MORO/30: INFILTRATI SI', INFILTRATI NO /ANSA
(di Stefano Fratini)
(ANSA) - ROMA, 14 MAR - Si e' parlato spesso di infiltrati
delle forze dell'ordine tra i terroristi, all'epoca del caso
Moro, ma non si e' riusciti a chiarire i dubbi. E' certo che, se
c'erano, non hanno avuto successo. A meno di riprendere una tesi
dell'ex presidente della commissione Stragi Pellegrino, quella
del 'doppio ostaggio' (Moro e le carte) e di ammettere che il
problema più urgente non fosse quello di salvare Moro, ma di
recuperare carte pericolose.
Agli atti delle commissioni Moro e P2 c'e' un appunto di
Marcello Coppetti, ex giornalista dell' Ansa morto pochi anni
fa. Coppetti, esperto di servizi segreti, aveva scritto che,
durante un incontro a villa Wanda, Licio Gelli disse a lui e a
Umberto Nobili, ufficiale del Sios aeronautica, che ''il caso
Moro non e' finito: Dalla Chiesa aveva un infiltrato, un
carabiniere giovanissimo, nelle Brigate rosse. Cosi' sapeva che
le Br che avevano sequestrato Moro avevano anche materiale
compromettente di Moro... Dalla Chiesa ando' da Andreotti e gli
disse che il materiale poteva essere recuperato se gli dava
carta bianca. Siccome Andreotti temeva le carte di Moro (le
valige scomparse ?) nomino' Dalla Chiesa. Costui recupero' cio'
che doveva. Cosi' il memoriale Moro e' incompleto. Anche quello
in mano alla magistratura perche' e' segreto di Stato''.
Di Patrizio Peci, il primo importante terrorista pentito, si
e' spesso avanzato il sospetto che fosse un infiltrato fin dall'
inizio della sua militanza, facendo leva sul fatto che Peci era
stato in passato un sottufficiale dell' Arma dei carabinieri.
L' ex questore Arrigo Molinari (ucciso nel 2005 e che era
nelle liste P2) ha detto in commissione stragi che a settembre
1978 la questura di Genova aveva inviato al ministro dell'
Interno Rognoni un rapporto per segnalare elementi e riscontri
che facevano ritenere Giovanni Senzani un infiltrato all'
interno delle Br.
Anche di uno degli uomini del commando di via Fani, Alessio
Casimirri, l' unico mai catturato che ora gestisce un ristorante
in Nicaragua, si e' parlato come di un infiltrato. Nell' aprile
1998 un quotidiano riporto' una dichiarazione attribuita al pm
Antonio Marini, secondo cui, dopo un fermo casuale di Casimirri,
il gen. Delfino si sarebbe reso conto che si trattava di un
brigatista e ''riusci' a sapere che stava organizzando non un
comune sequestro ma il rapimento del presidente della Dc e
allora lo passo' al Sismi. Il Sismi gli avrebbe fatto fare
l'operazione, lo avrebbe avuto come infiltrato, avrebbe saputo
tutto quel che voleva sapere su via Fani e sulla prigione di
Moro e poi lo avrebbe fatto fuggire all'estero''.
Nel 1979 Paolo Santini, informatore del colonnello dei
carabinieri Cornacchia (anche Cornacchia era nelle liste di
Gelli), infiltrato in uno dei gruppi minori con diretti contatti
con le Br, operativo al tempo del sequestro Moro, sarebbe stato
arrestato perche' denunciato a sua volta da un altro infiltrato
che lavorava per la Digos. Ma sospetti ci sono stati addirittura
sul capo supremo delle Br del dopo-Curcio, Mario Moretti, che
gli altri membri del Comitato esecutivo sottoposero, a sua
insaputa, ad un' inchiesta interna. E lo stesso Moretti fu
arrestato, anni dopo, grazie all' infiltrato Renato Longo.
Ernesto Viglione, giornalista che abita in via Fani e che per
questa vicenda sara' condannato a 3 anni e 6 mesi in primo grado
e poi assolto in appello, dira' di essere entrato in contatto
con il terrorista dissidente 'Francesco', che gli aveva proposto
addirittura un'intervista con Moro nel 'carcere del popolo'. Era
maggio e Moro fu ucciso prima che Viglione potesse verificare le
proposte di 'Francesco', un uomo dal forte accento lucano o
calabrese. Il contatto prosegui'. 'Francesco' sosteneva che il
rapimento Moro era stato organizzato da un gruppo guidato da
alti prelati ed esponenti politici e in via Fani, mascherati da
brigatisti, c'erano due sottufficiali e un ufficiale dei
carabinieri. Nel vertice delle Br ci sarebbe stato anche un
importante magistrato. La strage della scorta era avvenuta
perche' i ''carabinieri'' temevano che Leonardi li riconoscesse.
Sempre secondo lui, i brigatisti non avevano intenzione di
uccidere Moro, e il presidente della DC era stato vittima di una
congiura che si sarebbe servita delle Br come copertura.
Viglione informo' Cervone, Piccoli e Scalfaro e ne parlo anche
con i generali Ferrara e Dalla Chiesa. 'Francesco' promise anche
di far catturare il vertice delle Br in una riunione a Salice
Terme, ma anche di cio' non si fece nulla. Risulto' poi che la
fonte era Pasquale Frezza, uno strano personaggio con precedenti
penali che riusci' ad ottenere anche una somma di denaro dall'
on. Egidio Carenini (Dc) il cui nome era nelle liste P2. Sembra
pero' che per un certo tempo Viglione abbia pensato che la sua
fonte fosse Giustino De Vuono e che Frezza abbia sostenuto poi
di aver accettato la parte per coprire l' identita' del vero
brigatista. Anche Pecorelli, su OP, scrisse di 'carabinieri' tra
virgolette:''Moro, secondo le trattative, doveva uscire vivo dal
covo al centro di Roma? Presso un comitato? Presso un santuario?
I 'carabinieri' (?) avrebbero dovuto riscontrare che Moro era
vivo e lasciarlo andare via con la macchina rossa. Poi qualcuno
avrebbe giocato al rialzo, perche' si voleva comunque l'
anticomunista Moro morto e le Br avrebbero ucciso il presidente
della Dc in macchina, al centro di Roma, con tutti i rischi che
un'operazione del genere comporta''. Pecorelli scrisse anche che
''I rapitori di Aldo Moro non hanno nulla a che spartire con le
Brigate rosse comunemente note. Curcio e compagni non hanno
nulla a che fare con il grande fatto politico-tecnicistico del
sequestro Moro.....Curcio e Franceschini in questa fase debbono
fornire a quelli che ritengono occasionali alleati una credibile
copertura agli occhi delle masse italiane. In cambio otterranno
trattamenti di favore. Quando la pacificazione nazionale sara'
un fatto compiuto e una grande amnistia verra' a tutto lavare e
tutto obliare''. (ANSA).
FF
14-MAR-08 16:25 NNNN
tratto da:almanaccodeimisteriditalia
da notare:
Francesco' sosteneva che il
rapimento Moro era stato organizzato da un gruppo guidato da
alti prelati ed esponenti politici e in via Fani, mascherati da
brigatisti, c'erano due sottufficiali e un ufficiale dei
carabinieri. Nel vertice delle Br ci sarebbe stato anche un
importante magistrato. La strage della scorta era avvenuta
perche' i ''carabinieri'' temevano che Leonardi li riconoscesse.
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qui ritengo sia la prima volta in cui si parla esplicitamente del 'motivo principale' per cui è stata uccisa la scorta.
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per quanto riguarda il black-out del 16 marzo:
15 marzo 1978
A Roma, muore l’ingegner Di Giorgio, presidente del Comitato di sicurezza della Sip, al quale subentra un ufficiale dei carabinieri. Alle ore 15,45 è posta in ‘stato di allarme’ la struttura occulta della Sip collegata al Sismi, denominata ‘Po-Srcs’ (personale organizzazione – segreteria riservata collegamenti speciali). Affare Moro. Strutture clandestine e semiclandestine
tratto da:fondazionecipriani.it
qui si vede che: il giorno prima dell'agguato c'è un cambia di guarda alla SIP, la struttuara occulta della SIP (quindi ne esiste una...) alle 15,45 è messa in stato di allarme (perchè?)
Come mai poi la SIP ha sempre smentito che ci sia stato un black-out dcendo invece che c'è stato
un sovraccarico di linee?
La struttura denominatoa Po-Srcs (personale organizzazione-segreteria riervata collegammenti speciali)con chi doveva fare collegamenti speciali?
---edit---
http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2316628043"Per quanto riguarda i siti più moderni - conclude Placidi - il sottosuolo dell'Eur è disseminato di bunker costruiti in epoca fascista, e attualmente in attesa di essere riqualificati. Poi ci sono tutti i rifugi antiaerei della guerra, come quelli situati sotto il Colle Oppio e Palazzo Valentini, l'odierna sede della Provincia. Il problema è che ci sono centinaia di strutture, ma finora non sono mai state ufficialmente censite in modo integrale, nonostante siano in corso scavi volti alla mappatura completa dei sotterranei dell'Urbe".
sotto roma esiste un'altra città .....Nelle lettere moro scriveva di essere....sotto un dominio pieno e incontrollato.