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opinione : Il tranquillo lavoro dell'avvocato
Inviato da Redazione il 9/2/2014 17:07:39 (9566 letture)

di Paolo Franceschetti

Notte tra il 1° e il 2 giugno 2005, a Nereto. L’avvocato Libero Masi, noto nella zona perché presidente di Slow Food Abruzzo, viene ritrovato cadavere in casa, smembrato a colpi di ascia insieme alla moglie. Ai cadaveri mancano i denti. Il paesino è un tipico borgo abruzzese, con pochissimi abitanti, in cui è quasi impossibile muoversi senza essere notati, eppure il colpevole non verrà mai trovato. La magistratura apporrà addirittura il segreto di stato sul fascicolo.

Secondo la migliore tradizione giudiziaria non solo italiana, a un certo punto emerge un reo confesso; si chiama Massimo Bosco, è il solito sfigato, drogato, barbone, analfabeta (stesso copione che troviamo in Olindo e Rosa, come i ragazzi delle Bestie di Satana, come Michele Misseri, come i compagni di merende nel Mostro di Firenze), che si autoaccusa del delitto. La sua versione è talmente strampalata che questa volta i giudici non credono all’autoaccusa e lasciano libero il reo confesso; costui, trasferitosi a Castiglion Fibocchi, verrà poi a sua volta assassinato il 14 novembre 2013 a colpi di pietra e bastoni da due barboni, ufficialmente per un posto in tenda, ma più probabilmente per mettere a tacere un testimone che un giorno o l’altro avrebbe potuto raccontare chi e perché lo aveva istruito a “confessare”.

Luglio 2007. Si suicida l’avvocato Corso Bovio nel suo studio, sparandosi con una 357. Nessuno crede al suicidio, ma ovviamente gli inquirenti concludono subito per un suicidio, mettendo una pietra tombale alla possibilità di cercare la verità.

Aprile 2009. Viene “suicidato” l’avvocato Balzano Prota, ...

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opinione : Uomini e bestie
Inviato da Redazione il 9/1/2014 16:40:00 (8995 letture)

di Piero Cammerinesi

La storia è nota: una giovane studentessa di veterinaria di Bologna, Caterina Simonsen, affetta da 4 gravi e rare patologie ha confessato pubblicamente di essere favorevole alla ricerca che include la sperimentazione animale in quanto, invece di morire a 9 anni, essa le ha permesso di arrivare ai 25 anni.

Ha altresì aggiunto che il suo progetto di studio – Caterina è peraltro vegetariana - intende proprio aiutare il mondo animale anche se, a suo dire, vi sarebbero ancora delle aree in cui non esistono metodi alternativi validi alla sperimentazione animale[1].

Il suo outing su Facebook ha scatenato, come è noto, la reazione smodata di sedicenti animalisti che l’hanno coperta di insulti e di auguri di morte.

Ecco solo alcuni esempi: “Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose”. “Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te”. “Se crepavi anche a 9 anni non fregava nulla a nessuno, causare sofferenza ad esseri innocenti non lo trovo giusto”.

Da quel momento gli utenti, i lettori, i cosiddetti ‘esperti’ si sono immediatamente schierati da una parte o dall’altra in una serie infinita di motivazioni e schermaglie. [...]

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opinione : Conoscenza e comfort mentale
Inviato da Redazione il 1/12/2013 11:10:00 (7596 letture)

Quando ci troviamo di fronte ad un amico, ritrovato magari tramite Facebook, che non vedevamo fin dai tempi dell'infanzia, fatichiamo a riconoscere le sue fattezze fisiche. Cerchiamo, nell'immagine del volto di oggi, l'amico che conoscevamo ieri. Più in fretta riusciremo a riconoscere in lui le fattezze giovanili, più a nostro agio ci ritroveremo nel tornare a relazionarci con lui. Nel momento in cui "vediamo" nel volto che ci sta di fronte l'amico d'infanzia, ci sembrerà di avere di fronte la stessa persona, e quindi ci sentiremo nuovamente a nostro agio con lui. Viceversa, se il volto sarà cambiato a tal punto da faticare a riconoscerlo, ci sentiremo a disagio e faremo una certa fatica a comportarci con lui come se fosse il nostro amico di gioventù.

Quando ci spostiamo a vivere da una città all'altra, non abbiamo nessuna familiarità con i luoghi che circondano la nostra nuova casa. Avremo sempre sotto casa una farmacia, un tabaccaio ed un negozio di alimentari, ma il fatto che questi non siano i negozi originali a cui eravamo abituati ci rende più difficile relazionarci con il nuovo ambiente. Se avremo trovato una farmacia, un tabaccaio ed un negozio di alimentari che assomigliano da vicino a quelli della nostra città d'origine, ...

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opinione : Mondo virtuale e mondo reale
Inviato da Redazione il 11/11/2013 10:30:00 (8003 letture)

Non avevo mai abbracciato un estraneo.

Eppure, la cosa mi è venuta estremamente naturale, nel trovarmi di fronte ad amici che finora avevo conosciuto solo tramite Internet.

L’occasione è stata la proiezione del mio ultimo film, ieri a Roma. Fra le persone che sono intervenute c’era anche una ventina di iscritti a luogocomune, ed è stato emozionante trovarsi di fronte ad esseri umani veri e propri - con un volto, un sorriso, un’anima - che rimpiazzavano finalmente ciò che finora era stato solo un nick nel mondo virtuale.

C’era un iscritto con il quale ci siamo beccati svariate volte, in rete, ma trovandomi di fronte a lui ho sentito di avere di fronte un fratello.

C’erano due ragazzi che sono venuti in macchina da Milano “non per vedere il film, quello l’abbiamo già visto tre volte”, ma semplicemente per incontrarsi e stare insieme 5 minuti.

C’erano diversi rappresentanti della lotta alle scie chimiche, ...

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opinione : La prospettiva temporale
Inviato da Redazione il 26/10/2013 21:20:00 (8012 letture)

AVVISO: Proiezione del film a Roma il 10 novembre.

***************

Quando si è bambini, si hanno notevoli difficoltà nell’inquadrare nella giusta prospettiva le età delle altre persone.

Quando abbiamo dieci anni, riusciamo a vedere al massimo tre o quattro categorie di età diverse dalla nostra. Ci sono “i piccoli”, ovvero quelli che hanno meno anni di noi, ci sono “quelli più grandi di noi”, che hanno magari 12 o 13 anni, ci sono “i grandi” veri e propri - una categoria che comprende indistintamente tutte le persone fra i 18 e i 45 anni - e poi ci sono “i vecchi”, che sono tutti quelli con qualche ruga sul volto ed i capelli bianchi.

Per un bambino di 10 anni non c’è nessuna differenza fra un adulto di 25 e uno di 35 anni. Per lui sono due “grandi” e basta. Per un bambino di 10 anni non c’è nessuna differenza fra un anziano di 65 anni e uno di 90: per lui sono due “vecchi” e basta. Poi, man mano che si cresce, si impara a cogliere meglio le differenze, il senso critico si affina, e cominciano le distinzioni più sottili. Quando arrivi a 20 anni sai benissimo quale sia la differenza fra corteggiare una ragazza di 18 anni e corteggiarne una di 28. (Le tue probabilità di successo diminuiscono in maniera rovinosa, con ogni anno che aggiungi alla sua età).

Man mano che cresci e diventi adulto, riesci a determinare l’età di una persona con uno scarto sempre minore, ...

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opinione : Tre piccoli episodi, un buon segnale?
Inviato da Redazione il 15/10/2013 22:10:00 (10466 letture)

Dal giorno del mio rientro in Italia sono accaduti alcuni piccoli episodi che vi vorrei raccontare.

Il primo è successo all’aeroporto di Fiumicino, mentre mi imbarcavo su un volo nazionale, per raggiungere la mia destinazione finale. Uno degli addetti al controllo di sicurezza stava rovistando nel mio bagaglio a mano, quando è scivolato fuori un cofanetto con i miei DVD intitolato “Le grandi menzogne della storia”. Lui ha guardato la foto sul retro del cofanetto, mi ha guardato in faccia e mi ha detto: ”Ma lei è quello dell’11 settembre, l’ho visto in televisione!” Sorridendo, io ho risposto ”Sì, in effetti sono io il rompicoglioni”. “Macchè rompicoglioni – mi dice lui, abbassando un pò la voce – io ho seguito tutta la storia, e sono pienamente d’accordo con lei. Quelle torri non potevano venire giù in quel modo, è evidente.”

Inutile dire che il cofanetto non è mai rientrato nel mio bagaglio, ma è finito in omaggio all’addetto che lo aveva casualmente scovato fra le mie cose.

Qualche giorno dopo mi trovavo nell’ufficio di un concessionario, dove stavo facendo l’assicurazione per la macchina. [...]

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opinione : La procedura di morte
Inviato da Redazione il 6/10/2013 9:00:00 (27934 letture)

[Ripubblico questo articolo del 2010 in seguito ad un messaggio postato da un utente nei commenti liberi.]

Oggi ho dovuto portare il mio cane a praticare l’eutanasia. La sua condizione medica era ormai irreversibile, stava soffrendo molto, e non mi restava altra soluzione.

Quando sono arrivato alla clinica per animali, il veterinario in servizio lo ha esaminato, e mi ha confermato la diagnosi: cercare di tenerlo in vita avrebbe semplicemente significato prolungare le sue sofferenze. A quel punto ho deciso che gli venisse praticata l‘iniezione letale.

E’ così cominciato uno strano balletto, in cui si metteva ufficialmente in atto la procedura di morte.

Prima è venuto un dipendente della clinica, che mi ha fatto firmare l’autorizzazione a praticare l’eutanasia, e mi ha chiesto se desiderassi riavere indietro le ceneri. Gli ho risposto di no. Poi si sono presentati due infermieri, che dovevano preparare il cane a ricevere l’iniezione, inserendogli un catetere nella zampa. Quando sono usciti, uno di loro mi ha guardato velocemente, e mi ha detto “sorry”, mi dispiace. Poco dopo è entrato un nuovo personaggio, che mi ha chiesto se preferissi “regolare subito” i conti. Avrei voluto offendermi, ma non ne valeva la pena. Ho messo mano al portafoglio, e ho pagato. Una cifra più che onesta, fra l’altro. Evidentemente morire costa poco, ho pensato.

Poi sono rimasto solo. Solo con il mio cane. [...]

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opinione : L' "avventura americana"
Inviato da Redazione il 29/9/2013 19:00:00 (11270 letture)

Venti anni fa un taxi percorreva Aviation Boulevard, il grande viale che conduce dall’aeroporto di Los Angeles al centro della città. Su quel taxi c’era una famiglia di italiani, che si stavano trasferendo a vivere negli Stati Uniti: marito e moglie quarantenni, una figlia di sei anni e un figlio di tre. Un pò per motivi personali, un po’ per motivi professionali, avevamo deciso di tentare “l’avventura americana”.

Avevamo qualche soldo in tasca, e la vita sembrava sorriderci da qualunque lato la si guardasse.

I motivi professionali che ci avevano spinto al grande salto derivavano dal mio lavoro, cioè il cinema. Dopo aver fatto alcune esperienze in Italia, avevo capito che per procedere era necessario “accasarsi” politicamente ad uno dei clan di regime, è questo per me non era accettabile. Partendo per Los Angeles mi ero detto: “Preferisco non fare più un solo film nella vita perchè non sono bravo abbastanza per farlo, piuttosto che non farlo perchè non lecco il culo alla persona giusta.” Per fortuna, mia moglie fu pienamente d’accordo con me.

Le motivazioni personali riguardavano i nostri figli: volevamo che crescessero in un ambiente che offre ai giovani mille orizzonti e possibilità, e non in un ambiente – come quello italiano – che tarpa le ali ai giovani prima ancora che siano in grado di volare.

Comprammo una casetta, ed iniziammo la nostra avventura. [...]

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opinione : Il sacrificio individuale
Inviato da Redazione il 22/8/2013 22:10:00 (8787 letture)

Vi sono infiniti casi nella storia nei quali una persona ha creduto di poter dare un contributo importante alla causa in cui credeva, sacrificando la propria vita.

Purtroppo i risultati non sono mai quelli sperati.

Il soldato Bradley Manning, responsabile per aver divulgato tonnellate di informazioni segrete sulle operazioni illegali degli americani in Afghanistan, ha dichiarato di aver compiuto il suo gesto perchè questo "avrebbe cambiato il mondo, dando inizio ad un dibattito sulla politica estera degli Stati Uniti e dei suoi militari."

L'unico risultato che ha ottenuto invece è stato quello di prendersi 35 anni di prigione, che intendono non soltanto punire lui, ma mandare anche un chiaro messaggio a chiunque altro pensasse di fare una cosa del genere.

Un paio di anni fa, in Germania, una donna affetta dal Morgellons si suicidò lanciandosi da un pallone aerostatico, ...

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opinione : Ma quale "universo parallelo"?
Inviato da Redazione il 20/8/2013 21:00:00 (9189 letture)

Sono stufo di sentir parlare di universi paralleli. Non ne posso più.

Una volta questo era un concetto che trovavi soltanto di rado, nei romanzi di fantascienza. È un concetto molto bello, stimolante, che ti apriva la fantasia a nuove possibilità.

Oggi sei lì che ti aggiri imbufalito per il parcheggio, perché non ti ricordi più dove hai messo la macchina, e trovi subito il pirla che ti dice "forse l'avrai parcheggiata in un universo parallelo".

"Nell'altro universo le teste di cazzo come te non esistono" ti viene da rispondergli.

Una volta un amico mi ha detto: "Ci sarà pure un universo, da qualche parte, dove Berlusconi è una persona colta e raffinata, che insegna storia dell'arte e non possiede nemmeno un televisore". "Se è solo per quello - gli ho risposto io - ce ne sarà anche uno nel quale Berlusconi non è mai nato, perché quella sera la sua mamma ha deciso di voltarsi dall'altra parte".

Hanno fatto persino una serie televisiva (non so se in Italia è uscita), chiamata Sliders, nella quale un gruppo di amici continua a "scivolare" fisicamente da un mondo all'altro, senza mai riuscire a tornare nel proprio. Il luogo è sempre lo stesso, San Francisco, e la data è sempre quella di oggi, ma il mondo in cui cascano ogni volta è un mondo leggermente diverso da quello originale. In un caso, gli americani hanno perso la guerra di indipendenza, e gli Stati Uniti sono ancora governati dagli odiatissimi inglesi. In un altro, i sovietici hanno invaso gli Stati Uniti, e ora la lingua ufficiale di San Francisco è il russo. In un altro ancora, l'America non è mai stata conquistata dagli europei, e a San Francisco ci sono ancora i dinosauri (perché infatti al tempo dei pellerossa l'America era piena zeppa di dinosauri).

In astratto, il concetto di "infinite possibilità" è decisamente affascinante, ...

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opinione : Fesso è chi difende le versioni ufficiali
Inviato da Redazione il 19/8/2013 4:44:23 (7716 letture)

Recenti studi stabiliscono che i gonzi sono coloro che sostengono le menzognere versioni ufficiali, non i cosiddetti “teorici della cospirazione”

Di Kevin Barrett

Uno studio referato conferma che i negazionisti ed i loro portavoce sono i veri psicopatici e sociopatici.

In breve, il nuovo studio di Wood e Douglas suggerisce che lo stereotipo negativo del “teorico della cospirazione”, un fanatico che aderisce alle interpretazioni di una frangia, descrive invece con precisione le persone che difendono la versione ufficiale del 9/11, non quelli che la contestano.

Recenti studi di psicologi e sociologi negli Stati Uniti e nel Regno Unito suggeriscono che, contrariamente agli stereotipi dei media tradizionali, quelli etichettati come "teorici della cospirazione", sono più razionali di coloro che accettano aprioristicamente la versione ufficiale dei fatti contestati. Inoltre, lo studio ha appurato che i cosiddetti “cospirazionisti” discutono il contesto storico (ad esempio, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy come un precedente per il 9/11) più dei negazionisti.

Entrambi questi risultati sono amplificati nel nuovo libro “Conspiracy theory in America” del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato all'inizio di quest'anno dalla University of Texas. Il Professor DeHaven-Smith spiega il motivo per cui ai ricercatori ed ai cittadini non piace essere definiti "teorici della cospirazione". La dicitura fu coniata e promossa dalla C.I.A. per calunniare e diffamare le persone che non accettavano la 'verità' della Commissione Warren circa l’omicdio di John Fitzgerald Kennedy! "La campagna della C.I.A. per diffondere l'espressione 'teoria del complotto' nonché per rendere il tema della congiura un motivo di scherno e di ostilità deve essere riconosciuta, purtroppo, come una delle più riuscite forme di propaganda di tutti i tempi". […]

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opinione : Il baco mentale
Inviato da Redazione il 11/8/2013 16:10:00 (29739 letture)

[Articolo originale del 22 giugno 2009]

Il baco mentale è una persona che si nutre dei pensieri altrui.

Non lo fa con cattiveria. Semplicemente, non avendo pensieri propri, deve aspettare che sia qualcun altro a parlare, prima di attivare i suoi meccanismi di elaborazione mentale.

Se nessuno parla, lui rimane lì, immobile e rilassato, a godersi i raggi del sole. E’ capace di restare in quella posizione anche per un giorno intero, se nelle vicinanze non si sente nulla che assomigli ad una serie di parole.

Se invece tu dici, ad esempio, “convincere Giovanni che sta sbagliando è come cercare di convincere Hitler che era pazzo”, lui sente quello che hai detto, si scuote, e lentamente entra in azione.

Il corpicino sottile si avvicina cauto alla tua frase, e le antennine sulla testa cominciano ad annusare, una per una, tutte le parole che hai pronunciato. Dopo un pò il baco ritira le antennine, rimugina per un paio di minuti, e poi con vocina educata ti dice: “Hai paragonato Giovanni a Hitler. Scusa, ma a me questo non sembra giusto”.

Tu sorridi, perchè pensi che abbia capito male, e gli spieghi: “Guarda che io non ho paragonato Giovanni ad Hitler. Ho detto che Giovanni sta al suo errore come Hitler sta alla sua pazzia, nel senso che nessuno dei due se ne rende conto. E' una analogia, non è un paragone”.

Il baco serafico ti ascolta, rimugina per un pò, …

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opinione : I cerchi degli alberi
Inviato da Redazione il 11/8/2013 2:20:00 (15944 letture)

(Pubblicazione originale: 5 dicembre 2012)

di Calvero

Pensavo in questi giorni ad un immagine, alla sezione di un tronco di un albero e ai suoi famosi “cerchi o anelli” che sono visibili in esso. E’ tra i mie primi ricordi di quasi ragazzo, i primi “filosofici”. Quando cominci a chiederti “chi siamo”. Alla vista di quel tronco rimasi affascinato all’idea di come le tracce circolari sembravano inseguire il presente. La cosa mi fece riflettere non poco poiché il fatto che l'anello più grande dovesse essere per forza quello più vicino alla corteccia, mi dava come la sensazione che volesse inseguire la sua fine. Sin da giovane. La "fine", la corteccia: lo strato ultimo che riveste gli anni passati e li protegge. Come ad osservare dall’alto la mia vita, feci questa sovrapposizione, questa metafora. Stavo osservando l’esistenza in sezione orizzontale, mentre fino ad allora la visualizzavo diversamente nella mia mente, come da un punto in basso voleva crescere verso l’alto. Verticale, insomma. Era il caso di dirlo, cambiai prospettiva nell’osservare me stesso e l’esistenza. Vidi me stesso come un centro, in espansione.

Però quella corteccia c’è sempre, anche quando l’albero è giovane. Non mi era facile far tornare i conti alla metafora. Più non mi tornavano, più diveniva mia. Come se la chiusura dei “cerchi” della nostra esistenza, cioè la corteccia, sia un perpetuo parallelo che ci abbraccia a prescindere. Ci tiene stretti a noi medesimi.

Mi è tornato alla mente in questi giorni, quando alla ricerca di un lavoro, mi trovo, come "curriculum", pochissimo appetibile ad essere assunto. Per una serie di fattori però paradossali: esperienze lavorative vissute, tante, ...

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opinione : C’è nell’aria qualcosa di strano
Inviato da Redazione il 11/8/2013 2:10:00 (16448 letture)

(Pubblicazione originale: 13 Dicembre 2011)

Finora è solo una sensazione, ma persiste ormai da tempo, e non accenna ad andarsene via.

E’ la sensazione che qualcosa di invisibile stia cambiando, a livello profondo, senza che noi ce ne accorgiamo.

E’ come se qualcuno si stesse portando via di nascosto il Grande Libro delle Risposte, oppure ne stia strappando silenziosamente una pagina dopo l’altra, fino ad averlo ridotto ad una sottile cartella piena di fogli inutili.

Il Grande Libro delle Risposte è quel posto nascosto che sta dentro ciascuno di noi, vicino al Cuore, e che sa dirci ogni volta con sicurezza quello che è Giusto e quello che è Sbagliato, quello che è Sano e quello che è Malato, quello che Bisogna e quello che Non Bisogna fare.

Non sempre noi facciamo quello che è giusto, non sempre facciamo quello che bisogna fare, ma almeno sappiamo con certezza quando abbiamo sbagliato e quando no, e possiamo sempre regolarci per il futuro. Il Libro delle Risposte è il nostro parametro fisso di riferimento. E’ l’unico posto al mondo dove non arrivano le opinioni dei nostri genitori, i commenti della gente o i messaggi della TV. E’ un posto talmente protetto e sicuro che possiamo sempre fidarci di quello che ci dice, perchè nessuno dall’esterno è in grado di intaccarlo.

Eppure ultimamente sembra quasi che questo Libro stia perdendo la sua integrità, come se una forza misteriosa …

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opinione : Dio li fa e poi li accoppia
Inviato da Redazione il 29/7/2013 0:10:00 (9962 letture)

Nuovamente, due notizie che compaiono contemporaneamente sulle prime pagine [clicca sull'immagine] sembrano suggerire qualcosa di più ampio e profondo di quanto lo faccia ciascuna notizia da sola.

In questo caso l'argomento a cui viene da pensare è quello del rapporto di coppia.

Da un lato abbiamo un uomo accecato dalla gelosia che ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita, dopo aver tentato di uccidere anche l'amante della moglie. Dall'altra abbiamo una coppia di novantaquattrenni che sono morti ad un giorno di distanza l'uno dall'altra, dopo essere stati felicemente sposati per 75 anni.

Il primo pensiero che viene da fare è persino troppo ovvio: ci sono coppie che sono fatte per stare assieme, e ce ne sono altre che non lo sono.

Ma allora, cose ne facciamo del famoso detto "Dio li fa e poi li accoppia"? Se il detto fosse vero, "Dio" avrebbe accoppiato sia i novantaquattrenni felici che i protagonisti della tragedia di gelosia. Quindi, "Dio" nel secondo caso avrebbe sbagliato?

In realtà, la domanda da porsi è un'altra, e riguarda il libero arbitrio: coloro che riescono a stare insieme per tutta la vita, ci riescono perché erano veramente "fatti l'uno per l'altra", oppure perché si sono sforzati più degli altri per far funzionare il proprio matrimonio?

Perchè al nastro di partenza siamo tutti uguali: non c'è coppia al mondo che nel giorno del matrimonio ...

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