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politica italiana : Cossiga e l'eccidio di Moro
Inviato da Redazione il 6/3/2012 8:30:00 (9029 letture)

di Ferdinando Imposimato

Tra pochi giorni ricorre l'anniversario della strage di via Fani e dell'assassinio dei carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci e dei poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. Quel giorno Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, fu rapito e tenuto prigioniero per 55 giorni in via Montalcini.

Alcuni giorni fa il capo dello Stato Giorgio Napolitano è andato a ricordare in Sardegna, afflitta da una grave crisi economica, Francesco Cossiga e Antonio Segni, ex presidenti della Repubblica. Ora, in occasione del trentaquattresimo anniversario della tragedia di via Fani, che cade il 16 marzo 2012, ci aspettiamo che il capo dello Stato non solo commemori i caduti del 16 marzo, ma che in via Montalcini ricordi il sacrificio di Aldo Moro: in quella prigione senza targhe, lo statista democristiano visse il suo calvario di 55 giorni e fu ucciso il 9 maggio del 1978.

Ciò che amareggia è che molti hanno dimenticato che Francesco Cossiga ripetutamente rivolse gravi accuse a Moro, sia in diverse interviste al Corriere, sia nel suo memoriale a Renato Farina. Cossiga disse, poco prima di morire, ...

... che «mai assolutamente sarebbe diventato fascista», se fosse stato adulto all'epoca in cui il fascismo nacque. Ed aggiunse che «molti democristiani lo sarebbero stati: Aldo Moro, ad esempio, e sarebbe stato un grande politico fascista, se avesse avuto un'altra età a quel tempo». E ancora: «Moro era un intellettuale. Per lo stesso motivo sarebbe stato fascista» (R. Farina, “Cossiga mi ha detto”, Marsilio, p. 79-80).

Il presidente Napolitano conosce queste affermazioni false, che offendono gravemente la memoria del principale artefice della nostra Costituzione, colui che affermò che la nostra Carta fondamentale «è antifascista, e non afascista»? E conosce le rivelazioni mai smentite di Steve Pieczenik - «io (Pieczenik, ndr), con Cossiga ed Andreotti, decidemmo di lasciarlo morire», uomo del Dipartimento di Stato e agente della Cia, consulente del ministro Cossiga al tempo del sequestro?

Pieczenik disse ad Emanuel Amarà, grande giornalista francese: «Francesco Cossiga ha approvato la quasi totalità delle mie scelte. Moro era disperato e doveva senza dubbio fare ai suoi carcerieri rivelazioni importanti su uomini politici come Andreotti. È stato allora che Cossiga e io ci siamo detti che era arrivato il momento di mettere le BR con le spalle al muro. Abbandonare Moro e lasciare che morisse con le sue rivelazioni. Sono stato io a preparare la manipolazione strategica che ha portato alla morte di Aldo Moro, allo scopo di stabilizzare la situazione italiana». Esattamente la filosofia che ispirò la strategia della tensione.

In realtà non c'è stata alcuna fermezza, c'è stata una vergognosa messa in scena: il falso comunicato numero 7 che concorse ad accelerare la uccisione di Moro da parte delle BR.

Il piano fu attuato da uomini della P2 al vertice dei servizi militari, attraverso mafiosi della Magliana. Lo disse Pieczenik e lo ripetè Danilo Abbruciati al giornalista Luigi Cavallo: «per Moro abbiamo fatto tutto e subito».

Cossiga, su sollecitazione di Licio Gelli, inserì nel comitato di crisi del Viminale, che gestì il caso Moro in senso contrario alla sua salvezza, affiliati alla P2 tra cui Federico Umberto D'Amato, già capo del disciolto ufficio affari riservati del Ministero dell'Interno (tessera numero 554), Giulio Grassini, capo del Sisde (tessera numero 1620), Giuseppe Santovito, capo del Sismi (tessera numero 1630); Walter Pelosi capo del Cesis, (tessera numero 754), il generale Raffaele Giudice, comandante generale della Guardia di Finanza (tessera 535), il Generale Donato Lo Prete, Guardia di Finanza (tessera 1600), l'ammiraglio Giovanni Torrisi, capo di Stato Maggiore della Marina (tessera numero 631). Ancora: il colonnello Giuseppe Siracusano (tessera numero 1607), il prefetto Mario Semprini (tessera numero 1637), il professore Franco Ferracuti (tessera 2137), agente della Cia e consulente personale del senatore Francesco Cossiga, il colonnello Pietro Musumeci dell'Arma dei Carabinieri, vice capo del Sismi (tessera 487).

Era proprio il caso di onorare la memoria di Francesco Cossiga, dimenticando tutto questo?

Oggi la rimozione della tragedia Moro dalla coscienza collettiva dimostra che in questi cinquant'anni nulla è cambiato nel nostro povero Paese.

Ferdinando Imposimato

Fonte

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
ByB
Inviato: 6/3/2012 9:36  Aggiornato: 6/3/2012 9:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/5/2011
Da:
Inviati: 382
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Era proprio il caso di onorare la memoria di Francesco Cossiga, dimenticando tutto questo?

ben detto, lessi più di 15 anni fa "la notte della repubblica" e compresi molte cose, che effettivamente attualmente appaiono oscurate o comunque di importanza minore.

grazie del ricordo

By B.

peonia
Inviato: 6/3/2012 10:24  Aggiornato: 6/3/2012 10:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Era proprio il caso di onorare la memoria di Francesco Cossiga, dimenticando tutto questo?

Fratelli che onorano un fratello...tutti massoni, Napolitano compreso.
Fa male vedere che fin troppa gente ancora non riesce ad avere il quadro della situazione politica italiana, dalla "liberazione" americana in poi...che alto prezzo abbiamo dovuto pagare! e non solo l'Italia...

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
ulixes
Inviato: 6/3/2012 10:44  Aggiornato: 6/3/2012 12:24
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2011
Da:
Inviati: 65
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Perdonate il mega-OT

Qualcuno ha notizia di ciò che succede?

http://www.stampalibera.com/?p=41898

_________________________


Procuratori tedeschi autorizzano 80 perquisizioni contro sospetti di insider trading

http://www.stampalibera.com/?p=41919

________________________

Arrestato e rilasciato Timothy F. Geithner

http://www.ny.frb.org/aboutthefed/orgchart/geithner.html


http://www.youtube.com/watch?v=q5j6Yk0qAgQ


_____________________



Che fine ha fatto Lord James of Blackheath??


http://www.youtube.com/watch?v=eL5hqvTWkYg&feature=player_embedded


____________________


Inoltre, voci di arresto di Bush senior e Bill Gates in attesa di conferma

Akane
Inviato: 6/3/2012 11:56  Aggiornato: 6/3/2012 11:56
Ho qualche dubbio
Iscritto: 5/7/2011
Da: Austria
Inviati: 135
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Moro dava troppo fastidio, la sua uccisione servì a molti per liberarsi di un rompi... di torno

NiHiLaNtH
Inviato: 6/3/2012 12:04  Aggiornato: 6/3/2012 12:04
Sono certo di non sapere
Iscritto: 5/12/2005
Da:
Inviati: 3225
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
The ongoing financial war is accelerating with arrests and assassinations being seen on both sides. George Bush Senior and Bill Gates were arrested last week for sabotaging the new financial system after being fingered by Timothy Geithner, pentagon sources say. The Federal Reserve Board crime syndicate cabalists for their part murdered Lord James Blackheath on February 29th, after he denounced their theft of $15 trillion in the British House of Lords. The White Dragon Society, meanwhile has put out an all points bulletin seeking the immediate arrest for questioning of former Hong Kong Police Chief Peter Stevens. 0 Stevens is wanted on charges of smuggling into Japan the nuclear weapon that was used for the 311, 2011 nuclear and tsunami attack against Japan. Stevens is currently located at the Puerto Galera yacht club in the Philippines. The gnostic illuminati family and the hacker group anonymous have also agreed to join forces with the White Dragon Society with a program of attacks on Monsanto and other cabal strongholds. The Rockefellers, Krugers, Openheimers, Mellons, Warburgs, Rothschilds, Bushes, Morgans and other cabal families will be systematically hunted down and rounded up if they do not surrender within the month of March.


ah beh se lo dice fulford
che cattivi questi occidentali satanisti ( perchè si sa in oriente il satanismo non esiste ) per fortuna i cinesi ci salveranno e finiremo tutti a lavorare 18 ore al giorno

Pyter
Inviato: 6/3/2012 12:11  Aggiornato: 6/3/2012 12:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
L'accusa di "Fascista" data da Cossiga a Moro, non è falsa, almeno dal punto di vista di Cossiga.

Tutto sta a capire che cosa si intenda con quella parola.

Da quel punto di vista, che non è solo di Cossiga, essere "fascisti" non è altro che non l'essere allineati con una determinata visione politica.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Al2012
Inviato: 6/3/2012 12:22  Aggiornato: 6/3/2012 12:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 25/10/2005
Da:
Inviati: 2158
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
@ ulixes

PERDONAMI SE TI FACCIO NOTARE CHE IL TUO MEGA OT HA ALLARGATO LA PAGINA.


Elimina quelle linee continue che non servono a niente …….. ma deformano la pagina …..

GRAZIE !!!

“Capire … significa trasformare quello che è"
DjGiostra
Inviato: 6/3/2012 12:23  Aggiornato: 6/3/2012 12:23
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/1/2009
Da: Brignano G.D'Adda
Inviati: 5481
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
AMEN !!! Altri misteri che si svelano !!!

Meglio un dubbio certo che una falsa certezza !!(Nisoli Damiano)
Da oggi chiamatemi Top Gun Su A320 !!

Il rispetto nasce dal rispetto
ulixes
Inviato: 6/3/2012 12:32  Aggiornato: 6/3/2012 12:32
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2011
Da:
Inviati: 65
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro

TWNP
Inviato: 6/3/2012 12:49  Aggiornato: 6/3/2012 12:50
Mi sento vacillare
Iscritto: 7/11/2011
Da:
Inviati: 642
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Bè, Napolitano è andato ad onorare un FRATELLO...


P.S.: Peonia, non avevo letto il tuo commento.
Evidentemente, siamo proprio in sintonia...

AutminRic
Inviato: 6/3/2012 13:05  Aggiornato: 6/3/2012 13:05
Ho qualche dubbio
Iscritto: 3/11/2005
Da:
Inviati: 163
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Mi pare che Imposimato avvalori la versione LIHOP dei fatti. Per quanto mi riguarda quella MIHOP appare assai più verosimile.

il_ras
Inviato: 6/3/2012 13:17  Aggiornato: 6/3/2012 13:17
Mi sento vacillare
Iscritto: 12/10/2006
Da:
Inviati: 875
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Questi acronimi mi sfuggono...

un messaggio nascosto?

ulixes
Inviato: 6/3/2012 13:38  Aggiornato: 6/3/2012 13:38
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2011
Da:
Inviati: 65
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro

redna
Inviato: 6/3/2012 14:09  Aggiornato: 6/3/2012 14:19
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
Fa male vedere che fin troppa gente ancora non riesce ad avere il quadro della situazione politica italiana, dalla "liberazione" americana in poi...che alto prezzo abbiamo dovuto pagare! e non solo l'Italia...


il problema è che il quadro lo hanno imbrattato per bene.

Dopo 35 anni dall'eccidio di via Fani e poi di Moro non sappiamo ancora che cosa è successo in quel periodo e a chi dare le responsabilità di quegli omicidi. Grazie anche alle omertà che ci sono state sia da parte dello stato italiano che del vaticano, che come sappiamo, viaggiano sempre insieme per far diventare quasiasi caso italiano un mistero piuttosto che unirsi per chiarirlo in modo defintiivo, si continua a nascondere anche le cose più evidenti.Questo succederà finchè al parlamento ci saranno ancora quelle persone che erano in posti chiave al momento dell'assassinio di Moro e si portano appresso ancora quel peso e la responsabilità di quanto è successo (sia Craxi che Cossiga sono stati premiati per questo, poi anche Berlusconi.E Napolitano che va a trovar Cossiga....mah...)

PS-comunque Imposimato è troppo sicuro che Moro sia stato per 55 gg in via Montalcini..... non tutti sono dello stesso avviso

editato........

Aldo Moro è stato ucciso nel garage in cemento del covo brigatista di Montalcini? E' stato sempre tenuto lì, oppure i luoghi delle prigioni sono stati diversi? Davvero nessuno sapeva dell'esistenza della 'base' di fronte a Villa Bonelli, nel quartiere romano Portuense? (sulla esistenza di una sola prigione per primo espresse molti dubbi il giudice Mastelloni).
Queste domande rappresentano una parte infinitamente piccola, ma assai significativa, della 'grande nebulosa' del caso Moro. Proprio pochissimi giorni fa, infatti, l'ex presidente della Rai, Ettore Bernabei, in una lunga intervista in occasione dei suoi 90 anni, tra un ricordo e l'altro, è tornato sull'argomento (ma parla ad un paese distratto) dicendo senza indugi: «Spesso [la dietrologia] converge con la realtà. Pensi al povero Moro. Io credo ai solerti 007 che hanno ubicato il suo barbaro omicidio tra le mura di Palazzo Caetani»....(L'espresso, 5.5.11)
Recentemente, abbiamo dato conto dell'esistenza di un 'ultimo testimone' (per ora) di questo buco nero della nostra storia: lo abbiamo chiamato signor Mario e ha raccontato alcune cose interessanti sul covo di via Montalcini. Ci disse che lui aveva fatto parte di un gruppo di speciali 'osservatori', un team messo in piedi per monitorare cosa avveniva nella casa di via Montalcini: l'operazione era basata sul supporto logistico e sul coordinamento offerto da uomini di una stazione dei Carabinieri della Capitale. Rimasero a 'guardare' nel buco della serratura per parecchi giorni e furono smobilitati proprio il giorno prima dell'uccisione di Moro.
Se tutto fosse vero, significherebbe che lo Stato sapeva esattamente cosa accadeva ogni minuto di quei 55 giorni.
Intanto, non dimentichiamo che la 'pista' di via Montalcini fu di fatto 'imposta' nell'immaginario collettivo quanto il ministro dell'Interno Rognoni annunciò in modo solenne - durante un suo intervento alla Camera - l'individuazione della prigione di Moro (senza dare l'indirizzo ma si riferiva alle cose dette dal pentito Antonio Savasta). Era il 1 febbraio del 1982 e da allora il nodo della prigione di Moro è apparso sempre come un caso risolto, anche se in sede giudiziaria non è stato possibile scrivere una parola definitiva su questo capitolo. Così è stato quasi inutile chiedersi, ad esempio, perché non si è mai trovato negli archivi del ministero dell'Interno l'appunto di un maresciallo che per primo si recò in via Montalcini ''già in un periodo antecedente il 24 luglio 1978''. Non solo: un teste, all'epoca addetto alla segreteria del direttore dell'Ucigos, già per anni alle dipendenze di Umberto Federico D'Amato, dichiarò - ritrattando successivamente - che il pedinamento di Anna Laura Braghetti, la ''vivandiera'' della ''prigione Br'' e proprietaria dell'appartamento di via Montalcini, cominciò durante il sequestro del Presidente della Dc.
Ma torniamo ai nostri giorni. La testimonianza del signor Mario, in parte resa pubblica su questo sito, ha provocato legittime perplessità di attenti lettori: per questo mi sembra utile tornare sull'argomento ma con altri elementi.
Il racconto del nostro uomo, infatti, ha sollecitato l'attenzione di un ex ragazzo della zona che non ha mai dimenticato quei giorni: «ha mai fatto un sopralluogo in via Montalcini» mi ha chiesto con tono deciso dopo aver letto il racconto del signor Mario e aver rintracciato il mio recapito. Beh, sì conosco la via, gli ho risposto, ma lui va dritto al punto: «venga qui che l'accompagno a fare un giro nei luoghi di cui parla il suo testimone». Aveva ragione, abbiamo fatto insieme una lunga passeggiata che è stata molto istruttiva: «vede, ecco il lampione dove potrebbero aver messo la telecamera», mi ha detto appena dopo esserci presentati. Effettivamente, la posizione dei pali, mai cambiati, e delle lampade è ideale, perché 'guarda' proprio dritto verso la fatidica casa. Ma ecco la sintesi della nostra conversazione. Chiameremo stavolta il nostro uomo il signor Montalcini: un nome di dubbia fantasia ma che rende bene il personaggio. Non deve sembrare strano il rifiuto dei 'testimoni' a fare pubblicamente il loro nome: è normale che da un caso così intrigato si voglia stare fuori. Anche con il signor Montalcini abbiamo fatto le opportune verifiche per capire meglio la sua 'umanità': oggi è un professionista di oltre quarant'anni, molto cordiale, pacato e molto riflessivo. Allora era uno dei tanti ragazzi che gironzolavano nel quartiere che offriva un'enorme zona verde, Villa Bonelli, solo dagli inizi degli anni '80 'area di verde pubblico ' ma allora terra verde, incolta e selvaggia, un paradiso per i ragazzi. Ci siamo incontrati proprio di fronte al numero civico 8, quello dell'appartamento brigatista, e la prima cosa impressionante è che la casa-covo si trova così vicina alla strada, così esposta e poco protetta, che è impossibile credere che sia stata scelta come la prigione super-clandestina di Aldo Moro. Proprio la stessa identica impressione che si ha in via Gradoli, dove si trovava l'altro covo-prigione: anche quella è una via lunga ma molto, molto stretta e la base brigatista si trovava esattamente di fronte all'appartamento a disposizione della Banda della Magliana. E, quando diciamo di fronte, significa a pochissimi metri, proprio la posizione ideale per controllare, come sostiene di aver fatto uno della Banda, Alessandro D'Ortenzi (vedi L'Anello della Repubblica).

D. Signor Montalcini, cosa l'ha colpita della testimonianza di Mario?

R. «Mi sembra che dia risposte a domande che io, i miei familiari e amici ci siamo sempre fatti. Allora avevo poco più di dieci anni e per me ed i miei amici il quartiere era casa nostra. Impossibile che una prigione-covo potesse reggere la clandestinità. Mi ha colpito soprattutto il fatto che era assolutamente possibile, invece, un sistema di controllo direi quasi a cerchi concentrici, oggi diremmo all'interno di una 'zona rossa', anche perché nella villa c'erano vecchie case ridotte a rudere, oggi completamente recuperate, nelle quali si poteva stabilire una base di controllo, proprio come dice il suo testimone. In quei giorni, come ricorda spesso mio padre, e come io stesso ricordo, c'era un furgone fisso in una via Francesco Ripandelli, una strada privata che interseca via Montalcini e dalla quale si poteva controllare proprio il noto appartamento. Allora non ci facevamo caso perché in zona abitavano anche personaggi noti e alti funzionari, ma il furgone non c'era mai stato prima del sequestro, né mai torno dopo».

D. Ma era possibile stabilire basi di ascolto in una delle case diroccate all'interno della villa senza il pericolo di un'invasione da parte di voi ragazzi della zona ? Non eravate un pericolo per un'operazione di quel tipo?

R. «Secondo me no, in realtà c'erano punti inaccessibili dove nessuno di noi andava, anche perché avevamo a disposizione tutta la villa. Proprio di fronte all'appartamento di via Montalcini numero 8 c'era la casa a due piani, oggi una pertinenza del Municipio, nella quale senz'altro era possibile stabilire un punto di indisturbato d'osservazione nella parte superiore. E poi in quel momento in particolare, a metà del 1978, la zona era una specie di cantiere, alcuni condomini erano in fase di costruzione e c'erano grandi lavori di ristrutturazione dell'Italgas. C'erano fili ovunque, operai che andavo e venivano nelle case e sicuramente potevano essere mimetizzati fili di telecamere o altre apparecchiature (delle quali parla il signor Mario), visto che all'epoca non c'erano sistemi wi-fi o di trasmissioni satellitari».

D. Comunque, era una zona tranquilla e questo è quello che conta quando si deve scegliere dove sistemare un covo...

R. «Era tranquilla per noi, per giocare liberamente per strada insieme ai nostri amici, tra i quali c'erano figli di funzionari dello Stato e di gente meno raccomandabile. Io giocavano spesso con il figlio di Franco Giuseppucci, il 'negro', perché tra queste vie è noto che i membri della Banda della Magliaia venivano a scegliere i loro appartamenti: più a valle, appunto nel quartiere della Magliana, facevano affari di vario tipo e qui ci abitavano, come è stato ricordato da alcuni attenti osservatori. A via Gaetano Fuggetta 59, cioè a 120 passi da via Montalcini, c'era Danilo Abbruciati, Amelio Fabiani, Antonio Mancini; in via Lupatelli 82, 230 passi dalla prigione del popolo, c'era Danilo Sbarra e Francesco Picciotto (uomo del boss Pippo Calò); in via Vigna due Torri 135, 150 passi, Ernesto Diotallevi, segretario del finanziere piduista Carboni».

D. Dunque intende dire che era tranquilla ed anche molto ben protetta?

R. «Era abitata da famiglie del ceto medio, come la mia, ma anche da persone molto diverse, comunque il punto è che lì nulla avveniva a caso. E poi c'è ancora un fatto....C'era un intero palazzo di proprietà dei carabinieri proprio in via Montalcini, accanto a quello della "prigione". Accanto significa a tre metri. Lo chiamavamo la 'palazzina dei carabinieri' e aveva un frequente ricambio di inquilini».

D. Il signor Mario dice che lui e i suoi compagni erano stati sistemati in un appartamento che si trovava nel palazzo proprio dopo quello del civico 8..

R. «Sì, potrebbero coincidere...Comunque, era una zona 'infiltrata', nel senso abitativo, dalla banda della Magliana, anche se abitata da molti vip, diremmo oggi. Io andavo a scuola con il figlio di un importante magistrato, ma c'erano avvocati e politici piuttosto in vista».

D. Nel 1978? Ne è sicuro?

R. «Altro che! Guardi, se il caso Moro è rimasto nella coscienza collettiva del paese, si figuri quanti ricordi e quanti pensieri suscita a noi che siamo nati e cresciuti proprio nella via ritenuta 'la prigione del popolo'. Dopo aver letto il racconto del signor Mario, tanti ricordi sono tornati a galla e li ho condivisi con la mia famiglia e con gli amici con cui sono cresciuto. Deve sapere che all'epoca ci fu una grande mobilitazione di noi residenti: si costituì il Comitato per la difesa di Villa Bonelli che, grazie alla lotta dei cittadini e al sostegno delle istituzioni di allora, oggi è area pubblica - il grande sindaco Petroselli venne ad inaugurare l'area proprio pochi giorni prima della sua prematura scomparsa. Ma nei primissimi anni '80, la battaglia fu dura anche perché tra i contendenti c'erano un importante uomo politico. Ma sono passati troppi anni e i protagonisti di quella stagione non sono più qui e alcuni sono andati via per sempre».

fonte

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
peonia
Inviato: 6/3/2012 14:15  Aggiornato: 6/3/2012 14:15
Sono certo di non sapere
Iscritto: 26/3/2008
Da: Roma
Inviati: 6677
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
ULIXES grazie per il megaot sto godendo...

TWNP, incredibile no?!

REDNA guarda gli ultimi link di Ulixes, in proposito.....

...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
redna
Inviato: 6/3/2012 14:24  Aggiornato: 6/3/2012 14:25
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
REDNA guarda gli ultimi link di Ulixes, in proposito.....


quei link li ho visti anni fa (ma di quale proposito parli?)

Per quanto riguarda il caso Moro si possono fare infinite discussioni ma nessuno trova ancora le prove di quello che dice.

Intano ci hanno propinato di Moretti che spara a Moro, di via Montalcini che era il covo di Moro ma le cose importanti non vanno al grande pubblico. E sono 35 anni che non ci vanno purtroppo (e in questi 35 anni, indisturbati, hanno fatto tutti man bassa dello stato)

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Sdan
Inviato: 6/3/2012 14:46  Aggiornato: 6/3/2012 14:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 27/2/2012
Da:
Inviati: 83
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
A chi fosse interessato a ricostruzioni alternative della vicenda Moro segnalo questo link:
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/03/moro-fu-davvero-rapito-dalle-brigate.html

A mio parere vi sono alcuni spunti interessanti.

cheddyved
Inviato: 6/3/2012 15:12  Aggiornato: 6/3/2012 15:12
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/2/2007
Da:
Inviati: 109
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Sull'argomento consiglio i libri di sergio flamigni ed in particolare "La sfinge delle brigate rosse" su quel personaggino di mario moretti e il libro sulle rivelazioni di giovanni galloni "30 anni con aldo moro", oltre al già citato blog di franceschetti e l'eredità di informazioni curiose di gabriella pasquali carlizzi

redna
Inviato: 6/3/2012 15:35  Aggiornato: 6/3/2012 15:35
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
[quote............. e l'eredità di informazioni curiose di gabriella pasquali carlizzi


non le considererei tanto informazioni 'curiose'..... della doppia scorta di Moro se ne sa ancora poco e nessuno pare che ne abbia liberamente parlato.E questo dopo 35 anni.
E'la doppia scorta di Moro che spiega molto bene quello che è successo e quello che Cossiga non ha mai voluto dire.
ciao
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
cheddyved
Inviato: 6/3/2012 16:41  Aggiornato: 6/3/2012 16:41
Ho qualche dubbio
Iscritto: 16/2/2007
Da:
Inviati: 109
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Guarda redna, quando lessi ciò che affermava la carlizzi riguardo la doppia scorta rimasi colpito in quanto faceva incastrare alla perfezione tessere altrimenti difficilmente componibili...la innegabile"curiosità" è legata oltre che alle confidenze da lei raccolte sul delitto moro anche sulla sua casuale presenza davanti al condominio di via poma 2 nei momenti in cui si consumava il delitto cesaroni ed altri aneddoti della sua vita nella migliore delle ipotesi straordinaria...e comunque stimolante contributo alla dipanazione della matassa del mistero italia

f_z
Inviato: 6/3/2012 17:47  Aggiornato: 6/3/2012 17:47
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
A chi fosse interessato a ricostruzioni alternative della vicenda Moro segnalo questo link: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/03/moro-fu-davvero-rapito-dalle-brigate.html


Confermo che quell'articolo e' molto interessante: ad esempio spiega come Moro non poteva essere stato rapito in via Fani ma doveva essere da qualche altra parte...

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
nennox
Inviato: 6/3/2012 18:09  Aggiornato: 6/3/2012 18:09
So tutto
Iscritto: 1/6/2004
Da:
Inviati: 7
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
Era tranquilla per noi, per giocare liberamente per strada insieme ai nostri amici, tra i quali c'erano figli di funzionari dello Stato e di gente meno raccomandabile. Io giocavano spesso con il figlio di Franco Giuseppucci, il 'negro', perché tra queste vie è noto che i membri della Banda della Magliaia venivano a scegliere i loro appartament


Da quello che risulta Giuseppucci aveva un figlio nato nel 1978 e il testimone non poteva ricordarsi du aver giocato con lui.
Un'altra cosa che non mi torna è il fatto che la banda della magliana era in via di formazione proprio in quei giorni (è dei primi di marzo il riscatto del rapimento Grazioli e del luglio 1978 il primo omicidio documentato) ed essere già protagonisti
del più grosso depistaggio della repubblica mi sembra strano.
Sono comunque convinto del fatto che il rapimento Moro fosse tutto tranne un'operazione brigatista.

ivan
Inviato: 6/3/2012 19:51  Aggiornato: 6/3/2012 20:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
I misteri del caso Moro ...

Ci sono diversi 3ad sull'argomento su questo sito.

Si è discusso di tanti aspetti della vicenda ma c'è ne sono due inquietanti nella loro semplicità.

Il primo è l'auto: negli anni di piombo, anni difficili, con il terrorismo diffuso che c'era Moro non aveva un'auto blindata.

Così come non l' avrebbe avuta il generale Dalla Chiesa in una città in mano alla criminalità come Palermo.

Già solo questo particolare getta un'ombra inquietante.

Poi ci sono le rivelazioni del pentito Fonti.

Questo è il video:

http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/10878441

Quel che dice è da accapponare la pelle.

Ma quel che fa accapponare la pelle è quello che dice a 11.41 minuti circa.

Questi due semplici fatti danno da soli lo scenario della vicenda.

Tutto il resto viene da sè e nato per cambiare non succede nulla:

link riassunto

Citazione:

FRANCESCO FONTI, TUTTI SAPEVANO DI VIA GRADOLI MORETTI PAGATO DAL VIMINALE PER MANTENERE IL SUO SILENZIO
..... Una testimonianza in prima persona raccolta da Riccardo Bocca che da anni segue le rivelazioni del pentito che ora getta nuova luce sui retroscena della vicenda Moro. Fonti fu inviato dalla 'ndrangheta a Roma il 20 marzo del '78 chiamato da Riccardo Misasi e Vito Napoli. Incontra il segretario della Dc Benigno Zaccagnini e si rende conto che molti personaggi della banda della Magliana sanno che Aldo Moro, e i suoi rapitori sono in via Gradoli. «Come è possibile, mi domando, che tutta la malavita di Roma sia al corrente di dove si trova il covo delle Br?». Fonti ha riscontri anche dai rappresentanti della 'ndrangheta a Roma e incontra anche la sua fonte nel Sismi, un certo «Pino» che torna poi anche nella vicenda delle «navi dei veleni». L'ultima certezza dopo molti incontri e tante certezze Fonti la ebbe il 4 aprile quando incontrò il direttore del Sismi Giuseppe Santovito. «Pino mi porta dal capo da Forte Braschi, dopo un dialogo interlocutorio, Santovito mi chiede se ho notizie precise riguardo ad un appartamento in via Gradoli 96. Gli rispondo che, in effetti, ho sentito questo indirizzo da amici, e lui commenta: 'Tutto vero, Fonti: è giunto il momento di liberare il presidente Moro'. In ogni caso, aggiunge congedandomi, 'teniamoci in contatto tramite Pino». Contento di quella notizia Fonti torna il 9 o il 10 aprile a San Luca dal suo capo, Sebastiano Romeno, che gli fa le sue congratulazioni ma lo gela con una notizia: «peccato che da Roma i politici abbiamo cambiato idea: dicono che, a questo punto, dobbiamo soltanto farci i cazzi nostri». Fonti, preso dallo sconforto, telefona alla questura di Roma, per invitarli ad andare in via Gradoli 96, «lì troverete i carcerieri di Aldo Moro». Pochi giorni dopo, il 18 di aprile, il covo di via Gradoli 96, viene scoperto, ricorda Fonti, «per una strana perdita d'acqua. Dei brigatisti come è logico, viste le premesse, non c'è traccia. E a questo punto so bene il perchè: non c'è stata la volontà di agire. E Fonti una sorta di risposta l'ebbe quando nel 1990 si trovò nel carcere di Opera insieme a Mario Moretti e si accorse che il capo delle Br riceveva ogni mese una busta con un assegno circolare. »Qualche tempo dopo - rivela Fonti - un brigadiere che credo si chiami Lombardo mi confida che, per recapitare i soldi (del ministero dell'Interno ndr) lo hanno fatto risultare come un insegnante di informatica, e in quanto tale è stato retribuito, l'ennesimo mistero - conclude la testimonianza di Fonti - tra i misteri del caso Moro dico a me stesso; l'ennesima zona grigia in questa storia tragica«.

ayarbor
Inviato: 6/3/2012 20:23  Aggiornato: 6/3/2012 20:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 28/1/2010
Da:
Inviati: 227
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro

redna
Inviato: 6/3/2012 20:50  Aggiornato: 6/3/2012 20:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
FRANCESCO FONTI, TUTTI SAPEVANO DI VIA GRADOLI MORETTI PAGATO DAL VIMINALE PER MANTENERE IL SUO SILENZIO

in via Gradoli c'erano i servizi segreti.
Non occorreva nemmeno pagare Moretti per questo silenzio perchè non si sa ancora se in via Gradoli Moro c'è stato.

Finchè non si segue la pista delle due scorte si è sempre in alto mare.


Guarda redna, quando lessi ciò che affermava la carlizzi riguardo la doppia scorta rimasi colpito in quanto faceva incastrare alla perfezione tessere altrimenti difficilmente componibili..
la doppia scorta esisteva e la doppia scorta faceva capo al Viminale leggi Cossiga e a lui rispondevano. Ora la verità non può venire a galla tanto presto altrimenti dovrebbero spiegare (e chi mai lo farebbe?) alle vedove dei cinque agenti della scorta di via Fani che queli uomini dovevano essere le vittime.
Una storia ancora tutta da riscrivere e volutamente ingarbugliata fino alla fine.

Confermo che quell'articolo e' molto interessante: ad esempio spiega come Moro non poteva essere stato rapito in via Fani ma doveva essere da qualche altra parte...
e si sapeva anche dove visto che la sua macchina l'hanno trovata vicino a forte Braschi poco dopo ma, come si sa, non poteva essere vero perchè era stato rapito in via Fani.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
ivan
Inviato: 6/3/2012 20:53  Aggiornato: 6/3/2012 21:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Si c'è anche questo, purtuttavia c'è la storia della telefonata alla questura rimasta lì senza seguito.

Cose da non credere, così come da non credere che non Moro e la scorta non avessero auto blindate.

C'è bisogno d'aggiungere altro ? Altro è si affascinante per gli amanti del mistero e per chi vuole vedere tutti i dettagli ma la chiave di lettura di queste storie (JFK, Moro, Dalla Chiesa, il capitano De Grazia etc ) è nel semplice fatto della mancanza dell'auto blindata.

Senza arzigolare troppo basta pensare al film "Il giorno dello sciacallo": la gendarmeria francese al sentore dell'atto contro De Gaulle (gli bastarono le poche parole si un carcerato) mise in moto i sui migliori uomini che non trascurano nessun particolare (uno straniero è passato alla stazione, uno zoppo ha chiesto di passare etc) ed ebbero così successo.

Qui ogni volta, tra depistaggi e indagini mal svolte, sembra di leggere sempre il medesimo romanzo alla rovescia...

redna
Inviato: 6/3/2012 21:01  Aggiornato: 6/3/2012 21:02
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Si c'è anche questo, purtuttavia c'è la storia della telefonata alla questura: in quei casi ogni piccolo indizio poteva essere prezioso.

e questo è veramente ridicolo, se permetti.
Se in via Gradoli c'erano i servizi segreti e qualcuno telefona alla questura che li c'era una perdita di acqua perchè mai non dovrebbero andare a vedere (considerato anche chi erano i proprietari dello stabile?)

Cose da non credere, così come da non credere che non Moro e la scorta non avessero auto blindate.
non avevano auto blindate, le avevano chieste a Cossiga diverse volte ma non sono mai state date dal Viminale

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
ivan
Inviato: 6/3/2012 21:07  Aggiornato: 6/3/2012 21:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Non è ridicolo, è tragico: intanto si mandava una squadra a vedere cosa c'era di vero o meno in quella telefonata, ma così non è stato.

Quanto all'auto blindato la cosa parla da sola.

E' a dir poco incredibile che Moro, negli anni di piombo, negli anni dei sequestri di persona, non avesse l'auto blindata.

Scenario ripetuto a Palermo dopo.

Che altro c' è d' aggiungere se non che in un paese serio ci sarebbero state conseguenze serie sulle carriere e sulle poltrone occupate.

La verità è semplice e la dice Fonti in un'altra intervista: "ci sono intrecci e complotti che nemmeno si osa immaginare".

redna
Inviato: 6/3/2012 21:13  Aggiornato: 6/3/2012 21:20
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Non è ridicolo, è tragico: intanto si mandava una squadra a vedere cosa c'era di vero o meno in quella telefonata, ma così non è stato.

non è tragico, stavano solo mettendo in atto quello che ora si chiama reality.... Dovevano dare una versione in pasto ai media e tenere nel contempo le fila con Moro, le Br e il vaticano.

Dove era Moro lo sapevano in molti tanto che Don Mennini andava e veniva dal 'covo' ...... quindi (d'accordo che sono passati 35 anni) ai più svegli anche allora qualcosa non quadrava.
Tutti si sono tenuti quei segreti sia Cossiga che PaoloVI, sia Moretti che tutti ali altri BR sia Craxi che Andreotti e la signora Moro.
La tragedia è stata questa omertà di stato che nessuno è ancora riuscito a scalfire.


Che altro c' è d' aggiungere se non che in un paese serio ci sarebbero state conseguenze serie sulle carriere e sulle poltrone occupate.
ma è successo il contrario in questo paese..... Cossiga è diventato presidente della repubblica e Craxi che ha 'sistemato' i comunisti è diventato presidente del consiglio. Non ci sono state conseguenze ma premi.

La verità è semplice e la dice Fonti in un'altra intervista: "ci sono intrecci e complotti che nemmeno si osa immaginare".
e ha ragione a parlare al presente perchè è così anche ora.
Anche mani pulite era una conseguenza. e anche Berlusconi e Monti sono conseguenze di 35 anni fa.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
ivan
Inviato: 6/3/2012 21:25  Aggiornato: 6/3/2012 21:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
E rieccoci con la storia di mani pulite quale complotto d'oltremanica et similia.

Mani pulite fu il tentativo della società di uscire dalle orribili gabbie della guerra fredda che avevano portato il paese sull'orlo del baratro.

Ma il marketing fu usato con dovizia e la rivolta morale fu soffocata così come fu modificata l'impalcatura costituzionale perchè era fatta per prevenire forme di potere non democratiche.

L'operazione di marketing contro mani pulite fu uno dei successi piu' clamorosi in termini di mistificazione della realtà da parte dei media.

Quanto alla telefonata continuo a non spiegarmi: cosa successe ne "il giorno dello sciacallo" quando il capo dei gendarmi chiese ad un dei suoi "notato nulla ? "No, solo uno zoppo è appena passato"; e quel dettaglio insignificante fu la chiave di svolta.

Ora, arriva una telefonata di quel tipo lì e non succede niente ?
Nè una pattuglia, nè un agente in borghese mandato a vedere ...

f_z
Inviato: 6/3/2012 22:05  Aggiornato: 6/3/2012 22:05
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/1/2012
Da: Un mondo popolato da (troppi)pezzi di merda
Inviati: 958
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:

Il primo è l'auto: negli anni di piombo, anni difficili, con il terrorismo diffuso che c'era Moro non aveva un'auto blindata.

Così come non l' avrebbe avuta il generale Dalla Chiesa in una città in mano alla criminalità come Palermo.


Certo: perche' lo stato deve buttare soldi per proteggere quelli che deve ammazzare?

La realta' e' che le BR cosi' come ce le hanno propinate non sono mai esistite, e la storia che ci hanno raccontato di Moro, come praticamente tutte le "versioni ufficiali" e' falsa ne' piu' ne meno come quella del 9/11.

Ti consiglio un altro articolo interessante su cosa e' in realta' la mafia, lo stato, i "terroristi" ecc.: sembra OT ma non lo e':
Articolo

Codardo e' il soldato che "esegue gli ordini".

Eroe e' il soldato che ha il coraggio di sparare in faccia ai suoi "superiori".

Peccato che i soldati siano tutti scelti minuziosamente tra gli appartenenti alla prima categoria.
ivan
Inviato: 6/3/2012 23:37  Aggiornato: 7/3/2012 0:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Quel libro (il quarto livello) lo conosco a memoria e l'ho citato diverse volte su questo sito.

L'autore è Carlo Palermo, una giudice che ha pagato duro per essersi troppo avvicinato ai fili .

Triste è la conclusione dei suoi due libri : " non sono piu' un giudice" e " dietro si intravede la ragione di stato; ma il punto è : quale stato?"

I due libri offrono una chiave di lettura sconfortante del nostro periodo: in pratica la fine degli stati per come li abbiamo conosciuti finora e una loro disgregazione in parti via via piu' piccole comandate in pratica dagli eredi della nobiltà medievale. Ed in pratica quel che è avvenuto e sta avvenendo.

Carlo Palermo fece pure un'articolo su Avvenimenti su l'11/9 e le sue conseguenze: a suo parere qualcuno stava materializzando il quarto libro dell'apocalisse descrivendo un mondo fatto di intrecci di fanatismi religiosi, narcotraffici e servizi segreti.

Peccato non aver conservato quel numero della rivista.
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La mancata auto blindata è la chiave di lettura degli avvenimenti, tutto da lì parte.

Non è questione di terroristi inventati o meno, è questione di riflettere da che mani era gestita la sicurezza in quell'epoca.

Rileggendo le cronache de i misteri italiani e non solo due cose emergono: la scarsa professionalità dimostrata in tante situazioni e la presenza dei depistaggi (diceva Cuore: "nuove professioni: il seminatore di indizi" ).

E in uno scenario come questo non è che ci uno mentat di Dune per ordire un intrigo.

incredulo
Inviato: 7/3/2012 6:28  Aggiornato: 7/3/2012 6:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 23/8/2006
Da: Asia
Inviati: 4061
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
La Storia italiana è sempre stata dipendente dalle decisione prese negli USA e a Londra e segue il filo rosso delle logge massoniche con le quali si sono sempre controllati gli iscritti che hanno sempre avuto i più ALTI INCARICHI istituzionali.

Il caso Moro rientra in questo scenario.

L'Italia è sempre stata questa, consiglio la lettura di TUTTO il link:

Licio Gelli, fascista e massone. Chi è questo Gelli? - si chiedono Turone e Colombo. Quasi sconosciuto, allora, dal grande pubblico, era il Maestro Venerabile della loggia massonica Propaganda 2, che riuniva la crema del potere italiano. C’era la fila, per ottenere udienza da Gelli nella sua suite all’hotel Excelsior, in via Veneto, a Roma. La loggia era segreta, per non mettere in imbarazzo i suoi potenti iscritti, dispensati anche dalle ritualità massoniche. Bastava la sostanza. Gelli era arrivato al vertice della P2 dopo una onorata carriera come fascista, simpatizzante della Repubblica di Salò, doppiogiochista con la Resistenza, collaboratore dei servizi segreti inglesi e americani, infine agente segreto della Repubblica italiana. Volonteroso funzionario del Doppio Stato: soldato, come tanti altri fascisti e nazisti, arruolato nell’esercito invisibile che gli Alleati avevano approntato, dopo la vittoria contro Hitler e Missolini, per combattere la «guerra non ortodossa» contro il comunismo. Entrato nella massoneria, aveva contribuito a selezionare, dentro l’esercito, gli ufficiali anticomunisti disposti ad avventure golpiste. Nel colpo di Stato (tentato) del 1970 aveva avuto un ruolo di tutto rispetto: suo era l’incarico di entrare al Quirinale e trarre in arresto il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, quello che mandava telegrammi a raffica che finivano sempre con un bel «viva la Resistenza, viva l’Italia». Poi il golpe non ci fu, sospeso forse dagli americani, ma la «guerra non ortodossa» continuò, con una serie di stragi che insanguinarono l’Italia. Fino al 1974, anno di svolta. Allora la strategia della guerra segreta contro il comunismo cambiò: basta con la contrapposizione diretta, con i progetti apertamente golpisti, sostituiti da una più flessibile occupazione, attraverso uomini fidati, di tutti gli ambiti della società, di tutti i centri di potere. La massoneria (o almeno una parte di essa) fornisce le strutture e le coperture necessarie a organizzare questo club del Doppio Stato, questo circolo dell’oltranzismo atlantico. Nasce la P2 di Licio Gelli. In cui poi, all’italiana, entrano anche (e per alcuni soprattutto) le protezioni, le carriere, gli affari e gli affarucci.

Moro era un grande ostacolo per compiere quel PIANO di CAMBIAMENTO della società italiana nel senso favorevole ai PADRONI del mondo.

Moro non si vendeva facilmente, era un intelletuale cattolico ai limiti dell'integralismo, un rompicoglioni visto nell'ottica dei VENDUTI che hanno preso il comando, uno da eliminare.

E, come sempre, prendere due piccioni con una fava, invertire la percezione nella gente dei fatti comporta che, nell'immaginario collettivo, Moro sia stato ucciso dai "terroristi comunisti".

Una ennesima operazione di RIBALTAMENTO della realtà, tipica del VERO POTERE.

Saluti

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
ivan
Inviato: 7/3/2012 6:35  Aggiornato: 7/3/2012 7:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
E' vero quanto detto da Incredulo.

Purtuttavia rimane il problema di fondo di una struttura statale incapace di dare il massimo della protezione ai sui uomini (Moro, Dalla Chiesa etc) in un mondo difficile e pieno d'intrighi inimmaginabili come quello di quest'epoca.

Dal sito citato una strana storia di un gendarme:



...
Nel 1978, quando le Brigate Rosse fanno il colpo grosso, cioè il sequestro del presidente della Dc Aldo Moro, la mano di Delfino si fa sentire ancor più pesante. «Un suo uomo, Antonio Nirta, della ’Ndrangheta calabrese, è presente in via Fani al momento del rapimento»: così racconta il «pentito» calabrese Saverio Morabito al magistrato milanese Alberto Nobili, che manda a Roma le carte raccolte.

Il sostituto procuratore Antonio Marini procede nelle indagini e si imbatte in un altro personaggio, Alessio Casimirri, brigatista rosso diventato confidente di Delfino: Casimirri avrebbe raccontato al generale che era in preparazione il rapimento Moro e Delfino, invece di avvertire i magistrati, avrebbe passato la notizia al Sismi, il servizio segreto militare.
...


link articolo

E osa ha fatto il servizio segreto militare avendo avuto questa soffiata ?

In " il giorno dello sciacallo" la gendarmeria francese , al minimo sospetto di un attentato a De Gaulle (lo sciacallo dice la persona sotto torchio) , si mette all'opera per sventare la cospirazione e riesce nel suo intento.

Qui invece leggiamo un romanzo giallo alla rovescia: tutti sapevano e la macchina blindata - il minimo che si potesse fare - non uscì.

redna
Inviato: 7/3/2012 10:10  Aggiornato: 7/3/2012 10:48
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
La mancata auto blindata è la chiave di lettura degli avvenimenti, tutto da lì parte.


il tutto parte dal compromesso storico che Moro voleva.

la mancata auto blindata con due scorte che aveva non è il punto fondamentale. Se consideri che l'auto blindata lo avrebbe salvato signfica che pensi che Moro sia stato preso nell'agguato di via Fani.
La versione ufficiale sappiamo perchè viene fatta. No?

Citazione:
E, come sempre, prendere due piccioni con una fava, invertire la percezione nella gente dei fatti comporta che, nell'immaginario collettivo, Moro sia stato ucciso dai "terroristi comunisti".


appunto immaginario....... quando non si sa ancora chi ha sparato a Moro tutto è ancora immaginario.Anche se ora i brigatisti stragiurano che sono stati loro chi li crede più?
Quando è stata scoperta gladio Cossiga era già presidente della repubblica.
Ma gladio esisteva molto prima di allora.
Gladio era voluta da Cossiga e da Moro.
Capire come mai Moro avesse voluto il compromesso storico e poi abbia fatto una rete di 'difesa' dai comunisti potrebbe portare ad orizzonti sconosciuti.


Citazione:
Qui invece leggiamo un romanzo giallo alla rovescia: tutti sapevano e la macchina blindata - il minimo che si potesse fare - non uscì.

nessuno legge gialli alla rovescia. Solo che qualcuno guarda alla fiction e gli altri ai fatti accaduti nella realtà.
O altri si fissano su auto blindate quando Moro è stato 'prelevato' proprio per metterlo al sicuro.
Le prove di chi c'era in via Fani quel giorno non ci sono.Sono solo nell'immaginario collettivo. E sottolineo immaginario.

***edit



Il Noto servizio (conosciuta anche con il nome di Anello) sarebbe stato, secondo alcune fonti, un'organizzazione segreta italiana parallela, composta da personale civile e militare fondata verso la fine della seconda guerra mondiale.

La struttura sarebbe stata fondata nel 1945, quando il generale Mario Roatta, dopo la sua evasione dall'ospedale militare presso il Liceo Virgilio a Roma in cui era detenuto, coinvolse alcuni suoi fidatari per formare il primo nucleo di questa organizzazione.

In un'intervista rilasciata il 15 febbraio 2011 al settimanale Oggi, Licio Gelli afferma che a capo di questa struttura ci sarebbe stato Giulio Andreotti: "io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello"[1].

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
CatOrcio
Inviato: 7/3/2012 20:57  Aggiornato: 7/3/2012 20:57
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/7/2008
Da:
Inviati: 109
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Nino Galloni al "Summit MMT" rivela inquietanti retroscena di quando era funzionario al bilancio. In qualche modo lavorava per tamponare i problemi connessi al divorzio tesoro-bankitalia, e della prevista moneta unica.
"Io volevo rallentare il processo che avrebbe portato all’Euro. Volevo un percorso diverso per entrare nell’Europa Unita.... Successe il cataclisma, la Fondazione Agnelli e Confindustria si schierarono contro."
E la conseguenza fu che "L’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl chiamò al telefono l’ex ministro del Tesoro Guido Carli. Pomicino mi fece capire che non c’era più spazio per quel mio tentativo."
E ancora "Una parte della Democrazia cristiana mi incaricò, negli anni ’80, di prendere contatti con una parte del Partito Comunista – ha detto ancora Galloni – per vedere se era possibile una linea di politica economica e monetaria differente da quella accettata dall’establishemt della stessa sinistra democristriana e capire se nel Pci se qualcuno fosse d’accordo. Feci dei seminari, venivano persone molto modeste come Mario Draghi e Giulio Tremonti, gente che poi ha fatto carriera. Cosa successe? Un certo Carlo Azeglio Ciampi chiamò Berlinguer e gli disse che se si fosse andati avanti con il discorso sulla moneta, tutti i figli della nomenklatura comunista che stavano negli uffici e negli studi delle banche sarebbero andati a casa"
Alla fine parla anche dell'omicidio Moro, che secondo lui faceva parte della strategia di rimuovere gli oppositori all'unificazione bancaria-europea.

http://www.youtube.com/watch?v=6e23Gaz-Jb4

http://www.castelvetranoselinunte.it/video-nino-galloni-summit-mmt-rimini/16559/

ivan
Inviato: 7/3/2012 22:08  Aggiornato: 8/3/2012 0:50
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:



il tutto parte dal compromesso storico che Moro voleva.




Non c'è solo il compromesso storico, cera anche la politica troppo filo-araba, ma quelli erano altri tempi.
E magari c'erano anche altre cose che magari nemmeno immaginiamo.


Citazione:



la mancata auto blindata con due scorte che aveva non è il punto fondamentale. Se consideri che l'auto blindata lo avrebbe salvato signfica che pensi che Moro sia stato preso nell'agguato di via Fani.
La versione ufficiale sappiamo perchè viene fatta. No?


No, è il punto fondamentale: negli anni di piombo si manda il presidente del consiglio in giro senza auto blindata ?

E' roba da non credere.*

Citazione:


appunto immaginario....... quando non si sa ancora chi ha sparato a Moro tutto è ancora immaginario.Anche se ora i brigatisti stragiurano che sono stati loro chi li crede più?
Quando è stata scoperta gladio Cossiga era già presidente della repubblica.
Ma gladio esisteva molto prima di allora.
Gladio era voluta da Cossiga e da Moro.
Capire come mai Moro avesse voluto il compromesso storico e poi abbia fatto una rete di 'difesa' dai comunisti potrebbe portare ad orizzonti sconosciuti.


Gladio, anello, P2 et similia ...

Tutti postumi di una brutta malattia incubata alle Canarie, stimolata alle olimpiadi e sfociata in una brutta guerra civile.

E tali postumi sembrano non voler passare.

E tutto per mantenere in piedi un passato era solo e soltanto tale.

Citazione:

nessuno legge gialli alla rovescia. Solo che qualcuno guarda alla fiction e gli altri ai fatti accaduti nella realtà.

Le prove di chi c'era in via Fani quel giorno non ci sono.Sono solo nell'immaginario collettivo. E sottolineo immaginario.


I fatti che conosco li ho appreso dai giornali, ho solo questo, il leggere i giornali, quale fonte d'informazione.

Ora quale sarebbe la fiction e quale sarebbe la realtà e su che basi ?


Citazione:

O altri si fissano su auto blindate *




Non sono fissazioni , sono i pochi dati certi che si hanno a disposizione. Nel film "JFK un caso ancora aperto " il giudice parla proprio dell'auto presidenziale: se c'era una zona politicamente ostile (a giudicare dalle informazioni fornite dai servizi di sicurezza) a JFK questo era il Texas; bè che fa la sicurezza quando il presidente arriva a Dallas ? Su che macchina lo mette ?

La mancata protezione degli uomini di stato è una questione politica molto importante ed è da queste cose che si giudica la capacità organizzativa di chi dirige uno stato.

Ma di queste cose (delle capacità organizzative di chi siede davanti alle leve del potere) ovviamente è scomodo parlarne visto che in un ultima analisi come nel film Dune è stato facile per una cospirazione sconfiggerci (perchè di questo si tratta : di una sconfitta della democrazia e quindi di tutti noi) .

Citazione:


quando Moro è stato 'prelevato' proprio per metterlo al sicuro.



Questa parte del film confesso il peccato di non conoscerla.

Un PDf che riassume la vicenda Moro: link Misteri d'Italia: Moro; la storia che ne esce è appunto un libro giallo alla rovescia: le foto di via Fani che spariscono, segnalazioni fondate di cittadini che non trovano seguito , raccolta di reperti lacunosa, "a Roma, via Gradoli non esiste", il funzionario che andava a pranzo da un collega alle 9 del mattino ... roba da non credere .


Citazione:


Le prove di chi c'era in via Fani quel giorno non ci sono.Sono solo nell'immaginario collettivo. E sottolineo immaginario.



Lo scenario di via Fani è stato ricostruito anche con le prove testimoniali, ne parla il Sole 24 ore:
link misteri irrisolti


---

* Perchè la mancanza dell'auto blindata è la base di partenza della lettura di tutta questa storia lo dice l'articolo de Il sole 24 ore:

Citazione:

L'ANNUNCIO
16 marzo 1978, ore 8,30.
Numerosi testimoni sostengono di aver ascoltato da Radio Città Futura, emittente di movimento, qualcuno adombrare la possibilità di un attentato contro un personaggio politico. Davanti agli inquirenti, Renzo Rossellini, direttore della radio, ammetterà di aver solo accennato ad un'ipotesi: "Negli ambienti dell'estrema sinistra circolava la notizia: che, in occasione della formazione de nuovo governo di unità nazionale, le Brigate Rosse stessero per tentare, molto prossimamente, forse lo stesso giorno, un'azione spettacolare, forse contro Aldo Moro."


Cioè si sapeva di un'azione clamorosa che stava per essere compiuta e non si presero le contromisure adatte, come appunto la semplice auto blindata; a questo si aggiunga il "via Gradoli non esiste" e questo completa lo scenario del libro giallo all'incontrario.

Altro che la sicurezza efficiente de "Il giorno dello sciacallo".

m4x
Inviato: 10/3/2012 18:42  Aggiornato: 10/3/2012 18:42
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
La pista da seguire è sempre quella di Jalta e della distensione tra i blocchi.
Se Berlinguer fosse morto nell'attentato organizzato dai servizi bulgari (quindi Mosca) nel '73 a Sofia, forse Moro si sarebbe salvato.
L'eurocomunismo per il Patto di Varsavia era pericoloso e potenzialmente dannoso quanto un PCI in posizioni di governo per l'Alleanza Atlantica.

Convergenze parallele.

ivan
Inviato: 10/3/2012 19:20  Aggiornato: 10/3/2012 20:06
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Questa appena descritta (Moro quale vittima di Yalta) è un'altra chiave di lettura del caso Moro.

Riassumendo:

1) C'erano diversi segnali che indicavo una cospirazione contro Moro

2) Nonostante questi segnali palpabili (vedi articolo de Il sole 24 ore) la protezione data a Moro non fu adeguata.

3) Non è noto, almeno al grande pubblico, se siano stai presi provvedimenti (inchieste, spiegazioni, dimissioni etc) sul grave fatto della debolezza della protezione di Moro.

Quindi la morale è che la cospirazione, qualunque fosse la sua vera natura, ha avuto gioco facile e la Repubblica si è dimostrata debole ed non difesa a sufficienza.

E' stato facile vincerci: un quadro sconfortante.

E rileggendo le cronache, dai fatti di Sicilia del primo dopo guerra agli anni di piombo passando per P2 et similia , nemmeno tanto inatteso.

perspicace
Inviato: 10/3/2012 21:45  Aggiornato: 10/3/2012 22:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/9/2011
Da: località sconosciuta
Inviati: 3281
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Citazione:
Autore: il_ras

Questi acronimi mi sfuggono...


"Made It Happen on Purpose"

"Let It Happen On Purpose"




Il caso Moro e la seduta spiritica

"A tutte queste domande credo si possa dare un’unica e generale risposta. E’ del tutto evidente che la versione fornita dal prof. Prodi e da altri partecipanti a quella seduta spiritica – tra i quali altrettanto autorevoli professori, tutti rintracciati e interrogati sia dalla magistratura che dalla commissione parlamentare d’inchiesta – può apparire per molti aspetti poco verosimile.

La mattina del 4 aprile ’78 Prodi si presentò a piazza del Gesù, nella sede della Dc, e comunicò di aver avuto un’indicazione su Gradoli, riguardante la prigione di Moro, condita con alcuni particolari che riferivano questo nome a una località del Lazio, nei pressi de lago di Bolsena. Disse anche che l’informazione arrivava da una seduta spiritica, versione poi ribadita negli interrogatori a partire dall’ottobre 1978.

E’ difficile immaginare che quella versione possa cambiare a trent’anni di distanza, mentre è plausibile immaginare che la tesi della seduta spiritica fosse una “copertura” di un’altra fonte che si voleva mantenere coperta (anche se in quest’ultima ipotesi sembrerebbe poco realistico coinvolgere più persone, e anche di un certo rango, in una falsa verità, non fosse che per il rischio di ritrovarsi improvvisamente di fronte qualche “incrinatura” di quella verità ufficiale).

Fatto sta che l’informazione riguardante “Gradoli” (subito girata ad un collaboratore del ministro dell’Interno Cossiga, che la trasmise al capo della polizia) aveva un senso se 14 giorni dopo la segnalazione, e cioè il 18 aprile ’78, per cause fortuite fu scoperta una base delle Brigate rosse – non la prigione di Moro, ma l’appartamento in cui viveva, a Roma, il “regista dell’operazione Moro, Mario Moretti, e barbara Balzerai, partecipante all’agguato di via Fani e membro della direzione della colonna romana delle Br – proprio in via Gradoli, a Roma. E siccome l’indicazione fornita da Prodi riguardava non solo il nome ma anche l’aggiunta “sulla strada per Viterbo” (come ricorda Giuseppe Pisanu, allora capo della segreteria politica di Benigno zaccagnini, segretario della Dc) non è privo di suggestione ilfatto che via Gradoli sia una traversa della via Cassia, cioè la strada che da Roma porta a Viterbo.

In ogni caso, resta la realtà che all’indomani della segnalazione di Prodi a nessuno venne in mente o comunque nessuno se ne fece carico) di controllare in via Gradoli a Roma, anziché nel paese di Gradoli, in provincia di Viterbo dove il 6 aprile ci fu una grande quanto infruttuosa battuta delle forze di polizia.

La signora Moro ha testimoniato che quando seppe della vicenda provò a suggerire di controllare in via Gradoli a Roma, anziché nel paese di Gradoli, ma gli fu risposto che sulla stradario della capitale non compariva una strada con quel nome. Invece compariva. Va aggiunto, per completezza, che la signora Moro non ha indicato a chi, precisamente, fece quella domanda ottenendo quella falsa risposta, né che cosa fece (se, e a chi si rivolse) quando scoprì che invece esisteva una via Gradoli a Roma.

Infine, la scoperta del covo di via Gradoli avvenne in circostanze quanto meno curiose (una improvvisa quanto copiosa perdita d’acqua, verificatasi per un rubinetto della doccia lasciato aperto, nell’appartamento al piano inferiore, dubito dopo che i brigatisti che vivevano lì erano usciti di casa: per entrare nella casa chiusa e fermare l’allagamento dell’appartamento inferiore furono chiamati i pompieri, che una volta penetrati nell’appartamento dei brigatisti si resero conto della situazione e chiamarono la polizia, che arrivò con grande dispiegamento di mezzi e di pubblicità: all’ora di pranzo la notizia era di pubblico dominio, e fu trasmessa dai telegiornali.

Se non si vuole credere alla casualità, bisogna a rigor di logica ritenere che quelle modalità di scoperta furono un modo per avvisare i brigatisti che la loro base si stava bruciando, facendola venire pubblicamente alla luce mentre loro non c’erano, in maniera tale che la notizia si divulgasse il più presto possibile e si evitasse che loro tornassero lì e venissero intercettati e arrestati. Se c’era stata un’informazione che poteva portare a quel covo insomma (attraverso la soffiata giunta al professor prodi) qualcuno fece in modo da vanificarne la portata: prima concentrando l’attenzione sul paese di Gradoli anziché su via Gradoli, e poi svelando al mondo intero (e in primo luogo ai brigatisti mentre erano fuori dall’appartamento) che quella base non era più sicura.

Se c’è un mistero è proprio questo, e sinceramente mi pare molto più rilevante della credibilità o meno della seduta spiritica raccontata da Prodi e i suoi amici per giustificare l’informazione inutilmente riferita ai vertici democristiani."



caso moro. prodi gradoli e la seduta spiritica


Aldo Moro, il complotto? (Patto di Yalta)

Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
m4x
Inviato: 10/3/2012 23:23  Aggiornato: 10/3/2012 23:23
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Personalmente (nonostante abbia iniziato ad interessarmi del caso Moro con Piazza delle Cinque Lune e la "Tela del Ragno" di Flamigni) mi sono convinto che dal punto di vista militare dietro le BR durante il sequestro ci fosse la manona di Mosca tramite l'asse: RAF (quasi sicuramente presente in Via Fani) - Stasi - KGB.
I "nostri" (Americani - DC/P2) si sono "limitati" a fare tutto il possibile per far si che Moro ci lasciasse le penne. Molti dubbi sul coinvolgimento del Mossad (unico servizio segreto che sappaimo essersi messo a disposizione dell'organizzazione molteplici volte - vedi testimonianza di Franceschini) e della speso taciuta Francia di Mitterand (vedi caso Baudet - Hyperion).
Altra considerazione da fare: come dicono giustamente Priore e Fasanella nel libro "Intrigo Internazionale", Yalta non è l'unica chiave di lettura dei "fattacci" della guerra fredda.

mingopeace
Inviato: 12/3/2012 1:15  Aggiornato: 12/3/2012 1:15
So tutto
Iscritto: 12/7/2011
Da:
Inviati: 18
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Chiaro tutto...abbiamo capito che la tragedia Moro è caratterizzata da una serie di fatti nascosti (almeno al più...) che non verranno mai svelati.

Finalmente però la discussione si sta orientando su qualcosa di molto più importante (non che l'attentato non lo sia) e cioè:

chi o quali organizzazioni avevano interesse ad eliminarlo?

quali erano le idee di Moro tanto pericolose da stroncarle?

se lui faceva parte del partito piu "potente" di allora perchè è stato lasciato solo?

se lui oggi fosse in vita la realtà attuale sarebbe stata diversa?

scusate forse possono sembrare domande sciocche ma per me sono essenziali per capire meglio il presente di m...a. Dobbiamo cercare di inserire in fatto in un contesto reale e veritiero.

grazie

ivan
Inviato: 12/3/2012 8:10  Aggiornato: 12/3/2012 8:22
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Provo a rispondere anche se in maniera parziale perchè le mie uniche fonti di informazioni sono le notizie date dai media.

Lo scenario è questo: quello di un secolo violento, forse uno dei piu' violenti e criminali della storia

In questo scenario si intrecciano varie cospirazioni e si sviluppano varie movimenti caratterizzati dalla violenza.

Ma si sviluppano anche movimenti che danno forma a stati democratici che sono in definitiva una rottura con un passato buio e violento.

In sintesi nascono e si sviluppano le repubbliche in cui non ci sono piu' le arcaiche forme di potere medievali, ma ci sono forme di governo consone ad un mondo che sta cambiando e che non ha piu' sic et simplicter il campesino alla base della sua piramide.

E' un mondo fatto di industri, commerci, consumo, di nuovi stili di vita.

Il passaggio a questo nuovo mondo trova resistenze nel vecchio mondo e queste resistenze prendono forma di cospirazioni tese a conservare o restaurare il vecchio sistema di potere o ad adattarlo alle mutate situazioni.

Ed ecco che allora partono tutta una serie di cospirazioni tese a distruggere le fondamenta delle nuove repubbliche, delle nuove forme di stato.

E queste cospirazioni a volte vengono stroncate, altre volte hanno gioco facile e riescono nei loro intenti.

Quale era il grosso problema della prima repubblica ? Era che non era una repubblica autoritaria come la consociamo oggi.

Mi spiego meglio: con la prima repubblica l'inevitabile lotta politica che nasce dal dover difendere i propri interessi era mediata dai partiti; all'interno dei partiti potenzialmente qualunque cittadino poteva arrivare alle leve di comando e dire la sua: si iniziava con il frequentare una sezione di partito, sezioni che c'erano in ogni paese e in ogni quartiere, si partecipava ai congressi di sezione, comunali, provinciali, regionali e nazionali, e chi era bravo aveva buone chances di successo.

In sintesi "l'operaio poteva avere il figlio dottore" e il poter non era piu' riservato ad una casta ma era un qualcosa che apparteneva concretamente al popolo perchè li popolo poteva dire la sua concretamente .

Nel corso dei decenni si è assistito ad una lotta continua ed implacabile contro la repubblica nata dalla resistenza e le sue forme di governo e di gestione.

La cosa terribile è che figure come Moro, Dalla Chiesa e tanti altri sono stati lasciati non dico soli ma non difesi con sufficiente professionalità e pertanto le varie cospirazioni hanno avuto gioco facile.

socratiko
Inviato: 12/3/2012 11:40  Aggiornato: 12/3/2012 11:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/4/2010
Da:
Inviati: 105
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Tutto giusto ma, per riprendere un po' il senso delle proporzioni dopo gli altarini repubblicani che portano a Santi gente come De Gasperi e Moro, potremmo anche ricordare Giorgio Gaber che nel tremendo "Io, se fossi Dio" scrisse:

"(..) solo perchè uno gli ha sparato un brigatista/diventa l'unico statista/(...)

voglio dire che Aldo Moro e tutta la Democrazia Cristiana/ sono i responsabili maggiori/ di trent'anni di cancrena italiana..."

Io, se fossi Dio - G. Gaber

E non è vero che erano tutti massoni, erano uomini di potere.
E come tali si ritenevano giustificati e autorizzati a decidere della vita e della morte della gente...una maniacalità comune a tutte le società ed a tutte le epoche.

Studiare la storia e non solo la "contro-storia" della "contro-informazione" aiuta a mantenere il senso delle cose.
La mistica della massoneria è una roba recente. Lo stesso Gelli ha aderito alla massoneria come a uno strumento di potere, non certo come ad una mistica. I suoi obiettivi erano eminentemente politici e personali, non certo esoterici.

A meno di voler interpretare e interpretare e interpretare....
Ma quando si è già convinti di qualcosa, è facile dimostrarlo.

socratiko
Inviato: 12/3/2012 12:05  Aggiornato: 12/3/2012 12:07
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/4/2010
Da:
Inviati: 105
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
@mingopeace

Moro non aveva grandi idee pericolose, se non quelle di restare al potere.
Il problema è che, per farlo, in un'italia che andava votando sempre più a sinistra accettava l'idea di andare al governo con il centro-sinistra (che all'epoca voleva dire i socialisti).

Ci aveva già provato Fanfani nel 60 e Moro stesso nel 64...qualcuno sa come andò a finire. Altrimenti cercate i nomi di De Lorenzo e del golpe chiamato
Piano Solo.

All'epoca i nostri servizi segreti erano burocraticamente dipendenti dalla Cia (erano stati creati proprio su impulso dell OSS, poi CIA, alla fine della guerra per evitare che l'Italia, assegnata dal trattato di Yalta al blocco occidentale, andasse per via democratica verso l'Urss.

(proprio i dossier con cui il SIFAR aveva schedato 150.000 presunti simpatizzanti di sinistra, sindacalisti, politici, andranno poi per vie traverse a costituire il nucleo del potere di ricatto di Gelli e, plausibilmente, di Andreotti. Alcuni infatti tra i più importanti sono stati ritrovati a Castiglion Fibocchi e a Montevideo nelle abitazioni di Gelli con l'Inchiesta sulla P2 negli anni 80.)

Ricordate che in italia avevamo il più forte partito comunista d'occidente.
Quindi gli Stati Uniti non potevano PERMETTERE una deriva di sinistra, neppure moderata.
Soprattutto in Italia, piattaforma militare di tutte le principali basi della NATO e del Comando del Mediterraneo.

In tutti i paesi europei esisteva una struttura chiamata Stay-Behind (in Italia chiamata anche Gladio) con lo scopo di creare una sollevazione pseudo-popolare in caso di vittoria della sinistra e di appellarsi agli Stati Uniti-NATO per essere "salvati".

Con gli anni 60 però e le amministrazioni democratiche di Kennedy e Johnson, questo schema di cose di era indebolito e restavano solo poche schegge parastatali a proseguire il progetto anti-comunista radicale.

Nel 1965 all'Hotel Parco dei Principi a Roma viene teorizzata la strategia della tensione in caso di peggioramento dei risultati elettorali delle forze politiche atlantiste (DC, PRI, PLI, e altri). In sostanza:
atti di terrorismo, attribuiti a sinistra se possibile, ma anche a destra, che fossero lo spunto di un compattamento autoritario e legalistico della società italiana con la criminalizzazione delle componenti sindacali, studentesce e extraparlamentari del dibattito pubblico.

Nel '78, nonostante tutta la "buona" riuscita della strategia della tensione, Moro sta riuscendo a tessere le fila di un Governo di Centro-Sinistra affidato, ironicamente, ad Andreotti suo malgrado.

Il rapimento Moro sventò l'evento (era il giorno stesso della costituzione del Governo!) e tolse un sacco di rogne ad un sacco di gente.

Ultimo dato, le Brigate Rosse erano un movimento operaista alla fine anni 60-inizio 70. Nonostante teorizzassero la lotta armata, fu solo dopo l'arresto sospetto (su soffiata) dei suoi leader più "intellettuali" e pacifici come Curcio che con Mario Moretti passarono alla pratica più intensa di attacco alle istituzioni.
Bene, il signor MOretti era un ex studente di destra addestrato in Israele sembra, infiltrato fin da subito nell'organizzazione con lo scopo di farla giungere proprio al livello di scontro violento, funzionale alla strategia della tensione.

Le coperture delle BR e le anomalie del caso Moro, infatti, sono un grosso dito puntato ai soliti servizi deviati italiani.

Sergio Flamigli ha scritto dei libri spaventosi, con documentazione convincente e ufficiale, su questi fatti. E' stato infatti parlamentare ed ha partecipato alle commissioni di inchiesta su Moro e P2, ma le sue relazioni non sono mai state accettate neppure dal suo partito.

Se studiamo la storia, tutto diventa chiaro.
Senza bisogno di alieni e di complotti esoterici...

m4x
Inviato: 12/3/2012 12:56  Aggiornato: 12/3/2012 12:56
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Tutto molto "bello" e quasi tutto vero. Peccato che sia la solita ricostruzione di convenienza fatta dalla sinistra italiana...

L'est non esiste e nel patto atlantico eravamo tutti amici.

m4x
Inviato: 12/3/2012 13:14  Aggiornato: 12/3/2012 13:19
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
"Moro non aveva grandi idee pericolose"

Per il tempo, come dici giustamente dopo, lo erano.

"Con gli anni 60 però e le amministrazioni democratiche di Kennedy e Johnson, questo schema di cose di era indebolito e restavano solo poche schegge parastatali a proseguire il progetto anti-comunista radicale."

Forse un pochino con Kennedy. Johnson era un falco della peggior specie, chiedi ai greci per conferma.

"dei suoi leader più "intellettuali" e pacifici"

hahahaha Curcio pacifico mi piace !

"[Moretti] addestrato in Israele"

Forse lo confondi con la granata del Bertoli

"Le coperture delle BR e le anomalie del caso Moro, infatti, sono un grosso dito puntato ai soliti servizi deviati italiani."

In verità puntano anche ad altri paesi come la Francia e ovviamente gli Stati Uniti.

"Sergio Flamigli ha scritto dei libri spaventosi, con documentazione convincente e ufficiale, su questi fatti. E' stato infatti parlamentare ed ha partecipato alle commissioni di inchiesta su Moro e P2, ma le sue relazioni non sono mai state accettate neppure dal suo partito."

Non me ne voglia il buon Sergio ma le ricostruzioni che fa sono sempre al limite dell'omertoso per quanto riguarda quelli che stavano dall'altra parte della cortina di ferro.

socratiko
Inviato: 12/3/2012 15:23  Aggiornato: 12/3/2012 15:23
Ho qualche dubbio
Iscritto: 18/4/2010
Da:
Inviati: 105
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Johnson era un falco della peggior specie, chiedi ai greci per conferma.

certo, ma sulla questione italiana stava seguendo la linea di Kennedy di ammorbidimento dello scontro. Non foss'altro perchè dopo la baia dei porci, l'interventismo USA aveva avuto un rallentamento e i finanziamenti alla CIA erano stati drenati (al punto che in alcuni casi la CIA si è auto-finanziata alcune spericolate avventure con mezzi...ehm...discutibili...come poi anche Gladio in italia)


hahahaha Curcio pacifico mi piace !

Curcio aveva teorizzato la lotta armata, non era certo una colombella, ma non arrivava a sostenere l'attacco allo stato come Moretti. Se rileggi quello che ho detto, stavo parlando di un mutamento qualitativo della strategia. Le BR avevano parecchie anime e quella di Moretti era la più violenta.
Se ci fosse stato Curcio, stai sicuro che Moro non l'avrebbero rapito.

In verità puntano anche ad altri paesi come la Francia e ovviamente gli Stati Uniti.

Certo, ma l'ho detto a chiare lettere sopra che i servizi in Italia sono stati collegati agli Stati Uniti fin dalla loro nascita. Dov'è il dubbio? La manovalanza era tutta italiana, comunque.

Non me ne voglia il buon Sergio ma le ricostruzioni che fa sono sempre al limite dell'omertoso per quanto riguarda quelli che stavano dall'altra parte della cortina di ferro.

Se citi delle fonti, è meglio. Fare i saputelli senza dare dati, è solo trollaggio.

Io mi appoggio a elementi usciti fuori da processi e da inchieste ufficiali. Discutibili senza dubbio, ma sulla base di altre risultanze. Non di gusti politici.

Comunque, se pensi che l'Urss abbia avuto più influenza nella politica e nei fatti stragisti italiani degli Stati Uniti e della Nato, forse un libro di storia o due dovresti rileggerteli.
cordialmente

TWNP
Inviato: 12/3/2012 15:41  Aggiornato: 12/3/2012 15:41
Mi sento vacillare
Iscritto: 7/11/2011
Da:
Inviati: 642
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Vabbè, Imposimato...
Quello che ancora sostiene che l'attentato al Papa lo hanno
fatto i bulgari...
Che poi, ovviamente, non c'è mai stato alcun attentato al Papa...

m4x
Inviato: 12/3/2012 17:31  Aggiornato: 12/3/2012 17:37
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
"sulla questione italiana stava seguendo la linea di Kennedy"

Guarda che è con Johnson che inizia l'escalation che porterà alla strategia della tensione.

Piano Solo - Operazione CHAOS - Istituto Pollio (Convegno Hotel Parco dei Principi).

Tutta questa roba accade quando alla Casa Bianca ci sta Johnson, e mi sembra un insulto bello e buono nei confronti di Kennedy dire che Johnson ha mandato avanti la sua politica estera. Kennedy era favorevole al disegno di Moro. Johnson, almeno dalle operazioni d'intelligence che mandava avanti, non lo era.

-

"Curcio aveva teorizzato la lotta armata, non era certo una colombella, ma non arrivava a sostenere l'attacco allo stato come Moretti"

E la lotta armata contro chi la fai ? Contro i pupazzi di neve ? I mulini a vento ? Poi oh, se la linea morettiana non li andava più bene bastava che si dissociasse.

-

"La manovalanza era tutta italiana, comunque."

E questo come fai a dirlo se non sono riusciti ad identificare tutto il commando che rapì Moro ?

Ti cito solo questo passo dal libro di Priore (il magistrato che si è occupato del caso Moro e di Ustica) e Fasanella "Intrigo Internazionale":

"Allora la domanda che vorrei porle è questa: ci fu una presenza straniera nel commando che sequestrò Moro ? [...]

[...] [C]i sono diversi elementi che rendono altamente probabile una presenza straniera, e in particolare tedesca, nel sequestro Moro.

Ecco. Vuol dire quali ?

Innanzitutto credo che debba essere ricordato un episodio sul quale, purtroppo, non siamo riusciti a fare chiarezza. Proprio alla vigilia del sequestro Moro, credo addirittura un giorno prima, il brigatista Prospero Gallinari fu visto a Roma insieme a un tedesco di cui poi s'è persa qualsiasi traccia. Inoltre si è parlato a lungo anche della presenza di qualcuno, sempre di nazionalità tedesca, esattamente nella zona del sequestro, in via Fani. Potrebbe trattarsi della stessa persona vista con Gallinari il giorno prima.

Da cosa si può dedurre che quel personaggio fosse un tedesco ?

Ce lo dicono i testimoni. [...] [L]a mattina del sequestro, in via Fani, c'era una persona che parlava in tedesco, un tedesco duro, come se desse ordini o indicazioni al commando di brigatisti proprio nel momento culminante dell'operazione.

Una sorta di capo militare ?

Un capo militare o qualcosa del genere. Comunque qualcuno che dava disposizioni in lingua tedesca. Lo dicono i testimoni, ma non siamo mai riusciti a provarlo. Come non siamo riusciti a provare la presenza sul luogo dell'attentato almeno di un altro killer, ben addestrato all'uso delle armi."

Ora, il punto è questo, visto che c'è un tedesco che da disposizioni e che le BR per sequestrare Moro scopiazzano l'operazione "a cancelletto" della RAF per sequestrare Schleyer; ti cito Flamigni così ti fidi: "Non c'è dubbio che l'agguato di via Fani richiamava il modello operativo e l'esperienza di tecnica militare impegati dalla RAF". Questo vuol dire che la RAF (da tempo legata alle BR anche sul piano logistico, da tempo guida ideologica e militare delle organizzazioni "terroristiche" occidentali e chi più ne ha più ne metta) era in via Fani.

Ora, se la RAF era in via Fani, vuol dire che Mosca era in via Fani, perché una delle poche organizzazioni terroristiche del mondo che potevano vantarsi di essere organiche ad apparati statali era proprio quella dei tedeschi della RAF.

E te dirai, "questo chi lo dice" ? Markus Wolf (http://it.wikipedia.org/wiki/Markus_Wolf) e i documenti della stessa STASI

-

"Se citi delle fonti"

Nel capitolo sui legami RAF - BR Flamigni non dice una parola sulla STASI e dice (senza citare niente e nessuno) che la RAF era pesantemente infiltrata dal Mossad.

-

"Io mi appoggio a elementi usciti fuori da processi e da inchieste ufficiali."

Io invece a chi li ha vissuti in prima persona: Priore e Imposimato.

-

"Comunque, se pensi che l'Urss abbia avuto più influenza nella politica e nei fatti stragisti italiani degli Stati Uniti e della Nato"

E questo dove l'avrei scritto ?


ivan
Inviato: 12/3/2012 23:58  Aggiornato: 12/3/2012 23:58
Sono certo di non sapere
Iscritto: 22/7/2004
Da: Bronx
Inviati: 11520
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Sul corriere le ombre sul caso Feltrinelli,altro mistero degli anni di piombo:

"Feltrinelli, le ombre 40 anni dopo; Per i giudici l'editore morì dilaniato a Segrate dalla bomba che stava preparando. Ma una ferita ignorata e una perizia mai pubblicata sollevano alcuni inquietanti dubbi" => link

Le cose oggi dette dal corriere erano già note all'epoca e ed erano presenti nelle commedie che Dario Fo scriveva e recitava in quel periodo.

m4x
Inviato: 13/3/2012 1:02  Aggiornato: 13/3/2012 1:02
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/6/2007
Da:
Inviati: 746
 Re: Cossiga e l'eccidio di Moro
Grazie MILLE per il link Ivan

Se non ricordo male nel libro intervista a Giovanni Pellegrino (ex presidente della Commissione Stragi) "Segreto di Stato", c'è scritto che Feltrinelli saltò per aria difronte ad un covo del MAR di Fumagalli.


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