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Medicina : Domande a Tullio Simoncini |
Inviato da Redazione il 5/9/2008 8:10:00 (36960 letture) |
I commenti a questo articolo saranno riservati agli utenti che vorranno porre direttamente delle domande a Tullio Simoncini, il quale risponderà non appena rientrato dal suo viaggio negli Stati Uniti. Dopo la bollente discussione di questi giorni, è giusto che sia lui a rispondere ai quesiti che riguardano direttamente la sua terapia. Nel frattempo ne approfitto per sottolineare un concetto che voglio che rimanga ben chiaro per tutti, qui in homepage.
Fra i detrattori di Simoncini, c’è stato chi ha scelto di usare la carta del ricatto morale, dicendo che un sito come Luogocomune – e quindi il sottoscritto – deve sapersi assumere le responsabilità nel propagandare “terapie incerte” o non scientificamente validate come quella di Simoncini. Il rischio, secondo costoro, è che un eventuale malato di cancro “si lasci illudere” da queste presunte “baggianate”, finendo per perdere la vita per averci creduto.
In proposito, chiarisco quanto segue:
Luogocomune è un sito di libera informazione e libera discussione: questo significa che esiste sia la libertà di proporre qualunque argomento si ritenga oppurtuno, sia la libertà di contestarlo e di sostenere tesi completamente opposte ad esso, purchè validamente argomentate.
Lo scopo è quello di offrire al lettore la più ampia gamma possibile di punti di vista, con la quale farsi poi una propria opinione personale.
Esattamente come per l’undici settembre, qui le voci avverse hanno sempre trovato spazio, ed è quindi scorretto cercare di far passare luogocomune come un sito di propaganda a senso unico, di qualunque tipo. Luogocomune si rivolge ad un lettore adulto, che intenda usare il proprio cervello nelle proprie decisioni, e non quello altrui.
In secondo luogo, se è vero che ci può essere una certa responsabilità nel diffondere notizie “di speranza” come questa, ne esiste almeno altrettanta nel combatterle ciecamente e senza validi argomenti. In altre parole, se un giorno Simoncini risultasse avere ragione, ...
... tutti coloro che hanno ostacolato la conoscenza del suo metodo potrebbero essere accusati di aver contribuito al decesso di tutti quei malati che nel frattempo non hanno potuto accedere alle cure di Simoncini a causa del loro oscurantismo.
C’è una responsabilità nel far conoscere, quindi, ma ce n’è almeno altrettanta nel negare, nel nascondere, nel distorcere eventuali nuove conoscenze, specialmente quando lo si faccia per partito preso, e non con argomentazioni effettive: bene o male io ho portato testimonianze reali, di pazienti guariti da tumori definiti “incurabili” dall’oncologia ufficiale. Chi mi ha contestato invece si è ritrovato a dover mettere in dubbio l’autenticità delle testimonianze stesse, poichè non aveva altre argomentazioni valide da contrapporre alla loro palese univocità.
Mi sta quindi bene di assumermi tutte le reponsabilità del caso – responsabilità che ho peraltro valutato a fondo, prima di prendere posizione in merito – purchè sul fronte opposto ci si assuma tutte le responsabilità per la morte di tutte quelle persone che vengono illuse dal sistema vigente, ma finiscono regolarmente per morire lo stesso, a causa della chemioterapia e della assoluta inanità della medicina moderna di fronte al cancro.
E finora, se proprio vogliamo guardare, i 9 milioni di morti all’anno per cancro pesano sulla coscienza della medicina ufficiale, e non certo su quella di Simoncini.
Massimo Mazzucco |
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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore |
Albero |
Pausania |
Inviato: 7/9/2008 20:41 Aggiornato: 7/9/2008 20:41 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 6/4/2006 Da: Inviati: 3872 |
Re: Domande a Tullio Simoncini Tenuto conto del fatto che ormai la discussione si è modificata, lasciando perdere il tema originale, cioè il metodo Simoncini e migrando verso la critica alla "medicina ufficiale", credo di aver capito dove stiano le incomprensioni.
E la cosa non c'entra con la medicina.
Da quello che vedo io (magari mi sbaglio) il problema sta nell'interpretazione delle statistiche. Secondo me un sacco di persone cominciano ad informarsi sulle terapie contro il cancro e si imbattono in articoli come quello postato da Florizel.
In pratica cosa succede: ci sono degli articoli che spiegano come funzionano le statistiche e le percentuali, che spiegano il loro meccanismo e come vanno interpretate ma, anziché dire questo, affermano che la medicina ufficiale imbroglia perché le statistiche non dicono quello che la medicina direbbe.
Insomma, qualcuno non sapeva come funziona una statistica e quando lo scopre si incazza perchè secondo lui la statistica mente, mentre era lui che non sapeva interpretarla.
Il problema della statistica è che adotta un linguaggio diverso da quello di uso comune, ma che però è facilmente confondibile.
Facciamo l'esempio. Lasciamo perdere il cancro.
La malattia X presenta un tasso di guarigione del 2%. Vuol dire che ogni 100 malati ne guariscono due.
Si trova un nuovo farmaco e vengono pubblicati i dati sulla sperimentazione.
A questo punto, il normale cittadino scopre la notizia attraverso i media. Al telegiornale dicono che con il nuovo farmaco il tasso di guarigione è aumentato del 100%.
Scommetto che l'ascoltatore medio capirebbe che, con il nuovo farmaco, si guarisce sempre. Poi il servizio va avanti e dice che i casi di guarigione sono raddoppiati. Allora qui l'ascoltatore, che è scafato, mangia la foglia e pensa "vedi che mi hanno raccontato una balla! Solo il 50% dei malati guarisce con questa nuova cura."
Poi però, l'ascoltatore scafato, che a questo punto è scafatissimo, fa una ricerchina in internet e scopre che, con la nuova cura, solo il 4% dei malati guarisce, cioè 4 su 100. E allora si incazza perché dice che la medicina ufficiale lo ha imbrogliato, che gli aveva detto che si guariva praticamente tutti eccetera.
In realtà non è così e nessuno gli ha raccontato una balla. Passare dal 2 al 4 percento di guarigioni vuol dire aumentarle del 100%, cioè del doppio. Però l'ascoltatore, poco avvezzo a questo linguaggio, ha fatto confusione (non solo per colpa sua) e ha creduto una cosa sbagliata. La ricerca in internet gli ha offerto la possibilità di capire come interpretare criticamente i dati che gli arrivano dai media, ma lui l'ha sprecata incazzandosi con i medici.
Questa ambiguità del linguaggio delle percentuali è molto diffusa ed è ampiamente sfruttata nel mondo del marketing. E non dubito che sia sfruttata anche da chi vende farmaci, così come da chiunque venda qualcosa. Il fatto è che, usando questo linguaggio con chi non lo capisce, si può far credere una cosa non vera mentre si dice il vero.
Ma purtroppo non è colpa della "medicina ufficiale", ma è una questione di educazione generale della popolazione.
Il che si è reso qui evidente quando i sostenitori di Simoncini continuano a sostenere che i 18 casi di guarigione (sui quali nessuno ha nutrito alcun dubbio) sono una prova, mentre non sono nemmeno in grado di dire su quanti casi si siano verificati.
Perché se Simoncini avesse curato 18 pazienti su 50 avrebbe trovato una cura con un POTENZIALE tasso di guarigione intorno al 20 percento, ma se avesse curato 18 pazienti su 12000, avrebbe un tasso di guarigione dello 0,0000....
Spero di essere stato chiaro e soprattutto di non aver fatto errori con la matematica (che non mai stata esattamente il mio forte).
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