VENTI DOMANDE SUI CROLLI DELLE TORRI GEMELLE

Risponde Danilo Coppe, esperto di esplosivistica e di demolizioni controllate.

Premessa: Danilo Coppe ha concesso una intervista, datata 12 ottobre 2006, in cui sosteneva la totale inconsistenza delle critiche da parte di chi non crede che le Torri Gemelle siano crollate a seguito dei soli impatti aerei e conseguenti incendi. In altre parole, sposava in pieno la tesi ufficiale, e lo faceva anche con una certa dose di baldanza, dovuta in tutta probabilità alla sua esperienza nel settore. Ecco l'intervista:




Incuriositi da certe affermazioni di Coppe, abbiamo voluto parlargli di persona. Danilo Coppe si è dimostrato una persona estremamente gentile e disponibile, e dopo una prima intervista telefonica, destinata ad essere diffusa sia in rete che via radio, è iniziato un vero e proprio scambio a tutto campo sull'argomento World Trade Center, che può essere validamente sintetizzato dalla seguente serie di domande, risposte e repliche, che lo stesso Coppe ci ha autorizzato a pubblicare in quel senso.

Vi sono però alcuni aspetti particolarmente complessi della discussione, già affrontati nell'intervista audio, che non abbiamo ritenuto di riportare anche per iscritto, per motivi di lunghezza. In quei casi abbiamo quindi inserito il segmento originale dell'intervista radiofonica.

La "sfida", sportivamente accettata da Coppe, era quella di assumere una posizione neutrale sulla faccenda, per cercare poi di dare la miglior risposta possibile a ciascuno dei quesiti più importanti che riguardano il crollo delle Torri, escludendo ovviamente l'ipotesi di una demolizione controllata.

Ecco le domande, con le risposte di Coppe e le relative repliche.



DOMANDA N. 1


DOMANDA N° 1)
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per una potente gittata in orizzontale di materiali solidi (cemento e acciaio), che raggiunga una distanza pari almeno alla sezione stessa delle Torri crollate (sotto a dx), e che si protrae praticamente lungo tutto l'arco di caduta delle stesse (in altre parole, che prosegue quasi fino a terra)?





Danilo Coppe: 1) Un insieme di diversi fattori: una parte di aviobenzina (e suoi vapori) che si infiammano in corrispondenza del cedimento delle poche strutture portanti rimaste dopo l’impatto. Il collasso della parte superiore la zona di impatto che sbatte su quella inferiore con un abbrivio di circa 3 piani.

Replica: Si potrebbe anche ipotizzare qualche sacca isolata di vapori/kerosene ancora incombusti al momento dei crolli, ma l'effetto "fontana di cemento" si è verificato simmetricamente, su tutto il perimetro e lungo tutto l'arco di caduta, dal primo piano crollato fino al piano terra, e per ambedue le torri.

Non sembra certo sufficiente un abbrivio "di circa tre piani" (una dozzina di metri al massimo) per produrre una forza laterale di intensità e gittata simili a quelle mostrate dalle foto. La parte superiore infatti non riuscirebbe comunque a comprimere l'aria sotto di sè in maniera significativa, per il seguente motivo:

Perchè non regge la tesi del cosiddetto "effetto pancake": a chi sostenesse che è stata la "pressione" dei pavimenti che cadono l'uno sull'altro a generare la "fontana di cemento" e/o gli " squibs", ricordiamo che i pavimenti (P - foto sotto) erano costituiti da pannelli prefabbricati indipendentilarghi qualche metro soltanto (ne abbiamo colorato uno in giallo, per dare l'idea delle sue dimensioni), che venivano giustapposti e poi agganciati fra la struttura esterna (M) e quella interna (C):



Questo lo schema di ciascun pannello che costituiva il pavimento (22 indica la gettata di cemento):



Essendo indipendenti l'uno dall'altro, questi pannelli non possono essere caduti tutti contemporaneamente
, creando quella specie di "stantuffo" che sarebbe necessario per ipotizzare l'effetto "esplosivo" di cui si cerca la causa.



Come è quindi possibile spiegare un tale accumulo di pressione da lanciare i detriti a tale distanza, o da far "esplodere" addirittura delle finestre trenta piani più in basso del livello di caduta? (E perchè, nel caso, non in quelle intermedie, collocate fra il livello di caduta e quello dello sbuffo isolato più in basso?)

Non si spiega inoltre come tale forza possa comunque replicarsi fino a terra, invece di venire assorbita, ad un certo punto del crollo, dalla struttura stessa.


DOMANDA N. 2



DOMANDA N° 2)
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per i classici squibs, ovvero gli sbuffi visibili in molte foto e inqadrature TV, che compaiono lungo la facciata delle Torri durante il crollo, proprio sotto il limite inferiore del livello di caduta (al di sotto della "fontana di cemento" che man mano scende verso il basso)?


 (Vi sono dozzine di immagini simili, con sbuffi a tutte le altezze, lungo l'intero arco della caduta, e per ambedue le Torri crollate).

Danilo Coppe: 2) Laterizi sparati in tutte le direzioni precedentemente a contatto con pilastri caricati di punta. Incanalati verso spazi liberi e quindi visibili all’esterno o confinati dalle geometrie delle orditure. Esempio: riempimento di laterizio nelle travi e pilastri a doppio C.

Replica: Le uniche parti in cemento di una certa consistenza, nelle Torri, erano costituite dalla gettata di cemento dei pavimenti, realizzata sull'acciaio "ondulato" dei pannelli prefabbricati, mentre non risulta che i pilastri di supporto, sia centrali che perimetrali, fossero riempiti di laterizio, o di qualunque altro materiale:



DOMANDA N. 3



D
OMANDA N° 3) Qualunque sia la spiegazione data per gli squibs, questa spiegazione può valere anche per alcuni "sbuffi" particolari, isolati, che compaiono a volte venti o trenta piani più sotto del livello di caduta?

Danilo Coppe: 3) Sì. Poiche la parte centrale delle torri collassa prima di quelle perimetrali, con un “vantaggio di almeno 3 piani. Inoltre essendo la struttura intera “reticolare” i cinematismi possono trasmettersi lungo tutto lo sviluppo di una direttrice di pilastri.

Replica: Ovviamente, non essendo mai stato spiegato da nessuno che cosa esattamente colpisca dall'alto i piloni centrali di supporto, per poterli distruggere in maniera così sistematica fino alla loro base, risulta anche difficile immaginare questo "vantaggio di 3 piani" nel presunto "collasso della parte centrale". Tale dinamica inoltre non risulta essere stata ipotizzata dallo stesso NIST, che ha presentato di recente il rapporto definitivo sui crolli. Infine, se questo fosse avvenuto, avremmo visto la parte superiore di ogni Torre venire "risucchiata" verso il suo centro, man mano che il crollo procedeva (visto che il "core" avrebbe trascinato verso l'interno e verso il basso i pavimenti a cui era agganciato, e questi a loro volta avrebbero fatto lo stesso con le colonne perimetrali). Si è invece verificato l'esatto opposto, con la potente gittata verso l'esterno che rimane sempre in attesa di una spiegazione accettabile.





DOMANDA N. 4


DOMANDA N° 4)
All'inizio del crollo, i blocco superiore della Torre Sud si è inclinato sul lato che era stato colpito dall'aereo.


A giudicare dalla immagini, dal livello di frattura in su il blocco sembra relativamente intero e compatto. Secondo lei a cosa sono dovute le due ampie convoluzioni di polvere e detriti scure (foto sotto), che vengono espulse con forza al livello della frattura, ma sul lato opposto di quello che ha ceduto, e a cosa è dovuta la serie di sbuffi bianchi, indicata dalle frecce, almeno una decina di piani più sotto?



Danilo Coppe: 4) Il cedimento interessa tutta l’area in pianta del fabbricato. Chiaramente le polveri di frizione e i laterizi tritati vanno in tutte le direzioni libere da ostacoli. Il varco di impatto si richiude per effetto del collasso, quindi si notano le nuvole sul retro.


Replica: Il blocco superiore, che si è appena inclinato, appare relativamente intatto. Non si comprende quindi che cosa possa aver "tritato i laterizi", visto inoltre che le "polveri di frizione" (indicate dalle frecce gialle) si trovano ad almeno una decina di piani più sotto. Quelle sul retro inoltre sembrano uscire dall'edificio con una forza davvero notevole per della semplici "nuvole" (intese, si immagina, come polvere in sospensione).



DOMANDA N. 5


(La domanda si trova più sotto):
Quella che segue è la lettera mandata da un dipendente della "Underwriter Laboratories" al NIST (Instituto Nazionale Scienza e Tecnica), in seguito alla pubblicazione del loro rapporto nel 2004, nel quale si sosteneva che i crolli erano stati causati da un cedimento della struttura d'accaio.




Traduzione:

1 - La società per cui lavoro ha certificato i componenti in acciaio usato per la costruzione del World Trade Center.

2 - [...] una cosa su cui siamo sempre stati d'accordo è che i componenti usati soddisfassero i requisiti richiesti.

3 - La mia società ha effettuato dei test di laboratorio, che però hanno confermato che gli edifici dovrebbero aver sopportato facilmente lo stress termico causato dalle varie sacche di carburante che bruciava.

4 - Sappiamo che i componenti avevano avuto la certificazione ASTM E119, per la quale si richiede che i componenti vengano esposti ad una temperatura di 1100° C per svariate ore. E siamo tutti d'accordo sul fatto che l'acciaio utilizzato soddisfasse questi requisiti.

5 - Le vostre stesse osservazioni suggeriscono che l'acciaio sia stato esposto a temperature massime di 250° C, che è quello che ci si potrebbe aspettare da una analisi termodinamica della situazione. Per ammorbidire l'acciao, quando lo si forgia, si debbono raggiungere temperature di almeno 1100° C.

6 - I vostri stessi riscontri stabiliscono chiaramente che la maggior parte delle colonne perimetrali, 157 su 160, non sia mai stata esposta ad un calore superiore ai 250° C.

7 . Se l'acciaio di quegli edifici si è fuso o si è ammorbidito, sono certo che concorderemo tutti che non possa essere stato dovuto all'incendio di carburante da aereo, e tanto meno da quei brevi incendi sviluppatisi in quegli edifici.

8 - Altrimenti, sostenere che quell'acciaio si sia ammorbidito con temperature di 250° C suggerisce che la maggior parte delle vittime di quel giorno sarebbe stata dovuta ad una carenza di misure di sicurezza, la qual cosa dovrebbe causare enormi preoccupazioni alla mia società.

9 - Perfavore fate tutto il possibile per eliminare in fretta questo malinteso sul fatto che il carburante di aereo sia in grado di ammorbidire o di fondere l'acciaio.



In altre parole, al punto 8 Ryan sostiene che se le Torri fossero crollate a causa del fuoco, chi ne aveva inizialmente certificato la resistenza, ben oltre i limiti delle condizioni di quel giorno (ca. 250° C. effettivi per meno di un'ora, contro 1.100° C per svariate ore del collaudo) sarebbe direttamente responsabile per la morte di tutti coloro che erano sopravvissuti all'impatto iniziale. Invece nessuno ha mai aperto bocca in quel senso.

Parimenti, l'architetto responsabile della solidità strutturale delle Torri, Robertson, ha confermato in un'intervista che "le Torri fossero state progettate  per resistere all'impatto di un grosso aereo commerciale dell'epoca (il B-707, che era molto simile per peso, dimensioni e carico di carburante ad un odiernoB-767), che avesse colpito la Torre in qualunque punto." Il concetto di redistribuzione del carico veniva ampiamente spiegato nela stessa interviosta. La stessa cosa è stata confermata da Frank DeMartini, il manager del progetto di costruzione, che è poi morto nel crollo della Torre Sud.

Arriviamo ora alla

DOMANDA N° 5 ) Visto che lei collabora spesso con le autorità giudiziarie, in qualità di perito esplosivista, non le pare logico che per le Torri Gemelle avremmo dovuto assistere ad una serie infinita di processi, di accuse, di diatribe e di scaricabarile sulle responsabilità fra tutti coloro che ebbero parte alla progettazoine e alla costruzione delle Torri Gemelle? Non trova stupefacente che invece non vi sia stata nessuna causa, e che addirittura non si sia mai nemmeno parlato pubblicamente di questo aspetto? (Alle famiglie delle vittime sono stati offerti fino a 8 milioni di dollari come risarcimento, a patto che rinunciassero irrevocabilmente a fare causa a qualunque entità, statale o privata, coinvolta nei fatti di quel giorno).

Danilo Coppe: 5) Sì. Reputo strano che non siano state intentate cause per varie anomalie nella vicenda. Posso però anche affermare che per quanto il progettista assicuri di aver realizzato opere a prova di schianto di Boeing 767, dubito che l’abbia messo nero su bianco. Non esiste la possibilità di creare modelli matematici preventivi (tanto meno allora) che possano permettere di considerare tutte le variabili di un impatto come quello effettivamente verificatosi. Quindi se l’avesse comunque certificato sarebbe in palese dolo.

Il fornitore di acciaio non è responsabile per il cedimento. Le temperature hanno avuto un ruolo marginale nel collasso. Le torri sarebbero comunque crollate. Il calore ha solo aggravato la situazione e accelerato il processo di cedimento dei pilastri superstiti.


Replica: Ecco il "nero su bianco", a firma di Jeff Skilling, uno dei progettisti delle Torri Gemelle. Si può vedere (nel riquadro al centro dell'immagine) come l'idea facesse parte del progetto originale fin dal 1964. Al punto 5 inoltre si conferma una robustezza di circa sedici volte rispetto ad un normale edificio con struttura convenzionale.



Le variabili di un impatto del genere inoltre sono tutt'altro che infinite, visto che peso, dimensioni, velocità massima, numero di motori, carico di carburante ecc. di un 707/ DC-8 sono tutte misure note, e visto che la Torre era progettata - come afferma Lesley Robertson - "per resistere ad un aereo che l'avesse colpita a QUALUNQUE altezza". Se quindi doveva poter reggere ad un aereo che ipoteticamente l'avesse sventrata alla base, diventa ancora più difficile credere che sia crollata per il peso relativamente molto più limitato che si è trovata a sopportare dopo essere stata colpita all' 82°, oppure addirittura al 94°.

Underwriters Laboratories infine non è stato il "fornitore" dell'acciaio, ma chi ne ha certificato la resistenza al calore. In quel senso Ryan sostiene che, una volta confermata dal NIST la temperatura massima di 250° raggiunta dalle colonne perimetrali, loro "dovrebbero essere tutti in galera".



DOMANDA N. 6


DOMANDA N° 6)
Non trova altrettanto stupefacente, sempre da un punto di vista criminologico, che il sindaco di New York Giuliani a) abbia impedito all'FBI di prendere controllo di Ground Zero, b) non abbia mai fatto fare - o comunque non abbia mai reso pubblica - una sola perizia tecnico-legale sui resti dell'acciaio delle Torri, mentre c) se ne è completamente liberato nell'arco di soli tre mesi, rivendendolo quasi tutto in Estremo Oriente affinchè venisse riciclato?

Danilo Coppe: 6) Sì. È stupefacente che non siano stati fatti almeno degli accantonamenti a campione delle carpenterie e messi in condizioni di essere adeguatamente analizzati anche in eventuale “contraddittorio”. Una serie di tamponi avrebbero potuto fugare ogni dubbio sulla presenza di materie esplosive.


Replica:
Nessun commento.




DOMANDA N. 7


DOMANDA N° 7)
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la presenza di svariate pozze di metallo incandescente, trovate dai soccorritori fra le macerie alla base di tutte e tre le Torri, ad oltre sei settimane dai crolli stessi?



Sotto, una termografia scattata dal satellite della NASA il 16 di settembre, cinque giorni dopo i crolli. Nella colonna bordata in rosso compaiono le temperature dei diversi punti indicati nell'immagine. Eccetto il punto "E", gli altri si trovano tutti alla base delle tre Torri crollate.
 


Danilo Coppe: 7) Non ho elementi sufficienti per rispondere sul caso specifico. Penso che le macerie compattate in quel modo facciano spessori di notevole capacità refrattaria. Certo che sei settimane mi sembrano comunque eccessive.

Replica: nessuno pare averli, questi elementi. E anche spiegando in qualche modo la "persistenza" del fenomeno termico, resta da spiegare prima di tutto la fonte di un tale calore.


DOMANDA N. 8





DOMANDA N° 8)
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la polverizzazione praticamente totale di tutti e tre gli edifici, sia per quel che riguarda la struttura che per quel che riguarda il contenuto?
Danilo Coppe: 8) Le forze asimmetriche e complesse che si sviluppano in un qualsiasi tipo crollo, determinano in ogni caso la disintegrazione delle masserizie oltre che delle strutture stesse. Alcuni cadaveri del crollo spontaneo di Foggia non sono mai stati trovati.

Replica: Nei crolli spontanei, o passivi, si direbbe invece le che le forze - necessariamente asimmetriche - che si sviluppano, producano proprio gli effetti opposti:





DOMANDA N. 9






DOMANDA N° 9) 
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per una velocità di crollo praticamente pari a quella di un corpo in caduta libera, quale è stata riscontrata per tutti e tre gli edifici?
Danilo Coppe: 9) Che sia collasso spontaneo o demolizione, le velocità di caduta sono pressoché le stesse.

Replica: Questa è un'affermazione davvero sorprendente, oltre che apparentemente in contrasto con una delle più note leggi della Fisica.


DOMANDA N. 10


DOMANDA N° 10)
Nel caso, come è possibile che lo stesso fenomeno si sia verificato in edifici completamente diversi per forma e struttura, come il WTC7 e le due Torri, visto soprattutto che il primo non era stato nemmeno colpito da un aereo?

Danilo Coppe: 10) Conosco meno le dinamiche del crollo del WTC7 poiché meno interessato dai filmati amatoriali e non trasmessi. Tuttavia l’architettura del WTC7 è abbastanza idonea a crollare con pochi danni (se concentrati su un lato lungo) o con poche cariche esplosive piazzate sapientemente sullo stesso lato.

Replica: Il problema è che dovrebbe essere crollato senza l'aiuto di cariche esplosive, mentre non risultano certo dei danni sufficienti su nessuno dei suoi lati per vederlo scomparire per intero, simmetricamente, e in sei secondi circa.



DOMANDA N. 11


DOMANDA N° 11) 
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per le decine di testimonianze, tutte assolutamente omogenee, che parlano di "potenti esplosioni", udite o vissute sia durante sia prima dei crolli stessi?

Danilo Coppe: 11) I rumori di solai (o parti di essi) che impattano, il cedimento repentino di un’orditura possono essere scambiati per esplosioni.

Replica: Il cedimento repentino di un’orditura potrà anche essere scambiato, in circostanze particolari, per un'esplosione, ma non spiega certamente episodi come questo:


Non dimentichiamo inolte che stiamo parlando di decine di testimonianze simili, e che molte di queste si riferiscono ad esplosioni avvenute PRIMA dei crolli.


DOMANDA N. 12



DOMANDA N° 12) Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la presenza riscontrata fra le macerie di enormi grovigli di acciaio (dei piloni portanti) fuso insieme alla roccia delle fondamenta?



Danilo Coppe: 12) Ho riscontrato grovigli come quello in figura dopo crolli spontanei, demolizioni meccaniche e blasting demolition. Le pressioni cui vengono sottoposte le materie costruttive sono inimmaginabili.

Replica: Pur non volendo dubitare della sua esperienza passata, si fatica davvero ad immaginare da quale fonte possa giungere un calore sufficiente a fondere insieme acciaio e roccia in quella maniera sia in un crollo spontaneo che in una demolizione di tipo meccanioco (senza l'uso di esplosivi).


DOMANDA N. 13



DOMANDA N° 13)
Secondo lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la completa e perfetta piegatura a "ferro di cavallo" (180°) di un segmento di pilone lungo qualche metro soltanto, sulla cui superficie non compare nessuna crepa visibile?



Danilo Coppe: 13) Ho troppo pochi elementi per questa valutazione. Bisognerebbe perlomeno avere una foto ad alta definizione e fare degli ingrandimenti. Meglio ancora vedere l’oggetto.

Replica: Resta io fatto che il kerosene non è certo in grado di generare il calore necessario per deformare l'acciaio in questo modo.


DOMANDA N. 14

DOMANDA N° 14) Che spiegazione si può dare, riguardo alla presenza fra le macerie di svariati piloni di supporto, che risultano tagliati in diagonale, esattamente come prevede l'azione di una carica cava delle demolizioni controllate? (La freccia piccola indica una incavatura molto simile a quelle che vengono praticate nel pilone da demolire per inserire la cosiddetta "carica stupida", o secondaria.)

Sotto, un pilone ad "H", che mostra la "ali" distorte verso l'esterno, e lo stesso tipo di incavatura al centro della sezione.



Sotto: un'altra coppia di piloni tagliati in diagonale, con accanto un trave d'acciaio (indicato dalla freccia) che sembra piegato dal calore.

Danilo Coppe: 14) Ho troppo pochi elementi per questa valutazione. Bisognerebbe perlomeno avere una foto ad alta definizione e fare degli ingrandimenti. Meglio ancora vedere l’oggetto. In ogni caso bisognerebbe intervistare chi ha operato nello sgombero delle macerie e chiedere se sono stati effettuati tagli a cannello di quel tipo. Confesso che questo elemento è quanto di più curioso dal punto di vista tecnico, visto che effettivamente è una lavorazione molto simile a quella che si ottiene con le cariche di taglio.


Replica:
Nessun commento.



DOMANDA N. 15


DOMANDA N° 15) Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia interamente crollato dopo aver subito l'impatto di un aereo con conseguente incendio?

Danilo Coppe: 15) Non mi risulta esistano precedenti analoghi come tipo di evento.



Replica:
Nessun commento.




DOMANDA N. 16


DOMANDA N° 16)
Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia interamente crollato a causa di un semplice incendio?

Danilo Coppe: 16) Genericamente no. Ma non si tratta di un evento analogo, con asportazione di orditure e incendio in contemporanea.

Replica: Come già detto, non esiste nessuna documentazione riguardo all'asportazione di orditure che lei ipotizza. Anzi, come si vede chiaramente da questa immagine, il WCT7 era addirittura "coperto" dal WTC6, per cui molto difficilmente i detriti possono averlo raggiunto alla base, in maniera diretta. A sua volta, lo stesso WTC6 mostra di aver retto relativamente bene alla pioggia di detriti della Torre 1, mentre si fatica casomai a comprendere il grande foro che presenta proprio al centro:



Queste sono immagini che ritraggono il WTC4 e il WTC5. Come si vede, pur trovandosi direttamente sotto alle Torri crollate, una volta distrutto quanto è andato distrutto, le loro strutture hanno retto relativamente bene alla pioggia di materiali che arrivava da un'altezza ben superiore ai "tre piani di abbrivio" da lei citati:




DOMANDA N. 17


DOMANDA N° 17)
Lei conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, si sia completamente distrutto crollando su se stesso, indipendentemente dalle cause di quel crollo?


Danilo Coppe: 17) Personalmente no.




Replica:
Nessun commento.




DOMANDA N. 18


DOMANDA N° 18)
In caso di risposta negativa all'ultima domanda, quante stima possano essere le probabilità che questo sia accaduto per tre volte nella stessa giornata e nello stesso luogo, a tre diversi edifici che hanno subito traumi meccanici/termici completamente diversi l'uno dall'altro?

Danilo Coppe: 18) In definitiva 2 edifici hanno subito la stessa tipologia di trauma. Il terzo era relativamente molto vicino. Tanto da poter presumibilmente subire danni rilevanti. In ogni caso con i pesi ed i cinematismi in atto la completa distruzione è possibile.

Replica: La tipologia del trauma e la sua dinamica sono due cose ben diverse, e dovrebbe essere dalla seconda che dipende la modalità del conseguente crollo, non dalla prima. Come già detto inoltre, il WTC7 non risulta aver subito nessun danno rilevante.


DOMANDA N. 19


DOMANDA N° 19) Quando si progetta una demolizione, si presume che uno degli aspetti a cui si dedica maggiore attenzione sia quello di evitare di colpire gli altri edifici che si trovino entro il raggio di caduta. Quante stima che siano, approssimativamente, le probabilità per un edificio alto 400 metri di crollare, da solo, interamente sulla propria pianta, o comunque di non andare a colpire in maniera sostanziale nessun edificio circostante, pur avendone alcuni di molto vicini? (Il blocco superiore della Torre Sud ha iniziato a ruotare verso l'esterno, crollando, ma fortunatamente deve essersi autodistrutto anche lui lungo il percorso, visto che a terra non è arrivato nulla di sostanziale).

Danilo Coppe: 19) I manufatti pesanti tendono sempre a cadere lungo la propria verticale. Quindi nessuna meraviglia su questo. Il fatto che i fabbricati vicini non abbiano subito danni rilevanti non è esatto almeno a giudicare da certe immagini trasmesse. Il WTC7 potrebbe esserne la prova.
 
Replica: Le leggi di gravità non sono mai state in discussione. Il problema sta nel fatto che la parte superiore di un edificio che crolla normalmente tende a cadere verso il lato dove è avvenuto il cedimento - e qui stiamo parlando degli edifici più alti del mondo - mentre per cadere in perfetta verticale bisogna che si verifichi il cedimento CONTEMPORANEO di TUTTE le colonne portanti. Non solo questa è una coincidenza davvero improbabile, ma se per caso si verificasse davvero, il troncone superiore dovrebbe "sedersi" su se stesso, dopo aver distrutto al massimo qualche piano, ma non certo tutta la struttura restante.



DOMANDA N. 20


DOMANDA N° 20)
In particolare, tenendo presente che il WTC7 non aveva una struttura "tubolare" come le Torri Gemelle (e che quindi, almeno in questo caso, si possa escludere categoricamente il cosiddetto "effetto pancake", da alcuni ipotizzato per giustificare la completa autodistruzione delle Torri), secondo lei quante sono, approssimativamente, le probabilità che questo crollo avvenga perfettamente "in pianta", senza che nessun edificio circostante ne resti colpito in maniera sostanziale?




Danilo Coppe: 20) In realtà da quel poco che ho visto sul WTC7 (che ripeto, mi consente troppo pochi elementi di valutazione) ha subito quella che in gergo si chiama pseudoimplosione o ribaltamento forzato su un lato. La percezione finale è simile, ma in questo caso entrano in gioco le uscite di baricentro delle singole orditure verticali.

Replica: Come specificato nella domanda stessa, l'edificio non è caduto "su un lato", ma perfettamente in pianta. Non risulta inoltre - come già detto in precedenza - che fosse stata danneggiata in modo sostanziale nessuna orditura, e di certo non per tutta la lunghezza di un lato qualunque dell'edificio.


DOMANDA N. 21


DOMANDA N° 21)
In particolare esiste una ripresa del crollo del WTC7 che mostra chiaramente come su di un lato, agli ultimi piani, si verifichi una serie di "sbuffi" verso l'esterno nel momento stesso in cui inizia il crollo. Secondo lei è possibile spiegare questo fenomeno al di fuori di una demolizione controllata?

(Questa immagine dovrebbe essere animata. Nel caso, abilitare "animazione gif" nei settaggi del browser).



Danilo Coppe: 21) Non ho elementi sufficienti per valutare questi fenomeni.



Replica:
Nessun commento.




DOMANDA N. 22


DOMANDA N° 22) 
Secondo lei, che cosa ha causato il crollo di WTC7, se non è stata una demolizione controllata?

Danilo Coppe: 22) Come detto, ammesso che non si tratti di una “eutanasia” artificiale, demolire questo tipo di architettura è facile. Essendo alta e piatta, la struttura necessita di pochi danni, se tutti su un lato lungo, per subire collasso.

Replica: Come già detto più sopra, non risulta che fosse stata danneggiata in modo sostanziale nessuna orditura, e di certo non per tutta la lunghezza di un lato qualunque dell'edificio.



DOMANDA EXTRA


Se qualcuno volesse finanziare una sua perizia, completa e approfondita, sui crolli delle Torri Gemelle, a) ritiene che vi siano sufficienti riscontri video/fotografici e testimoniali per procedere, e b) nel caso, sarebbe disponibile a prestare la sua opera in quel senso?

Danilo Coppe: Non chiederei di meglio, visto che adoro le sfide difficili. Certamente una perizia del genere richiederebbe qualcosa di più della sola valutazione delle immagini. Bisognerebbe analizzare testimonianze attendibili, sismogrammi, sezioni geologiche, ecc. Comunque una perizia super partes sarebbe possibile e auspicabile.



CONCLUSIONE


A conti fatti, Danilo Coppe non dichiara che i crolli siano avvenuti necessariamente per una demolizione controllata, ma a) non la esclude di certo, b) ne riconosce in certi casi, esplicitamente o implicitamente, le caratteristiche specifiche, mentre c) per un motivo o per l'altro, non pare in grado di offrire una sola risposta soddisfacente alle 22 domande specifiche che gli sono state poste.

Non che di questo si possa fargliene una colpa, ovviamente, visto che queste risposte pare per ora non averle nessuno.

Quello che è importante sottolineare, a questo punto, è che tutte queste domande troverebbero immediatamente una risposta valida, nel momento in cui si ipotizzasse una demolizione controllata.


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