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storia & cultura : Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Inviato da Redazione il 7/1/2008 8:20:00 (12162 letture)

Il successo elettorale di Ron Paul ha un significato che va ben oltre la sua opposizione all’invasione militare dell’Iraq, da lui apertamente dichiarata nel primo dibattito elettorale, poche settimane fa. Alla domanda del conduttore, che gli chiedeva se per caso non si sentisse “fuori posto”, essendo l’unico fra i repubblicani a volere il ritiro immediato delle truppe, Paul rispose candidamente che “fuori posto era il resto del suo partito, in quanto per tradizione i leader repubblicani del passato erano sempre stati contrari ad un coinvolgimento americano a livello internazionale”.

Ron Paul infatti rappresenta la quintessenza del vero repubblicano, nato insieme alla Costituzione americana, e poi lentamente inquinato, trasformato e metabolizzato da un sistema cosiddetto “democratico“, che non ha nulla a che vedere con le intenzioni originali dei Padri Fondatori.

***

Come tutti sanno, gli Stati Uniti sono nati da una guerra di secessione contro la madre-patria Inghilterra, con la rivoluzione del 1776.

Le famose 13 colonie che si ribellarono alla corona inglese avevano subìto a lungo vessazioni di ogni tipo, dall’imposizione di tasse sempre più pesanti a una progressiva limitazione della loro libertà nel gestire gli affari di casa propria. Di fronte alla tensione crescente gli inglesi – che avevano l’esercito più forte del mondo, ma si trovavano in netta minoranza sul suolo americano - tentarono di confiscare le armi dei coloni, per evitare che queste venissero usate contro di loro. In questo modo finirono invece per ottenere l’effetto contrario, dando inizio all’insurrezione che portò i ribelli a dichiarare la propria indipendenza.

A quel punto avvenne l’episodio cruciale che ha fatto da perno all’intera storia degli Stato Uniti, ...

... da allora fino ad oggi: la stesura della Costituzione americana.

Proprio per evitare future malversazioni da parte dei governi, i Padri Fondatori impostarono la Costituzione “per garantire il sacrosanto diritto della libertà individuale e preservarlo per le generazioni a venire”. Tale concetto veniva automaticamente esteso al concetto di libertà dei cittadini dalle imposizioni governative. La Costituzione americana cioè fu concepita con il dichiarato intento di “proteggere il cittadino dal governo”, enunciando una serie di principi universali intesi a permettere “la massima libertà con la minima interferenza governativa”.

Se si legge il famoso “Bill of Rights” (la “Carta dei Diritti”, che fa parte integrante della Costituzione), troviamo che “il governo non potrà nè stabilire nè proibire religioni”, “non potrà revocare il diritto di parola del cittadino”, “non potrà impedire l’assembramento pacifico delle persone”, “non potrà negare il diritto di mantenere e portare armi”, “non potrà invadere la privacy dell’individuo senza giusta causa”, “non potrà processare due volte un individuo per lo stesso reato”, “non potrà deprivare il cittadino di proprietà personale senza giusto compenso”, eccetera eccetera.

Gli Stati Uniti di fatto - ed è questo l’errore fondamentale che i repubblicani come Ron Paul vorrebbero correggere – non sono una “democrazia”, ma una repubblica.

La differenza sta nel fatto che in una repubblica - così come fu concepita quella americana - i cittadini non sono tenuti a sottostare alle decisioni della maggioranza. Non prevale quindi ad ogni costo l’esigenza collettiva, mentre si prevede uno sviluppo sociale che raggiunga da solo un naturale equilibrio fra i diritti individuali e il dovere di ciascuno di non infrangere quelli altrui. Per ottenere questo, si incoraggia una rigorosa forma di auto-regolazione - non lontana dai principi dell’anarchismo - che prevede un intervento delle autorità ridotto al minimo indispensabile.

Questo concetto venne a sua volta esteso al rapporto fra i singoli stati e la nascente federazione, i cui poteri venivano espressamente limitati dalla Costituzione, proprio per impedire la nascita di un futuro mostro - quello che Hobbes aveva definito il “Leviathan” - caratterizzato da una burocrazia pachidermica e da una pesante intrusione federale nella faccende interne dei singoli stati.

Con l’intenzione di proteggere sia il cittadino dalle “esigenze della collettività“, a livello statale, che gli stati dalle “esigenze della collettività”, a livello federale, la Costituzione americana prevedeva una progressiva “diradazione” del potere verso l’alto, con le massime concentrazioni a livello locale, e con un potere federale che tendesse idealmente ad un puro valore simbolico.

C’era anche un terzo volto del futuro Leviathan che i Padri Fondatori avevano saputo prevedere con grande lungimiranza: l’inevitabile diffondersi della corruzione, all’interno della classe politica, alimentata dal forte afflusso di denaro proveniente dalle tasse. Il cosiddetto “denaro pubblico”.

Nel gestire una montagna di soldi che “appartengono a tutti” – e che quindi non sono di nessuno – è ben difficile che degli esseri umani prima o poi non cedano alla tentazione di “deviarne” una parte verso luoghi non previsti, destinandone magari altrettanti per tacitare quei giudici che dovrebbero garantirne la giusta allocazione.

A questo proposito, anche se pochi lo sanno, la Costituzione americana proibisce espressamente la tassazione diretta del reddito individuale da parte del governo federale. (Il povero Aaron Russo ha provato a ricordarlo ai suoi connazionali, con il film “America: Freedom to Fascism” [“America, dalla libertà al fascismo”], ma ha sollevato più che altro incredulità).

Come sappiamo infatti, “la storia la scrivono i vincitori”, e le tasse ormai da troppo tempo sono percepite dal pubblico come una gogna inevitabile, contro la quale sembra addirittura assurdo ribellarsi. Eppure la Costituzione non potebbe essere più chiara in proposito, al punto che i vari tentativi di correggere questo piccolo “difetto” sono stati dichiarati anticostituzionali dalla Corte Suprema.

In ogni caso, fu con la Guerra Civile che si concretizzò, forse in maniera irreversibile, questa violenta inversione di marcia rispetto al progetto originale dei Padri Fondatori: subito dopo la secessione dagli inglesi, le cose sembravano funzionare al meglio, ma con il passare degli anni si venne accentuando la differenza fra gli stati del sud, legati all’agricoltura, e quelli del nord, che avevano imboccato con grande entusiasmo la strada dell’industrializzazione. Questa aveva a sua volta rinforzato il partito dei nazionalisti, che da Washington premevano per un forte governo centralizzato, che fosse in grado di guidare la federazione nelle sue mire espansionistiche, rese necessarie dall’industrializzazione stessa.

La tensione fra nord e sud cresceva con l’aumento delle tasse da parte di Washington, che cercava in ogni modo di imporre agli stati “contadini” delle briglie economiche per tenerli sotto controllo, e il punto di rottura fu raggiunto quando Lincoln minacciò l’uso della forza contro gli stati secessionisti che si rifiutavano di obbedire alle sue direttive.

Il presidente americano percorreva così, curiosamente, la stessa strada che solo cento anni prima aveva portato gli inglesi allo scontro con i coloni americani.

Ma questi ultimi nel frattempo avevano imparato la lezione, e uno dei primi emendamenti introdotti dalla nuova Costituzione era stato proprio il famoso “diritto a mantenere e portare armi”, che era stato previsto per evitare soprusi dal parte del governo (l’abitudine di risolvere queste faccende in tribunale era ancora lontana dal prendere piede, in una terra dove la pistola rappresentava l’unica garanzia di sussistenza dell’individuo).

La lotta fratricida fu infatti cruenta, prolungata e lacerante, con strascichi e dissapori che perdurano a tutt’oggi. Sul municipio di certe città del sud campeggia ancora con orgoglio la bandiera sudista, nonostante questo sia proibito dalle leggi vigenti. Quelle federali, ovviamente.

(Nei film americani c’è una classica scena che si ripete molto spesso, e che sintetizza al meglio questo conflitto irrisolto: dopo il solito omicidio vediamo lo sceriffo locale che apre le indagini, solo per vedersi messo da parte – sempre in maniera brusca ed arrogante – dai “federali”, che prendono il controllo della situazione nonostante le sue legittime proteste).

La guerra civile quindi non fu combattuta, come ci raccontano i libri di storia, “per i liberare i negri dalla schiavitù dei bianchi”, o meglio, quella fu solo la motivazione esteriore, sbandierata ai quattro venti dai futuri vincitori. (Lo stesso Lincon aveva schiavi neri al suo servizio, e non era mai parso troppo preoccupato per la loro “emancipazione”). In realtà l’aspetto “umanitario” della liberazione dei neri copriva l’intento, molto più cinico, di togliere di colpo al sud tutta la sua forza lavoro, obbligandolo in quel modo a piegarsi definitivamente ai voleri di Washington. A dare il colpo di grazia furono poi le “leggi a protezione dei neri fuggitivi”, che fecero confluire verso il nord una gran quantità degli schiavi appena liberati, con grande vantaggio del nascente sistema industriale. I neri passavano così, senza nemmeno accorgersene, dalle catene della schiavitù alle future catene di montaggio dell’industria automobilistica di Chicago.

Come abbiamo visto anche di recente, dal Kosowo alle Filippine al Darfur allo stesso Iraq, la difesa dei diritti umani diventa importante solo se accompagnata da un vantaggio economico, politico o strategico di una certa rilevanza.

E il fatto stesso che in America il razzismo, il segregazionismo, e l’ingiustizia sociale contro i neri perdurino a tutt’oggi – anche se in forme molto più sottili e mascherate - conferma che il movente della Guerra Civile fu di ordine tutt’altro che morale.

***

Una volta sconfitti i sudisti, i giorni della repubblica divennero contati.

Nonostante la Costituzione stabilisca chiaramente che “i poteri non espressamente delegati al governo centrale, e non proibiti da quelli statali, sono riservati agli stati o agli stessi cittadini”, ebbe inizio da quel giorno una progressiva trasformazione dei rapporti di potere, sempre a favore di Washington e a discapito dei singoli stati, che avrebbe portato alla nascita del mostro costituito oggi dal governo federale.

Questo ha potuto avvenire grazie ad una continua erosione dei valori e del significato delle parole, sapientemente canalizzata nei decenni dai media e dalla cultura tradizionali, che hanno finito per assimilare la valenza di “libertà” a quella di “democrazia”, e la valenza di “repubblica” a quella di “sistema democratico”.

Oggi siamo arrivati al punto in cui Washington non solo detta legge per tutti i 50 stati, ma presenta addirittura le esigenze energetiche collettive (sete di petrolio) in termini di “national security”. Questo a sua volta permette che la guerra in Iraq possa essere giustificata dalla necessità di “proteggere gli interessi americani”, a difesa e salvaguardia di quella “libertà” che ormai viene sfacciatamente contrabbandata per democrazia da esportazione.

E’ in questo contesto che va letta l’opposizione di Ron Paul all’invasione militare dell’Iraq, che egli non basa quindi su principi umanitari (anche se per questo non li esclude), ma lo fa in nome e nel rispetto dei principi storici su cui fu fondata la nazione a cui appartiene.

Massimo Mazzucco



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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Gandhi
Inviato: 7/1/2008 8:59  Aggiornato: 7/1/2008 8:59
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2007
Da:
Inviati: 108
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Beh! questo è un bell'articolo!

Niente di nuovissimo, ma un buon sunto.

Burocracy = Leviathan!? What about Italy!?

cocis
Inviato: 7/1/2008 9:01  Aggiornato: 7/1/2008 9:01
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana

Dusty
Inviato: 7/1/2008 11:05  Aggiornato: 7/1/2008 11:05
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 3/10/2005
Da: Mondo
Inviati: 2248
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Per fortuna non tutte le emittenti sono come Fox che hanno escluso Paul dal dibattito, anche se è comprensibile visto che farebbe fare una figuraccia agli altri pupazzi invitati.

In questi video Paul risponde alla domande del pubblico.
Nella prima parte parla di cose "normali" per chi segue Paul, mentre nella seconda parte parla della scuola, della sanità, dei media e anche della scuola austriaca dell'economia.

Ron Paul Town Hall Meeting - Manchester, New Hampshire






(Si ringrazia Andrea Luchi per la segnalazione)

"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Pyter
Inviato: 7/1/2008 11:47  Aggiornato: 7/1/2008 11:47
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
...fuori posto era il resto del suo partito, in quanto per tradizione
i leader repubblicani del passato erano sempre stati contrari ad un
coinvolgimento americano a livello internazionale”.

Evidentemente quando parla di passato Ron Paul intende il periodo della
sua giovinezza, cioè i primi dell'ottocento.
E' bene dire che le prerogative dei Padri Fondatori non sono mai state tenute in considerazione se si pensa che le mire espansionistiche delle tredici colonie non si sia arrestata, subito dopo aver ottenuto l'indipendenza.
Anche lasciando perdere la storia dei Pellerossa e l'espansione a est
non bisogna dimenticare le guerre con la Spagna e con il Messico,
l'annessione del Texas e le varie compravendite di terreni messicani.
Sostenere che gli americani in questi duecento anni si siano fatti gli
affari loro in casa propria e tutto quello che hanno combinato lo
hanno fatto in contrasto con la filosofia republicana mi sembra una forzatura.
Ron Paul dovrebbe dire che le cose scritte sulla costituzione sono delle cose belle e affascinanti e che nessuno si è mai sognato di metterle in pratica,
per il semplice motivo che qualsiasi costituzione non descrive e ordina la realtà ma la descrive come dovrebbe essere.
Appena hanno maturato la capacità economica e militare per rompere le balle anche all'estero, gli Stati Uniti non se ne sono lasciate passate davanti
neanche una senza dire ma.

-------------------------------------------
Come tutti sanno, gli Stati Uniti sono nati da una guerra di secessione contro la madre-patria Inghilterra, con la rivoluzione del 1776.

A giudicare dal livello delle persone fresche di maturità con le quali mi capita di parlare iniziare un articolo con "come tutti sanno", mi sembra leggermente ottimistico e pretenzioso.
-------------------------------------------
Gli Stati Uniti di fatto - ed è questo l’errore fondamentale che i repubblicani
come Ron Paul vorrebbero correggere – non sono una “democrazia”, ma una repubblica.

E infatti Ron Paul per trasformare il suo paese in democrazia riporta a casa
i soldati dall' Iraq. E li riporterà tutti con vagoni di prima classe, per
non creare malumori ulteriori nell'esercito.
E il biglietto lo pagano i soldati perchè non possiamo farlo pagare alla
collettività.Tutte le cose reali che invece hanno a che fare con la democrazia,cioè il rapporto tra il denaro e la giustizia, tra il denaro e la sanità,
tra i soldi e il potere, tra il denaro e l'istruzione, tra il denaro e i conflitti
di intertessi...beh, si può soprassedere, visto che si tratta di quattro anni di transizione.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Redazione
Inviato: 7/1/2008 12:54  Aggiornato: 7/1/2008 12:55
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
"PYTER: "A giudicare dal livello delle persone fresche di maturità con le quali mi capita di parlare iniziare un articolo con "come tutti sanno", mi sembra leggermente ottimistico e pretenzioso."

A me sembrava che non metterlo sarebbe stato offensivo, per cui ho preferito rischiare di sopravvalutare i lettori...

Per il resto, è vero che le costituzioni danno direttive ideali, ma è anche vero che non si può farne uno zerbino per i propri porci comodi. E questo è stato il caso dei neocons ultimamente, oppure quello dello stesso Berlusconi, che ci ha coinvolto in una guerra anticostituzionale (non che la sinistra non l'avrebbe fatto, sia chiaro, però in questo caso il peccato mortale va assegnato a lui).

Redazione
Inviato: 7/1/2008 13:09  Aggiornato: 7/1/2008 13:10
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Segnalo che nel dibattito CNN dal New Hampshire Ron Paul e Giuliani si suono nuovamente beccati sulle origini del 9/11.

non solo Ron Paul c'era (con Giuliani, Huckabee,Thompson, Romney e Mccain), ma il sorteggio ha messo lui al centro e Giuliani all'estremità!!! (Esattamente il contrario del primo scontro)

Comunque se Ron Paul dicesse TUTTA la verità sul 9/11 sarebbe molto meglio, non credete? Fare tutto sto casino per validare comunque la teoria dell'Islam cattivo non è proprio un gran servizio per l'umanità....

kirillov81
Inviato: 7/1/2008 13:23  Aggiornato: 7/1/2008 13:23
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Complimenti Massimo, un articolo interessante ed equilibrato, che riassume bene certe questionni di fondo. Equilibrato come non sono certi tuoi articoli contro la Chiesa Cattolica .
A proposito, spero di non adare troppo colpevolmento OT, ma non sono riuscito a trovare informazioni sul sito riguardo a come fare per inviare alla redazione eventuali articoli per la pubblicazione. Basta inviarti una mail con l'articolo? A quale mail?
Grazie
Ale

Ut Veritas Patefiat
DrHouse
Inviato: 7/1/2008 13:35  Aggiornato: 7/1/2008 13:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/11/2007
Da:
Inviati: 2394
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:

Per fortuna non tutte le emittenti sono come Fox che hanno escluso Paul dal dibattito.

Infatti le altre sono uguali o anche peggio. La ABC ha fatto la stessa cosa sabato scorso con Kucinich. Dal dibattito dei candidati democratici ha escluso tutti i contendenti che non avessero ottenuto almeno un quarto posto in Iowa o il 5% delle preferenze nei sondaggi. Quindi, sono rimasti fuori Dennis Kucinich e Mike Grave per i democratici e Duncan Hunter per i repubblicani. Per pura coincidenza, la Walt Disney Co., proprietaria della rete ABC, ha anche contribuito alla campagna di tutti e quattro i candidati democratici invitati al dibattito. Ossia: prima si finanziano i candidati prescelti per farli crescere ad arte nei sondaggi, poi si inventano regole ad hoc per escludere dai dibattiti i candidati scomodi residui. E alla fine qualcuno si stupisce anche che venga sempre eletto presidente il candidato più caro alle lobby.

La Fox non è l'unico network che applica regole arbitrarie per la scelta dei candidati e Ron Paul non è né l'unico, né il primo candidato perseguitato nella storia delle presidenziali americane. Se poi vogliamo dirla tutta, Kucinich ha lo stesso programma di Paul in politica estera e un programma sociale molto più avanzato (per inciso i due si strizzano l'occhio da tempo e c'è anche chi su Internet ha ipotizzato un'improbabile candidatura dei due come coppia di indipendenti). A differenza di Paul, però, Kucinich non ha avuto un Alex Jones e altre centinaia di siti Internet che gli hanno fatto pubblicità gratuitamente presentandolo come l'uomo della Provvidenza. I siti di Alex Jones, ormai, si sono trasformati in veri e propri uffici elettorali di Ron Paul. Quasi non si parla più nemmeno di 11 settembre, visto che oltretutto il candidato non ama esporsi su questo argomento e continua a ripetere che è stato un atto dei terroristi musulmani. Lasciamo perdere, dai. Il sistema americano è marcio e non da oggi. Peccato che molti, in America e anche da noi, se ne accorgano solo quando non parla Ron Paul.

E dopo 10 anni, siamo a discutere se il Volo 77 è arrivato proprio lungo questa linea, o piuttosto è arrivato due metri più a sinistra, o due metri più a destra? (Perle complottiste)
shm
Inviato: 7/1/2008 13:55  Aggiornato: 7/1/2008 13:55
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
...nella costituzione si legge anche che i soldi, la loro emissione, la loro gestione anche in funzione di eventuale entrata in guerra è appannaggio del Governo... e non di privati!

Oggi la presenza della Federal Reserve è di fatto anticostituzionale.

Ma non voglio entrare in OT col signoraggio!

Sta di fatto che dopo l'11 settembre oltre 20 miliardi di dollari di liberty bonds sono stati messi a servizio di privati, per la ricostruzione del WTC e il nuovo assetto urbanistico di New York...

Anche robert De Niro ha avuto accesso a questi fondi quasi completamente liberi di interessi!

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
cocis
Inviato: 7/1/2008 14:14  Aggiornato: 7/1/2008 14:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
sentite qua i commenti alla attivissimo sul nuovo secolo americano...

siamo i soliti complottisti

http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1644155


http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=20421122&postcount=7

Citazione:
cmq se l'autore è Massimo Mazzucco mi risparmio di vederlo....

é un ottimo regista infatti sn convinto che tra un pò spunterà gente che ci crederà senza leggere uno straccio di controanalisi.... peccato che sfrutti le sue capacità per queste cose.....




wagner
Inviato: 7/1/2008 14:29  Aggiornato: 7/1/2008 14:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/11/2005
Da: New Orleans
Inviati: 67
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Io vorrei invece soffermarmi sperando di non andare OT sulla supposta pietas dei padri pellegrini legata alla scritta in god we trust sul dollaro americano; scritta che ha ben altre origini ed è accompagnata ad una complessa simbologia esoterica direttamente mutuata dal culto gnostico e luciferino praticato dagli adepti nelle logge massoniche e la domanda sorge spontanea a quale dio rivolge il suo culto la religione civile e patriottica che è fondamento dello spirito americano?

"La musica è diventata così intellettuale.La musica deve essere divertimento,un piacere.Soprattutto la musica rock." Duane Allman
Pyter
Inviato: 7/1/2008 14:43  Aggiornato: 7/1/2008 14:43
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
wagner:
...a quale dio rivolge il suo culto la religione civile e patriottica che è fondamento dello spirito americano?

La simbologia è complessa ma la tendenza è chiara:
Dio E'... il denaro.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
BlSabbatH
Inviato: 7/1/2008 14:56  Aggiornato: 7/1/2008 15:07
Mi sento vacillare
Iscritto: 10/9/2005
Da: Bergamo
Inviati: 837
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
La differenza sta nel fatto che in una repubblica - così come fu concepita quella americana - i cittadini non sono tenuti a sottostare alle decisioni della maggioranza. Non prevale quindi ad ogni costo l’esigenza collettiva, mentre si prevede uno sviluppo sociale che raggiunga da solo un naturale equilibrio fra i diritti individuali e il dovere di ciascuno di non infrangere quelli altrui. Per ottenere questo, si incoraggia una rigorosa forma di auto-regolazione - non lontana dai principi dell’anarchismo - che prevede un intervento delle autorità ridotto al minimo indispensabile.

per la serie "la marmotta che confeziona la cioccolata 2: il ritorno"...
Citazione:
Nel gestire una montagna di soldi che “appartengono a tutti” – e che quindi non sono di nessuno – è ben difficile che degli esseri umani prima o poi non cedano alla tentazione di “deviarne” una parte verso luoghi non previsti, destinandone magari altrettanti per tacitare quei giudici che dovrebbero garantirne la giusta allocazione.

se invece il denaro è già tuo eviti tutti questi odiosi giri.. (Berlusconi.. Squillante.. chi sono costoro?)
Citazione:
ma con il passare degli anni si venne accentuando la differenza fra gli stati del sud, legati all’agricoltura, e quelli del nord, che avevano imboccato con grande entusiasmo la strada dell’industrializzazione. Questa aveva a sua volta rinforzato il partito dei nazionalisti, che da Washington premevano per un forte governo centralizzato, che fosse in grado di guidare la federazione nelle sue mire espansionistiche, rese necessarie dall’industrializzazione stessa

industrializzazione = imperialismo?

ok oggi sono cinico.. quoto tutto quel che ha detto Pyter
edit Citazione:
La simbologia è complessa ma la tendenza è chiara:
Dio E'... il denaro.

e chi glie lo spiega agli atei americani?

-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
Trimegisto
Inviato: 7/1/2008 15:46  Aggiornato: 7/1/2008 15:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/11/2004
Da: San Francisco
Inviati: 119
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Mi permetto di aggiungere il link ad una pagina dove si possono trovare diverse versioni del documentario di Russo (America - Freedom to Fascism) citato da Massimo; le trovate qui in formato Bittorrent.

Tra l'altro, Russo intervista proprio Ron Paul in merito all'Income Tax ed alla totale assenza di una legge che obblighi il lavoratore a pagarla.

Ivito chiunque sia in grado di masticare l'inglese a vederlo: e' molto illuminante.

Peace

"Everything has Beauty, but not everyone sees it."
Confucius
redna
Inviato: 7/1/2008 15:46  Aggiornato: 7/1/2008 15:46
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
nicoforca
Inviato: 7/1/2008 15:52  Aggiornato: 7/1/2008 16:07
Ho qualche dubbio
Iscritto: 3/4/2007
Da:
Inviati: 161
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Perché

Pyter
Inviato: 7/1/2008 16:28  Aggiornato: 7/1/2008 16:33
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
A proposito di atei...

...qualche giorno fa ho sentito un commento al tg1 che riportava un discorso del Pope italo-germanico Ratz XVI...ho sentito chiaramente le parole "Ordine Mondiale"...
...oppure sarà stata solo una "disgressione" o interpretazione del "giornalista"?

PS- Il post di nicoforca è sintetico, illuminante...anzi direi Illuminato.
Capacità massonica di sintesi, perfezione e mistero.
Me lo diceva sempre la mia prof...l'unica cosa sensata nella vita è chiedersi sempre il perchè di qualsiasi cosa...

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
wagner
Inviato: 7/1/2008 16:37  Aggiornato: 7/1/2008 16:37
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/11/2005
Da: New Orleans
Inviati: 67
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
www.nwo.it/dollaro.html nicoletta beccati pure questo

"La musica è diventata così intellettuale.La musica deve essere divertimento,un piacere.Soprattutto la musica rock." Duane Allman
cherubino
Inviato: 7/1/2008 16:56  Aggiornato: 7/1/2008 16:56
Mi sento vacillare
Iscritto: 1/6/2006
Da: Haute-Normandie
Inviati: 430
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
proprio per impedire la nascita di un futuro mostro - quello che Hobbes aveva definito il “Leviathan”

Che poi è il "Partito" orwelliano il cui grande fratello spia tutti dall'alto della sua piramide a 13 scalini.

SMU
Inviato: 7/1/2008 17:43  Aggiornato: 7/1/2008 17:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/1/2007
Da:
Inviati: 158
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
..

e intanto il "futuro" mostro, che poi è il mostro dei giorni nostri, proprio sabato scorso, come è nelle sue storiche tradizioni, ottimamente raccontate anche dal film di Mazzucco "il nuovo secolo americano", era quasi riuscito a procurarsi il pretesto per attaccare l'Iran...Navi Usa minacciate da imbarcazioni iraniane

...a buon intenditor, poche parole...
carloooooo
Inviato: 7/1/2008 17:53  Aggiornato: 7/1/2008 17:53
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/7/2006
Da: marca gioiosa et amorosa
Inviati: 1386
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
Gli Stati Uniti di fatto - ed è questo l’errore fondamentale che i repubblicani come Ron Paul vorrebbero correggere – non sono una “democrazia”, ma una repubblica.

La differenza sta nel fatto che in una repubblica - così come fu concepita quella americana - i cittadini non sono tenuti a sottostare alle decisioni della maggioranza. [???] Non prevale quindi ad ogni costo l’esigenza collettiva, mentre si prevede uno sviluppo sociale che raggiunga da solo un naturale equilibrio fra i diritti individuali e il dovere di ciascuno di non infrangere quelli altrui. Per ottenere questo, si incoraggia una rigorosa forma di auto-regolazione - non lontana dai principi dell’anarchismo - che prevede un intervento delle autorità ridotto al minimo indispensabile.


Appena ho il tempo per riprendere in mano l'agile manualetto di Tocqueville ti proporrò delle questioni più circostanziate, ma questa affermazione è talmente grossa che non posso non chiederti fin d'ora delle spiegazioni.

Carlo

shevek
Inviato: 7/1/2008 18:39  Aggiornato: 7/1/2008 18:39
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Salut y Libertad Max!


Avrei un punto da rimarcare rispetto alla storia politica degli Stati Uniti d'America come la esponi tu e che ha suscitato i dubbi di Carloooo. In effetti, quando i "padri fondatori" parlano di non dover sottostare alla "dittatura della maggioranza", non bisogna dimenticare che stanno parlando dei proprietari di schiavi e che, all'epoca, anche i lavoratori dipendenti "liberi" erano, da parte di altri "padri fondatori" (quelli del pensiero liberale - a proposito, Locke era un mercante di schiavi), equiparati a questi. In altri termini, quello che paventano è un rovesciamento della loro posizione gerarchica dominante e non un riconoscimento della libertà di ogni individuo da parte di ogni forma di potere.

Il che non toglie che certe riflessioni, una volta assodato ed esplicitato il principio che afferma l'universale riconoscimento della pari dignità di ogni individuo della specie umana e negato alla radice il razzismo ed il classismo, possano assumere ben altro significato. La democrazia può ben essere superata, ma in avanti...


Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
nicoforca
Inviato: 7/1/2008 19:47  Aggiornato: 7/1/2008 19:47
Ho qualche dubbio
Iscritto: 3/4/2007
Da:
Inviati: 161
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
www.nwo.it/dollaro.html nicoletta beccati pure questo

sfondi una porta aperta..

Redazione
Inviato: 7/1/2008 20:46  Aggiornato: 7/1/2008 20:46
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
.
Questo articolo non riguarda il simbolismo esoterico del dollaro.

Grazie.

Redazione
Inviato: 7/1/2008 20:53  Aggiornato: 7/1/2008 20:53
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
CARLOOO: "questa affermazione è talmente grossa che non posso non chiederti fin d'ora delle spiegazioni."

In realtà le spiegazioni andrebbero chieste ai Padri Fondatori, io ho solo citato le loro dichiarate intenzioni: “mentre si prevede uno sviluppo sociale che raggiunga da solo un naturale equilibrio fra i diritti individuali e il dovere di ciascuno di non infrangere quelli altrui.”

Se poi questo “sviluppo naturale” non c’è stato, ed è diventato necessario imporre il volere collettivo calcando l’acceleratore sull’aspetto “democratico” del sistema, forse vuole dire che l’individuo non è ancora pronto per responsabilità di questo tipo.

Questo non toglie che gli intenti dei PF fosse quelli dichiarati. (Questo vale anche per Shevek: lungi a me fare dei PF dei santi immacolati, ma come sai mi piace fare una certa differenza “fra le idee e le persone”)

nicoforca
Inviato: 7/1/2008 21:03  Aggiornato: 7/1/2008 21:03
Ho qualche dubbio
Iscritto: 3/4/2007
Da:
Inviati: 161
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
E comunque, per quanto repubblicano, questo ron paul mi piace (potrei dire che è la prima volta che mi piace un repubblicano, ma poi come lui stesso dice mi accorgo che è sfasato rispetto a tutto il suo partito), poiché sembra e presumibilmente è, onesto e si rifa alla Costituzione (sebbene sia da esaminare anch'essa con la lente: potrebbe convenire all'Italia? Ne dubito).
Una sola cosa mi lascia perplessa: con l'eliminazione della tassa sul reddito, di cui non ci sarebbe più bisogno in un sistema economico monetario alla ron paul (che non ho capito bene che cosa propone), in che modo si finanzierebbero le infrastrutture collettiva (strade, acquedotti ecc.)?

Non avevo mai pensato alla differenza tra Repubblica e Democrazia, ossia scusate l'ignoranza ma non sapevo che fossero due cose non solo diverse ma quasi contrapposte, come trapela dall'articolo (sarà perché il mo backgroun è latino e non americano?).

E comunque il fatto che mi piacciano personaggi genuinamente e onestamente liberali/di destra, è la riprova che ci troviamo continuamente in un falso dilemma destra/sinistra quando in realtà siamo in un regime di pseudo libero mercato, e dovremmo tutti insieme difendere le nostre libertà, le libertà di mercato come la libertà di disporre di beni collettivi, e la libertà sovrana di disporre del proprio sistema monetario, oltre che della libertà sovrana di firmare o di non firmare gli accordi internazionali.

Ed effettivamente non si può discutere di Stato senza essere tacciati di "comunisti" o di sinistroide, come non si può parlare di vera libertà di intraprendere (che sottoscrivo al cento per cento) senza essere tacciati di destroidi o conservatori. E la sensazione è che vi siano personaggi che sono o l'uno o l'altro, e spesso si cade nella trappola di accapigliarci.

Il fatto è che personalmente sono per la libertà personale di intraprendere (e anche per la libertà tout court) la quale non dev'essere libertà di rapinare, di frodare, di sequestrare il bene pubblico, sono per una moneta di Stato e il conseguente abbattimento delle tasse (che servono a pagare gli interessi del debito, destinato sempre a crescere con l'inflazione) ma non per la loro eliminazione visto che ci vuole un minimo di denaro pubblico "mutualistico" per pensioni, strade e sanità, acqua e altri settori, da definire.
Quel minimo di denaro pubblico dovrebbe provenire da un minimo di tasse, come la flat tax ad esempio...

E comunque per arrivarci bisogna eliminare questo tipo di economia assicurativa/bancaria che crea bolle e intermediazione di intermediazione, creste su creste dove si finisce sempre per sfruttare o derubare chi sta più in basso della "piramide". Non ho capito che cosa propone in questo senso ron paul, pur condividendo in pieno la sua critica della Fed Res e del sistema monetario.

jataka
Inviato: 7/1/2008 21:13  Aggiornato: 7/1/2008 21:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/5/2006
Da: casa mia
Inviati: 292
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Pyter: <Me lo diceva sempre la mia prof...l'unica cosa sensata nella vita è chiedersi sempre il perchè di qualsiasi cosa...>
mah, sai, io ho imparato l'opposto, ossia il non chiedersi mai il perchè di nulla
a parte questo quoto i tuoi interventi in toto, si vede che anch'io sono cinico

Ho accarezzato il cielo con la mano. Era terso, un azzurro fantastico che diceva: senti come sono morbido. Lo era davvero e ho deciso di sdraiarmici sopra. E mi sono ritrovato in volo, trasportato dal respiro del cielo stesso verso l’ultimo orizzonte, ...
neno
Inviato: 7/1/2008 21:19  Aggiornato: 7/1/2008 21:19
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/10/2005
Da:
Inviati: 80
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Prima di questo articolo Ron Paul mi stava simpatico perchè me lo aveva fatto "conoscere" mio figlio : di lui mi fido !!

Adesso ci ho capito ancora di più e mi stà ancora più simpatico !!

Ottimo articolo : chiaro , semplice , lucido ....come ai vecchi tempi !!!

Qualcuno dice che Kucinuch è meglio ! Bene !

Vuol dire che in questa campagna elettora si ricomincia a parlare di POLITICA :
proposte , strategie , valori ecc.....

Non più , ovvero non solo , le rughe di Hitlery , lo sguardo di Rommey ecc....

E' un bene per tutti .

shevek
Inviato: 7/1/2008 21:31  Aggiornato: 7/1/2008 21:31
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Salut y Libertad Max!


Dici:Citazione:
Questo non toglie che gli intenti dei PF fosse quelli dichiarati. (Questo vale anche per Shevek: lungi a me fare dei PF dei santi immacolati, ma come sai mi piace fare una certa differenza “fra le idee e le persone”)


Infatti, a me pare di aver fatto la stessa cosa, solo in maniera necessariamente più articolata: se a dire la cosa è un proprietario/mercante di schiavi, il contesto gli dava all'epoca dei significati poco carini (lo Stato si faccia i cazzi suoi, io mi tengo i miei schiavi). In merito ti consiglio la lettura di "Controstoria del Liberalismo" di Domenico Losurdo. Oggi, venuto meno il contesto, quelle stesse frasi possono avere altro significato - ed è per questo che possiamo apprezzarle.


Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
Linucs
Inviato: 7/1/2008 22:03  Aggiornato: 7/1/2008 22:03
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
"Capisco che possiate avere qualche dubbio su Ron Paul e sulla sua politica, ma è sufficiente ricordare che si tratta del candidato razzista a favore del white power e sostenuto dalle grandi multinazionali latifondiste per capirne immediatamente la storia. Oltre ad essere contro l'aborto: è chiaro che se tutti abortiscono non resta più nessuno da far lavorare nei latifondi, e gli toccherà invadere l'Europa per rubare il nostro prezioso capitale umano importato. Per ogni militare "ritirato" dalle basi in Europa si porterà via 15 muratori altamente specializzati. Astuto Ron Paul! Occhi aperti."

shm
Inviato: 7/1/2008 22:04  Aggiornato: 7/1/2008 22:04
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
...mi chiedo perchè si disquisisca in merito ai candidati della presidenza alla Casa Bianca, quando è oramai assodato che quando diventano presidenti contano meno di dieci centesimi di euro.

Qualcuno vorrebbe credere che prendono decisioni dettate dalla propria spontanea volontà?

Non è sarcasmo ma solo un'osservazione oggettiva.

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
PikeBishop
Inviato: 7/1/2008 22:08  Aggiornato: 7/1/2008 22:08
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
è la prima volta che mi piace un repubblicano, ma poi come lui stesso dice mi accorgo che è sfasato rispetto a tutto il suo partito

Magari perche' e' il primo candidato veramente repubblicano a memoria d'uomo: e' il suo partito ad essere sfasato, come ha fatto notare Massimo.
Citazione:
con l'eliminazione della tassa sul reddito....in che modo si finanzierebbero le infrastrutture collettiva

Secondo un vero repubblicano, con l'unica tassa che fosse considerata giusta dai fondatori della Repubblica, la flat tax sui consumi (che sempre un furto e', ma te ne accorgi di meno), che basterebbe abbondantemente per un governo federale "leggero", come quello che era nelle intenzioni originarie.
Citazione:
dovremmo tutti insieme difendere le nostre libertà

Armati di che?
Citazione:
le libertà di mercato come la libertà di disporre di beni collettivi

Ohibo!
Citazione:
la libertà sovrana di disporre del proprio sistema monetario

Di cartapesta? E che differenza puo' fare?
Citazione:
oltre che della libertà sovrana di firmare o di non firmare gli accordi internazionali

E la liberta' di non dare delega a dei malviventi per firmarli o no?
Citazione:
sono per una moneta di Stato e il conseguente abbattimento delle tasse (che servono a pagare gli interessi del debito, destinato sempre a crescere con l'inflazione)

Ahhh, e' quello il problema, non i parassiti di Stato!!! E l'inflazione e' una calamita' assimilabile ai terremoti, inondazioni e via dicendo, non invece il prodotto del soldo di cartapesta.
Citazione:
Il fatto è che personalmente sono per la libertà personale di intraprendere (e anche per la libertà tout court) la quale non dev'essere libertà di rapinare, di frodare, di sequestrare il bene pubblico

Cioe' liberta' dalle tasse? Sembra di no:
Citazione:
non per la loro eliminazione visto che ci vuole un minimo di denaro pubblico "mutualistico" per pensioni, strade e sanità, acqua e altri settori, da definire.

Da definire da parte di chi? Solo per sapere...

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
shm
Inviato: 7/1/2008 22:17  Aggiornato: 7/1/2008 22:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
...è gradevole poi sapere che qualsiasi candidato va in visita al B'nai B'rith, per presentarsi alla comunità ebraica...

Qualcuno ha guardato il servizio di "striscia..." sulle "vittime" del nazi-fascismo e Mastellone con sorriso a 32 denti! ...36?

Doppio assegno di benemerenza e pensione mensile!

Quelli del vajont?
Quelli dell'Irpinia?
...

real good!

(questo è sarcasmo)

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Pyter
Inviato: 7/1/2008 22:18  Aggiornato: 7/1/2008 22:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
jataka:
..mah, sai, io ho imparato l'opposto, ossia il non chiedersi mai il perchè di nulla

Non chiedersi mai il perchè di nulla...
...significa avere raggiunto il Nirvana.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
fiammifero
Inviato: 7/1/2008 22:30  Aggiornato: 7/1/2008 22:30
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
cocis
Inviato: 7/1/2008 22:37  Aggiornato: 7/1/2008 22:37
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
intanto a ney york si fanno scommesse..

PETROLIO: $200 ENTRO LA
FINE DELL'ANNO
di WSI - ANSA

E' l'ultima scommessa dei trader al Nymex. La
conferma arriva dall'incredibile crescita registrata dalle opzioni per
acquistare petrolio a 200 dollari entro la fine del 2008.
Duecento dollari
per un barile di petrolio a fine anno. Sarebbe l'ultima scommessa in voga
fra i trader del New York Mercantile Exchange.
La conferma arriva, secondo
Bloomberg, dall'incredibile crescita registrata dalle opzioni per
acquistare petrolio a 200 dlr entro fine 2008.

shm
Inviato: 7/1/2008 22:39  Aggiornato: 7/1/2008 22:39
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
...questa scommessa non avrà a che vedere con qualche guerra in medio oriente?

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
jataka
Inviato: 7/1/2008 22:40  Aggiornato: 7/1/2008 22:40
Ho qualche dubbio
Iscritto: 30/5/2006
Da: casa mia
Inviati: 292
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Pyter: <Non chiedersi mai il perchè di nulla...
...significa avere raggiunto il Nirvana.>
beh, quello è "riuscire" a non chiedersi il perchè di nulla, io ci provo solo
e non è che ci riesca spesso eh...

Ho accarezzato il cielo con la mano. Era terso, un azzurro fantastico che diceva: senti come sono morbido. Lo era davvero e ho deciso di sdraiarmici sopra. E mi sono ritrovato in volo, trasportato dal respiro del cielo stesso verso l’ultimo orizzonte, ...
shm
Inviato: 7/1/2008 22:43  Aggiornato: 7/1/2008 22:43
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Fiammifero:

"Curioso che, molti cittadini statunitensi, vorrebbero affidare questa eredità da brivido proprio ad un giovane nero, che fa di nome Barak, Hussein, Obama. Il nome dell’ultimo negoziatore israeliano, quello dell’uomo che impiccarono un anno or sono nella prigione di Baghdad e, per una sola consonante di differenza, il nome del famoso “sceicco del terrore”: che strani scherzi fa la Storia ! "

dal link che hai postato di "disinformazione"

si son dimenticati di scrivere che è nato a Honolulu...

nell'elenco sopra tocca aggiungerci Pearl Harbour!

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Teba
Inviato: 7/1/2008 23:11  Aggiornato: 7/1/2008 23:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 14/9/2007
Da:
Inviati: 1846
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
VIDEO 1 6 settembre 2007

VIDEO 2 6 Gennaio 2008

Nel video 1 a circa 3:43. Nel video 2 a circa 1:36.
La stessa persona? Pare di si.

I "Focus group" della Fox, interviste a gruppi selezionati di votanti presi "RANDOM", cioè a caso.

Che la Fox abbia qualche attore per caso?
Discussione sul forum Ron Paul.

carloooooo
Inviato: 7/1/2008 23:15  Aggiornato: 7/1/2008 23:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/7/2006
Da: marca gioiosa et amorosa
Inviati: 1386
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Massimo, gli Stati Uniti sono una democrazia E una repubblica. Non esiste contraddizione tra i due termini. Come ti avevo accennato, l'imponente lavoro di Tocqueville può essere di grande aiuto (un libro bellissimo e incredibilmente attuale, voluminoso ma agile in quanto leggibile "a salti", seguendo il dettagliato indice stilato dall'autore stesso).

Un concetto fondamentale – forse addirittura il concetto fondante – della democrazia così come viene intesa nella modernità è quello dell'uguaglianza, che deriva direttamente dall'antropologia dei fondatori del pensiero politico moderno, Hobbes e Locke, mutuata a sua volta da qulla del capostipite della modernità tout court, Cartesio.

Quando Tocqueville parla di ordinamento e spirito democratico dell'America si rifierisce innanzi tutto a questo concetto, mostrando le ragioni per cui l'uguaglianza sta alla base della dottrina e della prassi politica negli Stati Uniti e collegandole all'assenza di una classe aristocratica così come si era andata formandosi nei secoli in Europa. Queste ragioni sono di quattro ordini: in primo luogo, l'ideologia dei padri pellegrini è marcatamente egualitaria; secondariamente, gioca un ruolo di grande importanza la regolamentazione sulle successioni che – diversamente da quel che accade nella madrepatria – impedisce qualsivoglia privilegio al primogenito, frammentanto ma soprattutto svincolando la proprietà terriera dall'appartenenza alla famiglia, evitando in questo modo quell'identificazione tra le due che sta alla base dello spirito aristocratico; in terzo luogo, la colonizzazione progressiva dell'Ovest fa in modo che si formino delle comunità di persone precedentemente estranee le une alle altre, in cui dunque non esiste quella sudditanza verso personalità o famiglie di spicco che scaturisce dalla vicinanza nel corso delle generazioni: quarto, l'istruzione, quanto mai omogeneamente distribuita su tutta la popolazione, data dalle identiche condizioni iniziali di quasi tutti gli abitanti (il famoso self made man, arricchitosi con il frutto del suo lavoro, proprio per aver sgobbato tutta la vita senza avere quindi il tempo di studiare ha le stesse nozioni di chi è rimasto povero e che non ha potuto crescere culturalmente per motivi di indigenza). (Alexis de Tocqueville, La democrazia in America, 1-III)

In questi quattro fattori Tocqueville vede l'essenza profondamente egualitaria, e perciò dmocratica, della popolazione americana a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.

Riguardo poi alla “dittatura della maggioranza”, mi pare azzardato, se non proprio scorretto, affermare che i cittadini americani non sono tenuti a sottostarle. Il privilegio della maggioranza sulle minoranze e sul singolo esiste eccome, ed è nello spirito e nelle istituzioni americane da ben prima della costituzione. Secondo Tocqueville, esso deriva proprio dallo stato di uguaglianza tra cittadini che ho appena descritto: non esistono infatti classi privilegiate che oppongono i loro interessi particolari alle decisioni prese dalla maggioranza, per cui quest'ultima ha piena libertà d'azione e la sua potenza ne risulta addirittura aumentata rispetto alle varie realtà europee.

Scrive in proposito Tocqueville:

'E' nell'essenza dei governi democratici che il dominio della maggioranza sia assoluto, poiché fuori della maggioranza nelle democrazie, non vi è nulla che possa resitere. La maggior parte delle costituzioni americane tende ad aumentare, artificialmente, questa forza naturale della maggioranza.'

E poi, in nota:

'Abbiamo visto, quando abbiamo esaminato la cotituzione federale, che i legislatori dell'Unione avevano fatto degli sforzi in senso contrario, con il risultato di rendere il governo federale più libero, nella sua sfera d'azione, di quello dei singoli stati. Ma il governo federale si occupa quasi soltanto degli affari esteri, mentre i governi degli stati dirigono realmente la società americana.' (2-VII)

E qui mi ricollego con l'affermazione che hai fatto nel tuo articolo, in cui neghi l'essenza democratica dello stato americano affermando che la cosituzione non prevede alcun 'interesse collettivo'. In verità le maglie della costituzione federale sono così larghe – sempre stando a quanto dice Tocqueville – per il puro e semplice motivo che essa si sovrappone a delle costituzioni già esistenti - ossia quelle dei singoli stati federati, che regolano molto più nel dettaglio la vita del cittadino - e nel suo intento originario entra in vigore solo in situazioni straordinarie. Non è vero dunque che negli Stati Uniti la costituzione si limita a proteggere negativamente i diritti e le libertà dei cittadini. Le imposizioni attive, "affermative", esistono eccome, solo che a un livello più basso, cioè a livello statale.

D'altra parte il democratico "governo della maggioranza" è radicato nelle istituzioni americane da molto prima della stesura della costituzione federale; anzi, addirittura ne costituisca l'ossatura: Tocqueville racconta (1-V) come i piccoli comuni – vero germe dello vita politica negli USA – da sempre si organizzassero tramite delle assemblee generali in cui venivano eletti i cosiddetti select men che avevano il compito di dirigere la città e mantenere l'ordine pubblico, mostrando come quei comuni costituissero quindi delle vere e proprie democrazie assembleari.

Da questo punto di vista, sarebbe interessante studiare l'importanza che queste piccole realtà comunali hanno avuto e possono avere nel fronteggiare un potere centrale “democratico” in continua espansione.

Carlo

shm
Inviato: 7/1/2008 23:53  Aggiornato: 8/1/2008 0:23
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
RIMOSSO: Questo thread non è una scheda di programmi TV.

M.M.

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
cocis
Inviato: 8/1/2008 0:07  Aggiornato: 8/1/2008 0:23
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
RIMOSSO: Questo thread non è una scheda di programmi TV.

M.M.

Redazione
Inviato: 8/1/2008 0:25  Aggiornato: 8/1/2008 0:25
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
.
Vogliamo cercare di mantenere un pò di serietà, e restare in tema una volta per tutte, o devo chiederlo ogni 5 minuti?

Redazione
Inviato: 8/1/2008 0:26  Aggiornato: 8/1/2008 0:28
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Carlooo: a me pare che tu per primo confonda “uguaglianza” con “democrazia”. Lo hai scritto almeno 4 volte in un solo post:

Citazione:
... Un concetto fondamentale della democrazia così come viene intesa nella modernità è quello dell'uguaglianza
Citazione:
... mostrando le ragioni per cui l'uguaglianza sta alla base della dottrina e della prassi politica negli Stati Uniti
Citazione:
... in primo luogo, l'ideologia dei padri pellegrini è marcatamente egualitaria;
Citazione:
... In questi quattro fattori Tocqueville vede l'essenza profondamente egualitaria, e perciò democratica,
Ma tu stesso hai scritto “così come viene intesa nella modernità”. Perchè hai sentitio il bisogno di aggiungere quella clausola? E infatti:

Citazione:
Riguardo poi alla “dittatura della maggioranza”, mi pare azzardato, se non proprio scorretto, affermare che i cittadini americani non sono tenuti a sottostarle.
Lo ripeto per la terza volta: questo era l’intento dei PF, NON la realtà di oggi.

Secondo te sarebbe “scorretto” dire che “il cristianesimo predica la reincarnazione?” Certo che lo è. Come lo è diventato oggi, il cristianesimo NON predica la reincarnazione, eppure ci sono molti indizi che suggeriscono che Gesù la predicasse.

Quindi, è chiaro che oggi la forma democratica (imposizione della volontà della maggioranza sulla minoranza) è un dato di fatto, ma questo non esclude che i PF volessero qualcosa di diverso.

(E poi tu citi Toqueville, non Jefferson o Franklin).

carloooooo
Inviato: 8/1/2008 0:43  Aggiornato: 8/1/2008 0:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/7/2006
Da: marca gioiosa et amorosa
Inviati: 1386
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:
a me pare che tu per primo confonda “uguaglianza” con “democrazia”. Lo hai scritto almeno 4 volte in un solo post


Non li confondo. E' solo che la prima è alla base della seconda. Condizione necessaria anche se non sufficiente. "Democrazia", che il termine piaccia o no, non può e non si deve ridurre a "dittatura della maggioranza", altrimenti facciamo discussioni da bar.

Citazione:
Ma tu stesso hai scritto “così come viene intesa nella modernità”. Perchè hai sentitio il bisogno di aggiungere quella clausola?


Perché anche i greci parlavano di democrazia, ma in un senso diverso, molto più vicino al senso letterale del termine, in cui non era necessaria la condizione dell'uguaglianza.

Citazione:
Lo ripeto per la terza volta: questo era l’intento dei PF, NON la realtà di oggi.


Alexis de Tocqueville: 1805-1859.

Il mio post era finalizzato a mostrare come:

1) gli Stati Uniti siano sempre stati una democrazia (e anche una repubblica);

2) i padri fondatori non aborrissero affatto la "dittatura della maggioranza". In tal caso si sarebbero infatti scontrati apertamente con la realità di istituzioni quali comuni, contee e stati, che si fondavano proprio sulla "dittatura della maggioranza" e che - come ho mostrato portando l'esempio dei comuni (ma potrei citarti anche i passi riguardo gli ordinamenti delle contee e degli stati) - esistevano già da prima della nascita della federazione.

Carlo


EDIT: Citazione:
(E poi tu citi Toqueville, non Jefferson o Franklin).


Se i comuni eleggevano a maggioranza i delegati, che lo dica Tocqueville, Jefferson o suo nonno non cambia nulla.

E poi, scusa, ma se ti parlo della storia d'Italia tra il '22 e il '43 citandoti De Felice, tu mica mi vieni a dire "hai citato De Felice e non Mussolini".

Redazione
Inviato: 8/1/2008 4:52  Aggiornato: 8/1/2008 10:16
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
CARLOOO: Insisto nel dire che nella loro concezione i Padri Fondatori hanno fondato una repubblica, NON una democrazia. E come puoi vedere, secondo loro una differenza esisteva eccome:

"We are a Republican Government. Real liberty is never found in despotism or in the extremes of Democracy... It has been observed that a pure democracy if it were practicable would be the most perfect government. Experience has proved that no position is more false than this. The ancient democracies in which the people themselves deliberated never possessed one good feature of government. Their very character was tyranny; their figure deformity."
~ Alexander Hamilton, Secretary of the Treasury to George Washington, author of the Federalist Papers

"Democracy is two wolves and a lamb voting on what to have for lunch. Liberty is a well-armed lamb contesting the vote!"
~ Benjamin Franklin, leader of the American Revolution

"Democracy never lasts long. It soon wastes, exhausts, and murders itself. There never was a democracy yet that did not commit suicide."
~ John Adams, 2nd President of the United States

"A democracy is nothing more than mob rule, where fifty-one percent of the people may take away the rights of the other forty-nine."
~ Thomas Jefferson, 3rd President of the United States

"Democracies have ever been spectacles of turbulence and contention; have ever been found incompatible with personal security or the rights of property; and have in general been as short in their lives as they have been violent in their death.
~ James Madison, 4th President of the United States, Father of the Constitution

"The experience of all former ages had shown that of all human governments, democracy was the most unstable, fluctuating and short-lived."
~ John Quincy Adams, 6th President of the United States

Dopodichè tu puoi citarmi chi vuoi, ma la Costituzione l’hanno scritta loro, non Toqueville.

Aggiungo questo:

The United States are not governed by a democracy, as is popularly believed, and heavily parroted by politians, the media, and academia. The U.S. Constitution plainly defines a republic as both the national and each independent State’s form of government (see Article IV, Section 4). John Adams said, “Democracy will soon degenerate into...such an anarchy that every man will do what is right in his own eyes and no man’s life or property or reputation or liberty will be secure ...into a system of subordination of all...to the wanton pleasures, the capricious will, and the execrable cruelty of one or a very few.” One need only observe the direction in which America’s “democracy” advocates are marching to recognize that Mr. Adams knew what he was talking about.

http://www.democracyisnotfreedom.com/ampolprimer.asp

Trovi lo stesso concetto espresso in mille altre pagine. Questa è una delle tante: http://www.lewrockwell.com/dilorenzo/dilorenzo107.html

°°°

Il concetto (idealistico - lo ripeto) dei PF era di scegliere persone illuminate che legiferassero in base ai principi enunciati dalla Costituzione. Questa era la loro filosofia, e in questo senso intendevano la RES PUBLICA.

Ma ai tempi della Costituzione votavano soltanto i bianchi proprietari di terre, ovvero circa il 2 per cento della popolazione. Come puoi quindi parlare di democrazia, che significa "governo del popolo"?

Gandhi
Inviato: 8/1/2008 9:02  Aggiornato: 8/1/2008 9:03
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2007
Da:
Inviati: 108
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Citazione:

Il concetto (idealistico - lo ripeto) dei PF era di scegliere persone illuminate che...


Su questo punto non nutrivamo alcun dubbio

Io non capisco cosa vi faccia specie dell'astruso e odioso concetto di democrazia ... pensate che era alla base perfino dell'operare dei Mitici Monty Python, sceglievano lo sketch che faceva ridere la maggior parte di loro.

sigmatau
Inviato: 8/1/2008 10:08  Aggiornato: 8/1/2008 10:09
Mi sento vacillare
Iscritto: 18/9/2007
Da: Provincia di Piacenza
Inviati: 705
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Diciamo senz'altro che il lato positivo di Ron Paul è il fatto che sia l'unico dei candidati [democratici o repubblicani poco importa...] a volere una drastica inversione di rotta nella politica estera degli Stati Uniti, la quale a sua volta [meglio ricordarlo...] è stata messa in moto dall'11 settembre. In realtà è la natura stessa del popolo americano, e non tanto i precetti dei Padri Fondatori, che da sempre lo rende contraria al coinvolgimento del proprio paese nelle faccende del 'vecchio mondo'. Non è un caso se negli ultimi 110 anni tutte le volte che si è voluto intervenire militarmente fuori del territorio degli Stati Uniti si è dovuto creare ad arte una 'aggressione' per 'convincere' l'opinione pubblica che gli Stati Uniti 'erano in pericolo'. Andiamo con ordine...

a) nel 1898 vi è stata l'esplosione della corazzata Maine nel porto dell'Avana

b) nel 1917 vi è stato l'episodio [ancorchè poco noto...] del 'Telegramma Zimmermann', inviato dal ministro degli esteri tedesco al presidente del Messico, al quale proponeva una 'alleanza militare' contro gli Stati Uniti

c) nel 1941 vi è stato Pearl Harbour

d) nel 1964 vi è stato 'l'incidente del Tonchino'

e) nel 2001 infine l'attacco è stato portato sul territorio stesso degli Stati Uniti

Tutti questi 'episodi' , chissà perchè, presentano ancora oggi nemerosi 'aspetti misteriosi' mai del tutto chiariti. L'aspetto positivo del programma di Ron Paul è nello schierarsi contro tutto questo e non già nel richiamarsi allo 'spirito della Costituzione Americana', concetto bellissimo finchè si vuole, ma oramai vecchio di un quarto di millennio...

saluti!...

--------------

... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
shm
Inviato: 8/1/2008 10:57  Aggiornato: 8/1/2008 10:57
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Sigmatau la stessa guerra tra inglesi e americani per l'indipendenza scoppiò con il pretesto delle navi da te inglesi affondate al largo... ad opera di indiani...

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
carloooooo
Inviato: 8/1/2008 12:04  Aggiornato: 8/1/2008 13:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/7/2006
Da: marca gioiosa et amorosa
Inviati: 1386
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Ok Massimo, messaggio ricevuto. Tu facevi un discorso strettamente legato ai princìpi ispiratori della Costituzione, io guardavo anche gli altri gradi del potere a livello locale e alla concreta prassi politica di quel tempo.

Citazione:
Ma ai tempi della Costituzione votavano soltanto i bianchi proprietari di terre, ovvero circa il 2 per cento della popolazione. Come puoi quindi parlare di democrazia, che significa "governo del popolo"?


Posso parlare di democrazia in base a tutto quello che ho scritto sopra. Se per te c'è "democrazia" solo quando si va a votare, una volta ogni tanto, per i rappresentanti del governo centrale, allora questo è un altro discorso.

(Comunque il limite di censo dipende dalle legislazioni dei singoli stati, per cui non c'entra con la visione filosofica dei padri fondatori.)

Carlo

________________


EDIT: [OT di servizio] Massimo, Tommaso ha bisogno di conferma per l'intervento dopo la proiezione del 18. Potresti dargliela per favore? Basta una mail. Grazie

Pyter
Inviato: 8/1/2008 12:37  Aggiornato: 8/1/2008 12:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Diciamo che le grandi nazioni che si sono formate in Europa e nel mondo
all'inizio dell'era moderna (chi prima chi dopo) sono, parlando con un
linguaggio attuale, come degli HARDWARE formatisi ognuno per conto proprio,
di marche diverse perchè ognuna con le proprie caratteristiche culturali ,
usi e costumi, esperienze politiche.
A cominciare dalla rivoluzione inglese, culminata con la rivoluzione francese
tutte queste nazioni hanno usato lo stesso SOFTWARE, la democrazia.
E' abbastanza evidente che utilizzare SOFTWARE uguali in HARDWARE diversi porta a comportamenti e forme politiche diverse.
La Republica italiana è diversa dalla republica francese, per non parlare
dell'Inghilterra che pur essendo una "democrazia" è una monarchia.
Mi sembra quindi evidente che republica e democrazia non sono la stessa cosa.
L'Italia, che ha usato un software probabilmente di seconda mano o piratato,è ad esempio republica delle banane...l'ex unione sovietica era un unione di republiche socialiste, ma non risulta che fossero democratiche...
ci sono republiche che sono vere e proprie esplicite dittature...
...inoltre parlare di dittatura della maggioranza non è sicuramente
caratteristica di stato democratico, basti ricordare le critiche pesanti
che si è beccato Rousseau in alcune controverse parti del suo "Contratto Sociale" in cui parla di volontà generale e di come "regolare" le minoranze di opinioni diverse rispetto alla maggioranza, che è stato visto dai critici del potere come il primo esempio di Totalitarismo.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
ohmygod
Inviato: 8/1/2008 13:57  Aggiornato: 8/1/2008 13:57
Sono certo di non sapere
Iscritto: 16/10/2007
Da:
Inviati: 3652
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
The Plot to Rig the 2008 US Election

Nel lungo e caldo autunno del 2000 il mondo rimase scioccato dal disprezzo verso la democrazia mostrato dal partito repubblicano. Sapevano che il loro uomo aveva perso il voto popolare rispetto ad Al Gore per mezzo milione di voti. Sapevano che la maggioranza degli elettori nella stessa Florida aveva espresso preferenza per Gore. Ma combatterono-nel mezzo della pioggia di coriandoli provenienti dalle schede perforate-per fermare il conteggio dei voti nello stato e assicurare che la corte suprema imponesse George W Bush.

Oggi tale disprezzo per la democrazia è di nuovo visibile. Proprio ora in California vi è una aperta, dichiarata manovra per manomettere le elezioni presidenziali del 2008-e tale manovra potrebbe avere successo.

Per capire come tutto ciò funzioni dobbiamo ritornare al diciottesimo secolo e capire qualcosa di più sullo strano residuo di quel secolo che stanno cercando di usare per affossare la democrazia.

Allora i padri fondatori dell'America decisero di non introdurre un sistema in cui i presidenti Usa sarebbero stati direttamente eletti con i voti sommati a Washington, DC, essendo il vincitore l'uomo che avesse ricevuto più voti. Invece scelsero un complesso sistema chiamato collegio elettorale. Esso stabilisce che i cittadini americani non votano direttamente per un presidente. Invece, tecnicamente, votano per 539 grandi elettori statali che poi si riuniscono sei settimane dopo l'elezione per scegliere il presidente.

I fondatori disegnarono il sistema in questo modo per un certo numero di ragioni. Volevano che gli Stati più piccoli avessero voce in capitolo così diedero ad essi un numero sproporzionato di voti per il collegio elettorale. Credevano anche che, in un paese che era largamente isolato e illetterato, gli elettori non avrebbero saputo molto sui candidati che non fossero del loro stato e sarebbe stato quindi meglio scegliere degli intermediari che dessero un giudizio al loro posto.

Questa è la parte peggiore della Costituzione, che ha prodotto, più e più volte, dei risultati perversi, in quattro occasioni vi è stato un così largo divario tra il voto popolare e i voti di ogni Stato al collegio elettorale che la persona in tutta la nazione che aveva il numero minore di sostenitori è diventata presidente. Ciò è successo nel 1824, nel 1876, 1888 e -- circostanza più tragica di tutte per il mondo-- nel 2000.

Adesso i repubblicani stanno cercando di sfruttare il malcontento degli americani verso questo collegio elettorale in un modo che potrebbe manomettere il sistema in loro favore. Al momento ogni Stato tranne il Maine e il Nebraska assegna i propri voti al collegio elettorale secondo un sistema per il quale il vincitore prende tutto. Ciò vuol dire che se il 51% delle persone in California vota per i democratici, i democratici ottengono il 100% di voti elettorali della California; se il 51% delle persone in Texas vota repubblicano, i repubblicani ottengono il 100% dei voti elettorali del Texas.

I repubblicani vogliono cambiare ciò-ma solo in uno degli Stati favorevoli ai democratici. La California è andata ai democratici in ogni elezione presidenziale dal 1988, vincere lo stato del sole è essenziale per i democratici per riottenere la Casa Bianca. Perciò i repubblicani hanno ora iniziato un piano per spezzare i voti del collegio elettorale della California-e guadagnarne una buona parte per loro.

Hanno lanciato una campagna chiamata "California Counts" ["La California conta"], e stanno cercando di assicurarsi un referendum statale in giugno per compiere il loro piano. Vogliono che i voti per il collegio elettorale della California siano divisi non su base statale, ma secondo i più piccoli distretti elettorali [congressional districts]. Il risultato pratico? 20 voti del collegio elettorale andrebbero ai repubblicani anziché andare tutti e 54 al candidato democratico.

Se ciò avvenisse fatto in ogni Stato, ovunque, sarebbe un miglioramento. I dimenticati repubblicani della California sarebbero rappresentati nel collegio elettorale, così come i dimenticati democratici del Texas. Ma facendo ciò nella sola California stanno semplicemente facendo un enorme regalo elettorale ai repubblicani. Improvvisamente diventerebbe estremamente difficile per qualunque democratico conquistare la Casa Bianca; i democratici avrebbero bisogno di una vittoria schiacciante in qualunque altro posto per controbilanciare questo squilibrio strutturale creato contro di loro nella West Coast.

Potete rendervi conto di questi secondi fini guardando a chi c'è dietro la campagna. È stata messa in piedi da Charles "Chep" Hurth III - un finanziatore repubblicano di Rudy Giuliani. È stata redatta da Tom Hiltachk-un avvocato repubblicano. La raccolta di firme è stata coordinata da Kevin Eckery -un consulente repubblicano. I suoi fondi sono stati forniti da Paul Singer-un miliardario repubblicano ed uno dei maggiori finanziatori di Rudy Giuliani. Il suo maggior finanziatore è Anne Dunsmore-che è arrivata in tale posizione direttamente da quella di vice manager nazionale della campagna elettorale di Giuliani. Ancora non riuscite a vedere un disegno?

Di fatto questa faziosità è così spudorata che lo stesso partito repubblicano dello Stato ha raccolto $ 80.000 per la campagna. Naturalmente la campagna non viene propagandata come un tentativo repubblicano di manomettere le elezioni. Insistono: "questa iniziativa non serve per aiutare un partito o un candidato. Assicura semplicemente che ogni voto in questo stato conti nel collegio elettorale". Ma il meglio che riescono a fare per dimostrare questo "equilibrio" è far notare che uno degli uomini che ha dato loro $ 20.000, Edward Allred, una volta ha anche dato $ 2300 per la campagna elettorale del candidato democratico Bill Richardson. Wow.

C'è il rischio concreto che abbiano successo. Sono prossimi a raggiungere il numero di firme necessario per assicurarsi un referendum a giugno. (Il Los Angeles Downtown News afferma di avere visto raccoglitori di firme che offrivano cibo ai senza tetto in cambio di una firma). Il numero di partecipanti al referendum sarà probabilmente molto basso, perché le primarie dello Stato che vengono solitamente tenute in quella data sono state anticipate a febbraio. Così i repubblicani hanno bisogno di attivare solamente una piccola parte della loro base per farlo passare-e hanno il denaro necessario a fare ciò. California dreamin’, on such a winter’s day.

Nel rispondere a ciò i democratici non dovrebbero farsi intrappolare nella posizione conservatrice di difendere l'indifendibile collegio elettorale. C'è un modo alternativo per riformarlo-un modo che sarebbe onesto verso tutti i partiti. Si pensava che fosse impossibile seppellire questo sistema, perché avrebbe richiesto un emendamento costituzionale, per il quale serve l'approvazione dei due terzi in entrambe le camere e dei tre quarti delle assemblee degli Stati.

Ma gli studiosi della costituzione hanno scoperto che c'è un'altra via. La costituzione chiede che ogni Stato "nomini" i suoi elettori presidenziali "nel modo deciso dall'assemblea legislativa". Ciò lascia un barlume di speranza. La Campagna per un Voto Popolare Nazionale cerca sostegno affinché ogni Stato impegni i suoi delegati nel collegio elettorale a votare tutti per il candidato che vince il voto popolare. Ciò renderebbe il collegio elettorale un tecnicismo da dimenticare. È molto indicativo che quando il senato dello Stato della California votò l'anno scorso per introdurre questo sistema autenticamente democratico, il governatore repubblicano Arnold Schwarzenegger, con l'appoggio del suo partito, mise il veto.

Mostra che la retorica repubblicana sul desiderio di "correttezza" ed "equa rappresentanza" in California è una zuccherosa bugia. Loro vogliono un sistema che li faccia rimanere al potere, anche sovvertendo la volontà della gente. Rischia di diventare la Florida parte seconda: proprio quando pensavate che fosse sicuro ritornare nelle cabine elettorali... Allacciate le cinture di sicurezza-sarà un'elezione molto accidentata.

http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=7503

è possibile una cosa del genere?

shevek
Inviato: 8/1/2008 14:02  Aggiornato: 8/1/2008 14:02
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Salut y Libertad Carlooooo!


Dici:Citazione:
Perché anche i greci parlavano di democrazia, ma in un senso diverso, molto più vicino al senso letterale del termine, in cui non era necessaria la condizione dell'uguaglianza. (...) Il mio post era finalizzato a mostrare come: 1) gli Stati Uniti siano sempre stati una democrazia (e anche una repubblica); 2) i padri fondatori non aborrissero affatto la "dittatura della maggioranza". In tal caso si sarebbero infatti scontrati apertamente con la realità di istituzioni quali comuni, contee e stati, che si fondavano proprio sulla "dittatura della maggioranza" e che - come ho mostrato portando l'esempio dei comuni (ma potrei citarti anche i passi riguardo gli ordinamenti delle contee e degli stati) - esistevano già da prima della nascita della federazione.


Proprio facendo riferimento al senso "greco" - ma sarebbe meglio dire "ateniese", in altre polis la situazione era assai migliore (esistevano, p. e., polis senza schiavitù e radicalmente egualitarie) - allora gli Stati Uniti prima della Guerra Civile, se erano una "democrazia", lo erano nel senso greco, data l'esistenza della schiavitù e, dunque, la costituzionale accettazione di un radicale principio di disuguaglianza.

Detto questo, ribadisco che determinate posizioni dei PF, inserite in un contesto diverso ed egualitario, possano risultare assai interessanti.


Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
Gandhi
Inviato: 8/1/2008 17:01  Aggiornato: 8/1/2008 17:04
Ho qualche dubbio
Iscritto: 29/11/2007
Da:
Inviati: 108
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Chissà qual'è il senso Birmano o Coreano (del nord) di democrazia.

Nessuno sa cosa sia la democrazia ma per un beffardo scherzo del destino tutti sono perfettamente in grado di capire che effetti possa generare la sua assenza.

winston
Inviato: 8/1/2008 17:20  Aggiornato: 8/1/2008 17:22
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Sulle “intenzioni originali dei Padri Fondatori” qualche considerazione di Michael Parenti in “Democracy For The Few”:

"the Constitution was consciously designed as a conservative document" the way the framers wanted it to be. They achieved their aims with provisions in it, or omitted by intent, to "resist the pressure of popular tides" and protect "a rising bourgeoisie('s)" freedom to "invest, speculate, trade, and accumulate wealth" the way things work for capital interests today. It was to codify the law to let the country be run the way politician, jurist and nation's first Chief Supreme Court justice, John Jay, said it should be - for "The people who own the country....to run it (for their benefit alone).

" The origins of republican America were addressed above - to create a nominally democratic government Adam Smith said should be "instituted for the defense of the rich against the poor." The nation's founders achieved mightily, handing down their legacy to succeeding generations of leaders always mindful of who gave them power and who they had to serve.”


<<La Costituzione fu concepita come strumento atto a contenere le masse e tutelare la borghesia nella sua libertà di commercio, speculazione ed accumulo: così come serve a tutt’oggi il capitale. Nelle parole di John Jay (1° Sup-Court Justice) a sancire il diritto “di chi possiede il paese a governarlo –nel proprio esclusivo interesse-”

...un governo nominalmente democratico, secondo Adam Smith “istituito per difendere il ricco dalle pretese del povero”. I padri della nazione ottennero molto, tramandandolo alle successive generazioni di leaders, affinchè ricordino sempre chi dà loro il potere e chi debbano servire. >>

Padri fondatori.., nonchè legatari figli di buona donna.

E se Parenti vede giusto, “l’errore da correggere” non è modesto...
Sia pure corposo lo spirito di un Ron del 35 –tanto da affermarsi- , ma per la correzione abbisogna il congresso; che è cosa dura col 110° consesso. Ce ne vorrebbe un’altro, nuovo e diverso ed affrancato dalle lobby: forse possibile, certo inedito.

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
redna
Inviato: 10/1/2008 21:08  Aggiornato: 10/1/2008 21:08
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Ma forse nemmeno i padri fondatori pensavano che sarebbere arrivati a questo:

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2553¶metro=

E alla faccia della costituzione, e la repubblica e la democrazia.....

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
DrHouse
Inviato: 14/1/2008 13:41  Aggiornato: 14/1/2008 13:41
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/11/2007
Da:
Inviati: 2394
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Chiedo scusa per il ritardo con cui entro in questa discussione e per la lunghezza del post. Molti probabilmente la troveranno inaccettabile. Vorrei chiarire fin d'ora che non era certo mia intenzione scrivere un trattato. Non ho certo pretese così ambiziose. Alcune affermazioni lette nel thread meritavano però alcuni approfondimenti che, fatalmente, non si potevano sintetizzare in poche frasi.
Citazione:

Massimo, gli Stati Uniti sono una democrazia E una repubblica. Non esiste contraddizione tra i due termini.

Repubblica e democrazia sono concetti completamente distinti. Pur intersecandosi oggi fino a sembrare quasi sinonimi, in realtà non sono tra loro assimilabili né storicamente, né concettualmente.
Tanto per iniziare, la repubblica è molto più antica della democrazia. Storicamente parlando, la repubblica è il governo dei maggiorenti, degli ottimati, ossia delle famiglie patrizie, nobili o aristocratiche che governano la città-stato, il regno, il granducato ecc. attraverso un senato, un consiglio o un simile organo decisionale collettivo. Essa si contrappone sempre al potere del sovrano, sia esso il tiranno dell'antica Grecia, l'imperatore romano, il principe rinascimentale o il monarca assoluto dell'età moderna. Repubblica, dunque, è di fatto sinonimo di oligarchia. Quale che sia la forma di governo con cui essa si rappresenta, infatti, la repubblica non è mai propriamente una democrazia, almeno nell'accezione moderna di questo termine ("governo del popolo" o "dittatura della maggioranza", come qualcuno preferisce spregiativamente definirla anche in questo forum). Da essa sono infatti sempre esclusi i cittadini "di rango inferiore", considerati tali per motivi di censo, razza, stirpe, sangue, sesso, religione, cultura ecc. Non bisogna dimenticare, infatti, che la repubblica nasce durante l'Ancien régime ed è quindi strettamente legata agli stessi valori su cui si fonda l'aristocrazia. Il diritto è determinato dal sangue o dal censo, non dalla semplice esistenza come individuo. La democrazia ateniese era di fatto una repubblica, in quanto escludeva i meteci (cittadini stranieri o non completamente nativi) ed era spesso controllata dalle famiglie più potenti, benché il diritto di voto fosse formalmente esteso a tutti i cittadini ateniesi (e per questo si può comunque considerare una delle forme di repubblica più avanzate dell'antichità e più vicine al concetto moderno di democrazia, pur senza esserlo propriamente). Vale la pena ricordare che il démo indicava propriamente il distretto (oggi lo chiameremmo il collegio elettorale) e solo per estensione anche il "popolo", inteso però come totalità degli aventi di diritto, non in senso moderno come totalità degli individui che compongono una società. La democrazia vera e propria nasce infatti solo nel secolo XX. Presupposti essenziali sono l'abolizione della schiavitù, il suffragio universale, il rifiuto del concetto di superiorità di razza e la libertà religiosa. Pur ereditando dalla repubblica diversi principi ed aspetti, la democrazia se ne differenzia nettamente. Il diritto di voto, così come tutti gli altri diritti civili e giuridici, non è più dato dal censo, dal sangue o dal sesso. D'altra parte la democrazia è un concetto puramente formale. Essa si limita infatti a sancire diritti civili e giuridici dell'individuo in quanto tale, ma non intacca il diritto di proprietà e non pretende di modificare l'ordine sociale. Da qui deriva anche la sua insita contraddizione e, in ultima analisi, il motivo del suo fallimento.

La repubblica, infatti, ha funzionato bene per molti secoli, anche se ha dovuto sempre combattere contro il potere assoluto. La democrazia, tranne qualche rara eccezione, no. Questo perché quasi mai è riuscita a garantire la piena e uniforme applicazione dei diritti da essa sanciti. Il motivo è ovvio: non può esistere una vera democrazia, ossia un'eguaglianza dei cittadini non solo formale, ma anche sostanziale, laddove non esiste anche un'eguaglianza sociale, intendendo con ciò non solo una limitata disparità tra più ricchi e più poveri, ma anche una partecipazione allargata di tutti o almeno gran parte dei cittadini alla vita pubblica, un accesso generalizzato all'istruzione e all'informazione, un mercato del lavoro aperto a tutta popolazione senza discriminazioni. L'eguaglianza dei cittadini è relativamente facile da applicare e da esercitare laddove il gruppo che detiene il potere è l'oligarchia delle antiche repubbliche: pochi soggetti e tutti molto simili tra loro per censo, interessi, religione, cultura, religione, tradizioni, mentalità. Il discorso cambia completamente quando il principio viene trasferito a una società complessa, articolata e estremamente variegata come quella delle moderne democrazie: tanti soggetti di estrazione sociale, religiosa, culturale, etnica molto diversa tra loro. La controprova, ossia le democrazie scandinave, considerate universalmente come il modello di democrazia più riuscito, è in realtà l'eccezione che conferma la regola. Lì la democrazia è stata applicata con successo e funziona a meraviglia in quanto si tratta di società molto coese, prive di significative disuguaglianze sociali, culturali e religiose. Un livello medio di istruzione altissimo, un elevato tenore di vita generalizzato e l'assenza di contrasti sociali significativi permettono una partecipazione ampia, consapevole ed effettiva della maggioranza dei cittadini alla vita pubblica. Ciò si riflette anche direttamente nella qualità della politica, del sistema sociale e, non ultimo, dei media. Di fatto, la maggior parte dei paesi moderni ha invece inglobato la democrazia nelle proprie costituzioni senza preoccuparsi al tempo stesso di limitare il potere dell'oligarchia (oggi basata esclusivamente sul censo e non più, come nell'antichità, sul sangue). L'oligarchia ha continuato non solo a esistere, ma anche a esercitare il suo predominio all'interno della società democratica pur in presenza di un cambiamento formalmente epocale e rivoluzionario della costituzione. Formale, appunto, ma non sostanziale. Dal punto di vista sostanziale, infatti, l'oligarchia non ha mai cessato di governare la società. Ciò che è cambiato sono i mezzi con cui oggi esercita tale controllo rispetto al passato. Tale continuità è stata resa possibile in larghissima parte dal controllo dei mezzi di informazione. Grazie ad essi, l'oligarchia ha imparato a imporre i propri interessi (economici, politici, strategici) ottenendo dalla maggioranza il consenso formale, espresso attraverso il voto. Detto in soldoni, l'oligarchia ha imparato a farsi eleggere per legittimarsi di nuovo come classe dominante all'interno della società. Ha imparato, cioè, a sfruttare i punti deboli della democrazia per trarre da essa tutti i vantaggi senza concedere nulla o quasi dei propri privilegi. Il suffragio universale, ad esempio, non è mai stato visto di buon occhio da nessuna oligarchia (inclusa quella che si riconosce nei repubblicani americani), eppure ciò è stato considerato alla lunga come un prezzo congruo da pagare per poter mantenere il controllo sostanziale dell'economia e della politica facendolo ratificare formalmente e costituzionalmente dalla maggioranza attraverso il voto. Per dirla in termini ancora più brutali, l'oligarchia ha capito insomma che, utilizzando al meglio i mezzi di informazione, trasformando i cittadini in consumatori, in destinatari di un messaggio promozionale, in target di un prodotto (commerciale o politico che sia, e ciò include ovviamente anche i candidati presidenziali), poteva di fatto conservare il controllo sostanziale della società, pur delegando alla maggioranza il controllo formale dello stato. In questo senso, si può ben dire che la repubblica è sopravvissuta alla democrazia moderna insinuandosi dentro di essa. Da qui l'evidente e apparentemente irrisolvibile contraddizione che agita tutte le maggiori democrazie moderne.

Per capire gli Stati Uniti bisogna ogni tanto guardare anche fuori dagli Stati Uniti. Se uno ha vissuto per qualche tempo in Sudamerica, ad esempio, sa bene che anche lì esiste tutt'oggi un'oligarchia, in parte derivante da antiche famiglie di coloni, in parte da una nuova borghesia di immigrati che hanno fatto fortuna a inizio secolo, che giudica la democrazia come una volgare forma di populismo che consente ai governanti di controllare le masse. Il loro disprezzo per la democrazia è del tutto simile al disprezzo che un tempo le antiche famiglie aristocratiche nutrivano nei confronti del potere assoluto del principe o del monarca. Il loro ideale di democrazia è del tutto assimilabile a quello antico di repubblica: solo pochi (i "migliori", le famiglie più ricche, più colte, più tradizionali) dovrebbero avere il diritto di voto. Tutti gli altri, considerati come esseri sostanzialmente inferiori, non dovrebbero godere degli stessi diritti e, in modo particolare, del diritto di voto, in quanto le loro condizioni culturali e sociali non consentirebbero loro di poterlo esercitare propriamente e consapevolmente, diventando così facili prede della propaganda di regime. Eredi dirette del colonialismo, le élite sudamericane considerano l'affermazione della democrazia nei loro paesi come una forma di degenerazione dello stato, della politica e della vita civile.

L'esempio del Sudamerica può sembrare completamente fuorviante. In realtà non lo è. Serve a capire da quali premesse è nata anche la costituzione americana. Che che se ne dica, è da queste stesse basi di pensiero che muovevano anche i Padri Fondatori americani, come ha perfettamente messo in luce Massimo con le sue citazioni. Per quanto la loro fosse indubbiamente una costituzione molto avanzata e illuminata per l'epoca, resta il fatto che, quando parlano di repubblica, essi non intendono affatto la democrazia, almeno come la intendiamo noi oggi, ma una società governata da pochi, dai "migliori" (gli schiavi ne sono ovviamente esclusi), dove il censo ha soppiantato gli antichi valori nobiliari del sangue. Il loro concetto di libertà individuale non va confuso con quello che si affermerà solo più tardi con la democrazia. Il loro desiderio di limitare i poteri del governo centrale federale deriva dal timore che questo possa trasformarsi di fatto in un nuovo monarca assoluto che avochi a sé poteri decisionali, strappandoli agli stati e alle comunità, per governare con il consenso della maggioranza. L'affermazione della maggioranza è vista dunque come un pericolo per i cittadini liberi (si intendono di nuovo i soliti pochi "ottimati"), come una forma di falsa dittatura del popolo che, di fatto, ripristinerebbe il potere assoluto degli antichi monarchi (i quali, del resto, hanno sempre cercato di scavalcare l'aristocrazia appoggiandosi direttamente al favore del popolo). È questo il principio che ha sempre ispirato i repubblicani americani ed è questo che intende dire Ron Paul quando afferma che non è lui, ma il partito ad essersi allontanato dai suoi principi originari con la deriva neocon e l'esplosione della spesa pubblica per il finanziamento della guerra. Si noti che questa visione dello stato non contempla minimamente principi umanitari, né tanto meno l'eguaglianza sociale, la quale non viene affatto considerata come un aspetto necessario per il corretto funzionamento dello stato. La libertà dell'individuo è considerata inalienabile. Ciò include l'idea che uno possa essere più ricco senza dovere niente a nessuno: né imposte, né tanto meno spiegazioni al resto della comunità. Inoltre, secondo il pensiero conservatore americano classico, ogni politica sociale presuppone un aumento delle imposte e, quindi, fatalmente anche un accrescimento del potere centrale, con una conseguente perdita di potere da parte degli stati, delle comunità locali e dei cittadini liberi. È ovvio che questa visione si è evoluta nel tempo. L'oligarchia, infatti, ha imparato a poco a poco ad accettare la democrazia (cioè l'inclusione degli individui non liberi in quanto "inferiori", promuovendoli progressivamente al rango di cittadini) come un male necessario, in quanto tale cambiamento non ha intaccato di fatto il suo sostanziale controllo dell'economia e della politica. D'altra parte, tale "concessione" si è resa sempre più necessaria a mano a mano che la società americana è cresciuta economicamente, permettendo a un sempre più vasto numero di persone di migliorare le proprie condizioni di vita. Anche il pensiero repubblicano originario ha dovuto quindi adattarsi al cambiamento della società, con concessioni, sia pur limitate, anche sul piano sociale. Resta il fatto che ancor oggi, per molti repubblicani classici o paleoconservatori, l'intervento sociale dello stato è considerato come un'indebita ingerenza nell'economia che altera il "naturale rapporto" tra governo e cittadino.

Di fronte a tutto ciò, viene da chiedersi come sia possibile che oggi molti democratici e molti elettori tradizionalmente liberal o "di sinistra" si riconoscano nel programma di Ron Paul. Le ragioni sono molte e complesse. Per brevità ne citerò tre, che mi sembrano quelle più importanti: 1) l'involuzione del partito democratico, sempre più incapace di proporre una politica alternativa a quella dei neocon fino al punto di risultare in alcuni casi indistinguibile da esso; 2) il rifiuto della politica della guerra permanente instaurata dall'attuale amministrazione (cui si lega strettamente anche la preoccupazione per la crescita esponenziale del debito pubblico); 3) la preoccupazione per la sempre più evidente erosione delle libertà civili e personali con l'instaurazione del Patriot Act. Quest'ultimo, in particolare, è un evento di primaria importanza che ci aiuta a capire dove sta andando l'America e, forse, anche il resto del mondo occidentale. Il Patriot Act rappresenta infatti una vera e propria rottura con il passato per un paese che ha fatto delle libertà civili dell'individuo non solo un motivo di orgoglio nazionale, ma anche un vero e proprio marchio di esportazione della cultura made in USA nel resto del mondo. Il futuro ci dirà quale sarà l'evoluzione. Per il momento, l'instaurazione del Patriot Act sembra indicare l'inizio di una nuova fase di dominio dell'oligarchia, non più fondato sul tradizionale concetto di repubblica dei migliori (sopravvissuto, come abbiamo visto, all'interno della democrazia per tutto il XX secolo), ma su concetti primordiali come l'autolegittimazione, l'autoaffermazione e la forza. La nuova classe dominante (lobby, multinazionali, famiglie più influenti, redditi superiori) si sente già a tutti gli effetti un'aristocrazia. Partendo dalla propria indiscussa superiorità economica, intende affermare un nuovo concetto di superiorità a 360° che, per forza di cose, si traduce anche in un nuovo concetto di diritto: abbiamo più mezzi perché siamo più evoluti, quindi siamo "superiori" e ci andiamo a prendere le risorse dove si trovano. Se siete in disaccordo, provate a fermarci (che è poi la stessa cosa che affermare "O siete con noi o siete con i terroristi"). Il diritto, insomma, è di chi sa conquistarselo. In questo senso il Patriot Act sembra proprio indicare l'inizio di una fase in cui concetti come la legittimazione attraverso il voto, l'appoggio della maggioranza, la libertà del singolo contano e conteranno sempre di meno. È ovvio, infine, che una simile impostazione di pensiero rifiuta anche ogni tipo di ingerenza da parte di organi di controllo a qualsiasi livello, nazionale (commissioni indipendenti sul 911, leggi su conflitto di interessi, leggi di par condicio per gli organi di informazione ecc.) o internazionale (ONU, trattati e protocolli internazionali ecc.) e considera il dissenso come un prezzo che, ormai, non vale più la pena pagare.

E dopo 10 anni, siamo a discutere se il Volo 77 è arrivato proprio lungo questa linea, o piuttosto è arrivato due metri più a sinistra, o due metri più a destra? (Perle complottiste)
rumansa
Inviato: 14/1/2008 16:31  Aggiornato: 14/1/2008 16:35
So tutto
Iscritto: 27/5/2006
Da:
Inviati: 1
 Re: Ron Paul, il Leviathan e la Costituzione americana
Stamattina mi sono svegliato con una idea fissa: voglio fare un post ( che spero diventi un blog) che si chiama

Ron Paul fans club Italia e perché mai mi chiederete Voi probabilmente per invidia dico io.

Come invidia e poi invidia di che cosa,

Si invidia che un personaggio così autentico,così sincero e diretto sia nato negli Stati Uniti e sia sulla buona strada per diventare il prossimo presidente degli USA .

Da un po’ di tempo seguo su quello che credo sia uno dei blog di informazione più obiettivi, puntuale e neutrale che io conosca,(Luogocomune.net), le vicissitudini di questo dottore, Ron Paul appunto , che si è anche un medico oltre ad essere un economista riconosciuto , che se ne va in giro per l’America senza scorta né fanfare di sorta a dire ai cittadini che è ora di farla finita con i ciarlatani che ci sono al governo , con gli interventisti che travestiti da poliziotti se ne vanno in giro per il mondo a diffondere odio e guerre con la ridicola copertura di un inesistente organizzazione terroristica, che fanno morire la gente per la strada a migliaia perché non hanno un’assicurazione sanitaria che li copra, con un governo che non dà una spiegazione all’11 settembre, dice ancora di dire basta a queste tasse indiscriminate che servono solo a rimpinguare le tasche dei soliti furbi, manipolatori e proprietari di mezzi di comunicazione che usano come ormai tutti sappiamo in maniera subdola e insinuante e subliminale a loro vantaggio, ma soprattutto per NON informare la gente di quello che realmente succede nel mondo.

E udite udite cosa pensate stia accadendo ora nelle strade di molti stati americani ; sta accadendo che questo signor RON PAUL ha chiesto aiuto agli americani e in un solo giorno ha raccolto QUATTRO MILIONI DI DOLLARI si avete letto proprio bene si tratta di 4 ml di dollari ma questo è solo la punta dell’iceberg perché la raccolta di fondi a ieri 9 gennaio 2008 aveva superato abbondantemente i 25 milioni di dollari e non solo………….. succede anche che, quando la gente sa che lui sarà nella loro città o paese si alza alle cinque del mattino per essere sicura di poter parlare con lui o di riuscire ad entrare nel luogo dove si terrà l’intervento.

Un fenomeno di portata planetaria credo io perché, anche se non è nella lista dei paesi che amo di più, non si può negare che un cambiamento di questa portata al governo degli Stati Uniti avrà inevitabilmente ripercussioni in tutto il pianeta o comunque in gran parte di esso e…………… la nostra Italietta che fà ?……. i nostri telegiornali che fanno? …………….

SILENZIO

Fanno silenzio non hanno mai, neanche in chiusura di telegiornale , neanche dopo le fondamentali appendici che ci propinano a fine telegiornale , neanche dopo ciò ci informano che c’è un tipo di nome Ron Paul, venuto chissà da quale pianeta, che come un predicatore se ne va in giro per l’America a dire niente altro che cose di buon senso che ogni essere umano sa e dovrebbe applicare tutti i giorni e che sta giustamente conquistando la maggior parte degli americani arrivando ad essere il terzo candidato alla presidenza degli stati uniti nel gennaio 2008.

Si confermo con tutte le mie forze: sono invidioso e quindi ho deciso di istituire il

Ron Paul fans club Italia -
http://rumansa.helloweb.eu


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