Ma il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Ashoka il 6/4/2007 14:06:07
Ma è il "Mercato" a causare i problemi della società umana e la soluzione è veramente tenerlo sotto un controllo sempre più rigido?

Discutiamone qui

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Pausania il 6/4/2007 14:35:07
Come al solito: definisci mercato e da lì partiamo con la discussione.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  nike il 6/4/2007 15:12:37
Credo non sia fuori posto, spero, questo articolo di Massimo Fini su Telecom.


E’ IL MERCATO, BELLEZZA

DI MASSIMO FINI

Il Gazzettino 06.04.2007

Sono patetici coloro che si oppongono all'acquisto di Telecom, la più grande azienda di telecomunicazioni italiana, da parte dell'americana At&t o della messicana America Movil, in nome della «sovranità nazionale e dell'identità nazionale'.

Proprio l'altro ieri Eni-Enel hanno acquistato la Yukos, il colosso petrolifero russo ("colpo di reni del 'made in italy'" gongolava il Corriere). Aeroflot sta per acquisire Alitalia, o parte di essa, con l'appoggio di Texas Pacific Group e Matlin. Enel ha messo le mani sulla spagnola Endesa.

"E' il libero mercato" ha commentato laconicamente Berlusconi. Sono gli effetti della globalizzazione. E chi è a favore della globalizzazione non può poi lamentarsi delle sue inevitabili conseguenze. E' evidente che noi stiamo andando a gran velocità verso un'epoca in cui gli Stati nazionali, in quanto tali, conteranno sempre meno fino a fondersi in un unico Stato mondiale, con un unico Governo mondiale, un'unica Polizia mondiale (ruolo che, al momento, è ricoperto dagli americani e dalla Nato), un unico, immenso, mercato mondiale e un unico tipo d'uomo: il Grande Consumatore.

Questo è il progetto in marcia alla cui guida ci sono gli Stati Uniti ma il cui propellente più vero e potente è il modello di sviluppo occidentale e un meccanismo produzione-consumo che, liberatosi di ogni pastoia, è ormai sfuggito di mano anche ai suoi apprendisti stregoni e a coloro che pretendono e credono di governarlo.

Resta da vedere se questo 'Unicum', al di là dei colossali interessi economici che mette in gioco, fa bene all'uomo. La risposta è no. L'utopia illuminista e voltairiana dell' 'uomo cittadino del mondo' che si trova a proprio agio in ogni parte del pianeta, da New York a Ulan Bator, da Milano a Vladivostock, si è rivelata un'illusione. L'uomo ha bisogno di radici, di tradizioni, di punti di riferimento vicini e comprensibili. Altrimenti si smarrisce. Può darsi che ci sia qualcuno che si diverte a giostrare per il globo, ma ciò non vale per la generalità delle persone cui questa perdita d'identità provoca un disagio acutissimo.

Se già abbiamo grandissima difficoltà a controllare i nostri governanti nazionali, che possibilità abbiamo mai di incidere su decisioni che, in un mondo globalizzato, vengono prese in sedi sempre più lontane da noi e praticamente sconosciute?

Ma soprattutto, la globalizzazione passa sul massacro delle popolazioni del Primo e del Terzo Mondo. Nella sua estrema essenza la globalizzazione è infatti una spietata competizione fra Stati (o piuttosto fra quei loro sostituti che sono diventate le multinazionali) che per essere all'altezza dovranno chiedere sacrifici sempre maggiori ai cittadini. Se gli Stati Uniti o la Cina non hanno welfare anche noi, in Europa, dovremo sacrificare il nostro. Se a Taiwan pagano la gente un pugno di riso, prima o poi, anche noi dovremo adeguarci. Integrate nel meccanismo economico mondiale le popolazioni del Terzo Mondo, dopo essere state costrette ad abbandonare le economie di sussistenza, non possono reggere la competizione, di qui gli enormi flussi migratori, che sono destinati ad aumentare in modo esponenziale.

Ha un senso tutto questo? Dico: un senso umano? No. Ma sia la destra che la sinistra, sia i liberali che quel che resta dei marxisti, sono convinti che la globalizzazione sia un processo inarrestabile e irreversibile. "La mondializzazione è un fatto e non una scelta politica" dichiarò Bill Clinton, nel 1998, a un Forum del WTO. E in quello stesso Forum Fidel Castro affermò: "Gridare abbasso la globalizzazione equivale a gridare abbasso la legge di gravità".

Ma le leggi fisiche sono leggi di natura, contro cui nulla si può fare. Quelle economiche sono costruzioni umane. E possono essere prese a calci, come l'uomo ha fatto per millenni prima di precipitarsi in questo inferno che, animale stupido se ce n'è mai stato uno, si è costruito con le sue stesse mani.

Massimo Fini (www.massimofini.it)
Fonte: http://gazzettino.quinordest.it
Link

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Paxtibi il 6/4/2007 15:17:13
"E' il libero mercato" ha commentato laconicamente Berlusconi.

E se lo dice lui, che notoriamente non mente mai, sarà sicuramente vero.

E' evidente che noi stiamo andando a gran velocità verso un'epoca in cui gli Stati nazionali, in quanto tali, conteranno sempre meno fino a fondersi in un unico Stato mondiale, con un unico Governo mondiale, un'unica Polizia mondiale (ruolo che, al momento, è ricoperto dagli americani e dalla Nato), un unico, immenso, mercato mondiale e un unico tipo d'uomo: il Grande Consumatore.

Ma con lo stato unico globale, non si può certo parlare di libero mercato.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Linucs il 6/4/2007 15:58:41
Ma le leggi fisiche sono leggi di natura, contro cui nulla si può fare. Quelle economiche sono costruzioni umane. E possono essere prese a calci, come l'uomo ha fatto per millenni prima di precipitarsi in questo inferno che, animale stupido se ce n'è mai stato uno, si è costruito con le sue stesse mani.

Maria, che due coglioni.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Cassandra il 7/4/2007 0:44:11
Citazione:
Proprio l'altro ieri Eni-Enel hanno acquistato la Yukos

Beh, adesso non farei partire le parole grosse. ENI e Enel hanno acquisito i diritti su un pezzo di Yukos, pezzo sul quale la Gazprom si è riservata comunque la possibilità di riprendersi il 51%. Massimo Fini si allarga assai.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Santaruina il 7/4/2007 12:06:58
Libero mercato è scambiare quello che mi pare con chi mi pare senza costrizioni di nessun tipo.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Dorian il 7/4/2007 12:28:01
Ma per "Mercato" intendete solo quello della Frutta&Verdura oppure, in generale, anche quello che vende le Scarpe?

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Linucs il 7/4/2007 21:42:10
Libero mercato è scambiare quello che mi pare con chi mi pare senza costrizioni di nessun tipo.

"Ah, quindi è quel mercato dove i bambini sono liberi di prostituirsi!"

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Cassandra il 7/4/2007 23:30:47
Libero mercato è un sistema in cui alcune imprese si mettono d'accordo con alcuni politici affinchè emanino leggi che consentono la concorrenza sleale.


Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Paxtibi il 7/4/2007 23:39:07
Devo ridere, Cassandra, o è facoltativo?

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Linucs il 9/4/2007 15:06:59
Devo ridere, Cassandra, o è facoltativo?

Aspetta, ci provo io.

"Libero mercato è quello in cui le multinazionali propongono regole e salari minimi insostenibili per le piccole imprese, in modo da eliminare la concorrenza grazie alla retorica buonista approvata dai collettivisti d'ogni ordine e grado, gli stessi che criticano Wal Mart quando consente al consumatore - derubato dal governo - di acquistare un bene qualsiasi ad un prezzo inferiore alla concorrenza, salvo poi proporre i dazi a tutela dei lavoratori, aumentando artificialmente i prezzi, e pronunciarsi a favore della libera circolazione di uomini, ma non di beni e capitali."

Come sono andato?

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Cassandra il 9/4/2007 21:05:23
Citazione:
Come sono andato?

Male. La mia era decisamente piu marketable.


Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Paxtibi il 9/4/2007 21:15:59
La mia era decisamente piu marketable.

Nel senso che è più facile venderla ai boccaloni?

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  Kafka il 11/1/2008 16:35:50
Sapendo che la banca centrale di America è privato, come si potrebbe parlare di un mercato libero?

The Money Masters
http://video.google.com/videoplay?docid=6076118677860424204&q=money+masters&total=2107&start=0&num=10&so=0&type=search&plindex=1

Secret_Rulers_Of_The_World_The_Bilderberg_Group
http://video.google.com/videoplay?docid=3725493129921826227

The Corporation Movie
http://video.google.com/videoplay?docid=-3969792790081230711
http://video.google.com/videoplay?docid=7365345393244917682

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  nessuno il 11/1/2008 23:13:23
Citazione:

Ashoka ha scritto:
Ma è il "Mercato" a causare i problemi della società umana e la soluzione è veramente tenerlo sotto un controllo sempre più rigido?

Discutiamone qui


Mah, la mia vena anarchica mi dice che "mettere sotto controllo" qualsiasi cosa è il modo migliore per scavarsi la fossa da soli...

Però, io non so se esiste un "mercato". So che esistono dei venditori e dei compratori, ma il mitico "mercato" non l'ho mai incontrato una sola volta.
Mi pare sia un termine che si utilizza per nascondere le responsabilità individuali: sia quando lo si usa come dispregiativo, sia quando lo si esalta come unica soluzione.

I problemi non li crea la "religione cattolica". Li creano le singole persone che si professano credenti cattolici.

E i morti sul lavoro non mi sembra li crei il mercato, né posso addossare a un'entità mitica (una specie di ircocervo, di babau delle fiabe o, alternativamente, di "deus-ex-machina" onnisciente) le colpe o le responsabilità che appartengono a persone ben più concrete.

E' un po' come quando i nazisti, a Norimberga, a chi li accusava di sterminio, rispondevano "Io ho solo fatto il mio lavoro".

Al massimo, il "mercato" è una buona scusa...

A mio parere, ovviamente.

E per te, Ashoka?

Buona vita

Guglielmo

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 13/1/2008 23:30:54
Guglielmo
Citazione:
Mah, la mia vena anarchica mi dice che "mettere sotto controllo" qualsiasi cosa è il modo migliore per scavarsi la fossa da soli...

L’osservazione di Guglielmo mi pare molto corretta... rivolta a chiunque si professi anarchico. Estremamente pertinente.

Più in generale, invece la trovo stravagante: “mettere sotto controllo” è un’attitudine piuttosto universale nell’ambito dell’esperienza umana e investe un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi, se non arginati. Non mi è ben chiaro perché non dovrebbe applicarsi anche alle attività umane.

Perché?


Prealbe

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 16/1/2008 7:30:24
Perché?


Prealbe


P.S. NON era una domanda retorica...

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  nessuno il 16/1/2008 10:25:20
Citazione:

prealbe ha scritto:
Guglielmo
Citazione:
Mah, la mia vena anarchica mi dice che "mettere sotto controllo" qualsiasi cosa è il modo migliore per scavarsi la fossa da soli...

L’osservazione di Guglielmo mi pare molto corretta... rivolta a chiunque si professi anarchico. Estremamente pertinente.

Più in generale, invece la trovo stravagante: “mettere sotto controllo” è un’attitudine piuttosto universale nell’ambito dell’esperienza umana e investe un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi, se non arginati. Non mi è ben chiaro perché non dovrebbe applicarsi anche alle attività umane.

Perché?


Prealbe


Fossi in te, comincerei col cercare di dimostrare la tua affermazione prima d chiedere ad altri di rispondere alle tue domande.

Buona vita

Guglielmo

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  sick-boy il 16/1/2008 10:49:27
Prealbe, a parte la differenza tra

un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi

e l'uomo stesso nello svolgersi della sua vita (differenza che pare tu non noti), c'è il problema di metodo: non puoi continuare a fare domande le cui risposte andresti poi ulteriormente a confutare.

Il perchè non debba applicarsi alle attività umane è ben chiaro (limitazione della libertà) come è abbastanza chiaro il tuo punto di vista (via un pò di libertà per la sicurezza). In mezzo e oltre, vaste gamme di opinioni. In pratica NON PUOI avere ragione, ma apportare contenuti che contengano brandelli di verità sì - se ti sforzassi .

Comunque teniamo conto che il "mercato" di cui si parla non è esattamente libero - anzi - e inoltre siamo nel bel mezzo di un' economia monetaria a corso legale, il che complica molto l'analisi, e inguaia i paesi in via di sviluppo.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 16/1/2008 20:30:10
Prealbe
Citazione:
Più in generale, invece la trovo stravagante: “mettere sotto controllo” è un’attitudine piuttosto universale nell’ambito dell’esperienza umana e investe un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi, se non arginati.

Guglielmo
Citazione:
Fossi in te, comincerei col cercare di dimostrare la tua affermazione prima d chiedere ad altri di rispondere alle tue domande.

Richiede dimostrazione? Boh! Comunque, d’accordo.

Le prime cose che mi vengono in mente sono: i porti, gli argini dei fiumi, i canali di irrigazione, il codice della strada, i semafori, il salvavita degli impianti elettrici, la sicura nelle armi da fuoco, la cintura di sicurezza, il terrazzamento delle colline a fini agricoli, i recinti per il bestiame, qualsiasi corpo di leggi, il volante, i freni, gli impianti antincendio... e chi più ne ha, più ne metta: l’elenco, come dicevo, tende all’infinità.

Adesso, fatta la mia parte, rinnovo la domanda: perché, secondo te,
Citazione:
"mettere sotto controllo" qualsiasi cosa è il modo migliore per scavarsi la fossa da soli...
?

Buona vita anche a te.


Prealbe

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 16/1/2008 20:32:45
Sick-boy
Citazione:
Prealbe, a parte la differenza tra

un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi

e l'uomo stesso nello svolgersi della sua vita (differenza che pare tu non noti),

Non la noto perché non c’é. È comunque un elemento dell’ambiente con cui l’uomo ha a che fare e mi sfugge perché non dovrebbero essergli applicate logiche di contenimento analoghe a quelle che si applicano a qualunque altro fattore potenzialmente dannoso.

Citazione:
c'è il problema di metodo: non puoi continuare a fare domande le cui risposte andresti poi ulteriormente a confutare.

Grazie dell’osservazione, ma non confuto mica per partito preso qualsiasi cosa venga scritta, né faccio domande tanto per farle; Guglielmo ha esposto una sua tesi senza il minimo argomento a supporto e la mia domanda mira ad ottenerne qualcuno (se ce ne sono). Mica sto giocando, sto discutendo.

Citazione:
Il perchè non debba applicarsi alle attività umane è ben chiaro (limitazione della libertà) come è abbastanza chiaro il tuo punto di vista (via un pò di libertà per la sicurezza). In mezzo e oltre, vaste gamme di opinioni. In pratica NON PUOI avere ragione, ma apportare contenuti che contengano brandelli di verità sì - se ti sforzassi .

Grazie anche per questa spiegazione, sebbene, in effetti, avessi proprio l’impressione di stare già battendo questa strada. Ovviamente, se le discussioni si sostanziassero di semplici affermazioni di principio da parte dei partecipanti, non sarebbero tali. E comunque - senza pretendere di raggiungere l’oggettività - non è che qualunque tesi sia equivalente a qualunque altra: “avere ragione” è possibile, anche se non è certo un obiettivo in sé stesso.

Per quanto riguarda l’idea che la “limitazione della libertà” sia - nell’ambito di un certo filone di pensiero - un tabù assoluto mi è perfettamente chiaro. Non mi è invece chiaro il perché tale tabù debba essere rispettato a prescindere da qualunque sua ricaduta pratica negativa. Le situazioni umane sono senz’altro complesse, il risultato di molteplici fattori eterogenei che interagiscono fra loro in modi molto articolati. A me sembra assurdo isolare un solo parametro e assumerlo come chiave qualificante di tutto. Incomprensibile. Insensato. Folle. Mi piacerebbe però verificare se per caso mi sta sfuggendo qualche elemento sostanziale che potrebbe farmi cambiare idea. Ed eccomi qua.


Prealbe

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  carloooooo il 16/1/2008 21:23:33
Citazione:
Comunque teniamo conto che il "mercato" di cui si parla non è esattamente libero


Ex nihilo nihil dicevano gli scolastici. Niente deriva dal niente. Per cui se il mercato libero non esiste, ossia è un ni-ente, che senso ha chiedersi se il motivo di questo stato di cose è il mercato, dato che la risposta è scontata?

Carlo

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  sick-boy il 16/1/2008 21:33:28
Non la noto perché non c’é. È comunque un elemento dell’ambiente con cui l’uomo ha a che fare e mi sfugge perché non dovrebbero essergli applicate logiche di contenimento analoghe a quelle che si applicano a qualunque altro fattore potenzialmente dannoso.

C'è eccome. Tu paragoni i recinti per il bestiame, gli argini dei fiumi ed altre cose prevalentemente artigianli-tecnologiche, a limitazioni di tipo legale negli scambi. Che c'azzeccano?

Grazie dell’osservazione, ma non confuto mica per partito preso qualsiasi cosa venga scritta, né faccio domande tanto per farle

Invece fai proprio così, partendo anche dal fastidioso presupposto che se un'idea è valida deve passare l'esame delle domande di Prealbe (che confuta ad oltranza però, vedi risposta precedente)

Grazie anche per questa spiegazione, sebbene, in effetti, avessi proprio l’impressione di stare già battendo questa strada. Ovviamente, se le discussioni si sostanziassero di semplici affermazioni di principio da parte dei partecipanti, non sarebbero tali. E comunque - senza pretendere di raggiungere l’oggettività - non è che qualunque tesi sia equivalente a qualunque altra: “avere ragione” è possibile, anche se non è certo un obiettivo in sé stesso.

Prego, ma evidentemente non basta, visto che non capisci comunque che tra la tua posizione tua e quella di Guglielmo vi è spazio uno spazio in cui vi sono più opinioni valide, e solo circostanziando molto di più si può credere che qualcuno possa avere ragione.

Infatti:Per quanto riguarda l’idea che la “limitazione della libertà” sia - nell’ambito di un certo filone di pensiero - un tabù assoluto mi è perfettamente chiaro. Non mi è invece chiaro il perché tale tabù debba essere rispettato a prescindere da qualunque sua ricaduta pratica negativa. Le situazioni umane sono senz’altro complesse, il risultato di molteplici fattori eterogenei che interagiscono fra loro in modi molto articolati. A me sembra assurdo isolare un solo parametro e assumerlo come chiave qualificante di tutto. Incomprensibile. Insensato. Folle. Mi piacerebbe però verificare se per caso mi sta sfuggendo qualche elemento sostanziale che potrebbe farmi cambiare idea. Ed eccomi qua.

Ti sfugge, e ti è sempre sfuggito, che in questo tipo di società, il parametro è unico solo nel caso ci si ponga la domanda: "deve qualcuno decidere per me (e la mia proprietà) senza il mio assenso esplicito sull'oggetto della decisione"?. In tutti gli altri casi la libertà garantisce la possibilità di affrontare la questione parametrizzando quello che ti pare.

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  sick-boy il 16/1/2008 21:40:03
Ex nihilo nihil dicevano gli scolastici. Niente deriva dal niente. Per cui se il mercato libero non esiste, ossia è un ni-ente, che senso ha chiedersi se il motivo di questo stato di cose è il mercato, dato che la risposta è scontata?

Beh, si possono cercare di interpretare le tendenze....

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 16/1/2008 22:52:00
Sigh-boy
Citazione:
C'è eccome. Tu paragoni i recinti per il bestiame, gli argini dei fiumi ed altre cose prevalentemente artigianli-tecnologiche, a limitazioni di tipo legale negli scambi. Che c'azzeccano?

Si parlava dell’attitudine umana a mettere sotto controllo gli elementi del suo ambiente per contenerne le manifestazioni dannose. Gli elementi del suo ambiente. Che c’azzecca, dunque? A me pare evidente. Dimmi magari tu perché non dovrebbero rientrarci gli scambi; sono una specie protetta?

Citazione:
Invece fai proprio così, partendo anche dal fastidioso presupposto che se un'idea è valida deve passare l'esame delle domande di Prealbe (che confuta ad oltranza però, vedi risposta precedente)

Se sei convinto che il mio approccio sia questo, non rispondermi e amici () come prima. Tra l’altro la domanda era per Guglielmo...

Citazione:
Prego, ma evidentemente non basta, visto che non capisci comunque che tra la tua posizione tua e quella di Guglielmo vi è spazio uno spazio in cui vi sono più opinioni valide, e solo circostanziando molto di più si può credere che qualcuno possa avere ragione.

Sick, fai il bravo, eh? Sto esattamente chiedendo di circostanziare di più un’affermazione buttata lì secca secca. Per cui...

Citazione:
Ti sfugge, e ti è sempre sfuggito, che in questo tipo di società, il parametro è unico solo nel caso ci si ponga la domanda: "deve qualcuno decidere per me (e la mia proprietà) senza il mio assenso esplicito sull'oggetto della decisione"?. In tutti gli altri casi la libertà garantisce la possibilità di affrontare la questione parametrizzando quello che ti pare.

Ma no? Ah, però! Una spiegazione esaustiva! Grazie.

Rimane aperta però la questione del perché (l’idea sarà anche validissima, ma non mi pare né argomentata né autoevidente) non debba essere possibile contenere manifestazione individuali ritenute dannose al corpo sociale nel suo complesso. Perché?


Prealbe

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  sick-boy il 16/1/2008 23:31:12
Te si musso allora!

adesso lo scambio diventa un elemento dell'ambiente? In base a che definizione di grazia? Esiste indipendentemente dalla volontà di due o più uomini?

Se sei convinto che il mio approccio sia questo, non rispondermi e amici () come prima. Tra l’altro la domanda era per Guglielmo...

la domanda era in un forum pubblico, è pacifico che se mi gira ti rispondo. Inoltre non è che sono convinto che il tuo approccio sia questo, te lo sto facendo notare. E' inutilmente sofistico e tende a confermare le tue posizioni iniziali. ALMENO per quello che ho visto io.

Sick, fai il bravo, eh? Sto esattamente chiedendo di circostanziare di più un’affermazione buttata lì secca secca. Per cui..

e io ti stavo dicendo, in risposta alla tua generale possibilità di aver ragione, che sulla questione così come era stata posta non era invece possibile. In pratica ci siamo capiti male - diciamo così - nel primo post.

Rimane aperta però la questione del perché (l’idea sarà anche validissima, ma non mi pare né argomentata né autoevidente) non debba essere possibile contenere manifestazione individuali ritenute dannose al corpo sociale nel suo complesso. Perché?

Ma non è questo il punto. Se una situazione è dannosa i danneggiati tenderanno ad organizzarsi per rimuoverla. MA qui non si parla dell'impossibilità di limitare attività, come dici tu, dannose, ma del non farlo per legge, con la coercizione e il braccio armato; perchè equivarrebbe alla fine dell'inviolabilità del diritto di proprietà (un momento...)

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  prealbe il 17/1/2008 0:12:43
Sigh-sob-boy
Citazione:
adesso lo scambio diventa un elemento dell'ambiente? In base a che definizione di grazia? Esiste indipendentemente dalla volontà di due o più uomini?

Adesso un processo sociale non è un elemento dell’ambiente sociale? Interessante. Tu sei laureato, eh?

Citazione:
la domanda era in un forum pubblico, è pacifico che se mi gira ti rispondo.

Si. Magari alla domanda che ho fatto, però. Ottima idea.

Citazione:
Inoltre non è che sono convinto che il tuo approccio sia questo, te lo sto facendo notare. E' inutilmente sofistico e tende a confermare le tue posizioni iniziali. ALMENO per quello che ho visto io.

Non sei convinto che il mio approccio sia questo però me lo stai facendo notare. Si. Io sono sofistico, in compenso la tua logica è adamantina.

Citazione:
e io ti stavo dicendo, in risposta alla tua generale possibilità di aver ragione, che sulla questione così come era stata posta non era invece possibile. In pratica ci siamo capiti male - diciamo così - nel primo post.

Benone. Quindi rimane sensato chiedere di precisare, si?

Citazione:
Ma non è questo il punto. Se una situazione è dannosa i danneggiati tenderanno ad organizzarsi per rimuoverla. MA qui non si parla dell'impossibilità di limitare attività, come dici tu, dannose, ma del non farlo per legge, con la coercizione e il braccio armato; perchè equivarrebbe alla fine dell'inviolabilità del diritto di proprietà (un momento...)

E con ciò? Perché il diritto di proprietà dovrebbe essere incondizionatamente inviolabile? È un comandamento divino? Di quale religione?


Prealbe

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  vincenzo il 17/1/2008 0:51:43
Citazione:
Perché il diritto di proprietà dovrebbe essere incondizionatamente inviolabile?


Nel caso di sopravvenuta interdizione mentale o incapacità di intendere e di volere?

Tu credi sia giusto che si violi il tuo diritto di proprietà?

Esiste una teoria scientifica per dimostrare l'ingiustizia nel farmi rubare le scarpe?

Citazione:
Più in generale, invece la trovo stravagante: “mettere sotto controllo” è un’attitudine piuttosto universale nell’ambito dell’esperienza umana e investe un’infinità di elementi che circondano l’uomo e sono ritenuti presumibilmente nocivi, se non arginati


La mia esperienza mi dice che le persone lasciate senza controllo tendano ad una maggiore responsabilizzazione. L'attitudine di cui parli sembra essere una causa piuttosto che l'effetto.

Citazione:
Le prime cose che mi vengono in mente sono: i porti, gli argini dei fiumi, i canali di irrigazione, il codice della strada, i semafori, il salvavita degli impianti elettrici, la sicura nelle armi da fuoco, la cintura di sicurezza, il terrazzamento delle colline a fini agricoli, i recinti per il bestiame, qualsiasi corpo di leggi, il volante, i freni, gli impianti antincendio... e chi più ne ha, più ne metta: l’elenco, come dicevo, tende all’infinità.


E cosa tutto ciò ha portato quando il controllo riguardava le attività degli uomini? Quando l'uomo è stato "messo sotto controllo" ha portato sempre ad una agitazione, viceversa quest'ultima non esisterebbe

Citazione:
È comunque un elemento dell’ambiente con cui l’uomo ha a che fare e mi sfugge perché non dovrebbero essergli applicate logiche di contenimento analoghe a quelle che si applicano a qualunque altro fattore potenzialmente dannoso


Lo scorrere delle acque è diverso dalle decisioni degli uomini?

Ma la domanda è un'altra, chi è che avrebbe questo diritto di "mettere sotto controllo" qualcun altro?

Re: Ma è il problema è veramente il "Mercato" ?

Inviato da  sick-boy il 17/1/2008 0:52:35
Adesso un processo sociale non è un elemento dell’ambiente sociale? Interessante. Tu sei laureato, eh?

Potrebbe esserlo, genio, ma bisogna intendersi. Non puoi mettere insieme tutto come hai fatto al post 21 (tende all'infinità disse il poeta) e poi pretendere di contestualizzare (Sto esattamente chiedendo di circostanziare ) perchè poi puoi dire tutto e il contrario di tutto. Ad esempio (e tanto per mostrarti quello che affermavo sopra circa il tuo metodo:

E con ciò? Perché il diritto di proprietà dovrebbe essere incondizionatamente inviolabile? È un comandamento divino? Di quale religione?

Questo è pensiero debole. Non c'è risposta alla tua domanda (se non quelle teoriche dell'economia che non voglio affrontare qui, che mostrano che l'ottimo dell'efficienza nell'allocazione delle risorse si ha in un sistema di libero mercato che bla bla bla). Però allora devi onestamente ammettere che tra i tuoi presupposti non vi èè il diritto alla proprietà. (e perchè mai allora dovrebbe esserci, mettiamo, quello alla vita?).

In ogni caso delle risposte, non complete, si possono dare, pensando che in un organizzazione primitiva, la proprietà sia una conseguenza del principio di non aggressione, ovvero che inglobi in esso il "divieto" di impossessarsi di cose sotto il possesso altrui, dove il possesso implica banalmente la detenzione letterale o pubblicamente riconosciuta.

Non sei convinto che il mio approccio sia questo però me lo stai facendo notare. Si. Io sono sofistico, in compenso la tua logica è adamantina.

era una battuta, e il fatto di fartelo notare implica comunque l'aver superato la convinzione per l'azione.

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=46&topic_id=3331