potere delle banche (controllare i thread in home per credere), quindi non capisco come si possa chiedere di ricorrere allo Stato per la soluzione dei problemi creati dallo Stato stesso...>>

Questo dipende sempre da che cosa si intende con la parola “Stato”, da chi e con quali regole è governato il vivere comune.

Se devo essere sincero non capisco le tue critiche, su che cosa si basano, in ogni modo sono sempre pronto a ricevere, nuove idee e suggerimenti.

La critica fine a se stessa, senza motivazioni concrete, è sterile.

X Linucs

Dovendo limitarmi a discutere ed eventualmente criticare il pensiero, non ho niente da dire in merito al tuo “illuminate” pensiero.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Paxtibi il 12/7/2007 2:39:54
Tu pensi che il privato sia in grado di garantire i diritti di tutti ?

Io penso che lo stato sia in grado di garantire solo la prosperità di una classe di parassiti.

La “tassazione del tempo” vuol dire che il privato cittadino, invece di dare sempre più soldi, fornisce un po’ del suo tempo, in base alle sue capacità per le prestazioni della sfera pubblica. Come in una comunità solidale.

Come in una galera, vuoi dire: o mi posso esentare di "fornire il mio tempo" al resto della mandria, che più passa il tempo più sopporto a fatica, tra l'altro?

Il settimo capitolo, intitolato Lavorare su tre gambe, dimostra come è possibile garantire la piena occupazione, pur producendo di meno, a patto di rinforzare l’economia pubblica e di valorizzare il fai da te tramite i canali di economia alternativa

Ecco, ci diamo al bricolage!

si fa il confronto delle spese militari in rapporto alle spese per gli aiuti umanitari,

Gli aiuti umanitari, eh?

"For God's Sake, Please Stop the Aid!"

Huge bureaucracies are financed (with the aid money), corruption and complacency are promoted, Africans are taught to be beggars and not to be independent. In addition, development aid weakens the local markets everywhere and dampens the spirit of entrepreneurship that we so desperately need. As absurd as it may sound: Development aid is one of the reasons for Africa's problems. If the West were to cancel these payments, normal Africans wouldn't even notice. Only the functionaries would be hard hit. Which is why they maintain that the world would stop turning without this development aid.

...

... and at some point, this corn ends up in the harbor of Mombasa. A portion of the corn often goes directly into the hands of unsrupulous politicians who then pass it on to their own tribe to boost their next election campaign. Another portion of the shipment ends up on the black market where the corn is dumped at extremely low prices. Local farmers may as well put down their hoes right away; no one can compete with the UN's World Food Program. And because the farmers go under in the face of this pressure, Kenya would have no reserves to draw on if there actually were a famine next year. It's a simple but fatal cycle.



Questo dipende sempre da che cosa si intende con la parola “Stato”, da chi e con quali regole è governato il vivere comune.

Per stato si intende sempre e comunque la fottuta casta di parassiti che vivono alle spalle degli altri con la scusa di progettare sistemi migliori, guidare il cambiamento e altre puttanate simili.
Io sarei un attimino stufo di questa storia: le uniche vite che tali parassiti siano mai, e dico mai riusciti a migliorare sono le loro, sempre e soltanto a scapito dei contribuenti fessi ed illusi.
Basta con gli ingegneri sociali, basta con la propaganda di stato, basta con i soloni che ci vogliono convincere di sapere meglio di ciascuno di noi come vivere la nostra vita: ne ho piene le tasche, che si cerchino un lavoro onesto e utile alla società come tutti e non rompano più i coglioni.


PS: ed evitiamo questi titoloni tutti in maiuscolo, grazie.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Al2012 il 12/7/2007 11:31:12
Prima di entrare in rete e vedere se ci sono altri commenti, devo fare una autocritica.

Mi sono reso conto di fare confusione con il termine “Stato” e il termine “Comunità”.

Lo stato va inteso come una entità centralizzata che governa il bene comune, ma ha causa della sua centralità, ignora le esigenze delle varie comunità che lo compongo, commettendo spesso dei grossolani errori.

La comunità al contrario è una entità più piccola che è cosciente delle esigenze e delle aspettative locali ed ha inoltre il pregio di rende più partecipe alla gestione del bene comune le popolazione.

Quindi chiedo venia se ho dato l’impressione di desiderare una gestione centralizzata statale, non era quello che volevo esprimere.

Io voglio partire dall’idea che “IL PICCOLO È BELLO”.
Dare slancio al commercio locale in contrapposizione al controllo del commercio delle multinazionali che lo hanno soffocato e distrutto creando danni enormi alle comunità sia dal punto di vista economico che ambientale.

Quindi non voglio difendere lo “stato centrale” che facilmente si trasforma in “stato padrone”, ma le entità locali.

L’economia pubblica deve essere intesa come gestione partecipativa e solidale che parte dalle varie comunità.

Ovviamente le varie entità locali non devo chiudersi a riccio su se stesse, perché anche questo può causare disuguaglianze e ingiustizia, devono mantenere un collegamento ed uno scambio solidale con le altre entità locali.

Per fare un esempio è come una serie di microcentrali elettriche che producono energia, ma sono collegate in rete con le altre in modo che ci possa essere un interscambio solidale tra dare e avere energia a seconda delle quantità prodotte.

Come detto prima questa è una autocritica che ho fatto prima di entrare in rete, con questa mia precisazione intendo rispondere alle eventuali ulteriori critiche nel merito del termine “Stato”.

No allo stato centrale. Si alle comunità locali interconnesse tra di loro seguendo un principio di solidarietà.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Paxtibi il 12/7/2007 12:02:53
Io voglio partire dall’idea che “IL PICCOLO È BELLO”.

Allora perché lo scrivi tutto in maiuscolo?



Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Al2012 il 12/7/2007 14:31:17
X Paxtibi

Spero che con il mio ultimo intervento di avere chiarito il mio errore in merito all’uso del termine “Stato”, e quindi spero che tu mi creda quando affermo che sono concorde con la tua visione critica di esso.

Sono pienamente consapevole che siamo governati dalla logica del mercato imposto dalle multinazionali che hanno raggiunto un potere economico, un fatturato che supera il valore del PIL di molti stati e che sono disposte a qualsiasi cosa per poterlo mantenere ed incrementare.

<<Come in una galera, vuoi dire: o mi posso esentare di "fornire il mio tempo" al resto della mandria, che più passa il tempo più sopporto a fatica, tra l'altro?>>

Non deve essere intesa come una imposizione, ma come una alternativa, al posto del denaro fornisco un po’ del mio tempo per lavori di utilità sociale. E’ un modo per dare il proprio contributo partecipativo alla comunità in cui si vive.
Lo so ti capisco, non è facile vivere all’interno di una comunità formata da individui chiusi su se stessi, nel proprio egoismo, tormentata da problemi economici, da problemi lavorativi, dove il più prepotente cerca di sopraffare il più debole, ma da qualche parte bisogna incominciare ad uscire da questo vortici autodistruttivo.

So che ci sono alcuni condomini che cercano di gestire al meglio gli spazzi in comune creando occasioni di aggregazione, dove ogni inquilino fornisce la propria prestazione in base alle proprie capacità per svolgere lavori condominiali, ottenendo due risultati un risparmio sulle spese condominiali ed una occasione di stare insieme che aiuta a conoscersi meglio.

Lo so questo non avviene in tutti i condomini, ma solo in alcuni, ma questo è un inizio ed è un esempio che si può allargare. Ci sono condomini controllati dalla malavita, ma anche questi, per fortuna sono una minoranza, mentre la maggioranza è composta da persone normali, che però non riescono a creare un rapporto, svolgere una attività in comune, utile a tutti è un buon inizio per rompere l’isolamento e creare un rapporto solidale, dove ognuno cerca di essere utile agli altri.
Le occasioni possono essere molte: tenere i bambini, aiutare a fare la spesa, fare un interscambio di lavoro, tu mi dai una mano a dipingere una stanza io ti do una mano a fare un pezzo di impianto elettrico, aiutare chi si trova in difficoltà economica, ci sono mille modi per riuscire a rompere l’isolamento delle cellule famigliari che compongono un condominio, passare meno ore davanti alla TV e più tempo insieme.

Ignorare o ridicolizzare anche i più piccoli segnali di un possibile cambiamento verso un vivere in comune più solidale non aiuta di certo a vivere meglio …

In merito agli aiuti per i paesi del terzo mondo so benissimo che la maggior parte sono una farsa, una presa in giro, da una mano dai 10 e con l’altra prendi 100.
La cosa più giusta da fare sarebbe quella di annullare totalmente il debito, impedire alle multinazionali di corrompere e foraggiare e militarizzare i governi per ottenere esclusive di sfruttamento delle materie prime….

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Paxtibi il 12/7/2007 14:50:51
Sono pienamente consapevole che siamo governati dalla logica del mercato imposto dalle multinazionali che hanno raggiunto un potere economico, un fatturato che supera il valore del PIL di molti stati e che sono disposte a qualsiasi cosa per poterlo mantenere ed incrementare.

Non c'è alcuna "logica del mercato" dietro la commistione letale tra stato e multinazionali, solo il potere di un monopolio di imporre la sua volontà.

Non deve essere intesa come una imposizione, ma come una alternativa, al posto del denaro fornisco un po’ del mio tempo per lavori di utilità sociale.

Se è un obbligo, non può essere inteso diversamente. Tra l'altro non vedo nessuna differenza tra il fornire tempo (e fatica) o denaro: il denaro richiede tempo e fatica, per guadagnarselo.

So che ci sono alcuni condomini che cercano di gestire al meglio gli spazzi in comune creando occasioni di aggregazione, dove ogni inquilino fornisce la propria prestazione in base alle proprie capacità per svolgere lavori condominiali, ottenendo due risultati un risparmio sulle spese condominiali ed una occasione di stare insieme che aiuta a conoscersi meglio.

I condomini firmano un contratto, volontariamente. E possono rescinderlo in qualsiasi momento, qualora i termini non venissero rispettati.

In merito agli aiuti per i paesi del terzo mondo so benissimo che la maggior parte sono una farsa, una presa in giro, da una mano dai 10 e con l’altra prendi 100.

Non hai compreso bene l'intervista all'economista africano che ho postato: il problema non sta tanto nel fatto che qualcuno dia 10 e prenda 100 (chi e come, tra l'altro?), quanto negli aiuti in sé, che distruggono l'economia e il futuro degli stati a cui sono diretti, oltre a foraggiarne le corrottissime burocrazie di stato.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Cassandra il 12/7/2007 16:00:02
AL,
un sacco di gente qui su LC la pensa come te, ma segue il tacito consiglio... "lascia perdere". Ci sono argomenti che qui non si possono toccare, li seguiamo altrove. Internet è grande.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Paxtibi il 12/7/2007 16:28:53
Ci sono argomenti che qui non si possono toccare, li seguiamo altrove.

Dove non c'è contraddittorio, immagino.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Pausania il 12/7/2007 17:20:40
Al Citazione:
Tu pensi che il privato sia in grado di garantire i diritti di tutti ? Il privato è pronto a garantire i diritti solo se soddisfa la sua esigenza di profitto, chi ha i soldi paga è ha diritti, chi no fatti suoi.

I termini “privato”, “pubblico”, “libero mercato”, “socialismo”, “capitalismo” sono solo parole, flatus vocis. Non troverai due persone che li usino allo stesso modo e – contrariamente a quello che si penserebbe – sono semplicemente il frutto di una particolare visione politica. Per esempio: se pensi ad una quercia, pensi esattamente allo stesso oggetto cui penserebbe un qualsiasi altro abitante del pianeta. Ma se io chiedo a te che economia vige in Europa, sono convinto che tu la definiresti con le parole “capitalista” o “liberista”; se lo chiedi ad un americano (o a Paxtibi), avrà la tendenza a dirti che in Europa c'è un'economia di tipo “socialista”.

Questo per dire che non mi sentirai mai difendere il capitalismo o il socialismo, il libero mercato o il collettivismo, per il semplice motivo che sono parole prive di un corrispettivo univoco nella realtà. Invece se mi chiederai un giudizio sulle querce, sarò ben felice di dartelo.

Citazione:
non capisco cosa centra la schiavitù, mi dispiace, ma non sono così abile nella sintesi e mi è difficile spiegare in poche parole più di venti pagine, in cui si cercano idee alternative in grado di garantire dignità a tutti cercando di svicolarci dall’idea lavoro = denaro = diritto di vivere.

Semplicemente: di fronte ad un male, bisogna vedere a quale soluzione si ricorre. Se il medico, per rimediare ad un'emicrania, prescrive una decapitazione, capirai che non ci siamo. Se mi proponi la piena occupazione come soluzione, bisogna prima mettersi d'accordo a che condizioni tutti lavorano, perché se lavorare tutti significa lavorare gratis e forzatamente, capisci anche tu che non ci siamo.

Citazione:
si fa il confronto delle spese militari in rapporto alle spese per gli aiuti umanitari

A questo ti ha già risposto Pax. Sono decenni che stiamo inondando di denaro i Paesi poveri, e questi stanno diventando sempre più poveri. Non sono gli aiuti che mancano il problema, sono gli aiuti stessi, che stanno massacrando le Nazioni povere. Prova a chiedere a qualcuno di salvare l'Africa facendo togliere tutti gli ostacoli economici che la EU mette in atto per mantenere in vita articificialmente i produttori interni, affamando i produttori del Terzo Mondo. Perché parlare in generale va bene, ma poi quando è tempo di togliere veramente qualcosa a qualcuno, cominciano le rogne.

Lo Stato è un potere centrale sovrano, organizzato in possibili differenti modi, che detiene il monopolio della forza, e impone il rispetto di determinate norme nell'ambito di un territorio ben definito


Citazione:
La comunità al contrario è una entità più piccola che è cosciente delle esigenze e delle aspettative locali ed ha inoltre il pregio di rende più partecipe alla gestione del bene comune le popolazione.

Problema: tu ti riferisci alla comunità come fosse un persona in carne ed ossa. Errato, mille volte errato. La comunità è un insieme di individui appartenenti alla razza umana: non sono né formiche né api e quindi non hanno alcun “pensiero comune”, o coscienza di gruppo o volontà collettiva. Che l'uomo sia sociale e tenda a vivere in gruppi, è evidente. Ciò tuttavia non autorizza a pensare o teorizzare che la volontà del gruppo prevalga sui voleri del singolo, per il semplice motivo che questa volontà non esiste. Usciremmo quindi dalla socialità per passare all'arbitrio di qualcuno – pochi o molti che siano – che impone a qualcun altro cosa fare.

E questo è male. Quindi qualsiasi teoria che comporti l'arbitrio e l'annullamento della libertà del singolo in favore di un feticcio inesistente è male di per sé, a prescindere dagli intenti più o meno buoni.

Citazione:
Quindi non voglio difendere lo “stato centrale” che facilmente si trasforma in “stato padrone”, ma le entità locali.

Bene. Quello che volevo dire nel post precedente è che in queste teorizzazioni del mondo che verrà, equo e sostenibile, manca sempre il passaggio dalla condizione presente a quella in cui ci sono solo le comunità come base della società.

Detta in altre parole: manca sempre la parte in cui si abbatte lo Stato, ed essendo questa condizione preliminare per avere un mondo gestito in base al principio di “piccolo è bello”, non mi pare una questione da poco.

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  Pausania il 12/7/2007 17:21:36
Cassandra Citazione:
un sacco di gente qui su LC la pensa come te, ma segue il tacito consiglio... "lascia perdere". Ci sono argomenti che qui non si possono toccare, li seguiamo altrove. Internet è grande.

Tipo il reddito di cittadinanza?

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  fiammifero il 12/7/2007 23:05:27
Sviluppo,come si vede non ha avuto e non ha tutt’ora un significato univoco.
C'è chi pensa con nostalgia al passato c'è chi guarda avanti sognando il superamento dell'attuale,ma realisticamente se non si fà tabula rasa del pregresso (cosa impossibile) si possono ottenere solo parziali miglioramenti ma l' EQUO " scordiamocelo fino a quando il pianeta terra non sarà omogeneo come risorse,territorio,popolazione e cultura e soprattutto che chi ora sta meglio rinunci a favore di chi non conosce e stà peggio
Sviluppiamoci e soffrite,armiamoci e partite,prolifichiamo e spremetevi,quante altre loro fregnacce populiste devo ancora sentire?

Re: SVILUPPO SOSTENIBILE EQUO.

Inviato da  vincenzo il 13/7/2007 15:04:33
Posso chiedere cosa si intende con solidale?

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  sick-boy il 13/7/2007 15:57:42
Che la si piglia in culo in solido: tutti insieme e con un oggetto durissimo

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Al2012 il 13/7/2007 16:30:16
Tratto dal libro “SOBRIETA’ “

<< Una corretta politica di piazza.

Come tentativo di esercitare una pressione vasta e visibile, la vecchia strategia delle grandi manifestazioni di piazza continua a mantenere tutta la sua efficacia, ma devono essere iniziative pacifiche r gioiose.

Innanzitutto per una questione di coerenza politica.

Non possiamo reclamare una società equa e non violenta e nel contempo dimostrare di essere noi i primi a non crederci.

Come ci ha insegnato Gandhi, deve esserci coerenza fra mezzi e fini.

Fortunatamente, c’è una condanna unanime contro le azioni tipo “black bloc”, ma in alcuni settori c’è una certa indulgenza per chi si presenta per chi i presenta in piazza bardato di casco, scudo e bastone, dicendo di volersi difendere dalla polizia.

Chi si presenta così dà il segnale di essere pronto a trasformare la piazza in un campo di battaglia e automaticamente si presentano solo i “giustizieri della notte”.

Tutti gli altri, invece, che vorrebbero sfilare cantando e giocando se ne stanno a casa.

Scendere in piazza per scontrarsi con la polizia è infantilismo.

Non ha niente a che vedere con la politica.

La politica è per definizione lo spazio di tutti, dal bambino al nonno, e chiunque contribuisca a cercare un contesto che impedisca la partecipazione più generale è contro la politica.

Chi gioca allo scontro trasforma la politica in lotta privata.

Una prova di forza per mostrare chi è più duro, chi ha più muscoli, alla stregua degli adolescenti che si sfidano sulle dimensioni del proprio organo sessuale.

Sul piano della forza, inevitabilmente vince il potere e noi ne usciamo tre volte sconfitti.

Sconfitti sul piano dei valori perché abbiamo avallato la violenza.

Sconfitti sul piano politico perché abbiamo castrato la partecipazione.

Sconfitti sul piano dei contenuti perché ci siamo giocati ogni reputazione.

Dobbiamo sapere che ci muoviamo in un contesto ostile.

Il potere non vuole che le nostre idee attecchiscano, ma non ci attacca sul piano dei contenuti perché sa di perdere.

Nel corso del tempo ha imparato che il modo migliore per annientare gli avversari è di attaccarli sul piano dell’immagine, in modo da isolarli.

Ha anche imparato che l’operazione riesce particolarmente bene se può farli passare come diversi, socialmente pericolosi.

Perché dobbiamo essere così stupidi da fornire al potere la possibilità di distruggerci bollandoci come pericolosi e violenti? >>

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  fiammifero il 13/7/2007 17:54:45
Citazione:
Dobbiamo sapere che ci muoviamo in un contesto ostile.

questa consapevolezza di molti fa si che non partecipino alle manifestazioni di piazza e/o se la svignano quando vedono "corpi estraneo camuffati" perchè gli organizzatori guarda caso non preventivano la loro presenza e non li isolano
Vecchia storia ma sempre nuova

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  vincenzo il 13/7/2007 19:04:44
Citazione:
AL,
un sacco di gente qui su LC la pensa come te, ma segue il tacito consiglio... "lascia perdere". Ci sono argomenti che qui non si possono toccare, li seguiamo altrove. Internet è grande


Se è vero è gravissimo. Una affermazione che pesa come un macigno su un sit come Luogocomune. Si potrebbe argomentare questa affermazione?

E' vero, c'è un'aspra "battaglia" tra "statlisti", "mezzi statalisti", e "anti statlisti". Ma io vado sempre di più convincendomi che biognerebbe superare dapprima le incomprensioni semantiche. Come ultimo fine invece il raggiungimento della libertà di scegliere il modo in cui vivere senza interferenze esterne. Poi che ognuno realizzasse i suoi sogni, esperimenti sociali, solidarietà, capitalismi, comunismi, mondi senza denaro, liberaterra, zarismo, zappismo...

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  vincenzo il 13/7/2007 19:12:43
Citazione:
Che la si piglia in culo in solido: tutti insieme e con un oggetto durissimo


Rimbomba sempre quella parola. Sono un paranoico delle parole, le fisso, le guardo, le ascolto, le leggo. Poi quando iniziano a diffondersi a macchia d'olio, con più frequenza usate, mi chiedo il perché. Strumento di controllo del pensiero il linguaggio, quando un "gruppo" - che può essere ampio, ma anche un sito internet(!) - di persone inizia ad usare lo stesso linguaggio mi vengono forte allucinazioni, attacchi di paranoia e fuggo, fuggo alla ricerca di nuove parole, fuggo quanto più lontano possibile, fuggo per nascondermi da una nuova religione, impostasi attraverso una nuova dialettica, attraverso il controllo e l'espansione di un linguaggio aprioristicamente deciso per decidere cosa bisogna pensare, cosa no. E' un'arma rosa il linguaggio, intrappola mentalmente, svia, pilota, ti rende schiavo//STOP// Magari Solidale!!!

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  fiammifero il 13/7/2007 19:46:41
Cavolo Vincenzo ,non avrei saputo esprimere meglio quella strana sensazione che ho quando leggo certi post
Alla tua

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  manolete il 13/7/2007 22:00:02
Salud, Vincenzo.
Citazione:
bisognerebbe superare dapprima le incomprensioni semantiche

...potrebbe anche essere uno dei motivi per cui certi utenti scrivono raramente (o smettono completamente di scrivere) sul sito.
Non è il mio caso, ma ammetto che certe volte veder "spaccare il capello in quattro" mi ha fatto proclamare il V-day ben prima di Grillo...

Suerte,
manolete

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Al2012 il 13/7/2007 22:23:16
Scusate sei miei interventi non seguono linearmente, l’andamento dei vari commenti. Non sono un grande scrittore (quando andavo a scuola strappavo a fatica la sufficienza).

Io considero LC un luogo dove si po’ esprimere il proprio pensiero, un luogo aperto ad ogni idea ed ogni ideologia.

Rifiuto ogni tipo di violenza sia fisica che verbale.

Rispetto tutte le idee se sono espresse senza volgarità nel rispetto della libertà altrui.

Nessuno “nasce imparato”, stiamo tutti cercando di vivere in un mondo migliore, perché ci rendiamo conto che così non è.
Ognuno ha problemi di ogni tipo, non dobbiamo farci travolgere da essi. Dobbiamo cercare di comprenderli, analizzandoli con onesta, senza scaricarli sugli altri o in questioni da cui essi non dipendo.

Il mondo è pieno di violenza. Perfino una partita di pallone, una banale partita di pallone dove dei “semidei” mercenari strapagati corrono dietro un pallone, può diventare occasione di scontri bestiali.

Basta con la violenza. Da un atto violente non potrà mai emergere niente di positivo.

Il male si nutre di violenza da qualsiasi parte arriva e per qualsiasi ragione si sia scatenata, giusta o sbagliata che sia. E non esiste solo la violenza fisica, ma anche quella verbale ed altre ancora più sottili.

Io non credo che si debba abbattere lo stato con la violenza, perché anche se si vincesse si otterrebbe un altro sistema violento, nato dalla violenza.
Lo stato o il sistema va modificato, migliorato, reso più giusto e per fare questo dobbiamo migliorare noi, tutti noi perché siamo noi che in ultima analisi formiamo lo stato.

Non potrà mai esistere uno stato o una comunità formata da individui non consapevoli.

L’individualità non va schiacciata, repressa massificata, cosa che avviene attualmente del resto, va esaltata, nel modo giusto, ogni individuo deve essere consapevole della propria individualità e della individualità altrui, della propria libertà e della libertà degli altri, questo non è facile, è molto difficile specialmente quando veniamo alienati, quando veniamo spersonificati.

Durante le manifestazioni popolari, sono convinto che esistano infiltrati pronti ad accendere la miccia per far scoppiare disordini, o che la polizia provochi reazioni violente, sarebbe più giusto dire che certi elementi delle forze dell’ordine, non dobbiamo mai cadere nell’errore di generalizzare, perché mi rifiuto di credere che tutti sia così meschini, vigliacchi per fare quello che sappiamo.

Quando qualcuno getta un mattone contro una vetrina di una banca, anche in buona fede, credendo di procurare un danno alla odiata banca, in realtà fa un grande favore alla banca.

La banca è sicuramente assicurata contro gli atti vandalici, sicuramente riesce ad ottenere più soldi del danno che ha ricevuto, diventa “vittima” di un atto violento, ottiene pubblicità gratuita.

Sarebbe sicuramente più dannoso per lei invece fare circolare volantini dove si documenta la sua partecipazione al finanziamento delle industri belliche, o multinazionali che sfruttano il lavoro minorile, in questo caso, senza neanche farle un graffio, sarebbe veramente danneggiata.

Qui di seguito il link per una petizione popolare indetta dal COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA. (probabilmente già conosciuto, ma ripetere certe cose non è mai male)

http://www.veritagiustizia.it/docs/petizione.php

con la speranza che sia ancora attivo e che aiuti anche la parte sana delle forze dell’ordine che sicuramente esiste, e voglio credere che sia in maggioranza.

Evidenzio una richiesta che ritengo fondamentale e sicuramente più utile di qualsiasi casco o scudo per proteggere i manifestanti.

- consentire l’identificazione del personale delle forze dell’ordine in servizio di ordine pubblico, stabilendo l’obbligo di utilizzare codici identificativi sulle uniformi

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  vincenzo il 13/7/2007 22:31:38
Ciao Maurizio, piacere "rivederti"

Citazione:
...potrebbe anche essere uno dei motivi per cui certi utenti scrivono raramente (o smettono completamente di scrivere) sul sito.


Si, proprio così secondo me. Diviene difficile affrontare ogni tipo di discussione. Si può litigare, ad esempio, sulla parola Mercato per anni senza comprendersi. E' uno dei motivi per i quali già da tempo scrivo a comparsa. Inizio a far fatica pure solo a leggere una discussione proprio perché talvolta mi sembrano litigi sulla semantica. Poprio come nei dibattiti reali!

Suerte a te.

Citazione:
Cavolo Vincenzo ,non avrei saputo esprimere meglio quella strana sensazione che ho quando leggo certi post


Quali per esempio?

Re: Sviluppo sostenibile equo

Inviato da  Paxtibi il 13/7/2007 22:54:37
Io non credo che si debba abbattere lo stato con la violenza

Per quel che mi riguarda, abbattiamolo anche con gentilezza, basta che quelli che lo occupano vadano a lavorare, possibilmente lavori pericolosi e pesanti.
Dopo aver reso i soldi alla povera gente a cui li hanno sottratti, è ovvio.

In quel caso si può anche essere gentili.

Lo stato o il sistema va modificato, migliorato, reso più giusto e per fare questo dobbiamo migliorare noi, tutti noi perché siamo noi che in ultima analisi formiamo lo stato.

Eh no, carino, lo stato non siamo noi: non sono io perché le mani in tasca me le mette qualcun altro, perché gli assassini in divisa in giro per il mondo non ce li mando io, perché i banchetti luculliani per ogni altro criminale di guerra in visita non li organizzo io, perché non giro con le autoblù gli aereiblù e gli elicotteriblù, perché non sono io a concedere brevetti e sussidi, e non sono io a farmi vedere in tv un giorno sì e un giorno pure a prendere in giro la gente.
Quindi lo stato è qualcun altro, e poiché non se n'è visto uno che dopo essere entrato in quella fetida cupola non si sia rivelato per quello che era, ovvero un emerito bastardo, io di stato non voglio neanche sentirne parlare. Ma, hei, è solo la mia opinione.

Quando qualcuno getta un mattone contro una vetrina di una banca, anche in buona fede, credendo di procurare un danno alla odiata banca, in realtà fa un grande favore alla banca.

Poteva tirarlo in testa a qualcuno dei delinquenti di cui sopra, stranamente oltre il cavalletto non si è mai andati.

consentire l’identificazione del personale delle forze dell’ordine in servizio di ordine pubblico, stabilendo l’obbligo di utilizzare codici identificativi sulle uniformi

Sarà utilissimo mentre rantoli a terra con gli occhi pesti pieni di sangue...

Comunque, ecco un mio contributo, una bella traduzione giusto per ravvivare il dibattito:

Società senza Stato, di Murray N. Rothbard

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