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media : UNITI NELLO SDEGNO CONTRO IL TERRORISMO: QUELLO DELLA PAROLA
Inviato da Redazione il 14/11/2003 2:50:00 (2413 letture)

di Massimo Mazzucco

Di fronte alla bomba di Nassirya, una volta passato lo shock, l’Italia poteva prendere due opposte direzioni: unirsi sdegnata di fronte all’azione inumana, o imporre in tempi brevi il ritiro delle nostre truppe.

E mentre, com’è normale, nelle prime ore le due diverse tendenze si sono accavallate, nelle ultime lo sdegno sembra aver prevalso decisamente sull’urgenza del ritiro.

Questo è avvenuto sia grazie a chi ha saputo orchestrare al meglio ...

il messaggio mediatico (e lì, tutte le strade portano ad Arcore), sia grazie alla complicità di una classe politica ormai snaturata, che ha dimenticato tutti i principi, politici e morali, che devono essere stati necessariamente alla base della loro scelta per voler fare quel mestiere.

Quando infatti un politico qualunque – non c’è bisogno di nomi, dall’estrema destra all’estrema sinistra, dall’usciere al capo dello stato, cantano tutti la stessa melodia – dice in un modo o nell’altro che “il terrorismo va sconfitto”, ha già sconfitto lui stesso la ragione prima per cui è stato eletto: quella di rappresentare i cittadini alla ricerca di un miglioramento della nostra società.

Non potrai mai fare ciò, infatti, se tradisci lo strumento primo che ti è stato dato per svolgere il tuo compito: la parola.

UNO: attendo che uno chiunque di costoro mi spieghi con chiarezza assoluta perchè i nostri li chiamassimo partigiani e i loro terroristi.

DUE: Ricordo infatti che tutte le vigenti legislazioni internazionali - e l’ONU stessa, in un suo documento approvato più di vent’anni fa, e da nessuno mai rinnegato – riconoscono a tutti i popoli della terra il diritto di resistere con qualunque mezzo all’occupazione militare di una nazione straniera.

TRE: In assenza di una conclusiva definizione del termine “terrorismo”, da sempre invocata alle Nazioni Unite dai più, ma chissà perchè mai raggiunta a causa dei meno – si è sempre e comunque parlato di terrorismo riguardo ad azioni violente contro la popolazione civile. Non mi risulta che gli italiani della caserma di Nassirya facessero parte del comitato per la diffusiane dell’opera lirica nel mondo.

Il resto sono soltanto parole, che male si mescolano al sangue di quelli che loro stessi hanno mandato a morire in Iraq.

Massimo Mazzucco

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Autore Albero

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