dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  a_mensa il 28/7/2009 21:44:10
Abito in un paesino della provincia di Milano. Pensionato da anni, mi presto ad un servizio di volontariato, consistente nel portare, con uno dei mezzi del comune, gli anziani del paese ad asl, ospedali e vari ambulatori, essendo il paese sprovvisto di tali servizi ed essendo servito abbastanza male dai mezzi pubblici.
Uso sovente la bicicletta per spostarmi all’interno del paese, ed ho l’abitudine di fischiettare o canticchiare dei motivi, mentre pedalo.
Una delle mie”vecchiette”, durante un servizio, mi disse “: sempre contento , eh lei ?” alludendo al fatto che mi si sente arrivare da una certa distanza, grazie al mio zufolare.
Questa osservazione mi ha innescato una osservazione interessante.
Quando ero piccolo, vivevo in una grande città del nord, e mia madre mi mandava spesso nei vari negozi a far spese, e ricordo perfettamente che era normale sentir persone canticchiare o fischiettare per la strada.
Mia madre, cantava spesso facendo i mestieri, e così quasi tutte le donne. Nel periodo successivo poi, al festival di San Remo, per strada, nei luoghi pubblici, addirittura sul tram, sentivi approcciare i nuovo motivi dalla gente che incrociavi.
Poi, pian piano, si è persa l’abitudine di cantare, fischiettare, siamo diventati tutti più tristi, quasi ci vergogniamo di mostrarci allegri, soprattutto in pubblico. E quindi io, che invece non ho perso quell’abitudine, appaio come una stravagante eccezione.
Ma è così difficile, quando non si hanno crucci seri per la testa, dar sfogo ad un po di allegria ?
È davvero così sconveniente mostrarsi allegri, o almeno non sempre oppressi da truci pensieri ?
L’unica manifestazione esteriore che noti oggi per strada, è un parlare ad alta voce, serio, convulso, in microfoni nascosti che fan sembrare tali individui agli “uomini libro” di orwelliana memoria.
Cos’è accaduto alla nostra società per ridurci così mogi ? che tristezza !!!
Se il benessere che questo nostro progresso ci ha dato si misurasse nel grado di spensieratezza dimostrato, dovremmo parlare seriamente di regresso, altro che palle.

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  benitoche il 29/7/2009 4:08:31
Salve a mensa
Leggendo il tuo post mi viene in mente
Da cosa dipende la spensieratezza o meglio il fatto che la gente non riesca più ad essere felice e tranquilla?La risposta credo sia il fatto che oggi più nessuno riesce a realizzare i propri desideri
Mi spiego

I nostri nonni erano tutte delle persone abbastanza serene,ciò deriva dal fatto che non chiedevano troppo alla vita,non desideravano nulla più di quello che potevano ottenere,la vita era appunto più semplice

Oggi le persone desiderano di tutto di più,(sorgono desideri dalla TV,dal misurarsi con gli altri la competizione etc.) ed è propio quì che casca l asino

Quando formuliamo nella nostra intimità un desiderio questi non è solo un pensiero banale e basta ,ma ,all interno di noi stessi abbiamo creato una piccola magia (la parola magia proviene dalla parola im-magi-nazione)

Questa piccola magia ora anche se noi la dimentichiamo dovrà essere portata a compimento
Qualche volta essa si realizzerà, troverà sfogo ad esempio nei sogni(quante volte infatti i nostri desideri si realizzano nei sogni)ma se questa fortuna non avvenisse e non riuscisse a trovare realizzazione neanche nella vita reale allora incomincerebbe a schizzare impazzita dentro di noi(qualcuno ha detto che alla base delle malattie pschiche c è un desiderio irrealizzato)
Tu MIO BUON AMICO a mensa,non sei un tipo di molte pretese e non desideri molto di più di quello che per grazia divina Dio concede ad ogni uomo secondo il suo karma,ed è per questo che vivi in uno stato di relativa beatitudine che ti consente di fischiettare

Il segreto della felicità è non desiderare cose che propabilmente non potrai ottenere

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  PikeBishop il 29/7/2009 10:07:08
Citazione:
dov'è finita l'allegria ?


Nel Forum "Contro il Satanismo".

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  mangog il 29/7/2009 10:57:45
Citazione:

a_mensa ha scritto:

Mia madre, cantava spesso facendo i mestieri, e così quasi tutte le donne. Nel periodo successivo poi, al festival di San Remo, per strada, nei luoghi pubblici, addirittura sul tram, sentivi approcciare i nuovo motivi dalla gente che incrociavi.
Poi, pian piano, si è persa l’abitudine di cantare, fischiettare, siamo diventati tutti più tristi, quasi ci vergogniamo di mostrarci allegri, soprattutto in pubblico. E quindi io, che invece non ho perso quell’abitudine, appaio come una stravagante eccezione.
Ma è così difficile, quando non si hanno crucci seri per la testa, dar sfogo ad un po di allegria ?
È davvero così sconveniente mostrarsi allegri, o almeno non sempre oppressi da truci pensieri ?


Ma come si fa a fischiettare un motivo rap?.. Non ci sono più le ugole di una volta e nemmeno le melodie di una volta. Tutta colpa del rap e del rock, anche satanico.

Re: dovè finita lallegria ?

Inviato da  sick-boy il 29/7/2009 11:49:37
Nel Forum "Contro il Satanismo



Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  hi-speed il 29/7/2009 13:55:13
Ieri ho provato 4 o 5 canzoni davanti a casa mia (in vacanza) nel centro del paese.

Con un bombardino



hi-speed

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  Lezik85 il 29/7/2009 17:46:32



PS

Citazione:
da PikeBishop il 29/7/2009 10:07:08

Citazione:

dov'è finita l'allegria ?

Nel Forum "Contro il Satanismo".


Bella questa

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  a_mensa il 29/7/2009 18:12:48
Visto che in due avete fatto riferimento al thread sul satanismo, ho dedicato una mezz’ora ad andarci a dare un sguardo.
Inizio e fine. Come al solito pike soverchia ogni possibilità di confronto, così qui decido di dargli ragione subito, in partenza, senza ancora sapere ne cosa dirà ne tantomeno cosa pensa (cosa sempre più difficile da decifrare).
Ma in risposta a Benitoche voglio esporgli a grandi linee la mia filosofia di vita, visto che sul satanismo ci ho capito veramente poco.
Per me la vita è dominata da due grandi spinte opposte tra loro : amore e paura.
L’ansia che ritengo il maggiore dei mali moderni, è una derivazione diretta della paura.
Paura di non avere le risorse sufficienti per raggiungere gli obiettivi.
Qui occorre subito una precisazione, sugli obiettivi, perché ci sono i nostri, intimi, caratteriali, e poi ci sono quelli indotti. Imparare a distinguere i secondi dai primi, può volerci mezza vita, ma ne vale la pena, perché poi ci si può liberare di un fardello enorme che fa solo comodo agli altri (società, pubblicità, compagnie, ecc… ).
Per cui mi concentro sui primi.
La prima cosa da fare è liberarsi dal desiderio di prendere scorciatoie. Giocare al lotto, al superenalotto, alla lotteria di capodanno, sperando in una vincita “che mi risolva tutti i problemi” è il modo migliore di invalidarsi, di autodefinirsi un incapace, uno che da se non sa costruire ciò che desidera.
Se poi si considera che più del 70% di coloro che hanno fatto grosse vincite sono finiti sul lastrico, e di questi un buon 30% si sono suicidati, direi che rifuggire le vincite sia la cosa più saggia che un individuo può fare. Senza contare la carica d’ansia che una giocata procura, accompagnata quasi inesorabilmente dalla delusione. Come tanti sogni sospesi in nuvolette che puff, puff, puff scoppiano una dietro l’altra.
Dopo di che, il problema del soddisfacimento dei desideri, passa soltanto attraverso una buona programmazione della propria vita. Se una cosa non la posso avere domani, probabilmente se risparmio un tot al giorno per tot giorni, la potrò avere.
Il bello di sapere che ad ogni giorno ho fatto tutto quanto mi era possibile per raggiungere il mio obiettivo, posso garantire che riempie di soddisfazione, ed assolutamente allontana l’ansia.
Si può determinare che con le proprie entrate, un certo obiettivo non lo si potrà mai raggiungere in tutta la vita, ed ecco lo stimolo per cercare un’attività più remunerativa, ecc…
Per me questa è stata la chiave della serenità, non che non abbia vissuto anch’io i miei momenti colmi d’ansia, di paure, di sofferenze, ma alla fine, passato il primo momento ( a volte mesi) di smarrimento, con una buona programmazione, ne sono sempre uscito, senza psicologi, psicofarmaci, religioni o altro.
Ho solo sempre finito col credere in me stesso, e nelle mie risorse, e non ho desiderato più di quanto onestamente mi interessasse.
E, per la maggior parte del mio tempo , sono sereno, canticchio, fischietto, ….

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  Lezik85 il 29/7/2009 20:44:16
Citazione:
Se poi si considera che più del 70% di coloro che hanno fatto grosse vincite sono finiti sul lastrico, e di questi un buon 30% si sono suicidati, direi che rifuggire le vincite sia la cosa più saggia che un individuo può fare


Non solo, ciò farebbe aumentare l'allegria per aver contribuito a smontare il gioco dello stato ad incamerare ulteriore moneta dalle nostre tasche. A meno che non si voglia finire come Ned Devine. Penso che l'allegria debba essere ricercata altrove e non è assolutamente qualcosa di materiale. Per come la vedo io che seguo un sentiero buddhista, la felicità deve essere ricercata attraverso il distaccamento da tutto ciò che possa compromettere l'effettivo raggiungimento della stessa. L'illuminazione rappresenta la sintonia e la sinergia della persona con l'universo, le cose, la natura...una sorta di connessione bilaterale con tutto ciò che ciirconda l'individuo. Una situazione mentale che permette alla persone di vedere cose che prima ignorava, sentendosi in pace con se stesso e con gli altri.
La pulsione che la società instilla nei singoli è l'ira "uno dei più brutti vestiti che un uomo possa indossare". Scatenare sensazioni egoistiche e materialistiche consentono una falsa lotta per la sopravvivenza tra gli individui, che non vedono al di là del loro naso chi veramente gli sta fottendo. Siamo in grado di amare certo. Ma se messi costantemente sotto pressione diamo sempre il peggio di noi stessi. L'allegria d'altronde influisce non poco sulla salute e mantenere una popolazione triste giova a chi ne approfitta di tale occasione...ma qui mi impelagherei in un discorso troppo OT...

Re: dov'è finita l'allegria ?

Inviato da  shrek76 il 31/7/2009 18:47:35
Pasolini , nei suoi "scritti corsari", approfondì bene la questione.
Vale la pena leggerli.

Io non condivido una buona parte delle sue conclusioni anche se, comunque, aprezzo la validità e la lucidità della sua analisi. Fu tra i pochi che ebbero l'onestà intellettuale di denunciare l'errore anche a discapito del proprio tornaconto. Fu tra i pochi che seppero vedere lontano.

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