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news internazionali : Somalia: la speranza derubata
Inviato da Mnz86 il 10/2/2007 12:34:23 (3280 letture)

di Andrea Franzoni

La fine dell’esperienza delle Corti Somale, con pochi combattenti irriducibili arroccati nelle paludi malariche del sud ed il resto della società civile che aveva aderito all’esperienza nuovamente mimetizzato, dimesso e sfiduciato, ha lasciato nella Somalia un vuoto che i “Signori della Guerra”, le odiate truppe etiopiche e l’inconsistente Governo di Transizione riconosciuto all’estero ma sostanzialmente impotente hanno provveduto in parte a colmare. Mentre la stampa e la politica italiana ed europea hanno abbandonato la questione, terminato il brivido di eccitazione della nuova ma breve lotta del Bene contro il Male, gli Stati Uniti (resisi conto dell’inaffidabilità dei Signori della Guerra, osteggiati dalla popolazione e sbriciolati dalle Corti, nel mantenere l’ordine) stanno prendendo autonomamente in mano la situazione pilotando una nuova missione di riconciliazione con lo scopo di dare alla Somalia un governo “stabile” e filo-occidentale.

Impossibilitati ad impegnarsi in prima persona, e per nulla interessati a coinvolgere l’ONU e la distratta comunità internazionale, gli Stati Uniti hanno trovato forse una soluzione per provare a raggiungere i loro obiettivi senza sporcarsi pubblicamente le mani: dopo l’intervento pilotato dell’Etiopia, l’intervento eterodiretto di un’Unione Africana armata, imboccata e schierata sul campo per procura americana, per sostenere l’ennesimo governo fantoccio di turno. L’approccio di fondo alla questione tuttavia è il medesimo dell’operazione fallimentare “Restore Hope” del '93, della questione afgana e di quella irakena, …


… ed il timore fondato è che anche i risultati dell’ennesimo intervento statunitense possano essere simili a quelli delle tre crisi già citate, con buona pace della Somalia, della stabilità pacifica e del diritto all’autodeterminazione.

La situazione attuale della Somalia è piuttosto intricata. A sud, nelle paludi, gruppetti di guerriglieri islamici irriducibili fuggono dagli attacchi delle truppe etiopi che, chiaramente, agiscono spinti dalle loro ambizioni di potenze regionali ma con il decisivo aiuto (logistico e anche militare) e con l’autorizzazione di Washington che rischia di rendere la situazione ancora più tesa facendo crescere l’ostilità tra due regioni già in passato rivali. «Stiamo inseguendo le cellule che hanno rifiutato di arrendersi, ma non occupiamo il territorio» ha spiegato il premier Etiope a Massimo Alberizzi, inviato del Corriere in passato rapito e liberato dalle Corti. «”Agiamo a colpo sicuro”. Poi strizzando un occhio: “Abbiamo degli amici con le orecchie e gli occhi più sensibili dei nostri (leggi gli americani, ndr) che ci dicono dove, come e quando picchiare. Così ci muoviamo con ottimi risultati”», si legge sul Corriere. Più volte gli americani sono anche intervenuti direttamente con raid aerei, autorizzati dal presidente del “Governo di Transizione Somalo”, provocando diverse vittime e ricordando la caccia infruttuosa ai talebani.

Di grande importanza nel panorama strategico la posizione del Governo di Transizione Somalo scosso da tensioni interne ma riconosciuto internazionalmente e quindi deputato a prendere, con il sostegno decisivo americano, il potere formale. Poche settimane fa è stato “licenziato” il portavoce reo, secondo i critici, di avere teso fin dall’inizio una mano alle corti islamiche, mentre in questi giorni il primo ministro ha provveduto addirittura ad un rimpasto, con la sostituzione di alcuni ministri, che è sintomo di giochi interni di potere più che di una reale capacita di incidere sulla situazione nazionale. In realtà il potere del governo è unicamente e da sempre di rappresentanza: promosso in passato da USA e Etiopia, e composto da personaggi di secondo piano e da qualche signore della guerra, esso non ha mai avuto alcun potere sostanziale, ha avuto bisogno del sostegno dell’esercito etiope per giungere a Mogadisho per la prima volta dall’insediamento e serve sostanzialmente per convogliare il denaro per l’antiterrorismo e per dare una legittimità alle presenze straniere di fronte alla distratta "comunità internazionale".

Nel frattempo proprio la capitale Mogadisho è scossa da maggiori violenze e instabilità: in parte riconquistata dai Signori della Guerra, è pattugliata da truppe etiopi spesso vittime di attentati. Gli etiopi sono percepiti come occupanti ed invasori, anche perché nella storia recente dei due paesi brucia una guerra per la regione dell’Ogaden persa dai somali. Proprio l’ostilità della popolazione spinge l’Etiopia al ritiro: si tratta solo di temporeggiare per lasciare il campo ad una nuova figura in via di definizione che agirà per conto degli USA. Non si tratterà chiaramente del semplice Governo Provvisorio, privo di potere e totalmente vulnerabile, e nemmeno dai Signori della Guerra ai quali gli USA si sono appoggiati finché essi non sono stati rovesciati dal movimento popolare che ha dato origine alle corti, ormai inaffidabili. Scomparsa l’Europa e scomparsa l’ONU la scelta autonoma degli USA è caduta sull’Unione Africana, che pare però generalmente restia a inviare truppe. Degli 8.000 uomini ritenuti necessari per permettere l’insediamento del Governo Provvisorio se ne sono trovati soltanto la metà, offerti (ma pagati ed armati dagli USA e, con una donazione ridotta, dall’Unione Europea) principalmente dall’Uganda e dal Ghana.

L’obiettivo, nelle parole della delegata USA per l’Africa E. Frazer, è sulla carta quello di portare mediante i soldati dell’Unione Africana “stabilità e sicurezza” favorendo l’insediamento del solito Governo Provvisorio ed un dialogo con le realtà locali moderate. Avremo così un altro governo stile Karzai, impotente ed ampiamente percepito come “fantoccio”, distante dalle vicende e dai problemi quotidiani della nazione ma utile per dare una legittimazione all'ennesima "caccia all'integralista". Un governo estraneo, funzionale agli interessi americani (la lotta a ciò che somiglia vagamente ad un’opposizione che, per cause storiche, in quella regione si è raccolta recentemente dietro all’appartenenza all’islam), con buona pace delle Corti Islamiche, sicuramente più accettate dalla popolazione forse proprio perché reali espressioni delle esigenze e dei sentimenti popolari, ma boicottate dagli Stati Uniti perché poco morbide nell’accettare l’agenda di Washington. Persa l’occasione di dialogo con un governo accettato e realmente popolare, tutto è però più difficile e forzato.

Negli anni 1993 e 1994 George H. W. Bush, padre dell’attuale presidente degli Stati Uniti, promosse e comandò l’operazione di peacekeeping “Restore Hope” (“restituire la speranza”) con l’obiettivo di stabilizzare la Somalia alle prese con una grave carestia e con l’instabilità interna successiva alla guerra che aveva destituito l’uomo forte Siad Barre. L’operazione, egemonizzata anche in quel caso dagli USA ma svolta dalle truppe di quasi 30 paesi ONU (maggioranza e comandi statunitensi), fallì: i militari, incapaci di inserirsi in maniera produttiva nel complesso panorama somalo, si trovarono invischiati nella solita guerriglia infruttuosa contro un signore locale sostenuto (o almeno tollerato) dalla popolazione trovandosi costretti, con Clinton diventato nel frattempo presidente, a ritirarsi dalla regione.

Oggi, ad oltre 13 anni dall’ultimo fallimento, un altro George Bush negli ultimi anni del proprio mandato si sta imbarcando nella medesima impresa che il padre, al pari della questione Saddam Hussein, non fu in grado di concludere positivamente. Le condizioni del primo insuccesso ci sono tutte, e la sconfitta delle Corti Islamiche (un movimento sfaccettato, popolare e locale) che lascia presagire una nuova era di influenza straniera e di disinteresse sostanziale verso gli usi e le esigenze della popolazione locale rischia di rendere le possibilità di buona riuscita del piano Bush-Frazer ancora minori. L’opposizione anti-americana inoltre è aumentata, negli ultimi anni, per il sostegno dato ai sanguinari Signori della Guerra (gruppi mafiosi dediti al contrabbando e alla predazione) in chiave anti-islamica, e per la situazione internazionale che certo non mette in buona luce l’operato USA.

L’idea che sta alla base è quella che motiva la politica estera americana, soprattutto post-11 settembre, per la quale l’instaurazione di una “democrazia” moderna, centrale e “moderata” (cioè disposta ad accettare gli USA come polizia internazionale) di stampo occidentale, definita dai critici “governo fantoccio”, sarebbe la condizione preliminare per la pace, la sicurezza e l’allontanamento dalle pericolose idee terroriste. Realisticamente un governo simile è necessario perché da una legittimazione alla presenza dei militari americani, impegnati nella lotta al terrorismo, convogliando in mani amiche gli aiuti internazionali, anche se di questi ben pochi andranno a beneficio della popolazione. Come Afghanistan, Iraq e la stessa Somalia degli anni ’90 dimostrano, però, la questione non è così semplice: accade infatti che le popolazioni assoggettate a questi governi si sentano violate, soggiogate strumentalmente a qualcosa che non è loro ma che è la volontà di una potenza “imperiale”. Proprio questo atteggiamento, se da una parte può portare ad una dimessa accettazione della situazione “calata dall’alto”, dall’altra genera violenza, instabilità, ostilità e talvolta anche “terrorismo” (concetto molto sfumato rispetto a quello di resistenza armata).

All'orizzonte, quindi, si profila un nuovo pantano, anche se le colpe dell'insuccesso saranno chiaramente addebitate all'Unione Africana e non a chi ha confezionato l'ennesimo piano fallimentare (gli Stati Uniti) o a chi ha permesso in maniera complice l'ennesima avventura (come i paesi europei).

Verrà, prima o poi, il dubbio (nutrito dalle evidenze appena esposte) che questo approccio sia controproducente? Quante altre fasulle “Restore Hope” dovranno sopportare i somali prima di potersi autodeterminare? E perché l’Europa permette agli alleati di continuare a imporre la loro presenza funesta in ogni controversia internazionale, ed a ripetere di generazione in generazione i soliti errori di presunzione sulle spalle delle più disagiate popolazioni mondiali?

Andrea Franzoni (mnz86)

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
HAVEADREAM
Inviato: 10/2/2007 15:11  Aggiornato: 10/2/2007 15:11
Ho qualche dubbio
Iscritto: 26/8/2005
Da:
Inviati: 209
 Re: Somalia: la speranza derubata
Buongiorno a tutti.
Raccolgo il commento/interrogativo finale di Andrea Franzoni

E perché l’Europa permette agli alleati di continuare a imporre la loro presenza funesta in ogni controversia internazionale, ed a ripetere di generazione in generazione i soliti errori di presunzione
sulle spalle delle più disagiate popolazioni mondiali?


e rispondo che anche quando le "non-presenze funeste" degli Usa e degli Alleati ci avevano fatto ben sperare, comunque è avvenuto un genocidio, quello del Ruanda.
Le allora pressioni sull' Onu affinchè non inviasse nessun contingente oltre quello già presente portò, oltre al milione di morti, anche alla morte di dieci soldati Onu, se non ricordo male.
Confesso, da persona che odia le armi, che qualche tentazione nel ricredermi ce l'ho: ma cosa dovrebbe fare in questi frangenti la comunità internazionale, se non inviare soldati invece pellegrini con la Bibbia in mano?

Certamente i fatti e gli eventi e le esperienze più recenti ci insegnano come "esportare democrazie" con un fucile sottobraccio sia più deleterio che altro, ma non è facile neanche improvvisare diplomazie in luoghi dove
la sabbia, la terra e la polvere da sparo colmano quella sana , vera, "the original" MISERIA, lascito dei nostri padri (pure i nostri, ebbene si) colonialisti.

Secondo il mio modo di valutare ciò che interpreto comunque a 3.000 chilometri di distanza, non è neanche facile capire cosa sia più giusto fare in queste realtà sfruttate dal colonialismo dove la modernità è forzata,dove
l'arcaico comunque è radicato, dove la povertà assoluta dei tanti va benissimo a braccetto con la ricchezza sporca di sangue dei pochi, e soprattutto dove il concetto relativo di identità nazionale con la presenza di più
etnìe e con rancori mai sopiti già oltre la soglia di casa.

Non ricordo la fonte, all'epoca del genocidio in Ruanda, di questo curioso episodio: un esponente dei diritti civili ruandese di etnìa tutsi contattò un diplomatico Usa per cercare di fermare in qualche modo
il massacro, ma venne verbalmente e gentilmente liquidato con queste semplici parole:
"Sorry, gli Usa non hanno amici o nemici (...) ma solo interessi".
Ovviamente e immancabilmente.

Viene quindi da chiedersi allora cosa si nasconde in questo "secondo tempo" Usa in Somalia, soprattutto in un momento dove l'opinione pubblica americana è perplessa e poco convinta di quanto si è (soprattutto non)
si è fatto in Irak.

Linucs
Inviato: 10/2/2007 15:18  Aggiornato: 10/2/2007 15:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Somalia: la speranza derubata
Verrà, prima o poi, il dubbio (nutrito dalle evidenze appena esposte) che questo approccio sia controproducente? Quante altre fasulle “Restore Hope” dovranno sopportare i somali prima di potersi autodeterminare?

Avete notato come l'autodeterminazione compare solo in alcuni contesti?

Indovinate quali?

Mnz86
Inviato: 10/2/2007 16:43  Aggiornato: 10/2/2007 16:43
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Somalia: la speranza derubata
haveadream:

Rispetto al Rwanda credo che ci sia una differenza fondamentale: mentre nel R. il contesto era quello di guerra civile (a prescindere dalle cause), la Somalia prima dell'intervento etiope si trovava in una situazione di stabilità e di sostanziale pace. Le corti islamiche nascono come il sodalizio tra le comunità, le tribù, le famiglie somale, in contrapposizione al governo dei Signori della Guerra (gruppi mafiosi che godevano dell'appoggio USA in chiave antiterrorista) ed al governo provvisorio nato nei palazzi e non nelle strade (pensa che è entrato per la prima volta nella capitale a seguito dell'invasione somala).

un governo simile (le Corti), che ha garantito la stabilità, aveva in sè molte anime.. il problema è stato che gli si è subito sbattuto la porta in faccia per il fatto che esso non era malleabile agli interessi americani, cioè rispondeva al principio della sovranità dei somali. Si sarebbe potuto lavorare su questa base, invece no; capirai come questo atteggiamento di chiusura tra l'altro favorisca solo la sfiducia e l'estremismo in ogni contesto (si pensi alla Palestina). Secondo me questo è il primo errore fondamentale: quello di pretendere di imporre la "democrazia moderna all'occidentale" in paesi dove non esiste nè la cultura nè l'esigenza per una svolta simile e dove questo viene vissuto come una violazione ed un abuso. specie se la "democrazia" è legittima solo se aderisce pienamente all'agenda di Washington, e tende a non curarsi delle esigenze della popolazione.

Altro discorso il concetto di "comunità internazionale": un conto è un intervento chiaro congiunto e multilaterale, un conto è l'azione autonoma degli Stati Uniti in funzione non dei diritti e delle condizioni dei Somali ma delle loro priorità geopolitiche ed ideologiche..

L'intervento dell'Unione Africana è una semplice copertura per addossare ad altri le colpe del futuro fallimento e per evitare critiche, anche in patria, agli stati uniti che, come hai fatto notare, hanno già sufficienti problemi altrove per imbarcarsi ufficialmente in un'altra avventura ancora più imprecisata.

HAVEADREAM
Inviato: 10/2/2007 17:13  Aggiornato: 10/2/2007 17:13
Ho qualche dubbio
Iscritto: 26/8/2005
Da:
Inviati: 209
 Re: Somalia: la speranza derubata
Mnz86
grazie per il chiarimento.

lamefarmer
Inviato: 10/2/2007 20:34  Aggiornato: 10/2/2007 20:35
Mi sento vacillare
Iscritto: 23/9/2005
Da: vacu°u(m)
Inviati: 334
 Re: Somalia: la speranza derubata
Citazione:
Verrà, prima o poi, il dubbio (nutrito dalle evidenze appena esposte) che questo approccio sia controproducente? Quante altre fasulle “Restore Hope” dovranno sopportare i somali prima di potersi autodeterminare? E perché l’Europa permette agli alleati di continuare a imporre la loro presenza funesta in ogni controversia internazionale, ed a ripetere di generazione in generazione i soliti errori di presunzione sulle spalle delle più disagiate popolazioni mondiali?


Non é venunto in 4000 anni di storia accertata, perché mai dovrebbe avvenire ora? Per la TV?

In quanto alle evidenze, ce ne una carina: l'Italia é secondo un evidenza il laboratorio per le prove generali d'efficacia di un assedio mediatico. Tipo: ma perché non provare a imporsi con tsunami di balle, che seppelliscano le resistenze civili e la verità oggettiva nella merda della vacqua opinione?

Se un giorno si potrà esportare tale demoniocrazia, dovranno tale portentosa innovazione a noi. Il vantaggio indubbio sarà una minore necessità di ricorrere alle guerre per ottenere controllo, lo svantaggio sarà un silenzio mediatico mondiale tombale e asfissiante, sostituito da culi tette e bravi parassiti-commentatori del vuoto portaporta(microfono)...


Gio!

Ognuno parla di se stesso, sempre e comunque
neno
Inviato: 11/2/2007 1:01  Aggiornato: 11/2/2007 1:01
Ho qualche dubbio
Iscritto: 11/10/2005
Da:
Inviati: 80
 Re: Somalia: la speranza derubata
C'entra poco ma c'entra.
Da repubblica leggo che Wisiel avrebbe sventato un rapimento ai suoi danni e pare ( sottolineo pare ) sia stata opera di un negazionista .
Se stavo in campagna come 40 anni fà avrei sentito dire : n'gorbo che ve pjia .

ptimolla
Inviato: 11/2/2007 3:30  Aggiornato: 11/2/2007 3:30
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/7/2006
Da: Taranto
Inviati: 353
 Re: Somalia: la speranza derubata
Non so se conoscete questo sito(...vedo che non ne parlate mai),

ma parla spesso di un'altissimo pericolo di COLLASSO ECONOMICO-FINANZIARIO PLANETARIO
e di un'imminente (2 mesi circa) conflitto USA-Iran !

http://www.movisol.org/07news022.htm


E questo e' invece il link di wikipedia Lyndom Larouche dal quale non si capisce se e' un mitomane o un perseguitato per le sue idee !

http://it.wikipedia.org/wiki/Lyndon_LaRouche

Bha! Potenza della Democrazia ....

Legge di Murphy sulla ricerca
Una ricerca abbastanza lunga tendera' a confermare ogni teoria.


Legge di Maier
Se i dati non corrispondono alla teoria, vanno eliminati.
orkid
Inviato: 11/2/2007 11:29  Aggiornato: 11/2/2007 11:29
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/2/2006
Da: La Beverly Hills italiana
Inviati: 786
 Re: Somalia: la speranza derubata
OT: Guarda ptimolla, ricevo da un'anno e mezzo la newsletter e da un'anno e mezzo continua a dire che IL COLLASSO E' IMMINENTE!!!...

Comincio a perdere la speranza...

Di lui ti so dire che è sicuramente un voce fuori dal coro all'interno dei democratici, ma che sia realmente indipendente ... non lo so

Fine OT;

L'autodeterminazione dei popoli mi pare sia stata applicata solo un paio di volte... e forse una sola!!


Autodidatta Bonsai


"Quando l'uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa un uomo comune."
Mnz86
Inviato: 11/2/2007 15:04  Aggiornato: 11/2/2007 15:25
Ho qualche dubbio
Iscritto: 4/7/2005
Da: BS
Inviati: 246
 Re: Somalia: la speranza derubata
Citazione:
L'autodeterminazione dei popoli mi pare sia stata applicata solo un paio di volte... e forse una sola!!


ad esempio con la rivoluzione (o guerra d'indipendenza) americana

Dalla dichiarazione d'indipendenza americana (1776)

Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell'attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un'assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede.

Egli ha rifiutato di approvare leggi sanissime e necessarie al pubblico bene.

Ha proibito ai suoi governatori di approvare leggi di immediata e urgente importanza, se non a condizione di sospenderne l'esecuzione finché non si ottenesse l'assentimento di lui, mentre egli trascurava del tutto di prenderle in considerazione.

Ha convocato assemblee legislative in luoghi insoliti, incomodi e lontani dalla sede dei loro archivi, al solo scopo di indurre i coloni, affaticandoli, a consentire in provvedimenti da lui proposti.

Ha ripetutamente disciolto assemblee legislative solo perché si opponevano con maschia decisione alle sue usurpazioni dei diritti del popolo.

Dopo lo scioglimento di quelle assemblee si è opposto all'elezione di altre: ragion per cui il Potere legislativo, che non può essere soppresso, è ritornato, per poter funzionare, al popolo nella sua collettività, — mentre lo Stato è rimasto esposto a tutti i pericoli di invasioni dall'esterno, e di agitazioni all'interno.

Ha fatto ostruzionismo all'amministrazione della giustizia rifiutando l'assentimento a leggi intese a rinsaldare il potere giudiziario.

Ha reso i giudici dipendenti solo dal suo arbitrio per il conseguimento e la conservazione della carica, e per l'ammontare e il pagamento degli stipendi.

Ha istituito una quantità di uffici nuovi, e mandato qui sciami di impiegati per vessare il popolo e divorarne gli averi.

Ha mantenuto tra noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dell'autorità legislativa.

Ha cercato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile, e a questo superiore.

Si è accordato con altri per assoggettarci a una giurisdizione aliena dalla nostra costituzione e non riconosciuta dalle nostre leggi, dando il suo assentimento alle loro pretese disposizioni legislative miranti a:

acquartierare tra noi grandi corpi di truppe armate;

proteggerle, con processi da burla, dalle pene in cui incorressero per assassinii commessi contro gli abitanti di questi Stati;

interrompere il nostro commercio con tutte le parti del mondo;

imporci tasse senza il nostro consenso;

trasportarci oltremare per esser processati per pretesi crimini;


sopprimere le nostre carte statutarie, abolire le nostre validissime leggi, e mutare dalle fondamenta le forme dei nostri governi;

sospendere i nostri corpi legislativi, e proclamarsi investito del potere di legiferare per noi in ogni e qualsiasi caso.

Egli ha predato sui nostri mari, ha devastato le nostre coste, ha incendiato le nostre città, ha distrutto le vite del nostro popolo.

Egli sta trasportando, in questo stesso momento, vasti eserciti di mercenari stranieri per completare l'opera di morte, di desolazione e di tirannia già iniziata con particolari casi di crudeltà e di perfidia che non trovano eguali nelle più barbare età, e sono del tutto indegni del capo di una nazione civile.

Egli ha costretto i nostri concittadini fatti prigionieri in alto mare a portare le armi contro il loro paese, a diventare carnefici dei loro amici e confratelli, o a cadere uccisi per mano di questi.

Egli ha incitato i nostri alla rivolta civile, e ha tentato di istigare contro gli abitanti delle nostre zone di frontiera i crudeli selvaggi indiani la cui ben nota norma di guerra è la distruzione indiscriminata di tutti gli avversari, di ogni età, sesso e condizione.

Ad ogni momento mentre durava questa apprensione noi abbiamo chiesto, nei termini più umili, che fossero riparati i torti fattici; alle nostre ripetute petizioni non si è risposto se non con rinnovate ingiustizie. Un principe, il cui carattere si distingue così per tutte quelle azioni con cui si può definire un tiranno, non è adatto a governare un popolo libero.

E d'altra parte non abbiamo mancato di riguardo ai nostri fratelli britannici. Di tanto in tanto li abbiamo avvisati dei tentativi fatti dal loro parlamento di estendere su di noi una illegale giurisdizione. Abbiamo ricordato ad essi le circostanze della nostra emigrazione e del nostro stanziamento in queste terre. Abbiamo fatto appello al loro innato senso di giustizia e alla loro magnanimità, e li abbiamo scongiurati per i legami dei nostri comuni parenti di sconfessare queste usurpazioni che inevitabilmente avrebbero interrotto i nostri legami e i nostri rapporti.

Anch'essi sono stati sordi alla voce della giustizia, alla voce del sangue comune. Noi dobbiamo, perciò, rassegnarci alla necessità che denuncia la nostra separazione, e dobbiamo considerarli, come consideriamo gli altri uomini, nemici in guerra, amici in pace.
Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d'America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell'Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l'autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo:

Che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, Stati liberi e indipendenti;

che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegnamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.

winston
Inviato: 11/2/2007 18:38  Aggiornato: 11/2/2007 18:40
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: Somalia: la speranza derubata
"A Somali truck loaded with corn is parked on side of a road in Mogadishu, September 24, 2003. The dilapidated city is the capital of the failed Horn of Africa state, where motorists have the choice of driving on the right or the left hand side of the road, such is Mogadishu's anarchy. Car wrecks, goats, cattle and the tent-like homes of refugees line the pot-holed, sandy streets. The country collapsed into chaos in 1991 after the ousting of former dictator Mohamed Siad Barre."

Un camion somalo carico di granturco, fermo su una strada di Mogadiscio, la sconquassata capitale dello Stato che fu del Corno d’Africa, dove ognuno può scegliere se guidare a destra oppure a sinistra, tale è lo stato di anarchia nella città. Carcasse, capre, bestie e baracche di rifugiati fiancheggiano le disastrate strade sabbiose. Il paese cadde nel caos nel ’91, dopo la cacciata dell’ex dittatore Siad Barre. 24 Sep 2003 REUTERS/Antony Njuguna

Si stava meglio quando si stava peggio?

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
Linucs
Inviato: 11/2/2007 19:10  Aggiornato: 11/2/2007 19:10
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Somalia: la speranza derubata
Un camion somalo carico di granturco, fermo su una strada di Mogadiscio, la sconquassata capitale dello Stato che fu del Corno d’Africa, dove ognuno può scegliere se guidare a destra oppure a sinistra, tale è lo stato di anarchia nella città.

La spiegazione alternativa (ma politically-poco-correct) è che in Somalia sia pieno di poveri pirla.

Kirbmarc
Inviato: 11/2/2007 19:21  Aggiornato: 11/2/2007 19:21
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/5/2006
Da: Arkadia-spazio profondo
Inviati: 1665
 Re: Somalia: la speranza derubata
Citazione:
La spiegazione alternativa (ma politically-poco-correct) è che in Somalia sia pieno di poveri pirla.

O che siano i buoni risultati di una riforma del codice della strada somalo, ispirato evidentemente da Mastella (ognuno può scegliere se guidare a destra o a sinistra...)

kalpoterni
Inviato: 11/2/2007 19:31  Aggiornato: 11/2/2007 19:31
Ho qualche dubbio
Iscritto: 19/10/2006
Da:
Inviati: 217
 Re: Somalia: la speranza derubata
Di certo devono aver imparato a rinforzare le balestre dei camion.

PikeBishop
Inviato: 11/2/2007 19:46  Aggiornato: 11/2/2007 19:46
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Somalia: la speranza derubata
Tanto per non far credere che i Somali siano tanto diversi da noi, mi ricordo che un mio principale gia' anziano negli anni '80 mi racconto' che in Italia la guida sulla mano destra non era stata decisa fino agli anni '20, quando probabilmente il traffico superava quello odierno in somalia.
Purtroppo non riesco a trovare dati certi in rete, ma credo che corrisponda a realta': l'Italia non e' mai stata UNA nazione. E la Somalia?

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Linucs
Inviato: 11/2/2007 20:24  Aggiornato: 11/2/2007 20:24
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: Somalia: la speranza derubata
Purtroppo non riesco a trovare dati certi in rete, ma credo che corrisponda a realta': l'Italia non e' mai stata UNA nazione.

E perché mai dovrebbe esserlo, se non per far viaggiare la refurtiva fiscale più lontano?

PikeBishop
Inviato: 11/2/2007 20:28  Aggiornato: 11/2/2007 20:28
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: Somalia: la speranza derubata
Citazione:
E perché mai dovrebbe esserlo, se non per far viaggiare la refurtiva fiscale più lontano?

Parole sante, infatti non ho mai detto che sia un difetto

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
krl
Inviato: 19/2/2007 14:41  Aggiornato: 19/2/2007 14:41
So tutto
Iscritto: 14/3/2006
Da: sassari
Inviati: 4
 Re: Somalia: la speranza derubata
Il vizio ormai consolidato della famiglia Bush (venditori di armamenti e azionisti di spicco di varie società petrolifere da quattro generazioni) di creare instabilità per poterla sfuttare lucrosamente è sconvolgente...e ancora più sconvolgente è la passiva inerzia degli organismi internazionali, fantocci delle borse mondiali. tutti parlano e, mentre lo fanno, c'è chi, fra una preghiera e un commovente alzabandiera, tratta il mondo come fosse il suo giardinetto privato...il pisciatoio del suo cane.
è un silenzio assordante...e veramente sconfortante[img]http://farm1.static.flickr.com/33/64073248_85e8cc7d1f.jpg?v=0[/img]...


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