Ricucci, Coppola e Gnutti : Usurai, truffatori e farabutti.

Inviato da  mc il 17/10/2005 16:53:22
Con questo lavoro REPORT inizia la nuova serie.




www.report.rai.it

Confesso la mia ignoranza, del prima della trasmissione, sui fatti... magari a Voi non interessera' come interessa me, ed ecco perche' ho creato un nuovo forum : non vorrei "disturbare" la discussione sull'europa, anche se sembra assomigliare parecchio alla "fogna italiana" (peggio! Il business e' infinitamente piu
grande...).

Ecco l'articolo:

I FAZISTI
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mc





Re: Ricucci, Coppola e Gnutti : Usurai, truffatori e farabutti.

Inviato da  padrealdo il 17/10/2005 18:29:36
Report, come sempre, dei grandi! Ormai non so più dove stoccare la vhs che ho registrato in questi recenti anni.

Però vedi? anche qui: denunce giornalistiche da brividi e documenti choc, ma nulla cambia. Anzi.

Poi Mazzù mi invita a non essere pessimista. Ma come si fa????



Re: Ricucci, Coppola e Gnutti : Usurai, truffatori e farabutti.

Inviato da  goldstein il 17/10/2005 19:47:17
Trasmissione interessantissima come al solito, peccato non abbiano inserito come goodnews la sentenza contro bankitalia.
Padrealdo forse un archivio digitale potrebbe aiutare...

Re: Ricucci, Coppola e Gnutti : Usurai, truffatori e farabutti.

Inviato da  mc il 18/10/2005 11:25:57
Eccolo (ho scelto repubblica per la sua moderazione... bleach! ) ... per la cronaca... e, giusto per raccogliere un po' di info sulle banche e le loro schifezze.



Una sentenza condanna via Nazionale al pagamento del reddito
monetario, dichiarandolo illegittimo, accogliendo il ricorso dell'Adusbef
"Bankitalia restituisca il signoraggio"
In arrivo un progetto di legge
Lannutti e Benvenuto (Ds): "Stiamo studiando le modalità"
di ROSARIA AMATO


Il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti
ROMA - Un progetto di legge per costringere la Banca d'Italia a restituire allo Stato italiano quanto incassato a titolo di 'diritto di signoraggio', cioè di differenza tra i costi di produzione della carta moneta e il suo valore nominale. E quindi, in base a quanto ha stabilito con una recente sentenza il giudice di pace di Lecce Cosimo Rochira, cinque miliardi di euro per il periodo compreso tra il 1996 e il 2003. "Vorremmo che tale cifra venisse destinata alle vittime dei crack finanziari", ha detto Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, l'associazione dei consumatori che ha avviato e sostenuto il ricorso al giudice di pace.

"Stiamo verificando la messa a punto di questo progetto di legge con gli esperti - conferma il deputato dei Ds Giorgio Benvenuto - lo proporremo a tutta l'Unione, e anche ai parlamentari della maggioranza che, almeno a parole, hanno sempre preso posizione contro il governatore Fazio".

Il diritto di signoraggio, spiega Rochira nella sentenza, del 26 settembre 2005, nasce in passato, "quando la circolazione era costituita soprattuto da monete in metalli preziosi (oro e argento)" e "ogni cittadino poteva chiedere al suo sovrano di coniargli monete con i lingotti d'oro e d'argento che egli portava alla zecca".

"Il sovrano - continua la sentenza - ponendo la sua effigie sulla moneta, ne garantiva il valore. In cambio di questa garanzia, tuttavia, tratteneva per sè una certa quantità di metallo: l'esercizio di questo potere sovrano veniva chiamato signoraggio". In definitiva, si tratta di una sorta di "reddito monetario" che la Banca d'Italia ha incassato regolarmente e, a giudizio dell'avvocato Rochira, illegittimamente. "Il C.T.U. (n.d.r. consulente tecnico d'ufficio) nella sua relazione - scrive infatti il giudice di pace nella sentenza - ha chiarito che il reddito dell'istituto, causato dall'attività e dalla circolazione di moneta posta in essere dalla collettività nazionale, dovrebbe vedere lo Stato quale principale beneficiario e non gruppi di privati". Cioè le banche che di fatto sono proprietarie della Banca d'Italia.

In definitiva, alla figura storica del sovrano si sostituisce lo Stato nella persona dei suoi cittadini come beneficiario del diritto, ragiona Rochira, e non la Banca d'Italia, con i suoi 'azionisti', e cioè le varie banche, citate dalla stessa sentenza: Gruppo Intesa, Gruppo SanPaolo Imi, Gruppo Assicurazioni Generali, Bnl, ecc. Conclusione: la Banca d'Italia è stata condannata a restituire al cittadino che ricorreva in giudizio la sua 'quota', e cioè 87 euro.

Se si moltiplicano 87 euro per il numero di cittadini italiani, poco più di 58 milioni, si ottiene la cifra globale di cinque miliardi. Che l'Adusbef farà in modo di ottenere perseguendo due strade, spiega Lannutti: "Faremo vari atti di citazione, facendo costituire in giudizio un centinaio di consumatori per volta. E, poichè la sentenza è esecutiva, se la Banca d'Italia non paga pignoreremo una delle scrivanie del governatore".

La seconda strada è quella di presentare un progetto di legge per la restituzione globale dei cinque miliardi di lire, da destinare alle vittime dei crack finanziari. Anche perchè, denuncia Benvenuto, l'attuale 'fondo' annunciato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti appare molto lontano dall'obiettivo: "Ci troviamo di fronte a questi fuochi d'artificio, a questi annunci sensazionali. Questo fondo è una specie d'imbroglio, dal momento che perchè diventi operativo devono passare almeno dieci anni. E forse, nel frattempo i diritti dei truffati cadranno in prescrizione".

La Banca d'Italia si è regolarmente costituita in giudizio attraverso un collegio di tre avvocati che hanno eccepito "l'infondatezza nel merito delle richieste avversarie". Alla domanda su cosa avverrà adesso, dopo la sentenza, l'ufficio stampa di via Nazionale ha risposto di non saperne nulla e di non essere in grado di saperne nulla neanche nelle prossime ore.

(7 ottobre 2005)

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