Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 19/6/2006 0:28:20
"Cosa me ne faccio di sapere quanto costa alla Ford un'auto che viene venduta a un certo prezzo ed è concorrente della mia?"
+++++++
ma stai scherzando ? hai presente il mazzo che farebbe la ford a un insider che svelasse i suoi costi a un concorrente ? e secondo te come mai ? [Porter, Sherer, dove siete ??]
(ma vedo che in parte ti sei gia' risposto da solo, piu' sotto)

quanto alla competitivita', tu continui a ridurla alla quantita' di risorse monetarie a disposizione. a questo punto divento curioso di sapere a quale fonte attingi.


Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 0:44:41
Mi sono risposto da solo. Ma quello è un caso particolare di un quadro + generale. L'ipotesi che le aziende si facciano la guerra a colpi di prezzi non è il solo scenario possibile.


Comunque ti ripeto la domanda. Se io so che per fare delle modifiche a un'auto devo spendere 100 milioni e un'auto costa 10.000 e devo stabilire se entrare in un mercato, cosa mi importa sapere quanto costa un'auto della concorrenza?


Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 19/6/2006 0:53:06
le aziende sono sempre in concorrenza tra loro, tranne quelle protette o foraggiate dallo stato, e quindi sono molto interessate a conoscere bene i propri rivali, e i costi dei medesimi sono sempre un fattore importante da conoscere. questo a prescindere dal tipo di competizione, che puo' benissimo essere di tipo non price in un certo momento, ma che puo' anche cambiare nottetempo per iniziativa di qualsiasi concorrente.

"Comunque ti ripeto la domanda. Se io so che per fare delle modifiche a un'auto devo spendere 100 milioni e un'auto costa 10.000 e devo stabilire se entrare in un mercato, cosa mi importa sapere quanto costa un'auto della concorrenza?"
+++++++++
ti serve per prevedere che tipo di reazione puoi aspettarti dai concorrenti al tuo ingresso, e per capire con che tipo di gente ti metti a giocare la partita. e se hai un vantaggio di costo devi capirne la fonte per accertarti che sia duratura.
fai il caso che puoi entrare con 2 modelli, in alternativa, il margine per te e' lo stesso, ma su uno hai un vantaggio di costo vs i competitor e sull'altro al contrario, con quale modello entri ? mi dici che per te e' indifferente ?
...e un sacco di altre cose, ma scusa, Ricossa non ve le ha raccontate ?

Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 19/6/2006 1:06:54
Ma questo Ricossa sarà mica un mangiapane a ufo?

E io che credevo di essere negato in economia!



Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 1:17:32
Ricossa insegnava politica economica che con questi temi ha ben poco da spartire. E poi lui teneva di fatto un corso di teoria del liberismo....cosa accadesse nelle imprese non gliene poteva importare di meno...

Le ho studiate, ma in altre discipline.

Tu pensi -credo- alla competitività di un prodotto e di una azienda. Nei testi che ne parlano segue un elenco di modi in cui rendere + competitivo il prodotto in tanti modi diversi.

Il punto di vista è aziendale.

L'azienda che sviluppa un vantaggio riesce -almeno per un pò di tempo- a vendere di + e/o a un prezzo superiore.
Questo può essere utile nel risolvere la questione della convenienza a entrare in un mercato. Se posso godere di un qualche vantaggio posso immaginare he venderò + prodotti o guadagnerò di + o venderò i prodotti a un prezzo superiore.


Io mi ponevo dal punto di vista di un'economia e non di un'azienda.
Osservavo che chi ha un mercato + ampio facilmente può avere costi fissi unitari inferiori e se guadagna di + ha + risorse da investire in uovi prodotti o per entrare in nuovi mercati.
Poi si spera che se ne serva per sviluppare vantaggi competitivi... se consideri non la singola azienda ma l'economia nel suo complesso puoi pensare che se non ci riesce l'impresa X che opera in un certo settore ci riesca l'azienda Y e comunque puoi ipotizzare che la lezione di Porter non l'abbiano imparata tutte le imprese di un paese meglio di tutte le imprese di un altro.

Ricossa è andato in pensione.
E' curioso che guadagnasse uno stipendio statale e sostenesse che sempre e comunque convenisse ridurre il peso dello stato.
O che insegnasse in una università pubblica pur affermando che i privati possono fare meglio sempre.
Se gli studenti non avessero temuto per il loro voto (la sola ragione per frequentare il suo corso... alla fine era generoso e se non ti veniva voglia di spiegargli quello che pensavi o quello che pensavano economisti capaci molto + di lui di dare risposte ai problemi, un bel voto era asicurato) gli avrebbero potuto dire: scusi, ma perchè lei non dà vita a una bella università privata dimostrando così con i fatti che privato è sempre meglio di pubblico?

Quando è finito il reaganismo e il thatcherismo è andato in depressione di brutto...

Tra l'altro negli anni sessanta/settanta quando qualcuno immaginava un bel golpe militare lui era in cima alla lista dei golpisti per occupare i ministeri economici....



Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 19/6/2006 2:09:48
Quando è finito il reaganismo e il thatcherismo è andato in depressione di brutto...

Alla faccia del liberismo...

E poi lui teneva di fatto un corso di teoria del liberismo....cosa accadesse nelle imprese non gliene poteva importare di meno...

Probabilmente la colpa sarà mia che non ho studiato economia, ma se la teoria del liberismo non si interessa di cosa accade nelle aziende, di cosa si interessa?

Osservavo che chi ha un mercato + ampio facilmente può avere costi fissi unitari inferiori e se guadagna di + ha + risorse da investire in uovi prodotti o per entrare in nuovi mercati.

Ma questa è solo una parte della questione: la FIAT in Italia ha sempre avuto un mercato larghissimo, con tanto di favoritismi di ogni genere da parte di ogni governo, eppure ha fallito completamente quando la sua efficienza, la sua capacità di produrre automobili che incontrassero i desideri e le possibilità dei suoi consumatori tradizionali, gli italiani, è venuta meno, per chiare mancanze – secondo me volute – del suo management.

Negli anni sessanta gli italiani non avevano i soldi dei tedeschi, ma correvano in massa ad acquistare 500 e 600, che erano perfette per loro.
Il rovinoso percorso da lì fino alla Duna è stato la risultante di scelte precise, non di qualche maleficio operato dalle dimensioni del mercato. Anzi, nel frattempo agli italiani cominciavano a crescere i soldi in tasca, e questo la dice lunga sull'incompetenza dei vertici FIAT che non sono riusciti – nonostante, lo ripeto, la connivenza (poiché di questo si tratta) dei governi – a sfruttare a loro vantaggio questi fattori favorevoli: un mercato in crescita, i politici come zerbino, una rete di venditori e concessionari capillare, la tradizione.

Il mercato non fa e non disfa niente: il mercato è un'occasione.


Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 2:40:50
L'economia non è la scienza che studia solo quello che succede nell'impresa... L'impresa è solo uno degli oggetti dell'economia

I liberisti pensano soprattutto al mercato e ritengono che esso funzioni molto bene, perchè governato da forze che interagiscono tra loro trovando sempre nuovi equilibri

Pensano che i soggetti economici, comprese le aziende, lasciati liberi di scegliere quello che vogliono in base ai loro interessi, producono sempre soluzioni ottimali

Pensano anche che se un'impresa non riesce a ottenere buoni risultati un'altra ne prenderà il posto. Quindi la preoccupazione per le scelte dell'impresa è minima

Re: Money from nothing

Inviato da  Ashoka il 19/6/2006 8:31:02
Citazione:
Pensano che i soggetti economici, comprese le aziende, lasciati liberi di scegliere quello che vogliono in base ai loro interessi, producono sempre soluzioni ottimali


Rothbard

Now, the uncertainty factors enter into the actor’s decision in one way or the other. The delicate procedure of weighing all the various factors in the situation is a complex process that takes place in the mind of every actor according to his understanding of the situation. It is a decision depending purely on the individual judgment, the subjective estimates, of each actor. The “best” decision cannot be exactly, or quantitatively, decided upon in advance by objective methods. This process of forecasting the future conditions that will occur during the course of his
action is one that must be engaged in by every actor. This necessity of guessing the course of the relevant conditions and their possible change during the forthcoming action is called the act of entrepreneurship. Thus, to some extent at least, every man is an entrepreneur. Every actor makes his estimate of the uncertainty situation with regard to his forthcoming action.
The concepts of success or failure in entrepreneurship are thus deducible from the existence of action. The relatively successful entrepreneur is the one who has guessed correctly the changes in conditions to take place during the action, and has
invested accordingly.
...
On the other hand, the relatively unsuccessful entrepreneur is the one who has been badly mistaken in his forecast of the relevant changes in conditions taking place during the course of his action.


Ashoka

Re: Money from nothing

Inviato da  sandro il 19/6/2006 14:50:41
so che a molti non interessa ma ritengo importante una visione globale delle cose, delle persone e dei luoghi teatro delle discussioni. riprendo quindi la disanima dei personaggi-wiki, come fotogian qui gran cerimoniere e disinformatore.
questa persona è secondo me pessima e chi legge deve sapere cosa fa e come lo fa (per quanto rigarda il signoraggio, poi per il resto non mi interessa minimamente). molti ragazzi in rete hanno il riferimento di wikipedia e questo è sbagliato perché:

--------------------------------------------------
ssspera: Dopo aver visto questo [2], sto per fare alcune modifiche al paragrafo.--Ssspera 14:22, 18 giu 2006 (CEST)

fotogian: Vedo che non rinunci a pescare tra l'immondizia che si trova in rete....

Ti segnalo che un gran sostenitore del signoraggio ha trovato e tradotto la definizione di signoraggio offerta dalla Banca Centrale Canadese (vedi il terz'ultimo intevento in link ) dove si offre del signoraggio -salvo per le monete metalliche- una definizione del tutto uguale a quella offerta dalla Banca d'Italia. Pare quindi che anche questo signore -sempre che abbia davvero capito cosa ha tradotto- si sia convinto che il signoraggio non riguarda la differenza tra valore (nominale) delle banconote e costo di stampa.
Fotogian

anonimo: Caro Fotogian, non ti smentisci mai. Sei un vigliacco che non nomina neppure il SIGNORE in questione (che è il Pascucci, non è vero?). Inoltre sei offensivo (non voglio difenderlo, interverrà presto da solo, ne sono sicuro) ma dire "sempre che abbia davvero capito cosa ha tradotto" è quanto meno puerile e stupido, non trovi?

Inoltre puoi mettere il link ORIGINALE, come la netiquette insegna: http://www.mclink.it/personal/MC0823/signoraggio_banca_del_canada_it.html

ed evitare conclusioni affrettate tipo "...si sia convinto che il signoraggio non..."

Sei un triste personaggio Fotogian e sei proprio tu a non aver capito cosa il Pascucci ha inteso dire con quella traduzione.
-------------------------------------------------------------

questa persona, questo FOTOGIAN non è leale né rispettoso e non può apportare verità obbiettiva alla discussione.

Quindi mi rivolgo ai lettori di passaggio ALLERTANDOLI di questo semplice, e ora documentato, fatto. Fotogian si è preoccupato fino a pochi post fa di avvisare di quanto fosse cattivo Pascucci? bene, che si sappia da che pulpito viene la predica e ci si interroghi (ognun per se) sui perché di tanto astio e sulla affidabilità di Fotogian, WikipediaITALIA (che lo appoggia mentre censura me) e altro..

Nessun complotto, nessuna vendetta o insulto.

Questi sono i fatti e crederli "non importanti/attinenti" col discorso signoraggio è un errore. Il signoraggio non è l'art. 54 o 56.. il signoraggio è la lotta della verità contro la menzogna, dell'umile contro il saccente, della sovranità popolare contro lo schiavismo imposto dai grassi banchieri!

Se voi credete alle 4 formulette che sapete cosi bene a memoria.. brrr....
oppure credete veramente che "il mondo va male perché non sappiamo aumentare la produzione" [Nino, 2006] allora siete degli sciocchi e non c'è dialogo possibile con voi.

Spiegare il signoraggio con lo Statuto di una BANCA che non aveva pubblicato neppure l'elenco dei suoi soci è da scemi!

Re: Money from nothing

Inviato da  Fotogian il 19/6/2006 14:54:18
In seguito alle minacce a non tirare in ballo il nome di chi non voglio nominare e anche di qualche consiglio amichevole a non dare peso alle parole di chi usa metodi di comunicazione indecorosi, mi sono astenuto dallo scrivere il nome dell'innominabile per timore delle minacce ricevute

Gli insulti dell'anonimo sono stati rimossi, secondo le regole di wikipedia (che non ho fatto io)

Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 22/6/2006 11:44:23
Ciao a tutti. Vi riporto qui parte di un post che avevo messo nelle notizie:

L'Europa tra rischi di declino e segnali di ripresa - Lunedì 26 giugno ore 9 - Chiesa di Santa Giulia - Brescia"
"I nuovi equilibri nell'ordine economico mondiale"
"Europa: un continente in declino?"
"Il welfare europeo: un modello ancora sostenibile?"
Interventi di:
Robert Merton - Harvard Buisness School - Premio nobel per l'Economia 1997
Robert Solow - Massachussetts Institute of Technology - Premio Nobel per l'Economia 1987



Re: Money from nothing

Inviato da  Santaruina il 22/6/2006 14:40:30

Se ci vai Emi non dimenticare la scheda per giocare...

Blessed be



Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 22/6/2006 14:46:10
Dubito di poterci andare Santa, come ho scritto meglio nell'altro post (quello indicato nel link) la partecipazione è ad invito, anche se ci sono 25 posti per gli "attenti lettori" del quotidiano gratuito.. Il mio problema è che se si mettono a parlare in inglese non capisco nulla!
nell'altro post (non avevo voglia di riscrivere tutto) dicevo infatti che se tu o Linucs non siete molto lontani, potreste tentare una visita a S. Giulia...

Re: Money from nothing

Inviato da  Santaruina il 22/6/2006 14:56:10

Emi, ma tu ci vuoi male...

In effetti sarebbe interessante andarci, ma credo non sarà facile.

Peccato, era una buona occasione per esercitarsi...

Blessed be


Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 5/7/2006 14:27:10
solo un post veloce per dire che non mi sono dimenticata di aggiornarvi..
Ho provato a mandare una mail all'istituto i.s.e.o. ma non mi hanno mai risposto... cattivi!
In compenso ho comprato il giornale di brescia del giorno seguente e c'era un lungo articolo a riguardo. Vi avrei fatto un riassunto dell'articolo facendo un copia e incolla dalla versione on-line del giornale, ma questa purtroppo è consultabile solo a pagamento...
Devo quindi ricopiare tutto e vi devo chiedere di pazientare fino alla settimana prossima.
Dalle foto che corredavano l'articolo comunque ho visto che non avrei avuto problemi con la lingua: erano ritratti dei cadetti dell'Accademia (credo) con le cuffiette in testa, quindi i traduttori c'erano!
Intanto continuo a tenere d'occhio il sito dell'istituto ma non ci sono aggiornamenti.
Alla settimana prossima
emi

Re: Money from nothing

Inviato da  Santaruina il 5/7/2006 14:57:51

Ottimo Emi.

Blessed be


Re: Money from nothing

Inviato da  Linucs il 10/7/2006 21:22:19
Il silenzio... l'attesa...

Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 11/7/2006 12:54:32
Allora, eccoci qui.

Dal Giornale di Brescia di martedì 27 giugno 2006. Pag 40.
Pagina intera dedicata al convegno "L'Europa tra rischi di declino e segnali di ripresa" che avevo segnalato qui

Cominciamo dal GLOSSARIO

Welfare state
E' un sistema sociale in cui lo stato assicura a tutti i cittadini i livelli minimi di reddito (casa, salute, istruzione, previdenza) che, se offerti a prezzo di mercato, sarebbero preclusi a vaste fasce di cittadini meno abbienti.

Commodity
E' una materia prima o un prodotto semilavorato (per lo più agricolo o minerario) essenziale per il consumo o la trasformazione industriale ed oggetto di mercato internazionale. Più genericamente può essere impiegato nel senso di "merce".

Derivati
E' uno strumento finanziario che insiste su elementi di altri schemi di negoziazione quali titoli, valute, tassi di interesse e di cambio, indici di Borsa, ma che è portatore di caratteristiche nuove rispetto allo strumento originario.

Life cicle theory
E' la teoria che gli individui pianifichino consumo e risparmio su un arco temporale esteso all'intera durata della propria vita; spiega che la propensione al consumo decresce al crescere del reddito se misurata in un dato istante.

L'"eurosclerosi" che non c'è
Neologismo con cui il prof. Riccardo Faini, docente a Tor Vergata, ha negato l'esistenza di un malessere economico accentuato del vecchio Continente.

Mangio e vi posto il resto.
Vogliamo cominciare a commentare la definizione di "welfare state", intanto?

Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 11/7/2006 13:43:58
Ecco il primo articolo.
Non è indicato l'autore, quindi non posso nominarlo per i diritti.
Giornale di Brescia di martedì 27 giugno 2006

ECONOMIA MONDIALE ALL’ESAME DEL CONSIGLIERE DI CLINTON E DI DUE PREMI NOBEL
BRESCIA. La regia dell’evento che ieri ha visto a Brescia la partecipazione di due premi Nobel e di economisti di primo livello è stata a cura del centro studi Iseo, un'associazione no profit fondata nel 1998 dal prof. Franco Modigliani e presieduta da Robert Solow del Mit di Boston (premio Nobel per l'economia e ieri presente ai lavori).
Vice presidente e animatore di Iseo è il collega Riccardo Venchiarutti. Il tema assegnato “L’Europa tra rischi di declino e segnali di ripresa” è stato svolto con estrema cura dai relatori nella splendida sede della Chiesa di Santa Giulia a Brescia. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Brescia, Paolo Corsini, la parola è passata a Robert Wescott (capo economista dello staff di Clinton), Riccardo Faini (università di Tor Vergata), Assar Lindbeck (Università di Stoccolma) e, ovviamente, ai due premi Nobel: Robert Merton (Harward Business School) e Robert Solow (Mit di Boston).
Il principale obiettivo dell’associazione Iseo è quello di promuovere attraverso convegni e pubblicazioni lo studio delle discipline economiche e delle scienze sociali focalizzando l'attenzione sui temi del mondo del lavoro e su ogni aspetto culturale direttamente o indirettamente collegato alle tematiche dello sviluppo e dell'occupazione. Iseo ha organizzato, negli ultimi anni, convegni internazionali di studio ed incontri specifici dedicati allo scenario europeo e mondiale. Meeting che hanno messo a confronto premi Nobel per l'Economia con protagonisti della vita socio-economica come famosi economisti europei ed americani, membri di Governo, banchieri, industriali e sindacalisti, offrendo un'opportunità unica per il raffronto ad alto livello sui principali temi dell'economia e della finanza internazionale.
Sotto la presidenza del compianto Franco Modigliani l'lstituto Iseo è stato al centro del dibattito economico e politico italiano soprattutto in occasione della presentazione del "Manifesto contro la disoccupazione in Europa" promosso dallo stesso Modigliani e sottoscritto da importanti economisti di tutto il mondo e per la proposta di riforma delle pensioni messa a punto da un gruppo di studiosi. Il dibattito di ieri è Stato occasione di confronto ideale fra Usa-Europa e Paesi Emergenti, con scenari non del tutto rassicuranti per il prossimo futuro.


Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 11/7/2006 13:52:19
Giornale di Brescia 27-06-2006
Anche di questo articolo non è indicato l'autore

Pil? Dipende dai calcoli
L’Europa meno «pigra»del previsto

Il vecchio Continente soffre di “eurosclerosi”? Non proprio. Qualche acciacco c'è, ma prima della diagnosi è bene prima leggere la cartella clinica e confrontandola con quella di chi sta meglio, ovvero gli Usa. Se in economia, come giustamente e chiaramente spiega il prof. Riccardo Faini dell'Università «Tor Vergata» (è stato docente anche a Brescia), la cartella clinica è il Pil, ovvero il prodotto interno lordo, dobbiamo tener conto dei fattori che determinano il risultato, ovvero dei e parametri utilizzati per il computo. Sono diversi, ma se li parifichiamo -ha detto Faini -scopriremo che il divario della crescita fra Usa e Ue (area euro) si riduce nettamente a percentuali comprese fra lo 0.2-0,3%. Poco se consideriamo il dato economico aggregato, un'enormità se invece misuriamo il divario col parametro del reddito pro-capite. Allora scopriamo che dal '91 ad oggi gli Usa ci lasciano indietro di parecchie misure. Se vogliamo semplificare i motivi fondanti sono due: la scarsa crescita demografica (sulla quota mondiale l'ltalia oggi pesa in ragione dell'1,46% con una perdita decennale del 53%) e la diminuzione della produttività. Rispetto al decennio precedente, quando accadeva l'esatto contrario, oggi nella Vecchia Europa si è meno produttivi, soprattutto non si riesce ad abbinare al concetto di produttività quello che accade negli Usa, dove si contestualizza anche l'aumento dell'occupazione. I motivi? Fisco, mercato del lavoro ingessato, politica sindacale troppo restrittiva? Forse, ma non del tutto. Se poniamo idealmente l'ltalia contro il resto del mondo occidentale scopriamo che l'handicap primario è determinato dalla bassa scolarizzazione delle risorse umane, che non sono considerate in modo sufficiente. In questo il nostro Paese condivide il «gap» delle aree mediterranee rispetto al Nord Europa. Lo scarso upgrade tecnologico non premia la scolarizzazione a differenza di quanto invece avviene in Germania e in Francia. Il risultato è sconcertante, soprattutto perché posiziona l'ltalia in una situazione di stallo rispetto al mercato globale. Impossibile -sottolinea ancora Riccardo Faini -pensare di tenere testa ai Paesi Emergenti con una linea che non premi il valore aggiunto dei prodotti. «Mi rendo conto di fare una proposta per molti versi controtendenza –avverte Faini -ma per superare questa empasse forse, sarebbe meglio rinforzare la forza dell'Unione Europea, con una gestione infranazionale adeguata a premere l'acceleratore sull'accrescimento culturale medio».

Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 11/7/2006 14:09:38
Giornale di Brescia del 27-06-06

NUOVI EQUILIBRI Robert Wescott analizza i limiti di un sistema basato soprattutto sui consumi
Il mattone pesa sul futuro degli Usa

Claudio Venturelli – BRESCIA
Strana economia quella Usa, difficile da leggere per noi del vecchio continente, che siamo certamente più virtuosi del cittadino medio a stelle e strisce. Lo siamo perché risparmiamo di più, perché raramente stacchiamo più di un mutuo sulla prima casa e, se lo facciamo, è per comprarci qualcosa di meglio e non per finanziare l’auto nuova. Ed è anche per queste differenze che ancora non ci facciamo ragione del perché sia quello il modello trainante dell’economia. Ma la risposta c’è: la civiltà del consumo per eccellenza, dell’edonismo reganiano, è anche quella che "just in time" sa mettere in campo robuste risorse hi-tech pèr rispondere, colpo su colpo, anche in termini di produttività. Un quadro ideale sul quale però occorre essere cauti, misurando prima le condizioni macroeconomie, poi gli eventuali "mal di pancia" locali, pronti a rimbalzare (negativamente) in Europa.
Questo è stato l’oggetto della relazione di Robert Wescott, capo economista all’epoca della presidenza Clinton che, con un’illustrazione magistrale, ha messo a confronto le attuali politiche monetarie restrittive (“la Fed potrebbe rialzare il costo del denaro ancora di un quarto di punto passando a 5,25 e un ritocco al rialzo è prevedibile anche dalla Bce”) col rallentamento del flussi di liquidità destinati agli investimenti, ma soprattutto con la mannaia petrolifera che incombe sull’Occidente. E quest’ultimo è il problema dei problemi. "E c’è da crederci soprattutto se l’apertura alle energie alternative viene da un presidente come Bush, legato a doppio filo con i petrolieri texani”. Bush junior vuole diminuire la dipendenza dalle forniture orientali. Lo deve fare perché se non riuscirà nell’intento (e in questo dovrebbe essere forse più assecondato dall’Europa) il rimbalzo del barile a 120 dollari sarà inevitabile. Lo scenario si sdoppia: da un lato ci avviciniamo alle quotazioni ‘81-‘82, che innescarono una crisi economica paragonabile solo a quella del ’29, d’altro canto, a differenza degli anni Ottanta, oggi dobbiamo tenere conto del «fattore cinese». Pechino inaugura una centrale a carbone ogni 5 giorni nel quadro di un piano che prevede di aggiungere altri 500 impianti agli attuali 380. Altre 40 centrali nucleari non saranno sufficienti a diluire la domanda di petrolio. Perché? Semplice. La ricchezza cresce e sebbene la Cina sia un Paese dove la distribuzione del reddito non è legata all'esercizio della democrazia, la base dei cittadini con una disponibilità finanziaria compresa fra i 5 ed i 9mila dollari aumenterà in pochi anni (c'è chi assicura in meno di tre) dell'80%. Il risultato sarà un incremento delle vendite di auto pari al 400%, ovvero milioni di modelli in più, ovvero consumi in aumento.
Gli Usa - sostiene Wescott - devono vincere la scommessa energetica e debbono farlo in fretta se non vogliono che la crisi del mattone rimbalzi con troppa forza sugli equilibri interni. I primi mesi del 2006 (gli indicatori sono stati forniti dai costruttori Usa) non danno segnali confortanti. Le 13 categorie del comparto (dagli impresari ai mediatori) dichiarano calo occupazionale dovuto al ribasso delle vendite. Il motivo (anche se Robert Wescott non parla esplicitamente di “bolla” speculativa) è semplice: in 7 anni i prezzi Usa sono aumentati del 75% (un po' come da noi), con picchi del 125% in California. Su questo surplus il risparmiatore Usa, che poi tale in fin dei conti non è, ha rifinanziato il proprio debito, staccando un ulteriore mutuo, ricontrattandone altri in corso. Ma se “bolla" sarà, questa innescherà inevitabilmente una contrazione dei consumi interni Usa, insomma il perno dell'economia americana. E se nello scenario mondiale possiamo guardare con moderato ottimismo all'Europa, ma anche al Giappone, oltre che ai “soliti" Paesi emergenti, dobbiamo anche considerare i mercati finanziari. Wescott non si sottrae alla sfida, ovviamente non legandola al breve, quanto incerto periodo. Nel medio-lungo i comparti sui quali Wescott sente di spendere il proprio giudizio positivo sono quattro: azioni degli operatori impegnati nella ricerca di combustibili alternativi; la ricerca in veicoli a basso impatto ambientale; l'industria farmaceutica impegnata in particolare nella ricerca antipandemica (sui vaccini); la ricerca e l'industria che si occupa dell'antiterrorismo.

Qualche tessera per il Buzzword bingo?

Re: Money from nothing

Inviato da  emi il 11/7/2006 14:29:46
Ed ecco l'ultimo pezzo.
Sempre dal Giornale di Brescia del 27-06-06

Come i premi Nobel statunitensi Solow e Merton e l’economista Lindbeck hanno affrontato uno dei temi economici che più preoccupano gli Stati
Welfare, la politica deve anticipare le decisioni

Camillo Facchini
BRESCIA - O cambia o muore. È soprattutto questo il messaggio emerso ieri dal dibattito sul welfare promosso dall'Iseo in Santa Giulia ed al quale hanno partecipato i due premi Nobel Robert Solow e Robert Merton e l'economista svedese Assar Lindbeck.
O cambia o muore, perchè un sistema nato negli anni Quaranta e progressivamente rivisto fino a metà degli anni settanta, oggi, così com'è, non va più bene: non va più bene ha spiegato Assar Lindbeck perchè sono subentrate "complicazioni" (così le ha chiamate l'economista svedese) internazionali, perchè il costo dei servizi era un tempo contenibile in quanto i salari erano bassi (ed essendo il welfare un servizio ad alto capitale umano, aumentando i salari sono aumentati i costi), perchè le democrazie erano favorevoli a «quel tipo di welfare, perché la popolazione attiva era molto più ampia di quella a riposo, perché c'era un tasso di disoccupazione basso, perchè la fiscalità era benevola e lo stesso welfare non era sovra utilizzato quindi con costi contenuti.
Allora come cambiare per non morire? La parola d'ordine emersa ieri è “flessibilità" del mercato del lavoro, intesa come lavorare di più, allungare l'età lavorativa transitando da un modello retributivo ad uno contributivo, ma con la "politica che deve giocare d'anticipo: unico vero modo per finanziare il welfare -ha spiegato Lindbeck - perchè occorre capire per tempo quali saranno gli effetti che si manifesteranno sui conti pubblici".
Cambiare il welfare ma prima cambiare i comportamenti della politica, rimuovere le paure «ma questo -ha concluso l'economista svedese -per la politica stessa è un grande problema».
C'era una figura autorevole ed amata che ieri era come fosse presente in platea, quella di Franco Modigliani che dell'Iseo è stato il presidente e che dell'Iseo continua ad essere il tutor spirituale.
È toccato a Robert Merton parlare dell'influenza del pensiero, e dell'opera, di Franco Modigliani sulla politica economica mondiale. La figura di Franco Modigliani è legata a quella di Merton Miller ed è di questi due economisti la formulazione originale che costituisce la base della moderna teoria della struttura del capitale d'impresa.
Nella sua elaborazione più semplice, il teorema -ha ricordato Bob Merton - afferma che, in assenza di tasse, costi di fallimento e asimmetrie informative, in un mercato insomma efficiente, il valore d'impresa non è condizionato dalla modalità con cui l'impresa si finanzia. Non importa dunque se l'impresa ottiene il proprio capitale raccogliendo finanziamenti tramite l'emissione di azioni o tramite debito ed allo stesso modo la politica di dividendo non ha effetti sul valore dell'impresa. Il teorema è costituito da due proposizioni distinte, che possono essere estese ad una situazione che prevede la presenza di tassazione e rappresenta inoltre un importante contributo alla teoria della finanza aziendale dal punto di vista metodologico; con il lavoro di Franco Modigliani e Merton Miller del 1958 si introducono infatti per la prima volta gli strumenti analitici formali dell'economia politica nell'analisi di un problema di corporate finance “con un pensiero -ha spiegato Bob Merton -che rappresenta il confine tra la vecchia finanza e quella moderna basata su modelli matematici precisi".
Questo per arrivare a sottolineare che l'eredità di Franco Modigliani «ha portato all'universo finanziario in cui ci troviamo», ha concluso Merton, alla sofisticazione dei prodotti e delle regole che muovono l'economia e quindi anche il welfare, soprattutto quello che verrà con i cambiamenti che lo attendono.
Mutamenti tecnici e sociali perchè in stagioni neanche troppo lontane dovremo abituarci ad un welfare meno ...welfare, bisticcio di parole per dire che godremo un 'assistenza in cui il pubblico sarà sempre minore ed il ruolo che il singolo dovrà aver con se stesso sempre più ampio.
Dentro a questi cambiamenti entrano così nuovi i fondi di investimento mutualistici di life-cycle introdotti negli anni '90, ma diventati popolari da non molto, prodotti nei quali gli investitori devono determinare la loro ripartizione del bene, riequilibrare e registrare la loro ripartizione del bene col tempo unendo i benefici abituali del fondo monetario, la differenziazione, l'amministrazione professionale, requisiti di bassi contributi e così via, con un alto grado di controllo continuo. Bob Solow ha chiuso lo scenario mettendo in guardia dai pericoli che ci attendono “con il rischio di spostare un problema che oggi interamente è della società sulle spalle del singolo individuo".
Serve insomma un salto culturale se vogliamo garantire un avvenire previdenziale ai nostri figli. Ma prima occorrono, come ha detto Lindbeck, le decisioni rapide della politica.
Più lontano dal problema welfare se la stretta monetaria in atto da parte delle banche centrali mondiali producesse effetti “troppo forti" sull'economia reale, sarebbe opportuno fare retromarcia e “tornare indietro", verso tassi d'interesse più bassi, ha detto Robert Solow, parlando dei trend crescenti nei tassi d'interesse.
A chi gli chiedeva dei pericoli sulla crescita economica generati da un denaro sempre più costoso, Solow ha ammesso che “ci sono alcuni rischi, non c'è dubbio, ma se non ci fosse stata la crescita dei tassi d'interesse, avremmo fronteggiato un altro rischio", quello inflattivo.
«La verità -ha aggiunto -è che la politica monetaria delle banche centrali ha un solo strumento nella maggior parte dei Paesi e questo è la politica dei tassi d'interesse a breve termine. E con un solo strumento si può perseguire solo un obiettivo completamente».


Re: Money from nothing

Inviato da  ISEO il 25/7/2006 15:53:40
Ciao,
ho letto nel testo che non siete riusciti ad avere informazioni sul convegno organizzato dall'Istituto ISEO a Brescia il 26 giugno.
Sono spiacente ma probabilmente la mail inviata alla nostra segreteria non è mai arrivata.
Vi invito comunque ad inviarci i vostri contatti , saremmo infatti lieti di inserirvi nella nostra mailing in modo da essere aggiornati sulle nostre attività
grazie
Istituto ISEO

rispondere a: segreteria@istiseo.org

Re: Money from nothing

Inviato da  Paxtibi il 25/7/2006 16:29:25
A proposito di signoraggio...


Signoraggio, Cassazione accoglie ricorso Bankitalia: "Nessun diritto è dovuto"

Non compete ai giudici sindacare il modo in cui gli Stati svolgono le funzioni di politica monetaria, di adesione ai trattati internazionali e di partecipazione agli organismi sovranazionali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione annullando senza rinvio una sentenza del giudice di pace di Lecce che nel 2005 aveva condannato la Banca d'Italia per "esproprio illecito" di moneta: secondo il magistrato onorario che accolse l'esposto di un cittadino pugliese, la Banca centrale europea e "la sua articolazione italiana, ovvero la Banca d'Italia", si erano appropriate illegalmente della moneta italiana con l'emissione dell'Euro, e che quindi, a suo dire, "non esisteva il debito pubblico, trattandosi invece di credito pubblico" e "la massa monetaria messa in circolazione nell'ambito dei paesi aderenti al sistema dell'euro apparterrebbe alla collettività dei cittadini con la conseguenza che ciascuno potrebbe rivendicare il reddito, pro quota, derivante dalla stampa e dalla circolazione di questa massa monetaria, oggi invece percepito dalla Banca Centrale Europea e poi ridistribuito tra le diverse Banche centrali nazionali" [HelpConsumtori].

Re: Money from nothing

Inviato da  illupodeicieli il 25/7/2006 18:35:19
un vero peccato,hanno avuto paura della Banca d'Itaila e di chi c'è adesso. bisognerà studiare qualche altro sistema per rimettere le cose in discussione.

Re: Money from nothing

Inviato da  sandro il 3/8/2006 19:52:47
********
Una serie di attacchi e diatribe personali da questo punto in poi sono stati spostati
qui

La redazione

Re: Money from nothing

Inviato da  illupodeicieli il 4/8/2006 19:37:53
dovresti leggere i motivi della sentenza: se li hai letti e la pensi così,come hai scritto, niente da dire.sappi comunque che la sentenza non dice che il signoraggio non esiste.


Re: Money from nothing

Inviato da  Santaruina il 29/11/2006 20:57:39
Da disinformazione una notizia curiosa:

"La Lega Nord si allea con i Cittadini: il signoraggio è del Popolo e non dei banchieri privati"

Il Congresso della Provincia di Torino della Lega Nord approva a grandissima maggioranza la mozione "L'unica politica possibile" presentata da Claudio Marovelli.

"La Lega è da sempre una forza popolare che non ha paura di difendere gli interessi del Popolo dagli interessi dei poteri forti.
Vi chiedo di votare per questa mozione perché così facendo si restituirà al Popolo la vera Sovranità che ROMA LADRONA ha viceversa regalato a pochi banchieri privati senza nessuna contropartita.
Quando noi produciamo e consumiamo dei beni e dei servizi, come credete che riusciamo a scambiarceli vicendevolmente? Con le monete!

_______

Esattamente nel punto in cui si era rimasti...

Blessed be

Re: Money from nothing

Inviato da  bandit il 29/11/2006 21:05:13
...basta che tale sovranità non se la becchino loro, visto quello che hanno saputo fare con la credieuronord, o come cavolo si chiamava (la banca della lega).

Re: Money from nothing

Inviato da  edo il 29/11/2006 21:28:15
ho notato con grande stupore gli interventi che Draghi ha fatto in questi giorni a proposito della proprietà della banca d'italia e la preoccupazione espressa da banca intesa sul fatto che se gli tolgono questo osso, in cambio che gli danno?
strano che se ne parli ma buon segno, fino a ieri era fantascienza. speriamo bene! intanto qui da una settimana niente scie e delle ultime devastanti irrorazioni non c'era più traccia già appena il giorno dopo
scusate la sciatina fuori pista ma due buoni argomenti sono meglio di one!

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