Ragazzi buondì…
… vedo con soddisfazione che la nostra ‘indagine’ , grazie anche all’ingresso del ‘nuovo arrivato’ Kala, si è di molto ‘ravvivata’…
oh yes!… Quello che sarebbe opportuno fare, secondo me, sarebbe raccogliere quanti più ‘tasselli’ possibili e procedere nello stesso tempo con i cosiddetti ‘piedi di piombo’. Un ‘tassello’ che magari non significherà granchè è quello che esaminerò oggi, appena accennato da Rita di Giovacchino nel suo
Il libro nero della prima Repubblica nelle righe seguenti [pag. 226]…
… il secondo magistrato [che indagò sul Ghetto ebraico…] fu il Pm Luigi De Ficchy. Questi era rimasto colpito dal passaggio di una lettera di Moro al nipotino: ‘… ricordi quando ti ho regalato i pompieri spagnoli?…’. Ai famigliari non risultava avesse mai fatto un simile dono al bambino e la frase fu quindi interpretata come un messaggio. De Ficchy individuò uno stabile in via dei Pompieri, proprio alle spalle di via Caetani, che era stata la vecchia sede dell’ambasciata di Spagna. Alla fine le indagini si interruppero senza arrivare a nulla di concreto… Il passaggio in questione è contenuto nella lettera a Luca Bonini, il nipotino di Aldo Moro, una lettera non recapitata che sarà rintracciata alcuni mesi dopo nel covo di via Motenevoso a Milano…
Mio carissimo Luca,
non so chi e quando ti leggerà, spiegando qualche cosa, la lettera che ti manda quello che tu chiamavi il tuo nonnetto. L’ immagine sarà certo impallidita, allora. Il nonno del casco, il nonno degli scacchi, il nonno dei pompieri della Spagna, del vestito di torero, dei tamburelli…La lettera risulta scritta quasi certamente
nella prima metà del mese di aprile, allorchè erano passate circa tre-quattro settimane da via Fani e mancava altrettanto all’epilogo di via Caetani. Secondo il mio modesto parere questo ‘tassello’ potrebbe rivelarsi
decisivo. Se l’intento del Pm De Ficchy era quello di scoprire la ‘prigione del popolo’ è evidente che la sede della vecchia ambasciata di Spagna non ha corrisposto alle sue aspettative. Se però l’ipotesi che Aldo Moro intendesse inviare un ‘messaggio’ dovesse corrispondere a verità, via dei Pompieri potrebbe essere stata sul percorso che ha portato Aldo Moro nella vera ‘prigione del popolo’, quella situata all’interno della cosiddetta ‘Isola Mattei’. Se si osserva la mappa della città di Roma, si scopre che via dei Pompieri non è precisamente ‘alle spalle di via Caetani’ ma è situata circa duecento metri sulla sinistra per chi guarda verso nord. Ora rileviamo sulla stessa cartina via Fani e poi via della Balduina, non lontano dalla quale è stata ritrovata la 132 utilizzata in via Fani e dove esiste un ‘accesso segreto’ all’autorimessa di proprietà dello IOR che più d’uno sospetta sia stata la ‘prima tappa’ del tragitto verso la ‘prigione del popolo’. Se ora osserviamo la cartina noteremo subito che il percorso che chiunque sceglierebbe per portare un ‘personaggio scomodo’ da via Balduina a via dè Funari passa
in primo luogo per la Città del Vaticano [e i motivi sono del tutto ovvi…] e poi
anche da via dei Pompieri. Se la ‘illazione’ secodo la quale la lettera scritta da Aldo Moro al nipotino Luca conteneva un 'messaggio nascosto' dovesse essere vera, se ne deduce che con ogni probabilità in pratica, a parte il tempo strettamente indispensabile a rendere ‘sicuro’ il trasferimento da via Balduina a via Dè Funari,
per tutta la durata del sequestro Aldo Moro è stato tenuto nel Ghetto ebraico… e non mi pare una conclusione da poco
…
saluti!…
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... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78